La moda dilagante nel PD è quella di considerare superfluo e persino pericoloso discutere “fuori dalla linea” che via via viene proposta e applaudita, e in rari casi approvata dopo magari compromessi spericolati. La moda è anche quella di considerare impossibile, per cercare a tutti i costi di raddrizzare la baracca, lo smarcamento dalle confraternite di chi fa finta di nulla o di chi si illude che cosi’ si possa andare avanti, e lo smarcamento dalle altre confraternite che pensano che in pochi si possa decidere per tutti.
Fortunatamente tirare a campare non è proprio un vizio di tutti quelli che si incontrano grazie a LibertaEguale Pisa-Livorno e al nostro sito, ma certo con questi chiari di luna (dopo il Lingotto 2 per intenderci!) le “gelate” che fanno tremare il PD sono arrivate anche tra di noi e sarebbe da ingenui non rilevare che arrivano (fortunatamente) anche opinioni diverse sul come provvedere per riprendere in mano la nostra scommessa politica (quella di un partito riformista maggioritario in grado di governare per salvare questo paese e le sue mille città dal declino e dalla crisi coniugando diritti di liberta’ e vincoli di solidarietà sociale).
La situazione del PD è al limite del parossismo. Da una parte avanza una crisi che spazzerà la politica incapace (a torto o a ragione) di farvi fronte, ma le migliori energie e intelligenze del PD non sono impegnate sul terreno della crisi, dall’altra il dibattito politico stenta materialmente ad uscire dalle competizioni e dalle scadenze interne (cronicamente rinviate come il Congresso o sotto choc appena si metta mano alle candidature). E’ un dibattito per altro che sconfina, appena si rompe l’unanimismo, in fenomeni deteriori di personalismo leaderistico e nel peggior politicismo che spesso ne è copertura..
Anche il labirinto in cui si sta perdendo il PD è del tutto strabiliante: chi discute (ma quanti siamo? E in quali luoghi?) non riesce a decidere , mentre chi decide (ma chi? come? dove?) lo puo’ fare senza farsi contare e senza nemmeno inopportunare iscritti e elettori, e spesso senza dover giustificare cosa combina.
In una situazione cosi’ ai machiavellismi e ai tatticismi, alla poca o alla tanta esperienza, all’essere tanta parte o poca parte, al mito di un partito che nasce e dei manovratori che non vanno disturbati, occorre sostituire la battaglia politica in campo aperto, incapace di tollerare scorciatoie perché riesce a competere sul terreno del consenso e della conquista di posizioni a partire dai singoli iscritti ed elettori, e che riesce a rimettere in movimento il progetto politico del PD prima che sia troppo tardi.
Una scaletta tanto per articolare:
a) promuovere culture diverse da quelli dominanti nel PD (consociative e compromissorie) per riallineare il partito ai propri obbiettivi fondativi;
b) promuovere la nascita di una maggioranza (che governa) e di una minoranza (che si prepara a essere maggioranza) per uscire dall’imbroglio di negare correnti e di rinviare la costituzione di un elettorato e di una opinione interna al partito composta da iscritti e elettori;
c) dare filo da torcere, costi quello che costi, in sede di predisposizione di organigrammi interni a tutti i livelli e in sede di predisposizione di candidature e programmi elettorali;
d) operare attivamente per mobilitare opinioni e idee attorno al progetto del PD e per rompere il labirinto in cui si è confinato proprio il dibattito del partito e sul partito, anche interagendo con lo stesso con iniziative esplicite e adeguate.
Per dirla tutta, in un partito normale (ma quali sono i partiti normali in Italia?) quello che accade al PD e nel PD rappresenterebbe una bomba innescata a tempo, ma siccome la politica è una cosa seria, come potrebbe essere seria la scomparsa della stessa prospettiva del PD, è bene che non ci si perda nel mare dell’oggettività o sugli scogli della soggettività, ed è bene che ci si smarchi rapidamente da posizionamenti minorati o ancillari.
In questo contesto se è vero che al fragore della critica puo’ seguire l’inerzia delle cose, e’ anche vero che al fragore delle cose puo’ ben seguire l’inerzia della critica, perché o la politica del PD e l’impegno dei Democratici riprendono la marcia adatta per il Paese e con il Partito a tutti i livelli , oppure il PD è semplicemente destinato ad evaporare e a frammentarsi sotto l’incalzare delle crescenti difficoltà, con cio’ superando ogni possibile stadio di partito pesante, leggero o gassoso e riducendo ogni forma della sua missione a pura testimonianza.
Evidentemente la dimensione di una Associazione Politico-Culturale come Liberta’EGUALE Pisa-Livorno, pur schierata con il PD e per il PD come la nostra, non è quella di ritrovarsi semplice corrente, ma certo è che se non riusciremo a sostenere proprio un confronto serio sul PD e nel PD ben difficilmente potremo ritrovare sotto i piedi la terra promessa dei riformisti italiani e facilmente ci dovremmo accontentare di cose ben più piccole. …e, per ultimo ma per primo, meglio nemmeno ricordare di cosa si dovrà accontentare il Bel Paese.
Paolo Borghi x www.libertaeguale.eu LE Pisa-Livorno