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Cosa fare nel PD

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Cosa fare nel PD

Messaggioda borghinolivorno il 25/01/2009, 20:41

La moda dilagante nel PD è quella di considerare superfluo e persino pericoloso discutere “fuori dalla linea” che via via viene proposta e applaudita, e in rari casi approvata dopo magari compromessi spericolati. La moda è anche quella di considerare impossibile, per cercare a tutti i costi di raddrizzare la baracca, lo smarcamento dalle confraternite di chi fa finta di nulla o di chi si illude che cosi’ si possa andare avanti, e lo smarcamento dalle altre confraternite che pensano che in pochi si possa decidere per tutti.

Fortunatamente tirare a campare non è proprio un vizio di tutti quelli che si incontrano grazie a LibertaEguale Pisa-Livorno e al nostro sito, ma certo con questi chiari di luna (dopo il Lingotto 2 per intenderci!) le “gelate” che fanno tremare il PD sono arrivate anche tra di noi e sarebbe da ingenui non rilevare che arrivano (fortunatamente) anche opinioni diverse sul come provvedere per riprendere in mano la nostra scommessa politica (quella di un partito riformista maggioritario in grado di governare per salvare questo paese e le sue mille città dal declino e dalla crisi coniugando diritti di liberta’ e vincoli di solidarietà sociale).

La situazione del PD è al limite del parossismo. Da una parte avanza una crisi che spazzerà la politica incapace (a torto o a ragione) di farvi fronte, ma le migliori energie e intelligenze del PD non sono impegnate sul terreno della crisi, dall’altra il dibattito politico stenta materialmente ad uscire dalle competizioni e dalle scadenze interne (cronicamente rinviate come il Congresso o sotto choc appena si metta mano alle candidature). E’ un dibattito per altro che sconfina, appena si rompe l’unanimismo, in fenomeni deteriori di personalismo leaderistico e nel peggior politicismo che spesso ne è copertura..

Anche il labirinto in cui si sta perdendo il PD è del tutto strabiliante: chi discute (ma quanti siamo? E in quali luoghi?) non riesce a decidere , mentre chi decide (ma chi? come? dove?) lo puo’ fare senza farsi contare e senza nemmeno inopportunare iscritti e elettori, e spesso senza dover giustificare cosa combina.

In una situazione cosi’ ai machiavellismi e ai tatticismi, alla poca o alla tanta esperienza, all’essere tanta parte o poca parte, al mito di un partito che nasce e dei manovratori che non vanno disturbati, occorre sostituire la battaglia politica in campo aperto, incapace di tollerare scorciatoie perché riesce a competere sul terreno del consenso e della conquista di posizioni a partire dai singoli iscritti ed elettori, e che riesce a rimettere in movimento il progetto politico del PD prima che sia troppo tardi.

Una scaletta tanto per articolare:

a) promuovere culture diverse da quelli dominanti nel PD (consociative e compromissorie) per riallineare il partito ai propri obbiettivi fondativi;
b) promuovere la nascita di una maggioranza (che governa) e di una minoranza (che si prepara a essere maggioranza) per uscire dall’imbroglio di negare correnti e di rinviare la costituzione di un elettorato e di una opinione interna al partito composta da iscritti e elettori;
c) dare filo da torcere, costi quello che costi, in sede di predisposizione di organigrammi interni a tutti i livelli e in sede di predisposizione di candidature e programmi elettorali;
d) operare attivamente per mobilitare opinioni e idee attorno al progetto del PD e per rompere il labirinto in cui si è confinato proprio il dibattito del partito e sul partito, anche interagendo con lo stesso con iniziative esplicite e adeguate.

Per dirla tutta, in un partito normale (ma quali sono i partiti normali in Italia?) quello che accade al PD e nel PD rappresenterebbe una bomba innescata a tempo, ma siccome la politica è una cosa seria, come potrebbe essere seria la scomparsa della stessa prospettiva del PD, è bene che non ci si perda nel mare dell’oggettività o sugli scogli della soggettività, ed è bene che ci si smarchi rapidamente da posizionamenti minorati o ancillari.

In questo contesto se è vero che al fragore della critica puo’ seguire l’inerzia delle cose, e’ anche vero che al fragore delle cose puo’ ben seguire l’inerzia della critica, perché o la politica del PD e l’impegno dei Democratici riprendono la marcia adatta per il Paese e con il Partito a tutti i livelli , oppure il PD è semplicemente destinato ad evaporare e a frammentarsi sotto l’incalzare delle crescenti difficoltà, con cio’ superando ogni possibile stadio di partito pesante, leggero o gassoso e riducendo ogni forma della sua missione a pura testimonianza.

Evidentemente la dimensione di una Associazione Politico-Culturale come Liberta’EGUALE Pisa-Livorno, pur schierata con il PD e per il PD come la nostra, non è quella di ritrovarsi semplice corrente, ma certo è che se non riusciremo a sostenere proprio un confronto serio sul PD e nel PD ben difficilmente potremo ritrovare sotto i piedi la terra promessa dei riformisti italiani e facilmente ci dovremmo accontentare di cose ben più piccole. …e, per ultimo ma per primo, meglio nemmeno ricordare di cosa si dovrà accontentare il Bel Paese.

Paolo Borghi x www.libertaeguale.eu LE Pisa-Livorno
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Re: Cosa fare nel PD

Messaggioda Loredana Poncini il 05/02/2009, 9:22

Cosa stiamo facendo nel Pd ? L' essere collegati ONline serve davvero a qualcosa ? o è un'estrema illusione, che può addirittura degenerare, accellerando il reflusso nel privato, mascherandolo con una pseudo-partecipazione pubblica in APPELLI PER LA DEMOCRAZIA che fanno buchi nell'acqua e niente più... Senza impegni personali e precisi, non si costruisce nulla. Ma l'impegno vuole che il gioco valga la candela ! Finché i partiti paiono solo dei mangiasoldi che spartiscono poltrone, i tesserati si ridurranno a quelli che cercano un posticino, tra i posti a sedere...
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Re: Cosa fare nel PD

Messaggioda pierodm il 05/02/2009, 9:55

Stanotte ho dormito poco, e va bene, ma dell'appello livornese non ho capito assolutamente niente.
Non solo non ho capito se è un appello per l'unità, o per litigare, o per fondare un altro partito, o per sostenere qualcuno in particolare, ma soprattutto non ho capito intorno a quali riforme, quali contenuti, quali obiettivi politici si svolge lo psicodramma.
Il bello è che questa evanescenza si ripete ormai da dieci anni, in tutte le fasi della metamorfosi che ha portato al PD.
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Re: Cosa fare nel PD

Messaggioda Robyn il 06/02/2009, 16:31

Pierodm
Il problema di Veltroni è che non ha una grande capacità comunicativa.Gli ex Popolari dopo aver proposto Veltroni adesso propongono Bersani.Ma la sinistra moderna non si costruisce con un leader della sinistra.Il PD ha molte risorse che non sfrutta ,e le stesse risorse non si fanno avanti per assumersi delle responsabilità.Franceschini ha una grande capacità comunicativa e penso che sia arrivato il momento che si assuma la responsabilità della leadership Ciao Robyn
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Re: Cosa fare nel PD

Messaggioda guidoparietti il 06/02/2009, 23:50

Robyn ha scritto:Ma la sinistra moderna non si costruisce con un leader della sinistra.

mhmhmmmmmm ?!?
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Re: Cosa fare nel PD

Messaggioda borghinolivorno il 07/02/2009, 6:19

che guaio non volere approfondire una discussione politica e scegliere la scorciatoia della tifoseria.
Se fosse finito il tempo di veltroni perchè non approfondirne i motivi lasciando per favore a casa la piaggeria della comunicazione e del grande comunicatore taumaturgo?
Se dovesse iniziare il tempo di Bersani , come è possibile non farlo con una battaglia politica aperta di linea e prospettiva, che traccia gli errori e le proposte e non confonde chi ha applaudito sino ad ora, con chi propone le novità? e non trasforma la nomina del segretario nel solito rito unanimistico che candida e promuove ruote di scorta che non hanno il coraggio di proporsi senza il preventivo accordo, e non veri leaders che mandano a casa gli avversari?
In quanto a Franceschini.....(idem quanto con Bersani)...
Ma in tutti e due i casi direi che il leader deve essere di sinistra.....contro la destra berlusconiana..o siamo sempre nel labirinto dei pavoni ex?
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Re: Cosa fare nel PD

Messaggioda mario il 07/02/2009, 8:57

C’è bisogno di ridare voce alla base.
C’è bisogno di vere primarie non di riti che ratificano decisioni prese dal vertice.
Occorrono candidati veri, numerosi, con programmi ben definiti che riescano a raccogliere i consensi al di là dei vecchi schieramenti.
(Un Bersani come candidato unico degli ex DS non ci sta bene)
C’è bisogno di un dibattito vero.
Sarebbe interessante se questo forum si trasformasse in un circolo del PD.
Sarebbe interessante che Franz stilasse un documento, da discutere, approvare e da inviare al prossimo congresso.
Un circolo formato dagli iscritti al sito che abbiano un’anzianità di almeno 6 mesi ed vantino una partecipazione costituita da almeno 18 messaggi.
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Re: Cosa fare nel PD

Messaggioda Loredana Poncini il 07/02/2009, 11:03

Sì, Mario, la "base" è bene acquisti una voce che non si disperda in mille rigagnoli e sappia invece coagularsi in proposte che si attendono risposte dai dirigenti attuali. Qui, PER l' Ulivo, può trasformarsi in DALL' Ulivo ? Il Partito Democratico diventa Democratico DAVVERO solo quando riconosce la sua RADICE UNIFICANTE : L' ULIVO ! Forse potremmo cominciare ad evidenziare la democrazia nel PD per cui Arturo Parisi si sta battendo da sempre. C'è un forum in cui se ne discute, in questo CHE FARE DEL PD NEL PD ?
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Re: Cosa fare nel PD

Messaggioda Robyn il 07/02/2009, 11:56

Guido Parietti
Il problema è che non c'è quasi nessuno di leader.Altrimenti mi candito io alla leadership ,ma sò che sei contrario perche sei contro la mobilità sociale(sto scherzando)
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Re: Cosa fare nel PD

Messaggioda guidoparietti il 07/02/2009, 12:19

Robyn ha scritto:Guido Parietti
Il problema è che non c'è quasi nessuno di leader.Altrimenti mi candito io alla leadership ,ma sò che sei contrario perche sei contro la mobilità sociale(sto scherzando)

no, sono solo un filo perplesso quando leggo che il leader della sinistra non debba essere un leader di sinistra. Più per motivi logici che politici.
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