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Renzi è più vivo che mai ?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Renzi è più vivo che mai ?

Messaggioda ranvit il 28/01/2018, 12:47

Lo penso anch'io :o 8-)



http://www.linkiesta.it/it/article/2018/01/28/morto-che-cammina-spiacenti-renzi-e-piu-vivo-che-mai-anche-se-le-candi/36936/

Morto che cammina? Spiacenti, Renzi è più vivo che mai (anche se le candidature vi fanno schifo)
Probabilmente le prossime elezioni saranno un disastro. Ma se Renzi riuscirà a sopravvivere, ne uscirà più forte di prima. Grazie a gruppi parlamentari fedeli, alle prove di governo altrui e al fattore tempo
di Francesco Cancellato
28 Gennaio 2018 - 02:26
230 2300
Proviamo a dire quel che tutti pensano: che Matteo Renzi sia un morto che cammina. Che la sua parabola politica sia alle battute finali. Che ci sia già un “dopo di lui” che sta nascendo alle sue spalle. Che il renzismo, nei fatti, sia già qualcosa da descrivere in retrospettiva, come ciò che poteva essere e non è stato. O, peggio, come una forza bruta che nella sua furia rottamatrice non ha lasciato pietra su pietra di quel che rimaneva della sinistra italiana.

Sfere di cristallo non ne ha nessuno, intendiamoci. Ma siete davvero così sicuri che Renzi sia così debole come pensate? Che le sue siano solo mosse della disperazione? Che un politico di razza, molto giovane, che ha appena concluso una legislatura vissuta da assoluto protagonista possa essere accantonato senza colpo ferire? Davvero non temete uno che sopravvive alla più grande sconfitta elettorale dell’ultimo trentennio, a un su e giù di consenso personale da montagne russe, a inchieste giudiziarie che coinvolgono il proprio padre, a una scissione fratricida?

Noi qualche riserva ce l’avremmo. Certo, oggi Renzi è probabilmente nel punto più basso della sua Storia politica, ma le sue ultime mosse, se non altro, fanno pensare a un politico estremamente consapevole di dove si trovi, del ruolo che occupa nell’immaginario del Paese, della traversata nel deserto che gli toccherà di compiere. La scena lasciata sempre più a Paolo Gentiloni è un segnale. I manifesti senza il faccione in primo piano, un altro segnale. Le candidature di queste ultime ore per le elezioni del 4 marzo, laceranti e brutali nell’eliminare ogni zona grigia tra amici e nemici interni, tra fedelissimi alla Luca Lotti e potenziali frondisti alla Cesare Damiano, pure.

Tutte cose che fanno supporre che Renzi sappia. Che l’implosione del Partito Democratico sia ormai ineluttabile e tanto valga accelerarla, anziché resisterne. Che lo scotto di cinque anni al governo prima o poi toccherà pure agli altri, ai Di Maio e ai Salvini. Che il tempo gioca a favore suo, non certo di Berlusconi.
Tutte cose che fanno supporre che Renzi sappia. Che sappia, finalmente, che la sua popolarità sia ai minimi storici. Che la sua sopravvivenza passi da gruppi parlamentari fedeli e non da chissà quale remuntada. Che l’implosione del Partito Democratico sia ormai ineluttabile e tanto valga accelerarla, anziché resisterne. Che tanto vale consolidare un piccolo nucleo di riformismo post-ideologico alla En Marche!, anziché inseguire la chimera della grande balena socialdemocratica, che sta collassando ovunque nel Vecchio Continente. Che lo scotto di cinque anni al governo prima o poi toccherà pure agli altri, ai Di Maio e ai Salvini. Che il tempo gioca a favore suo, non certo di Berlusconi. Che allora tanto vale smettere di fare il centometrista con l’ansia da vittoria ogni dieci secondi e cominciare a tenere il passo del maratoneta.

Probabilmente sì, quindi. Quel Renzi là, il pokerista che fa all in a ogni mano, il premier che voleva cambiare il Paese in mille giorni, è morto davvero e difficilmente tornerà. Al suo posto, sta nascendo un politico un po’ più consapevole e realista, meno ingenuo e (forse) pure un po’ più saggio. Lo aspettiamo al varco: se davvero si rimetterà pazientemente a ricostruire un’area politica, se la smetterà di dividere il mondo in simpatici e antipatici, se si metterà di buzzo buono a ricostruire comunità politiche e classe dirigente, se comincerà a fregarsene un po’ di più di quel che la gente pensa di lui, e a provare a a rafforzare le proprie idee sino a convivere la gente della loro bontà, anteponendole alla popolarità della sua figura. Se sarà tutto questo, forse da questa metamorfosi potrà nascere qualcosa di buono. Mal che vada, che si accomodi, il non più giovane Matteo: di Casini è pieno l’emiciclo. E di gente che offre loro una poltrona pare se ne trovi sempre.
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Re: Renzi è più vivo che mai ?

Messaggioda pianogrande il 28/01/2018, 12:58

L'articolo dice che Renzi pensa sopratutto a Renzi.
Molto confortante.

Certo che nel frattempo il tirocinio di questo ragazzo in via di maturazione ci sta costando caro.

C'è di meglio?
Per fortuna pare proprio di sì: Gentiloni, Calenda, Minniti e magari altri meno conosciuti.

L'unico atto di maturità di Renzi sarebbe stato rimanere segretario del partito (dove poteva continuare negli studi) e lanciare con chiarezza un altro possibile premier dandogli tutto il suo sostegno.

Se è uno dei tanti resuscitati, redivivi, imbalsamati della nostra marmorea classe politica, sai che novità?
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Re: Renzi è più vivo che mai ?

Messaggioda franz il 28/01/2018, 13:00

Condivido.
Il calcolo politico potrebbe essere questo.

a) il PD raggiunge il 40% e governa. Lo fa con i fedelisssimi. Probabilità scarsa. 10%

b) In PD NON raggiunge il 40% ma altri (CD / M5S) ci riescono. Fine dei giochi ma i pochi che eleggi sono tuoi fedelissimi. probabilità scarsa. 10%

c) Nessuno raggiunge il 40%. Probabilità oggi lelevata: 80%.
Quindi il governo (se ci sarà) avrà la fiducia sulla base di un accordo tra partiti dopo le elezioni.
E qui è bene avere al seguito solo fedelissimi.
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Re: Renzi è più vivo che mai ?

Messaggioda ranvit il 28/01/2018, 13:21

C'è di meglio?
Per fortuna pare proprio di sì: Gentiloni, Calenda, Minniti e magari altri meno conosciuti.



Non credo....Gentiloni è bravo come premier, Calenda è un tecnico e non sa comunicare alle masse, Minniti è bravo come Ministro degli interni ma poco comunicatore.....
In realtà al momento non c'è nessuno all'orizzonte....forse Zingaretti, ma è troppo legato alla sinistra sindacal/chiacchierona 8-)
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Re: Renzi è più vivo che mai ?

Messaggioda pianogrande il 28/01/2018, 15:30

ranvit ha scritto:C'è di meglio?
Per fortuna pare proprio di sì: Gentiloni, Calenda, Minniti e magari altri meno conosciuti.



Non credo....Gentiloni è bravo come premier, Calenda è un tecnico e non sa comunicare alle masse, Minniti è bravo come Ministro degli interni ma poco comunicatore.....
In realtà al momento non c'è nessuno all'orizzonte....forse Zingaretti, ma è troppo legato alla sinistra sindacal/chiacchierona 8-)


In realtà, caro Ranvit, siamo un po' in apnea.

Manca qualcosa che ci faccia un po' riveder le stelle.

D'altra parte non possiamo aspettare passivamente.

Quello che ho scritto fa proprio parte dei pendolamenti caratteristici dei momenti né bistecca né baccalà.

L'unica scossa, a questo punto, può venire solo dal risultato elettorale, qualsiasi esso sia, da cui ripartire.

Continuo a sperare nel contributo dei radicali ma aver escluso gente come Manconi non fa aumentare le speranze.
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Re: Renzi è più vivo che mai ?

Messaggioda mauri il 28/01/2018, 17:33

pianogrande ha scritto:L'unica scossa, a questo punto, può venire solo dal risultato elettorale, qualsiasi esso sia, da cui ripartire.

Continuo a sperare nel contributo dei radicali ma aver escluso gente come Manconi non fa aumentare le speranze.


bonino da votare si ma col 2% di ora fa rosina, messi tutti insieme arrivano al 25%, secondo le scenario più probabile di franz si arriverà alla coalizione e di sicuro bonino sarebbe ministro con alleanza csx fi, ma potrebbe uscire dal cappello una coalizione inedita con 5stelle pd +europa e allora tutto cambierebbe e potrebbe uscire qualche cosa di stimolante e buono per l'italia
ciao mauri
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Re: Renzi è più vivo che mai ?

Messaggioda ranvit il 28/01/2018, 17:51

In realtà, caro Ranvit, siamo un po' in apnea.

Quando la smetteremo di crederci (come sinistra) superiori agli altri, guardandoci dentro e rendendoci finalmente conto che abbiamo un personale politico arruffone quando non corrotto ma soprattutto incapace di risolvere i problemi veri della gente, allora e solo allora, forse potremo risalire la china! Che non è andare dietro ai "sinistri" parolai ed inconcludenti, anime belle e salottiere!
Qualche esempio:
- abbiamo fatto arrivare centinaia di migliaia di immigrati riempendo le ns periferie di varia e disperata umanità, complicando enormemente a torto o a ragione la vita degli italiani
- non abbiamo ridotto neanche un po'... anzi... la corruzione, l'evasione, il trionfo dei furbi e furbetti vari,,,,in primis il ns personale politico e loro parenti ed amici
- abbiamo "schiaffato" intere giovani generazioni nella disperata ed indegna vita di precari
. etc etc

Ti basta?
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Re: Renzi è più vivo che mai ?

Messaggioda flaviomob il 29/01/2018, 3:10

Renzi ha davvero selezionato il meglio! Rifondazione Democristiana! :mrgreen:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... o/4121864/

Pd, da De Luca jr a Francesco Alfieri: nelle liste elettorali in Campania cinque imputati e un indagato

Tentata concussione, peculato, omissione di atti d'ufficio, voto di scambio, corruzione. Sono alcuni dei capi di accusa - in ordine sparso - contestati ad alcuni degli esponenti dem finiti nelle liste. C'è il figlio del governatore, l'uomo delle "clientele come cristo comanda". E poi l'ex Idv con contestazione per 42.495 euro di spese indebite


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Renzi è più vivo che mai ?

Messaggioda Robyn il 29/01/2018, 18:39

renzi si candida al senato d'altro canto uno a nà certa età non può stare alla camera
Và al senato per controllare i senatori
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Schifo

Messaggioda flaviomob il 30/01/2018, 1:41

Pd, Majorino: “Le liste in Lombardia fanno schifo”. Gori: “Sulla composizione molti pasticci”

"Ma fa schifo solo a me" ha scritto su Fb l'assessore riferendosi alla candidatura a Mantova di Paolo Alli, già braccio destro di Formigoni e fresco di rinvio a giudizio per tentato abuso d'ufficio. E anche il sindaco di Bergamo critica il modo con cui sono entrati in lista altri nomi noti che vengono dal centrodestra

di Luigi Franco | 29 gennaio 2018


L’assessore di Milano Pierfrancesco Majorino parla niente meno che di “schifo”. E pure il candidato alla presidenza della Lombardia Giorgio Gori ci va giù duro: “Sulla composizione delle liste si è pasticciato molto”. Questa volta le espressioni forti, i due uomini di punta del Pd, non le hanno indirizzate agli avversari politici. Ma ai candidati scelti per la sfida del 4 marzo dal loro stesso partito. Nomi come quello di Paolo Alli, storico braccio destro di Formigoni, che un elettore di centrosinistra mai si sarebbe sognato di trovare sulla scheda accanto al simbolo del Pd. “Ma fa schifo solo a me questa cosa? – si è chiesto Majorino su Facebook -. Ma allora era meglio Formigoni direttamente”.

Alli è un esponente di Comunione e liberazione e per anni è stato uno dei più stretti collaboratori del Celeste in regione Lombardia, arrivando a ricoprire il ruolo di sottosegretario alla presidenza. Nel 2013 è stato eletto alla Camera per il Pdl, per poi passare all’Ncd di Alfano. Ciliegina sulla torta, lo scorso ottobre è stato rinviato a giudizio per tentato abuso d’ufficio a seguito di uno dei filoni d’inchiesta che hanno scoperchiato le magagne della sanità lombarda. Niente che dalle parti del Nazareno sia stato preso in considerazione mentre si sceglievano i nomi da mettere in lista. E così quello di Alli è finito nero su bianco nella casella del collegio uninominale di Mantova per il Senato, in quota della formazione della ministra Beatrice Lorenzin, Civica popolare. “Il problema non è Cl in sé – è l’opinione di Majorino – ma quella parte che in questi anni ha fatto scelte precise. Ecco, Alli era uno di quelli di quelle scelte precise. E più che legittimamente non se ne è mai vergognato”.

Il suo non è neppure l’unico nome a causare più di un mal di pancia tra i militanti lombardi del Pd. C’è anche Angelo Capelli, candidato nel collegio uninominale di Rozzano per la Camera. Anche lui ciellino, siede tra i banchi degli alfaniani al Pirellone, dove è stato relatore della riforma della sanità voluta da Maroni. Niente a che vedere col Partito democratico, almeno fino a qualche giorno fa. Poi c’è chi è entrato nel Pd solo qualche mese fa, dopo lunghissimi trascorsi dall’altra parte della barricata: vedi alla voce Maurizio Bernardo, in Forza Italia sin dalla discesa in campo di Berlusconi, partito per il quale ha ricoperto più di un mandato al Pirellone, dove è stato anche assessore di Formigoni. Nel 2006 Bernardo è entrato per la prima volta alla Camera, nel 2013 è stato rieletto per il Pdl. Poi è passato all’Ncd, prima di fare il grande salto nel Pd, lo scorso luglio. E ora a Montecitorio proverà a tornare, grazie alla seconda posizione nella lista proporzionale del collegio di Varese e Busto Arsizio.

Alli, Capelli, Bernardo. Nomi che messi in fila spingono l’esponente di Liberi e uguali Pippo Civati a ironizzare sulla “meglio gioventù” formigoniana: “Chi vota Pd sappia che vota Formigoni e vota la sua eredità politica”. Una situazione che unita all’esclusione – poi rientrata – della deputata uscente Lia Quartapelle, ha movimentato il week end della base del Pd milanese, sempre più incredula di fronte alle indiscrezioni che man mano arrivavano dalla segreteria. Oggi sul punto è intervenuto anche Gori: “Sulla composizione delle liste del Pd credo che si sia pasticciato molto. Si è ascoltato poco il territorio, si sono attribuiti posti in lista agli alleati. Data la legge elettorale era giusto che così fosse, ma forse la Lombardia non era il territorio più adatto per offrire collocazione agli alleati, vista la fortissima riduzione dei seggi del Pd in Parlamento”.

Se non bastassero i formigoniani, in lista per il proporzionale alla Camera compare anche Gianfranco Librandi, deputato uscente e imprenditore. Un passato come consigliere comunale di Saronno per Forza Italia, nel 2009 Librandi ha fondato il movimento politico Unione Italiana con cui nel 2011 ha appoggiato la corsa a sindaco di Milano di Letizia Moratti. Nel 2013 è entrato a Montecitorio con Scelta Civica, per poi entrare nel gruppo misto. Fino allo scorso luglio, quando anche lui ha fatto il balzo nel Pd. Un approccio trasformista replicato quando da imprenditore ha finanziato la politica: negli ultimi tre anni, con la sua Tci Telecomunicazioni Italia, è riuscito a donare contributi sia a Fratelli d’Italia che al Pd, oltre che a finanziare le campagne elettorali di Mariastella Gelmini e, contemporaneamente, quelle di Stefano Parisi e Giuseppe Sala a sindaco di Milano.

(Il Fatto)

****

Il sublime, però, è a Mezzogiorno:

In Calabria il PD candida Giacomo Mancini JR, che fu candidato alle regionali di 3 anni fa con Forza Italia risultando il primo dei non eletti. Qualora fosse eletto, entrerebbe in Parlamento col PD. Qualora fosse eletto, nel suo collegio, il candidato del centrodestra, attuale consigliere regionale di FI, Mancini entrerebbe in Consiglio Regionale nelle fila di Forza Italia.
Un capolavoro più unico che raro.


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