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Rivoluzione di Ottobre

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Rivoluzione di Ottobre

Messaggioda pianogrande il 07/11/2017, 15:34

In Russia, delegazioni straniere un po' spaesate commemorano una delle tante rivoluzioni riuscite a metà.

http://www.repubblica.it/politica/2017/ ... P7-S1.4-T1

Certo non c'è il PD ma "tra radici e futuro" c'è anche quell'avvenimento che ha destato tante speranze soffocate da cocenti delusioni.

Eppure, non sono riuscito mai a credere che il PCI italiano fosse davvero filo sovietico; una volta chiuso il periodo di Togliatti (che mi ha accompagnato poco oltre le elementari) e l'ho sempre visto come un partito che avrebbe potuto portare un po' più benessere e democrazia appena si fosse liberato da quel marchio di infamia che lo collegava alla spietata dittatura sovietica.
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Re: Rivoluzione di Ottobre

Messaggioda ranvit il 07/11/2017, 15:37

un partito che avrebbe potuto portare un po' più benessere e democrazia appena si fosse liberato da quel marchio di infamia che lo collegava alla spietata dittatura sovietica.


Ti sbagli, ci avrebbero portati alla rovina.... 8-)

Dopo l'entusiasmo iniziale, boicottati da tutti i Paesi occidentali saremmo precipitati nella sfera d'influenza sovietica e fatto la fine della Polonia....con gran parte dei massimi dirigenti in galera, o peggio.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Rivoluzione di Ottobre

Messaggioda pianogrande il 07/11/2017, 15:51

ranvit ha scritto:un partito che avrebbe potuto portare un po' più benessere e democrazia appena si fosse liberato da quel marchio di infamia che lo collegava alla spietata dittatura sovietica.


Ti sbagli, ci avrebbero portati alla rovina.... 8-)

Dopo l'entusiasmo iniziale, boicottati da tutti i Paesi occidentali saremmo precipitati nella sfera d'influenza sovietica e fatto la fine della Polonia....con gran parte dei massimi dirigenti in galera, o peggio.


Ma sono perfettamente d'accordo; forse mi sono spiegato male.

Parlavo del PCI una volta non più filo sovietico (anche se la linea di demarcazione non mi risulta nettissima) e comunque quella "falce e martello" era esattamente quello a cui mi riferivo quando dicevo "marchio di infamia".

Insomma il PCI di Berlinguer; autore anche dello "strappo" seguito alla primavera di Praga anche se conservò il nome "comunista" e il suddetto marchio.

A livello regionale (mitiche "regioni rosse") fecero più che bene e se lo avessero fatto a livello nazionale, saremmo un paese migliore.

In Italia manca una vera e moderna "sinistra" proprio per i decenni di sua criminalizzazione dovuti al marchio di "comunista" di cui si è ampiamente servito anche il primo e il secondo Berlusconi.

Queste sono le "radici" e vanno se non altro ricordate se non condivise.

Il "futuro" è indispensabile che sia, almeno lui, moderno, democratico e europeo.
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Re: Rivoluzione di Ottobre

Messaggioda Robyn il 07/11/2017, 16:01

L'Italia sarebbe diventata un paese satellite dell'est sotto l'influenza russa ma di sicuro avrebbe fatto come la Jugoslavia un modello misto con forme di mercato.I lavoratori in Jugoslavia dibattevano se il profitto dovesse aumentare il reddito oppure andare in investimenti e i lavoratori si dividevano c'è chi voleva aumentare il reddito e chi voleva reinvestire il profitto.In merito al comunismo neanche io credo che sia mai stato comunista.Enrico Berlinguer affermò che il Pci non aveva mai avuto niente di comunista ma che semplicemente fosse di derivazione illuminista
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Re: Rivoluzione di Ottobre

Messaggioda franz il 07/11/2017, 16:36

pianogrande ha scritto:A livello regionale (mitiche "regioni rosse") fecero più che bene e se lo avessero fatto a livello nazionale, saremmo un paese migliore.

Spendevano una barca di soldi (regioni in profondo rosso, si diceva, ed il debito pubblico italiano comincia da allora, con le regioni negli anni '70) ma almeno avevano quei servizi sociali che altrove mancavano. Poi a poco a poco tutte le altre regioni capirono e si buttarono anche loro al rosso piu' spinto, sul piano dei conti pubblici, non quello politico. :-)
Io non ne farei un panegirico. Erano anni di assoluta irresponsabilità nella spesa.
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Re: Rivoluzione di Ottobre

Messaggioda pianogrande il 07/11/2017, 17:56

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:A livello regionale (mitiche "regioni rosse") fecero più che bene e se lo avessero fatto a livello nazionale, saremmo un paese migliore.

Spendevano una barca di soldi (regioni in profondo rosso, si diceva, ed il debito pubblico italiano comincia da allora, con le regioni negli anni '70) ma almeno avevano quei servizi sociali che altrove mancavano. Poi a poco a poco tutte le altre regioni capirono e si buttarono anche loro al rosso piu' spinto, sul piano dei conti pubblici, non quello politico. :-)
Io non ne farei un panegirico. Erano anni di assoluta irresponsabilità nella spesa.


Gli darei le stesse attenuanti che tanti concedevano a Craxi dicendo che almeno rubava per il partito.

Comunque queste sono ormai note di colore.

Il mio ricordo di quei tempi e vivendo in un paesino di campagna, è che, nell'ambito di quello che durante il boom economico fu l'esodo dalle campagne, non ci fu solo l'esodo verso l'industria ma anche da poderi della mia regione, Le Marche, ai poderi delle cooperative romagnole.
Credo che metà della popolazione del mio paese sia passata dalle colline marchigiane a quelle della provincia di Forlì (che allora comprendeva anche Rimini).

Raccontavano cose che per noi erano incredibili sui vantaggi del passaggio dalla mezzadria delle nostre parti ai sistemi romagnoli di cui sinceramente, essendo allora un bambino o poco più, ho solo un vago ricordo.
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Re: Rivoluzione di Ottobre

Messaggioda flaviomob il 05/12/2017, 23:39

Spendevano una barca di soldi (regioni in profondo rosso, si diceva, ed il debito pubblico italiano comincia da allora, con le regioni negli anni '70)


Dove sarebbero questi dati?


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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