Robyn ha scritto:Il leader del cd Silvio Berlusconi ,con questa storia del presidenzialismo,vuole a tutti i costi far diventare l'Italia quello che non può diventare.Su alcuni giornali si fà riferimento e si descrivono i diversi modelli europei,da quello tedesco,francese,statunitense ,ma stranamente non si fà nessun riferimento a quello inglese,che potrebbe essere quello a cui l'Italia potrebbe avvicinarsi di più.La bozza violante ,è un testo molto equilibrato,che prevede che una sola camera legiferi e che dà al presidente della repubblica il potere di nominare il leader del partito che ha vinto le elezioni.Diciamo così che Silvio Berlusconi sono 15 anni che stà in politica ,continua a strappare accordi,a confondere le idee degli italiani,ed ha concluso ben poco.Certamente se lo stesso non sarebbe sceso in campo,in Italia sarebbero state certamente fatte molte cose in più,non sarebbe stata certamente cambiata la legge elettorale maggioritaria voluta dal 90% degli italiani con un referendum Ciao Robyn
Purtroppo non è vero. Il riferimento al modello inglese è stato fatto. Ne parla oggi Repubblica attribuendo (il riferimento) ad ambienti berlusconiani.
La prima cosa da dire è che l'Inghilterra non è una repubblica e non c'è nessun presidente. Il Primo ministro non viene eletto direttamente; è solo consuetudine che sia il leader del partito che vince le elezioni. Infatti l'attuale non è Blair, che aveva vinto le elezioni, ma Gordon Brown che non ha vinto niente e nessuno sapeva che sarebbe diventato primo ministro. In Italia parleremmo di ribaltone o di chissà che.
In ogni caso il primo ministro deve avere l'approvazione della Regina, che volendo in casi estremi lo può mandare a casa (in Italia sarebbe come dire nella villa in Sardegna a meditare).
Altre cose, per esempio, il governo ombra è una istituzione e il governo in carica deve obbligatoriamente confrontarsi, pubblicamente, in Parlamento, con il governo ombra. E non per dialogare, proprio per confrontarsi e nel caso scontrarsi. E gli elettori vedono e sentono senza la mediazione di pennivendoli, senza consigli disinteressati di editorialisti alle dipendenze di industriali, o di conduttori televisivi di trasmissioni di intrattenimento pomeridiano.
Poi, ed è la cosa più importante, gli inglesi almeno dal 600 sono affezionati alla democrazia e ai principi liberali anche quando non lo impongono la costituzione, le leggi, i regolamenti. Proprio è l'istinto o la consapevolezza che è meglio così. Gli italiani invece vivono sempre nell'attesa dell'uomo della provvidenza, del messia, del decisionista, e del "dialogo". (Non tutti, grazie a Dio, ma in numero sufficiente a costituire un serio pericolo).
PS: spesso sul canale Sky della BBC si può assistere al confronto in Parlamento tra governo ombra e governo in carica. Ne raccomando la visione a tutti gli amici ansiosi di dialogo.
Il bello poi è che in Inghilterra a nessuno gli viene in mente di pensare che la costituzione è vecchia perché ha più di 50 anni e in ogni caso volessero cambiarla non ne affiderebbero il compito a un piazzista e a un dentista. Ma non la cambiano, tranquilli.