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Modello-Milano, l’arma di Renzi per ricostruire il centrosin

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Modello-Milano, l’arma di Renzi per ricostruire il centrosin

Messaggioda ranvit il 23/11/2016, 16:55

http://www.lastampa.it/2016/11/23/itali ... agina.html


Il premier lavora con Pisapia e Zedda a un soggetto alleato al Pd. Nella partita anche Boldrini, corteggiata per il post-referendum

FEDERICO GEREMICCA
ROMA
È lo schema che alle amministrative della primavera scorsa salvò Renzi, evitando che una sconfitta si trasformasse in una irrecuperabile disfatta.
Il premier-segretario lo chiamò modello-Milano, ed ora è pronto a rilanciarlo su scala nazionale. Con tre nomi destinati, a giudizio di Renzi, a dare peso e credibilità al progetto. Due nomi sicuri e ormai acquisiti: quello di Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, e di Massimo Zedda, quarantenne sindaco di Cagliari; un altro corteggiato, tentato ma non ancora del tutto convinto: quello di Laura Boldrini.

Ed è dunque così, nel buio pesto di questa campagna referendaria, che il presidente del Consiglio sta preparando il dopo: un dopo che - sia che vinca il Sì o che prevalga il No - ha già nell’orizzonte la sfida finale per il governo del Paese. Renzi è ormai rassegnato all’idea che quella battaglia sarà combattuta con una legge elettorale diversa dall’Italicum: una nuova legge, come si ipotizza, che non prevederà ballottaggio e che sposterà il premio di maggioranza da un partito ad una coalizione - nella migliore delle ipotesi - o che addirittura segnerà uno strabiliante ritorno agli indimenticati fasti del proporzionale.

In entrambi i casi, il Pd dovrà rinunciare all’originaria «vocazione maggioritaria» per cercare alleati e allestire una coalizione: da qui l’idea del rilancio del modello-Milano. Lo schema è antico e semplice: una lista Pd, una cattolica di centro e una di «sinistra di governo», molto caratterizzata dalla presenza di sindaci legati all’esperienza del cosiddetto «movimento arancione». Giuliano Pisapia sarebbe pronto a capeggiarla e Massimo Zedda a sostenerla. L’interrogativo - non da poco - riguarda Laura Boldrini, presidente della Camera, figura assai rappresentativa nel mondo della nuova sinistra ma ancora dubbiosa e indecisa.

Matteo Renzi sta insistendo da settimane perché la presidentessa della Camera accetti di dare lustro e sostanza alla lista di sinistra che vorrebbe alleata alle prossime politiche. Abboccamenti, pour parler, telefonate e una cordialissima chiacchierata la mattina del 4 novembre dopo l’omaggio all’altare della Patria. Ma più ancora che il premier, è la ministra Boschi - che ha costruito negli anni un buon rapporto con la Boldrini - a tenere i contatti con lei, insistendo sull’importanza di una sua presenza futura. Per altro, la presidentessa della Camera oggi è - di fatto - un leader senza partito (considerato lo scioglimento di Sel e le difficoltà di Sinistra italiana) e dunque non insensibile a offerte di nuovi impegni e nuove prospettive.

Ed è precisamente in questo quadro - segnato però dall’incertezza circa l’esito referendario - che nel giro stretto del premier e dei suoi pochi consiglieri andrebbe maturando un’ipotesi, una possibilità, sulla quale i ragionamenti sono aperti: indicare al Capo dello Stato proprio Laura Boldrini come la personalità incaricata di guidare un governo d’emergenza in caso di crisi dopo il 4 dicembre. Si soppesano gli elementi a favore (il fatto che sia donna, l’esperienza su un fronte decisivo come quello dell’immigrazione e l’esser stata più in sintonia di Grasso, presidente del Senato, con alcune politiche del governo) e quelli che suscitano perplessità (il non esser assimilabile in alcun modo al «renzismo» e l’inclinazione a muoversi in maniera autonoma e indipendente).

Se ne ragiona, ma senza perdere di vista quello che resta l’obiettivo principale: acquisire il sostegno di Laura Boldrini alla lista rosso-arancione che il Pd vorrebbe alleata alle elezioni politiche che verranno. Per altro, con Sel in via di scioglimento e di fronte alle difficoltà di Sinistra italiana a darsi un assetto credibile, l’ipotesi di un raggruppamento nazionale che abbia in Giuliano Pisapia il suo riferimento sta suscitando curiosità e interesse in un’area politica disorientata e sofferente nella tenaglia Renzi-Grillo. Ma c’è un problema, naturalmente: il referendum...

Il Sì e il No, infatti, stanno dividendo anche leader e comprimari del costruendo modello-Milano. Votare No, denunciare rischi per la democrazia e poi allearsi col «tiranno»? Difficile da farsi, e ancora più difficile svoltare del tutto e schierarsi con il Sì. E allora? E allora le vie della politica si confermano infinite, e qualcosa si muove. Massimo Zedda ha annunciato che non aderirà a Sinistra italiana e con Giuliano Pisapia ha inaugurato, sul referendum, una posizione inedita: non dicono cosa voteranno, ma annunciano cosa non voteranno. E naturalmente, guarda un po’, non voteranno No...
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Modello-Milano, l’arma di Renzi per ricostruire il centr

Messaggioda pianogrande il 23/11/2016, 19:15

Qualsiasi soluzione intelligente e davvero voluta sbaraglierebbe qualsiasi campo avverso.

La gente deve maturare e bisogna aiutarla a maturare innanzitutto con l'esempio.

Avere i personaggi giusti sarebbe già un passo avanti significativo.

Un centro sinistra "di governo" è l'unica alternativa al pantano in cui si sta cacciando la politica italiana e sopratutto l'Italia.
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Re: Modello-Milano, l’arma di Renzi per ricostruire il centr

Messaggioda flaviomob il 23/11/2016, 21:23

Il modello Milano dovrebbe partire dai contenuti, non dai nomi. Majorino si è mosso parecchio nel sociale, al netto dei tagli che ha subito sia da Roma che dalla Balzani. La quesione morale ha visto un PD meneghino fortemente differenziato dal centrodestra degli scandali. Comunque vada il referendum, l'attuale governo ha bisogno di un colpo di reni sulla lotta alla povertà e alla corruzione, altrimenti non sarà più credibile alcun progetto.


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Re: Modello-Milano, l’arma di Renzi per ricostruire il centr

Messaggioda pianogrande il 23/11/2016, 23:22

flaviomob ha scritto:Il modello Milano dovrebbe partire dai contenuti, non dai nomi. Majorino si è mosso parecchio nel sociale, al netto dei tagli che ha subito sia da Roma che dalla Balzani. La quesione morale ha visto un PD meneghino fortemente differenziato dal centrodestra degli scandali. Comunque vada il referendum, l'attuale governo ha bisogno di un colpo di reni sulla lotta alla povertà e alla corruzione, altrimenti non sarà più credibile alcun progetto.


E perché mai i nomi non dovrebbero portarsi dietro i contenuti?
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Re: Modello-Milano, l’arma di Renzi per ricostruire il centr

Messaggioda flaviomob il 23/11/2016, 23:25

I contenuti sono nei fatti, nelle azioni di governo, nei provvedimenti presi e nella verifica della loro efficacia.

Milano è l'unica metropoli dove è stato confermato il centrosinistra perché ha governato in un certo modo e ha mantenuto la propria unità.


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Re: Modello-Milano, l’arma di Renzi per ricostruire il centr

Messaggioda pianogrande il 24/11/2016, 1:14

flaviomob ha scritto:I contenuti sono nei fatti, nelle azioni di governo, nei provvedimenti presi e nella verifica della loro efficacia.

Milano è l'unica metropoli dove è stato confermato il centrosinistra perché ha governato in un certo modo e ha mantenuto la propria unità.


E quindi, prendere a modello Milano mi sembra una scelta intelligente.

Prima si fanno le scelte e poi seguono (o possono seguire) i fatti.

Tranne processi alle intenzioni, non vedo il problema.
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Re: Modello-Milano, l’arma di Renzi per ricostruire il centr

Messaggioda flaviomob il 24/11/2016, 2:20

Quando si governa per quasi quattro anni (uno di Letta e quasi tre di Renzi) non si fanno processi alle intenzioni ma esame degli obiettivi raggiunti e delle promesse mantenute. A Milano si è governato e la maggioranza è stata confermata dagli elettori. A Roma, sul piano nazionale, si è governato con una maggioranza diversa da quella uscita dalle elezioni, si sono scelti determinati obiettivi. Erano giusti? Vanno corretti? Siamo in tempo per farlo? C'è la volontà di farlo? C'è una relazione col crollo elettorale del PD nelle elezioni locali?

Facciamoci qualche domandina, altrimenti i "bei nomi" rimangono tali e al governo ci va Grillo.


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Re: Modello-Milano, l’arma di Renzi per ricostruire il centr

Messaggioda pianogrande il 24/11/2016, 12:42

flaviomob ha scritto:Quando si governa per quasi quattro anni (uno di Letta e quasi tre di Renzi) non si fanno processi alle intenzioni ma esame degli obiettivi raggiunti e delle promesse mantenute. A Milano si è governato e la maggioranza è stata confermata dagli elettori. A Roma, sul piano nazionale, si è governato con una maggioranza diversa da quella uscita dalle elezioni, si sono scelti determinati obiettivi. Erano giusti? Vanno corretti? Siamo in tempo per farlo? C'è la volontà di farlo? C'è una relazione col crollo elettorale del PD nelle elezioni locali?

Facciamoci qualche domandina, altrimenti i "bei nomi" rimangono tali e al governo ci va Grillo.


Sì va bene ma qui si parla appunto di cambiare con un diverso progetto.
Se la tua conclusione è che siccome le cose non vanno bene non andranno mai bene, non la posso condividere perché voglio sperare e operare perché le cose vadano meglio.
Insomma non mi voglio rassegnare.

D'altra parte, più che un nuovo progetto e lavorare per la sua realizzazione, che cosa si può fare?

Grillo non ci andrà mai al governo.
Lui fa un altro mestiere.
Fa il parassita dello scontento e lo fa anche bene.
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Re: Modello-Milano, l’arma di Renzi per ricostruire il centr

Messaggioda flaviomob il 24/11/2016, 12:56

Dov'è il diverso progetto? Questi nomi, ammesso che accettino, sono solo un paravento. Un nuovo progetto deve prevedere un NEW DEAL per far uscire le fragilità, le famiglie povere, gli esclusi, i precari dalla crisi in cui sono precipitati. Altrimenti il voto diverrà sempre più demagogico ed estremo.

Qui non si parte da zero, qui si può credere a un nuovo progetto che comprende chi già ci governa solo a condizione che chi governa, nel poco tempo che resta fino a fine legislatura, dimostri CON I FATTI il RINNOVAMENTO.

Ma pare siano troppo impegnati con i jet presidenziali e i condoni mascherati. mentre il debito dilaga. Vedremo se dopo il referendum rinsaviranno...


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Re: Modello-Milano, l’arma di Renzi per ricostruire il centr

Messaggioda pianogrande il 24/11/2016, 23:18

flaviomob ha scritto:Dov'è il diverso progetto? Questi nomi, ammesso che accettino, sono solo un paravento. Un nuovo progetto deve prevedere un NEW DEAL per far uscire le fragilità, le famiglie povere, gli esclusi, i precari dalla crisi in cui sono precipitati. Altrimenti il voto diverrà sempre più demagogico ed estremo.

Qui non si parte da zero, qui si può credere a un nuovo progetto che comprende chi già ci governa solo a condizione che chi governa, nel poco tempo che resta fino a fine legislatura, dimostri CON I FATTI il RINNOVAMENTO.

Ma pare siano troppo impegnati con i jet presidenziali e i condoni mascherati. mentre il debito dilaga. Vedremo se dopo il referendum rinsaviranno...


Insomma e in parole povere, non ci credi.

Preferisco aspettare per giudicare.
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