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Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al sud

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al sud

Messaggioda ranvit il 06/06/2016, 18:14

Nonostante l’ottimismo, Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al sud
Il premier non giudica più il suo partito all'altezza. Il che significa che i gruppi dirigenti del Pd del Meridione verranno spazzati tutti. Si salva invece il nord
di Redazione | 06 Giugno 2016 ore 17:58



Giornata bruttissima e piena di tensione al Partito democratico, reduce da una nottata altrettanto complicata e tesa. Matteo Renzi in conferenza stampa ha scelto i toni della ragionevolezza, ma, lontano dalle telecamere e dai taccuini dei cronisti, il presidente del Consiglio dà sfogo, con i dirigenti del Pd, a tutta la sua arrabbiatura. Ce l’ha soprattutto con il suo partito, che non giudica più all’altezza. Il che significa, tradotto in soldoni, che i gruppi dirigenti del Pd del Meridione verranno spazzati tutti. E’ al sud che, secondo il premier, il Partito democratico ha dato pessima prova di sé. Mentre salva il nord, dove bene o male le percentuali del Pd (liste civiche incluse) si aggirano tra il 37-40 per cento.

Napoli, per il presidente del Consiglio, è stata un vero e proprio colpo, anche se è vero che Renzi non si aspettava niente di più nel capoluogo partenopeo, sia per quello che riguarda la candidata, che non lo ha mai convinto, sia per quel che concerne il partito, dove farà un repulisti. A Napoli il premier ha avuto la conferma che il Pd meridionale è rimasto quello di un tempo, e per di più indebolito. A Roma, invece, dove pure i renziani davano per scontato l’exploit di Viriginia Raggi, il premier si aspettava qualcosa di più. Sperava che Roberto Giachetti avesse accorciato le distanze negli ultimi venti giorni, ma così non è stato. E ora al Pd si attendono solo una dignitosa rimonta per non dare l’impressione che il partito nella capitale sia morto, ma nessuno, nemmeno i più ottimisti pensano che Giachetti possa vincere al ballottaggio. Il presidente del Consiglio non lo dice (o, almeno, non lo ha detto nella conferenza stampa di lunedì) ma è chiaro che anche a Roma il gruppo dirigente del Pd subirà una registrata. E infatti nella capitale si è già aperto il dibattito sulla gestione del commissario Matteo Orfini.

Nonostante Roma, Renzi continua a pensare che in Italia l’onda d’urto dei grillini possa essere fermata. Analizzando i risultati del Movimento 5 stelle in tutta Italia, il premier e i suoi uomini hanno tratto l’impressione che l’ascesa grillina è tutt’altro che irresistibile. E nel Pd, adesso, alla luce dei risultati, c’è chi ritiene che Matteo Renzi dovrà rimettere mano all’Italicum. Ma il presidente del Consiglio, almeno al momento, non sembra dello stesso avviso. E’ convinto che non sarà questo il modo per fermare Grillo, anche perché ritiene che lo schema tripartitico – Pd, 5 stelle e centrodestra – sia tuttora quello imperante e quindi cambiare la legge non servirebbe, anche perché i vari alleati occasionali del Pd in queste elezioni (da Ncd a Verdini) non portano voti e la sinistra, che si conferma ultra-minoritaria, chiederebbe un prezzo troppo esoso per un’eventuale alleanza. Prezzo che Renzi, visto l’esiguo consenso di Fassina e compagnia, non ha intenzione di pagare. Certo, il voto getta delle ombre inquietanti sul referendum. Al Pd a questo punto sono preoccupati. Ma il presidente del Consiglio continua a ritenere che quella referendaria sia un’altra partita, ora indubbiamente più difficile, ma non impossibile da vincere.

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Re: Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al

Messaggioda pianogrande il 06/06/2016, 19:00

Ullallà!
Finalmente Renzi comincia ad accettare qualche sfida invece di twittare alzate di spalle?
Avrebbe tutto il mio sostegno.

Rimane sempre Roma il campo di battaglia principale anche perché con la disastrosa gestione Orfini (fagocitato dalla cosca locale fino a diventare esecutore dei suoi ordini) Renzi, a Roma, ha incassato una sonora sconfitta (gli voglio ancora concedere la buona fede).

Certo che a sud il PD non funziona.

Anche lì è la capitale il fulcro del discorso.

Non si può passarla liscia dopo gestioni avvilenti e fallimentari che si chiamano Bassolino e Jervolino; nomi che, ovviamente, rappresentano solo la punta dell'iceberg.

La tuttora sospirata rottamazione potrebbe avere inizio davvero.

Data la situazione senza alternative, non ci resta che crederci.
Buon lavoro ma che sia fattivo; che si veda qualche risultato; che faccia recuperare un po' di immagine o meglio di buona reputazione.
Ne sarei felicissimo.
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Re: Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al

Messaggioda trilogy il 06/06/2016, 22:33

In effetti con mastella al ballottaggio il sud merita una analisi a sé stante. :mrgreen:
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Re: Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al

Messaggioda trilogy il 07/06/2016, 11:17

Interessante anche l'analisi di Saviano sul voto a Napoli.
http://m.repubblica.it/mobile/r/special ... a2%7Cpos_1
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Re: Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al

Messaggioda ranvit il 07/06/2016, 12:19

In parte condivido ma troppo semplice e comodo sparare su Renzi.

Parecchi anni fa già dicevo (qui sul forum) che Bassolino e poi Iervolino avevano sfasciato la Campania e il Pd.....all'epoca Renzi non era neanche all'orizzonte!

E' una storia vecchia quella delle malefatte del Pd campano; e Renzi che ha molte gatte da pelare in tutti i campi ha sperato forse che i politici locali rimettessero in moto nel dopo Bassolino/Iervolino un reale rinnovamento del Partito.
Ora dovrà pensarci lui....ma non è semplice: siamo al Sud e la assordante mancanza di lavoro fa scegliere gli elettori fondamentalmente sulla speranza di avere un "santo in Paradiso" che li aiuti o sulla base di una protesta totalmente irrazionale! La situazione del Sud (non solo a Napoli) è gravissima; la maggior parte dei ns figli se ne è andata altrove.....e quelli che stanno per cpmpletare gli studi se ne andranno....!
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Re: Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al

Messaggioda trilogy il 07/06/2016, 13:23

Si è un problema che ha radici antiche. Però nel partito la struttura organizzativa ha bisogno di essere rivista. Non si risolve nulla con un commissario. Roma docet...
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Re: Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al

Messaggioda ranvit il 07/06/2016, 15:17

Certo!
Dipende pero' dal commissario....chi è e che poteri ha.
Orfini è una mezza cartuccia ;)
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Re: Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al

Messaggioda pianogrande il 07/06/2016, 16:32

E dipende anche dal commissario.
E è un male antico.
Guardandoci (metaforicamente) negli occhi, quanto tempo possiamo dare ancora a Renzi perché freni la frana?
Insomma, il segretario è lui e vorrei vedere, se non la vittoria, almeno la lotta per farcela e finora non mi sembra si sia visto gran che.
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Re: Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al

Messaggioda mariok il 21/06/2016, 13:22

Fabrizio Rondolino @frondolino · 21 giugno 2016

Il Partito è diventato una zavorra per il renzismo

Gli sconfitti, in democrazia, hanno sempre torto: ma è altrettanto vero che le ragioni della sconfitta possono contenere gli ingredienti della vittoria a venire

“Un voto di cambiamento, non di protesta” così, in attesa della Direzione di venerdì, Matteo Renzi ha sintetizzato il suo giudizio sul risultato elettorale. Tutt’intorno a lui editorialisti e analisti, oppositori interni e avversari esterni si sono esercitati con entusiasmo crescente in un classico del circo politicomediatico: il necrologio del leader. Al contrario, la rivoluzione renziana è appena all’inizio: e il brusco colpo d’arresto di domenica, peraltro segnato da una miriade di fattori locali, segnala sì un appannamento a tratti vistoso della sua spinta propulsiva, ma non chiude affatto la partita. Gli sconfitti, in democrazia, hanno sempre torto: ma è altrettanto vero che le ragioni della sconfitta possono contenere gli ingredienti della vittoria a venire.

Tutto sta nel capire quali sono.

1. Calma e gesso, dunque. Il voto non è stato affatto omogeneo. La sola tendenza omogenea riguarda il M5s, che vince 19 ballottaggi su 20, ma non si è presentato in un altro centinaio di Comuni: è un risultato esaltante, ma non è (ancora) un risultato nazionale. Per di più, un elettore su due è rimasto a casa: sarebbe stato sufficiente convincere una frazione minima di astenuti per rovesciare il risultato in molte città. Che ciò non sia accaduto è parte del problema: ma, in tempi di estrema mobilità del voto, ogni scelta è rever sibile.

2. Il Fronte Popolare non è un’opzione. Un pezzo di sinistra non riesce a distogliere lo sguardo dal passato, e attribuisce l’insuccesso del Pd alla rottura a sinistra. Ma l’unità della sinistra, sperimentata ancora nel non lontano 2013, è sempre uscita sconfitta dalle urne. Pensare oggi di ricucire u n’alleanza che regolarmente fallisce dal lontano 1994 è, semplicemente, una sciocchezza. L’unità della sinistra può essere utile e qualche volta necessaria, ma non è mai sufficiente.

3. La rivoluzione renziana –innovare la sinistra per modernizzare l’Italia –si è sempre rivolta a due aree elettorali molto precise: a quella parte di elettorato moderato che in passato aveva scelto FI, e a quella parte di elettorato “antisistema”che aveva scelto il M5s. È su questo duplice fronte che si misura l’insuccesso elettorale: Renzi non ha convinto né gli elettori di Berlusconi, né quelli di Grillo. È successo invece qualcosa di diverso: l’antipolitica ha cominciato a trasformarsi in politica, la «protesta», per usare le parole del premier, in «cambiamento». Il che significa che gli italiani hanno preso molto sul serio la scommessa di Renzi, e da lui si aspettano innovazione e discontinuità anche nelle amministrazioni locali. Quando non c’è, si rivolgono, giustamente, altrove.

4. Il Pd non esiste: se esistesse, avrebbe vinto le elezioni. Esiste invece una caotica confederazione di potentati locali, ceto politico-burocratico, capibastone e capicorrente sostanzialmente privi di rapporti con la società italiana e impegnatissimi, invece, nel farsi la guerra. Il Pd è diventato la zavorra, la bad company del renzismo. Un partito che non sa fare una campagna elettorale nazionale per timore di esaltare troppo i risultati del governo, che si rifiuta di festeggiare l’abolizione della tassa sulla prima casa e preferisce nascondere nei comizi il proprio leader, non è un partito. L’unica cosa di cui non c’è bisogno oggi è la riapertura dell’ennesimo dibattito interno, ombelicale e ideologico, il cui unico risultato sarebbe l’ulteriore sprofondare del ceto politico in se stesso. La responsabilità di Renzi non sta nel non essersi occupato del Pd, ma nell’aver creduto di doversene occupare. Bisognerà prima o poi metter mano ad una nuova organizzazione, di cittadini e non di ceto politico: nel frattempo, però, togliamo il Pd dall’e quazione.

5. La rivoluzione renziana si vince o si perde sul terreno del governo, dell’innovazione, della ripartenza dell’Italia. Non c’è altro terreno di gioco, perché non c’è altra dimensione possibile per la buona politica che non sia il governo. Di questo dovrà occuparsi Renzi, senza perder tempo nel teatrino della politica e rivolgendosi direttamente, come sempre è stato nei momenti migliori, all’opinione pubblica più vasta, alle italiane e agli italiani, ai senzapartito e agli antipartito. La sfida del M5s non si vince con la demonizzazione –come tragicamente fatto con Berlusconi –ma con il primato dell’innovazione.

6. Il referendum di ottobre non è una sfida personale di Renzi ma una scelta fra innovazione e conservazione. La vittoria del Sì non sarà una vittoria di Renzi, ma del Paese che riparte. Non ci sono molti mesi a disposizione per chiarirlo: un motivo in più per concentrarsi subito sulla missione e non perder tempo con le chiacchiere, i necrologi e le autocommiserazioni
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Re: Renzi sa che il Pd ha un grosso problema soprattutto al

Messaggioda pianogrande il 21/06/2016, 21:29

Ma allora, che Renzi si dimetta da segretario se il PD è una zavorra e instauri questo benedetto rapporto con l'opinione pubblica fatto non di cinguettate ma di fatti concreti ed evidenti.

Non vedo l'ora.

Oppure lo prenda davvero il lanciafiamme (di cui non sento più parlare) e giochi il tutto per tutto.

Qualsiasi cosa tranne questi continui compromessi al ribasso che sanno di tutto tranne che di innovazione o rottamazione.

La gente si entusiasma per i 5 Stelle ma potrebbe entusiasmarsi anche di un capo di governo con le sfere.

Certo che non è una differenza da poco quella che c'è tra il dire e il fare e i cinque stelle, finora, stanno ben fermi sul primo.

Adesso però, il confronto potrebbe essere un po' più sul concreto e costituire una bella lotta.

Forza Renzi; se sei ancora vivo.
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