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Il PD è scoppiato?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Il PD è scoppiato?

Messaggioda flaviomob il 03/08/2015, 23:07

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... e/1930924/

Pd, scontro tra renziani e minoranza: dopo le polemiche siamo agli sfottò in rete


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Re: Il PD è scoppiato?

Messaggioda mariok il 09/08/2015, 12:07

Sergio Staino · 9 agosto 2015

«Compagno Cuperlo, così uccidete la sinistra»

La lettera aperta del papà di Bobo: «Costruite un’alternativa a Renzi ma senza distruggere il Pd. Su De Bortoli avete commesso un grave errore»

Fin dal primo giorno della nuova uscita de l’Unità ho cominciato a ricevere, oltre a tantissime testimonianze di affetto e apprezzamento, messaggi, tweet o commenti sui social network molto critici nei miei confronti, fino al limite dell’offensivo. Al di là delle diverse argomentazioni la sostanza che li caratterizza è comunque la stessa e, in soldoni, la possiamo sintetizzare così: se lavori su l’Unità vuol dire che ti sei venduto a Renzi, quindi sei un traditore della Sinistra. Tra questi anche molti sms di Gianni Cuperlo, un amico fraterno che stimo tantissimo e su cui ho sperato e operato per averlo come segretario. Con lui ho scambiato tantissimi sms con l’impressione, purtroppo, di trovarmi in un dialogo tra sordi. Alcuni giorni fa gli ho spedita questa lettera a cui non ho ancora ricevuto risposta. Ho deciso di pubblicarla non per attizzare ancor più le polemiche tra di noi ma perché i temi che si affrontano sono presenti e laceranti nell’animo di tantissimi compagni ed elettori dentro e fuori del Pd. So di non avere la verità in tasca e so anche che nel passato ho sbagliato tantissime volte: aspetto quindi, con gratitudine, ogni forma di commento e di aiuto costruttivo alla comprensione del difficile momento politico che stiamo attraversando.

Caro Gianni, ti rispondo per email perché per sms mi ci vorrebbe troppo tempo e troppo spazio. È vero che ho contestato Berlusconi per anni e continuerò a farlo fino a quando Berlusconi continuerà a stare sulla scena politica. Ma insieme a lui ho contestato spessissimo anche Prodi e ancor più D’Alema e ancor più Veltroni, o comunque tutta una mia sinistra di cui mi sento parte e di cui mi sembra doveroso segnalare le cose che secondo me sono brutte e dannose. Anzi, direi che in tutta la mia storia la preferenza a fustigare quel che ho considerato errori e malefatte della nostra parte, ha sempre fatto la parte del leone in tutto il mio lavoro: ho sempre trovato più utile e gratificante aiutare il mio schieramento a migliorarsi piuttosto che perdere troppo tempo a ripetere denunce abbastanza diffuse e condivise sulle malefatte della destra.

Tanti le denunciano in modo egregio, meglio che io le dia per scontate e mi rivolga di più ad un lavoro di semina nel nostro orto. È con questo spirito che faccio le vignette sulla Sinistra Dem e ne faccio tante perché mi sembra, in tutta sincerità, che vi stiate sempre più comportando secondo criteri e linee che ben poco hanno a che vedere con la prassi a cui siamo stati abituati, da Gramsci a Togliatti, da Berlinguer a Reichlin a Macaluso e ai tanti compagni che tu stesso riconosci come maestri. Già il fatto che tu metta sullo stesso piano le mie critiche a Berlusconi con le mie mancate critiche a Renzi, dimostra per l’ennesima volta un errore di valutazione in cui mi sembra tu sia caduto in pieno: considerare simili Berlusconi e Renzi. A mio avviso è lo stesso errore che facemmo negli anni ‘20 quando accusammo i dirigenti socialisti di socialfascismo e che abbiamo ripetuto negli anni ‘80- ’90 quando abbiamo trattato Craxi come un avversario totale e dannosissimo. Un errore talmente grosso che sicuramente ha contribuito poi alla vittoria di Berlusconi. Oggi, così come vi comportate con Renzi, a mio avviso state pericolosamente aiutando una futura tragica vittoria di un Salvini o di un Grillo. Io considero Renzi un frutto amaro del nostro partito, un frutto che ci pone ogni giorno problemi difficili e non sempre positivi.

Ma detto questo, non mi riconosco certo in chi vede in lui il rappresentante di una feroce destra neoliberista totalmente asservita al capitale finanziario. Un rappresentante che, per chissà quale magia, si è appropriato del nostro partito e che bisogna quindi combattere ed annullare con tutti i mezzi possibili, i più scorretti compresi. Renzi invece, è per noi, tu ed io, il risultato di una nostra politica e di un nostro atteggiamento etico e morale. Dico “noi” perché sei stato l’unico, alla prima assemblea della Sinistra Dem all’Eliseo, che ha saputo fare un’analisi sul perché abbiamo adesso Renzi segretario e premier e su quanta responsabilità hanno, su questo, i nostri vecchi dirigenti. Loro, invece, non hanno mai fatto questa analisi e, al contrario, si autoassolvono pensando che Renzi non c’entri niente con loro, che sia come un fungo nato dal nulla, un fungo malefico che va estirpato in modo che il partito ritorni nelle loro mani.

Quale sogno demenziale e quale cecità politica nel rinunciare caparbiamente ad una verità dura ma realistica: tutti loro, Gianni, sono ormai fuori dalla storia, nel bene e nel male hanno fatto il loro tempo e sono, come capita a tutti, finiti. Un sano atteggiamento riformista deve quindi, oggi, partire da questa constatazione: il lavoro fatto fino a ieri dai nostri dirigenti ha portato Renzi alla segreteria del partito e al governo e quindi, fino a prova contraria, non esistendo altre forze alternative di sinistra, Renzi è quanto di più progressista si possa avere in Italia in questo momento storico. Non esiste altro, non è pensabile che pattuglie sparute di compagni indignati e incazzati fino allo stravolgimento dei sensi, se ne escano autoproclamandosi “alternativa”. Quale alternativa? Che analisi hanno fatto? Che progetto hanno? Quanti compagni hanno dietro? Quanto l’immagine di loro è credibile e radicata tra le masse popolari italiane? È la solita infima minoranza che gira le loro assemblee, cambiano nomi ma son sempre quelli. Allora, ti chiedo, che senso ha fare una guerriglia interna al Pd quando non si hanno obbiettivi su cui spostare l’opinione, le speranze e la forza dei nostri militanti e dei nostri elettori? Cosa stai offrendo di concreto al loro smarrimento? Nulla. Solo la coscienza che Renzi è una merda. E allora? È chiaro che questo genera scoramento, amarezza e anche al miglior compagno viene la voglia di dire “ma andate a fare in culo tutti quanti”, e non va a votare, o vota grillino, o comincia ad ascoltare Salvini, o tenta la carta disperata di Cofferati, accumulando delusioni su delusioni e aprendo pericolosissime porte. Allora, un compagno serio e io, te lo giuro, ti considero un grande compagno e una persona onesta, seria e generosa, deve farsi carico di questa sofferenza generale e collettiva e lavorare per costruire un’alternativa.

Ma questa senza distruggere il partito, anzi, prendendo atto che Renzi è il nostro segretario e il nostro premier e quindi lavorando con lui, incalzandolo, sottolineando gli aspetti negativi delle sue scelte, aiutandolo quando le scelte sono giuste, offrendogli proposte concrete per migliorarle, accettando gli incarichi che vengono offerti e non rifiutandoli altezzosamente come tu hai fatto. Tu dai di continuo dell’arrogante a Renzi ma nel caso de l’Unità, chi è stato il più arrogante tra voi due: lui che ti ha offerto la direzione del giornale in piena autonomia per costruire uno strumento unitario o tu che gli hai risposto di no a prescindere? Ma pensa a compagni come Martina od Orlando che tentano disperatamente di elaborare dei progetti buoni nel loro settore, tanto da guadagnarsi l’elogio di Petrini da una parte o di validi giuristi dall’altra.

Ma quanto sarebbe più utile che tu li aiutassi, questi compagni, invece di star lì ad attaccarvi ad ogni cosa pur di sparare sul premier? In questo modo state uccidendo la sinistra, date un’immagine di voi stessi come degli estremisti disperati che urlano su tutto e tutti senza sapere cosa proporre. Addirittura state rincorrendo le spinte più corporative che sempre sono state presenti nella nostra società, nella scuola, nell’apparato pubblico, nelle fabbriche. Quando le vostre parole d’ordine coincidono con quelle dei Cobas o dei tanti sindacati autonomi, non vi vengono dei dubbi? Dovete smetterla con questa strategia suicida. Vai fra la gente, esci fuori dal gruppetto della Sinistra Dem e dai quattro vecchi marpioni che vi sovrastano. Vai fra la gente, come ho fatto io in varie situazioni, in un cinema affollato, in una trattoria, in un autobus e urla: “questa Sinistra Dem ci sta veramente scassando i coglioni”. Avrai come risposta una standing ovation, non vi sopporta più nessuno tranne, ovviamente, Renzi il quale con il vostro atteggiamento così assurdo e fuori dalla storia del nostro partito, si può permettere di twittare “Tanti auguri ai gufi”.

E allora, se si accetta questo atteggiamento sanamente costruttivo, riformista, responsabile, quanto sbagliata risulta la vostra scelta su De Bortoli: lo sapevate che in questo momento era una sfida, una provocazione, e a che cosa serviva? Perché non proporre un Bray ad esempio, o una Berlinguer, o un Sandro Veronesi, o un qualunque nome di personalità amata, stimata, brava che poteva costituire un ponte fra voi e Renzi? In modo infantile avete preferito la rottura. Sinceramente, non è lo stesso atteggiamento dei populisti più imbecilli? Questo è tutto quello che mi allontana da te e da quel che rappresentate politicamente. Io mi sento sempre di sinistra e cerco di portare le idee di sinistra dove posso, a cominciare dal giornale. Un grande abbraccio, Sergio
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Re: Il PD è scoppiato?

Messaggioda pianogrande il 09/08/2015, 13:31

Purtroppo, nel PD abbiamo "i populisti più imbecilli".
un applauso a Staino.

Nel PD abbiamo troppi re non scesi dal trono.

Mi verrebbe da proporre che, una volta arrivati al massimo grado (segretario o presidente del partito o capo del governo), quando si lascia quella posizione si esca anche dal partito per non creare zavorra, ingombro, con contorno di populismo imbecille.

D'Alema e Bersani in testa, poi mi verrà in mente qualcun altro, fuori dal partito visto che si tratta di retrocessi che rischiano di avere il dente avvelenato contro tutto e tutti.

La parabola discendente con tutta l'acidità e il rancore e lo spirito di rivalsa che questo comporta la vadano a vivere al bar o su una panchina.
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Re: Il PD è scoppiato?

Messaggioda franz il 09/08/2015, 14:11

D: Il PD è scoppiato?
R: non lo so ma di certo è scoppiato il Paese. Dato questo, se scoppia anche il PD è buon segno di "affiatamento".
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Re: Il PD è scoppiato?

Messaggioda pianogrande il 09/08/2015, 14:48

franz ha scritto:D: Il PD è scoppiato?
R: non lo so ma di certo è scoppiato il Paese. Dato questo, se scoppia anche il PD è buon segno di "affiatamento".


Purtroppo il paese scoppia prima dei politici che se la passano sicuramente meglio.

Mi piacerebbe uno scoppio positivo con una reale ribellione a questo stato di cose.

Insomma, mi butterei col cuore su una vera alternativa che non siano le chiacchiere di Grillo e di Salvini (e di Vendola e dintorni).
Chiacchiere.

Sono ancora convinto che in questo paese gente migliore perfino di Renzi ce ne sia ancora tanta.

Cerco l'uomo, diceva quel tale con la lanterna che non era certo un grande ammiratore della politica e della società.
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Re: Il PD è scoppiato?

Messaggioda franz il 09/08/2015, 18:00

pianogrande ha scritto:
franz ha scritto:D: Il PD è scoppiato?
R: non lo so ma di certo è scoppiato il Paese. Dato questo, se scoppia anche il PD è buon segno di "affiatamento".


Purtroppo il paese scoppia prima dei politici che se la passano sicuramente meglio.

Vero. Considera che gli italiani se ne vanno (2 milioni in 12 anni) ma non ho notizie di politici che se ne vanno all'estero (Craxi escluso ...)
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Re: Il PD è scoppiato?

Messaggioda Robyn il 09/08/2015, 19:51

Sono d'accordo con Staino la linea è quella costruttiva anziche quella ostativa.Per esempio se la maggioranza propone una cosa la minoranza dovrebbe dire guarda sono d'accordo il problema è che se non fai quest'altra modifica,non aggiungi quest'altra cosa o modifica o non elimini un'altra cosa l'effetto è questo.Questo però richiede l'apertura della maggioranza e non la trincea
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Re: Il PD è scoppiato?

Messaggioda flaviomob il 11/08/2015, 19:27

Insomma, chi non la pensa come "lui" è un populista imbecille.

Fantastico, un linguaggio davvero degno del Ventennio!


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Re: Il PD è scoppiato?

Messaggioda Robyn il 11/08/2015, 20:32

Gianni Cuperlo anche è favorevole all'elezione di secondo livello ma pone problemi diversi parla degli equilibri della corituzione dell'aiuto a chi non ce la fà,quale sinistra costruire per il XXI secolo e per me non può essere che quella laburista e liberale del linguaggio che si usa nella critica che non può sconfinare nella demonizzazione.Più che senato elettivo gli elettori dovrebbero avere la possibilità di fare il discorso al senato
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Dunque signori senatori
Dunque i signori senatori mi contestano,con quale ardire?con quale ardire?
Dunque signori senatori veniamo al succo
Quindi voi signori senatori chiedete l'aumento
Bene non dovete chiederlo a me ma al mio commercialista
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Re: Il PD è scoppiato?

Messaggioda mariok il 22/08/2015, 13:45

C’è una contrapposizione tra il capo e il suo seguito da una parte, e una corrente che non ha nulla a che spartire con loro dall’altra. E sarebbe utile che l’equivoco si sciogliesse presto. Il perdurare di questa situazione danneggia sia il leader che la minoranza, che potrebbe meglio e con più efficacia curare settori della società e dell’opinione pubblica oggi spaesati
Il problema è che questa "corrente" è costituita in gran parte dai capicorrente di prima o dai loro cooptati, quanto mai disuniti, oggi compattati unicamente dall'anti-renzismo (come prima lo erano dall'anti-berlusconismo).
Ciò spiega perché sono così titubanti ad andarsene. in quanto sanno benissimo che fuori si disperderebbero e non riuscirebbero ad esprimere nessuna leadership.


Federica Fantozzi @federicafan · 22 agosto 2015
Cacciari: “A Renzi serve un partito vero. Il Pd non è mai nato”

Intervista a Massimo Cacciari: “La scissione è già nei fatti, col segretario e i suoi da una parte e una corrente del partito che va dalla parte opposta. Ma era inevitabile che finisse così”

«Il Pd non è mai nato, strozzato in culla dalle oligarchie ex Dc ed ex Pci, e da questo suicidio nasce l’affermazione politica di Renzi». Filosofo, docente universitario, scrittore, Massimo Cacciari ha la passione della politica: tre volte sindaco di Venezia, ex europarlamentare, candidato governatore del suo Veneto contro il forzista Galan. È da sempre un osservatore critico del Pd, in cui ha sostenuto l’esistenza di una “questione settentrionale”. Adesso analizza i conflitti interni di questi ultimi mesi e le prospettive del partito guidato da Matteo Renzi: «La scissione c’è già nei fatti, solo nel modo più spurio e improduttivo. Ma questo equivoco va sciolto»

Che cosa sta succedendo nel Pd? E’ in corso una mutazione genetica o è un replay della lotta tra correnti a cui abbiamo assistito tante volte in passato?

«Non è la solita lotta, come ne abbiamo già viste, tra correnti che corrispondono ognuna a una storia e a una tradizione comune. Oggi la situazione è diversa. C’è una leadership molto forte che fatica a creare intorno a sé un gruppo dirigente autorevole. Renzi ha autorevolezza, gli altri che lo circondano sono gregari. Dall’altra parte ci sono esponenti di una cultura che con questo capo non ha niente a che fare. La differenza è quasi antropologica».

Quanto è profonda questa ferita per il Pd?

«Direi che non si può parlare di partito. C’è una contrapposizione tra il capo e il suo seguito da una parte, e una corrente che non ha nulla a che spartire con loro dall’altra. E sarebbe utile che l’equivoco si sciogliesse presto. Il perdurare di questa situazione danneggia sia il leader che la minoranza, che potrebbe meglio e con più efficacia curare settori della società e dell’opinione pubblica oggi spaesati».

È un’analisi molto dura. Implica che difficilmente il Pd potrà uscire dal guado se non cambiano radicalmente le cose…

«C’è un forte elemento di confusione. Il che non esclude che Renzi riesca con il tempo a costruire un vero partito con dirigenti all’altezza e un radicamento territoriale che oggi manca del tutto. Proprio a questa lacuna dobbiamo i risultati catastrofici alle ultime amministrative in Veneto, in Liguria, e poi a Venezia, Arezzo, Livorno. Il premier deve mettersi in testa che se vuole governare a lungo avrà bisogno di un partito vero e più strutturato di questo».

Sembra di capire che, a suo avviso, l’approdo più probabile se non inevitabile sarà una scissione tra maggioranza renziana e minoranza interna del Pd.

«Sì, ma la scissione già c’è, solo nel modo più spurio e improduttivo per tutti. Vivono da separati in casa. Ma quarant’anni fa c’è stato il referendum per il divorzio: nessuno è più obbligato a convivere se non ci sono i presupposti».

Il Pd in queste condizioni è opera di Renzi o sono venuti al pettine nodi preesistenti?

«Certo, è un contesto che risale a ben prima di Renzi. Il Pd non è mai nato e in questo l’attuale segretario non ha responsabilità. Sono state le vecchie oligarchie ex Dc ed ex Pci a strozzare il fantolino nella culla. E bisogna aggiungere che proprio da questo suicidio nasce l’affermazione di Renzi».

Lei ha espresso critiche sulla nomina del nuovo cda Rai. In questi giorni il ministro della Cultura Franceschini ha nominato 20 direttori di musei, tra cui 7 stranieri, tra le polemiche. Anche su queste scelte ha delle riserve?

«Sulla Rai non ho fatto critiche bensì ragionamenti. Era inevitabile che una leadership come quella di Renzi, fortissima da un lato e debolissima dall’altro perché – come abbiamo detto – non ha creato un suo partito, cerchi di collocare uomini di fiducia nei posti chiave del Paese. Era fisiologico e non capisco di cosa si stupiscano gli avversari».

Per la tornata di nomine nei musei, secondo lei, vale la stessa logica?

«Idem. Alcuni funzionari museali che conosco sono alla pari se non superiori come competenze ai direttori nominati. Ma Renzi ha bisogno di un rinnovamento e di mettere gente sua».

L’approdo della riforma costituzionale al Senato a settembre è considerato il banco di prova per la tenuta del governo. Lei crede che si troverà una quadra all’interno del Pd tra posizioni al momento molto distanti?

«Questo non lo so. Posso dire che il superamento del bicameralismo perfetto è indispensabile ed è ormai una questione vecchia di una generazione e mezzo. Ma il modo in cui sta avvenendo è dilettantesco. Con la cornice di questa legge elettorale il Senato, a cui la riforma attribuisce funzioni ben superiori di quelle della Conferenza StatoRegioni, dovrebbe essere elettivo. Lo richiederebbe la logica istituzionale. Non lo sarà? Pace, ma diventa un pasticcio ridicolo, una sgrammaticatura».

Non crede però che modificare norme che hanno già avuto una doppia lettura conforme, con equilibri politici così fragili, allungherebbe a dismisura i tempi, con il rischio che finisca tutto nel nulla? Sono dieci anni, da quando è entrato in vigore il Porcellum di Calderoli, che si discuteva di cambiare legge elettorale senza riuscire a farlo.

«In questo ha perfettamente ragione Renzi: Bersani e i suoi predecessori non hanno combinato nulla non in dieci ma in vent’anni. Questa riforma è sempre meglio di ciò che c’era prima: è abborracciata, ma risponde all’esigenza reale di superare il bicameralismo paritario». In sintesi: il Pd è un’incompiuta. Che fine farà? «Non è escluso che Renzi riesca a costruire un partito vero. Ma sarà il Partito di Renzi e non più il Partito Democratico».

http://www.unita.tv/focus/a-renzi-serve ... -mai-nato/
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