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Il PD in calo nei sondaggi

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Il PD in calo nei sondaggi

Messaggioda flaviomob il 22/06/2015, 11:05

http://www.gadlerner.it/2015/06/22/il-p ... to-incerto

Negli ultimi giorni sono uscite diverse indagini demoscopiche molto negative per il Partito Democratico. Il calo di popolarità del governo Renzi, che fatica ad arrivare al 40% di approvazione, e il passo falso nelle elezioni amministrative hanno spinto al ribasso le intenzioni di voto, precipitate su livelli di consenso simili a quelle precedenti alle elezioni 2013. Sabato 20 giugno 2015 “La Repubblica” ha pubblicato un sondaggio di Demos di Ilvio Diamanti, che stima un valore di consenso per il PD pari al 32,2%. Ancora più basso il dato di Ipsos di Nando Pagnoncelli, che ha rilevato la formazione guidata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi al 31,5%, quasi 10 punti in meno rispetto alla percentuale delle europee 2014. I sondaggi di Diamanti e Pagnoncelli rappresentano il punto più basso a livello demoscopico del PD di Matteo Renzi, sceso non solo rispetto al 40% circa registrato per diversi mesi dopo le trionfali europee, ma anche inferiore rispetto al dato di inizio mandato a Palazzo Chigi, All’epoca il PD era stimato intorno al 32,33%. In questo momento l’ultima media dei sondaggi compilata da Donato De Sena per Giornalettismo indica il PD al 34,3%, ma in questo calcolo mancano i valori di Demos e Ipsos, usciti nei giorni successivi. Probabile che le indagini degli istituti seguano la tendenza rilevata da Diamanti e Pagnoncelli, che insieme a Masia e Ghisleri sono i sondaggisti più stimati del nostro Paese. Ipsos ha poi provato a stimare l’andamento del ballottaggio, la novità più rilevante dell’Italicum. Secondo il sondaggio il PD perderebbe contro un’eventuale lista del centrodestra unito, per 53,5% contro il 46,5%, mentre la vera sorpresa è probabilmente la risicata vittoria che il partito di Renzi strapperebbe contro il M5s, 51,2 contro il 48,8%. Il Partito Democratico vincerebbe agevolmente solo in un ballottaggio contro la Lega Nord di Salvini. Guardando al primo turno, si nota come nelle indagini demoscopiche di Ipsos e Demos il centrodestra classico e ora all’opposizione, Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, sia praticamente alla pari col PD poco sopra il 30%. Alle elezioni europee il rapporto era stato 41 a 26,5 circa. Anche il M5S si avvicina molto, tanto che lo stesso ingresso al ballottaggio dell’Italicum diventerebbe molto incerto con questi valori. I dati dei sondaggi sembrano rispecchiare l’andamento delle ultime elezioni amministrative. A livello aggregato, per quanto la stima sia piuttosto imprecisa vista la varietà delle proposte elettorali in campo, il centrodestra era davanti al centrosinistra nel voto complessivo delle sette regioni. I ballottaggi hanno registrato una sostanziale vittoria del campo di Salvini e Berlusconi, mentre il dato così elevato del M5S nei sondaggi sembra coerente alla buona tenuta dimostrata alle regionali.


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Re: Il PD in calo nei sondaggi

Messaggioda pianogrande il 22/06/2015, 11:21

Spero che il calo di consensi serva (finché siamo in tempo) da lezione a un Renzi che ultimamente ha infilato una serie di cantonate da brivido (quella che gli rimprovero più aspramente è la vigliaccata del siluramento di Marino).

Speriamo di essere in tempo per un rinsavimento di Renzi o un molto meno probabile nuovo leader che ne prenda il posto.

Tutto mi auguro tranne una ripresa di potere da parte della destra.

Certo che gli italiani, quanto a 'offerta di leadership politica, sono conciati davvero male.

Dagli impenitenti ed imbelli parolai della sinistra estrema, agli ululati alla luna di un grillismpo sempre più surreale, a un arcipelago di destra ruspante e starnazzante, c'è poco da stare allegri.

Renzi e il PD potrebbero stare in sella per secoli se non fosse che non sono in grado di fare la pulizia vera.
Rottamazione vera e non rottamazione del nuovo che non è esattamente la stessa cosa.
Il PD ne ha un gran bisogno e credo ne avrebbe anche i mezzi se non fosse che diventi sempre più dubbia la volontà.

Brutto momento.
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Re: Il PD in calo nei sondaggi

Messaggioda Robyn il 22/06/2015, 21:34

Il calo dei consensi del PD è perche la sinistra interna sta migrando verso i cinquestelle cosa dovuta alla strategia elettorale usata di demonizzazione interna che anziche vedere unito il PD alla conquista del centro vede alcuni pezzi demonizzare la sinistra interna pensando che in questo modo si conquista il centro quando invece si conquista un centro compromesso con la corruzione e si porta al naufragio il csx.E' la stessa strategia utilizzata da Rutelli da Franco Marini,Fioroni ed altri della ex margherita forse suggerita dagli spin doctor che producono guasti e catastrofi elettorali al csx per poi tornare negli Usa ben pagati dopo i disastri e i torti fatti all'elettorato.Vale sempre il proverbio il frate che parla male del suo convento non è un buon frate.Per quando riguarda la preferenza e la mancanza del collegio,responsabilità civile magistrati ed altre cose gli italiani sono come S Tommaso se non vedono non credono
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Re: Il PD in calo nei sondaggi

Messaggioda mariok il 07/07/2015, 8:29

Ma non gli passa per la mente che il calo dei consensi è dovuto al fatto che, malgrado le sue promesse, l'Italia è rimasta sostanzialmente la stessa: stessa corruzione, stessa burocrazia, stessi sprechi, stessi privilegi?


«Il Pd scarso nella comunicazione tv»
E Renzi fa il coach al Nazareno

Tra gufi e «tiki taka», la lezione ai parlamentari. Nella sede pd girerebbe un elenco con pochi e selezionati nomi dei dirigenti più telegenici
di Monica Guerzoni

ROMA Il Pd non sa (più) comunicare. Se ne è accorto il segretario, che ieri è salito in cattedra e ha tenuto ai suoi parlamentari una lunga lezione su come si parla, o non si parla, in tv. All’ultimo piano del Nazareno il leader ha ammesso che, negli ultimi mesi, il partito e il governo hanno faticato a spiegare agli italiani la bontà delle riforme avviate.

«Il catenaccio non funziona - ha detto il coach a deputati e senatori, illustrando i concetti con le amate slide - Dobbiamo cambiare schema, partire all’attacco e tenere il possesso di palla, stando attenti a non cadere nelle provocazioni». Quando si accetta di partecipare a un talk show non si fa il «tiki taka», ma si punta dritti alla porta avversaria, ha spiegato Renzi. Il quale da tempo covava una certa rabbia per alcune disastrose apparizione dei «dem» nei programmi di informazione. Tanto che al Nazareno girerebbe un elenco riservato, con pochi e selezionati nomi dei dirigenti più telegenici e tele-furbi. Agli altri Renzi ha chiesto di studiare sodo, altrimenti è meglio che stiano alla larga dai salotti tv.

Parlando giorni fa alla Humboldt di Berlino, Renzi aveva definito i talk show «un grande pollaio senz’anima», dei quali lui salva solo gli spot, perché fanno da cuscinetto tra una rissa e l’altra. Concetto ribadito ieri, quando il premier ha spiegato perché il partito è sotto botta sul piano della comunicazione. Il Pd soffre perché «i nostri avversari lavorano sulle paure e lo stesso fanno molti conduttori». E qui il capo del governo ha sfoderato la slide di un maxi gufo con la scritta «I nostri avversari sono quelli che sperano nel fallimento dell’Italia. Il loro nido è il talk show , non il Parlamento».

Renzi non avrebbe citato Santoro, Floris, Giannini o Paragone, ma soltanto Paolo Del Debbio, per dire che «anche una persona di grande cultura, che usa un registro diverso dagli altri, finisce per parlare alla pancia del Paese». D’ora in avanti i dem dovranno andare in tv per segnare un punto e non solo per partecipare. «Impariamo a vendere i nostri prodotti» è stato il messaggio di Renzi, determinato a ribaltare l’idea che, con le Comunali, il trend positivo si sia interrotto. Per convincere che la crescita arriverà, Delrio ha mostrato una slide che spiega i 19 miliardi di investimenti in cantiere.

Ma non sarà che Renzi stia provando a scaricare sulla comunicazione il peso delle difficoltà? «No, la necessità di essere più bravi a comunicare non è contingente con le elezioni - assicura Ettore Rosato -. Dobbiamo solo far capire che stiamo facendo riforme importanti». Renzi non era il mago della comunicazione? «Ma no, maghi non siamo mai stati». Insomma, la «narrazione» fa cilecca e l’allenatore corre ai ripari. Ad agosto la squadra dem si chiuderà in seminario per ripassare i fondamentali.

7 luglio 2015 | 07:15IL PREMIER E LA COMUNICAZIONE
«Il Pd scarso nella comunicazione tv»
E Renzi fa il coach al Nazareno
Tra gufi e «tiki taka», la lezione ai parlamentari. Nella sede pd girerebbe un elenco con pochi e selezionati nomi dei dirigenti più telegenici
di Monica Guerzoni
Una delle slide mostrate da Mattero Renzi al Nazareno e pubblicate su Twitter dalla senatrice Magda Zanoni Una delle slide mostrate da Mattero Renzi al Nazareno e pubblicate su Twitter dalla senatrice Magda Zanoni shadow
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ROMA Il Pd non sa (più) comunicare. Se ne è accorto il segretario, che ieri è salito in cattedra e ha tenuto ai suoi parlamentari una lunga lezione su come si parla, o non si parla, in tv. All’ultimo piano del Nazareno il leader ha ammesso che, negli ultimi mesi, il partito e il governo hanno faticato a spiegare agli italiani la bontà delle riforme avviate.

«Il catenaccio non funziona - ha detto il coach a deputati e senatori, illustrando i concetti con le amate slide - Dobbiamo cambiare schema, partire all’attacco e tenere il possesso di palla, stando attenti a non cadere nelle provocazioni». Quando si accetta di partecipare a un talk show non si fa il «tiki taka», ma si punta dritti alla porta avversaria, ha spiegato Renzi. Il quale da tempo covava una certa rabbia per alcune disastrose apparizione dei «dem» nei programmi di informazione. Tanto che al Nazareno girerebbe un elenco riservato, con pochi e selezionati nomi dei dirigenti più telegenici e tele-furbi. Agli altri Renzi ha chiesto di studiare sodo, altrimenti è meglio che stiano alla larga dai salotti tv.

Parlando giorni fa alla Humboldt di Berlino, Renzi aveva definito i talk show «un grande pollaio senz’anima», dei quali lui salva solo gli spot, perché fanno da cuscinetto tra una rissa e l’altra. Concetto ribadito ieri, quando il premier ha spiegato perché il partito è sotto botta sul piano della comunicazione. Il Pd soffre perché «i nostri avversari lavorano sulle paure e lo stesso fanno molti conduttori». E qui il capo del governo ha sfoderato la slide di un maxi gufo con la scritta «I nostri avversari sono quelli che sperano nel fallimento dell’Italia. Il loro nido è il talk show , non il Parlamento».

Renzi non avrebbe citato Santoro, Floris, Giannini o Paragone, ma soltanto Paolo Del Debbio, per dire che «anche una persona di grande cultura, che usa un registro diverso dagli altri, finisce per parlare alla pancia del Paese». D’ora in avanti i dem dovranno andare in tv per segnare un punto e non solo per partecipare. «Impariamo a vendere i nostri prodotti» è stato il messaggio di Renzi, determinato a ribaltare l’idea che, con le Comunali, il trend positivo si sia interrotto. Per convincere che la crescita arriverà, Delrio ha mostrato una slide che spiega i 19 miliardi di investimenti in cantiere.

Ma non sarà che Renzi stia provando a scaricare sulla comunicazione il peso delle difficoltà? «No, la necessità di essere più bravi a comunicare non è contingente con le elezioni - assicura Ettore Rosato -. Dobbiamo solo far capire che stiamo facendo riforme importanti». Renzi non era il mago della comunicazione? «Ma no, maghi non siamo mai stati». Insomma, la «narrazione» fa cilecca e l’allenatore corre ai ripari. Ad agosto la squadra dem si chiuderà in seminario per ripassare i fondamentali.

7 luglio 2015 | 07:15
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Re: Il PD in calo nei sondaggi

Messaggioda franz il 07/07/2015, 12:07

mariok ha scritto:Ma non gli passa per la mente che il calo dei consensi è dovuto al fatto che, malgrado le sue promesse, l'Italia è rimasta sostanzialmente la stessa: stessa corruzione, stessa burocrazia, stessi sprechi, stessi privilegi?

Ritengo che non esistendo alternative (che non si chiamino Salvini, Grillo, Vendola, Fassina) Mr Renzi perderà anche un po' di consensi ma resterà in sella. Certo che se esistesse una forza politica in Italia che coagulasse il consenso contro burocrazia, corruzione, sprechi e privilegi, indicando anche in modo credibile il "come" programmatico, sarebbe assai meglio per il PD, che purtroppo si trova di fatto costretto a fare i conti con l'opposizione interna e con le forze politiche attualmente nel paese e nel parlamento. Insomma in Italia si è costretti a fare le nozze coi fichi secchi. Non c'è altro in giro.
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Re: Il PD in calo nei sondaggi

Messaggioda pianogrande il 07/07/2015, 14:40

Mestamente d'accordo con Franz.
Comunque, Renzi si è dimenticato di fare la raccomandazione più importante e cioè che il requisito fondamentale per vendere un prodotto è averlo il prodotto.

Un po' più seriamente, aggiungo che il requisito fondamentale di un venditore di successo è credere, lui per primo, nel prodotto che vende.
Chissà cosa risponderebbe Renzi stesso, a questa domanda.

Altra sconfortante riflessione è che queste uscite non sono un complimento per il popolo italiano (che, comunque, non è che meriti gli applausi) e fanno somigliare un po' di più Matteo a Silvio.
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Re: Il PD in calo nei sondaggi

Messaggioda franz il 23/07/2015, 20:29

pianogrande ha scritto:Mestamente d'accordo con Franz.

Certo che gradirei accordi piu' entusiastici e felici, come quando propongo ai nipotini di fare una passeggiata con i nonni. :lol:
Comuque anche un accordo mesto è meglio di niente 8-)
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Re: Il PD in calo nei sondaggi

Messaggioda flaviomob il 24/07/2015, 10:29

Se governi con Alfano vuol dire che, sotto sotto, ti piace. E le proposte politiche saranno neodemocristiane, perché i voti al centro li peschi da lì e del resto la cultura politica di Renzi è quella.

Non ci sono alternative? Io credo che oramai in realtà come la Sicilia, dove è necessario un ricambio totale della classe dirigente, sarebbe meglio che governasse M5S piuttosto che questo PD. Tra parentesi, un altro indice della democristianizzazione dei nostri eroi è proprio questo: sono in crisi nelle "regioni rosse" ma hanno conquistato al gran completo il Sud Italia. Le divisioni interne però possono far molto male al PD che in Sicilia ormai è dietro ai grillini, nei sondaggi.


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Re: Il PD in calo nei sondaggi

Messaggioda mariok il 23/09/2015, 8:29

Il debito di Renzi con Grillo
di Angelo Panebianco

I sondaggi sulle intenzioni di voto attribuiscono al movimento Cinque Stelle percentuali da capogiro, lo indicano come il secondo partito in Italia. La rilevazione di Pagnoncelli, pubblicata sabato scorso dal Corriere, conferma: i Cinque Stelle sono al momento scelti dal 27% degli elettori potenziali contro il 33% di preferenze per il Partito democratico. Tenuto conto dell’altissimo numero di indecisi rilevati, però, è difficile credere al momento che in elezioni politiche «vere» i Cinque Stelle possano conquistare una così elevata percentuale di votanti.
Tuttavia, gli orientamenti fotografati oggi dai sondaggi hanno l’effetto di tenere sotto pressione la classe politica. E dovrebbero anche ricordare a Matteo Renzi quanto grande sia il debito di gratitudine che egli ha contratto con Beppe Grillo. Per due ragioni.
La prima è che senza il clamoroso successo elettorale dei Cinque Stelle nelle elezioni del 2013 e la conseguente sconfitta (perché di una sconfitta si trattò) di Pier Luigi Bersani e del partito da lui guidato, Matteo Renzi non avrebbe potuto vincere le successive primarie, non sarebbe diventato segretario del Pd, non sarebbe al governo. Furono la crisi e lo sbandamento indotti fra i militanti e gli elettori democratici da quel risultato a spianargli la strada. Tolto il caso dei true believers , dei veri credenti (quelli che credevano e credono nei Cinque Stelle e nei loro programmi), è un fatto che coloro che, in quelle elezioni, votarono Grillo con il solo scopo di scatenare una reazione all’interno della classe politica tradizionale, ottennero il risultato voluto: l’arrivo di Renzi ne fu una diretta conseguenza. M a c’è anche una seconda ragione per cui Renzi deve essere grato a Beppe Grillo. Ha precisamente a che fare con i sondaggi testè ricordati. Fin quando il movimento Cinque Stelle continuerà ad essere percepito come il più temibile competitor del Partito democratico, Renzi potrà rivendicare la propria indispensabilità: una variante aggiornata della «diga» incarnata dalla Democrazia Cristiana agli occhi degli elettori ai tempi della Guerra fredda: vade retro Partito comunista allora, vade retro Cinque Stelle oggi.

Si noti che quei sondaggi tolgono anche un po’ di credibilità ai propositi scissionisti della sinistra del Pd. Se il grosso degli elettori di sinistra che odia Renzi si indirizzerà davvero verso i Cinque Stelle, gli eventuali scissionisti potrebbero trovarsi a dare vita a un piccolo «partito dei pensionati» (magari iscritti alla Cgil) destinato all’irrilevanza.
Sembra che il Paese non riesca a sfuggire a una maledizione, non riesca a fare a meno di trovarsi di fronte a due alternative, nessuna delle quali davvero allettante. La prima è quella che abbiamo conosciuto nel periodo 1994 - 2011 (anno della caduta dell’ultimo governo Berlusconi): un bipolarismo «immoderato», fondato sulla delegittimazione reciproca fra gli schieramenti. Il vantaggio di quell’assetto era che permetteva l’alternanza al governo. Lo svantaggio era che il clima da guerra civile rendeva la democrazia assai mal funzionante.
La seconda alternativa è quella conosciuta nel cinquantennio democristiano e che, con tutti gli adattamenti del caso, potrebbe trovare una parziale replica nell’era Renzi: un partito elettoralmente grande che si colloca al centro dello schieramento, in grado di fare incetta di voti sia a destra che a sinistra, e che è anche il più credibile ostacolo al dilagare di forze anti-sistema o percepite come tali. In tale assetto, molto o poco che duri, l’alternanza al governo è di fatto impossibile.
Se Renzi supererà lo scoglio della riforma del Senato e se non sarà costretto a fare concessioni alle minoranze sulla legge elettorale, le sue probabilità di vittoria alle prossime elezioni politiche saranno assai alte. Per l’assenza di alternative plausibili. Naturalmente, devono realizzarsi due condizioni. La prima è che la ripresa economica si consolidi. La seconda è che egli abbia dall’Europa aiuti adeguati per governare (o per dare l’impressione di governare) l’immigrazione. Se queste due condizioni si realizzeranno, Renzi avrà vinto la sua scommessa. Continueranno in tanti, come hanno fatto fin qui, a dargli del «democristiano». Anche se, per la verità, sia le condizioni storiche generali che le stesse caratteristiche di Renzi, rendono improprio quell’accostamento. Tranne che per la questione della «diga».

23 settembre 2015 (modifica il 23 settembre 2015 | 07:20)
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Re: Il PD in calo nei sondaggi

Messaggioda pianogrande il 23/09/2015, 12:40

Il 5stelle non è un reale "competitor" di Renzi visto che di voglia di governare non ne ha un microgrammo.

Questa è la vera forza di Renzi.

Se i 5 stelle avessero voglia di prendere in mano il paese davvero e di governarlo davvero e non con gli slogan anti tutto, sarebbero al potere da tempo e di Renzi ci sarebbe solo il ricordo di qualche tweet.

L'inconsistenza dei 5 stelle quando si arriva alla concretezza al di là dei bavagli e dei canguri sui banchi del governo e della asfaltatura di mulattiere; quella è la vera forza di Renzi.

Quanto durerà?
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