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Il ricattone

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Il ricattone

Messaggioda flaviomob il 13/12/2014, 11:44

E cosa fai? Licenzi tutta la PA per diminuire le spese burocratiche? Renzi ha affrontato la corruzione o ha cincischiato, considerando gli scandali Mose, Expo, Tav e ora Roma che sono esplosi quest'anno?

Inoltre Bindi e D'Alema non sono affatto la stessa cosa, hanno posizioni molto diverse (e Civati direi molto più vicino alla prima che al prescritto D'Alema)
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http://www.gadlerner.it/2014/12/13/la-c ... i-sinistra

La Cgil non è rottamabile, Renzi ora deve scegliere se divorziare dal popolo di sinistra
sabato, 13 dicembre 2014
Questo articolo è uscito su “La Repubblica”.

“…e adesso rottamateci tutti, se ne siete capaci!”, prorompe con sollievo il vecchio sindacalista quando si rende conto finalmente che il corteo dei lavoratori milanesi disposti a rinunciare a un giorno di paga è davvero lungo chilometri e riempirà piazza Duomo, mangiandosi da solo il raduno leghista di Salvini. Senza contare che ieri ce ne sono state altre cinquanta imponenti come questa, di manifestazioni in giro per l’Italia.
Sciopero politico? Ideologico? Sprovvisto di una piattaforma alternativa? Fatto sta che non sembrano rottamabili questi lavoratori fra i quali, nel frattempo, alle bandiere rosse della Cgil si sono aggiunte anche le bandiere azzurre della Uil. Per quanto i sindacati confederali rappresentino ormai solo una minoranza sociale, non pare in grado di rottamarli neanche l’Uomo Nuovo che siede a Palazzo Chigi, quel Matteo Renzi che pure da ottobre ce la sta mettendo tutta per presentare il sindacato come ostacolo burocratico al cambiamento, sfiorando talvolta la denigrazione. Le piazze della Cgil e della Uil lo ricambiano additando Renzi come un corpo estraneo alla sinistra, un seguace fuori tempo massimo della deregulation, o più semplicemente –come ha detto ieri Susanna Camusso- un dilettante allo sbaraglio.
Alla vigilia dello sciopero c’è voluta la moral suasion del Quirinale per disinnescare un provvedimento governativo simbolico come la precettazione dei ferrovieri che, buttata lì in extremis, aveva tutto l’aspetto di una provocazione tipicamente renziana: micidiale come sempre nel sottolineare un profilo impopolare dell’avversario che vuol mettere in difficoltà, portando dalla sua parte l’opinione pubblica. Solo che la precettazione dei ferrovieri Cgil sarebbe apparsa come l’ennesima sfida, resa pericolosa dai rapporti di forza che si stavano delineando. Coi diritti sindacali non si scherza, né tanto meno si interviene con un blitz alla vigilia di uno sciopero generale proclamato da organizzazioni che contano milioni di iscritti veri, non come quelli dei partiti.
Napolitano è corso ai ripari col suo fiuto politico, oltre che con la sua cultura laburista, raccomandando a sciopero in corso che governo e sindacati ricomincino a parlarsi –si badi bene- non solo sulle future scelte di politica industriale e di bilancio, ma anche in merito “alle decisioni già prese”, ovvero la riforma del mercato del lavoro approvata senza concertazione.
Si tratta di un implicito rimprovero al metodo Renzi, che sul Jobs Acto ha usato l’abolizione dell’articolo 18 come un vessillo, per poi puntare dritto nel rifiuto di ogni trattativa preliminare con i sindacati, liquidata come noiosa perdita di tempo. Basterebbe ricordare come Renzi si è comportato al momento della presentazione del Jobs Act. Dapprima ha convocato i sindacati per discuterne. Poi, alla vigilia dell’incontro, gli ha fatto sapere che sarebbe stato brevissimo (e la Camusso si è messa a cantare “Un’ora sola ti vorrei”); subito dopo Renzi ha posto la fiducia sulla legge delega, divenuta così immodificabile; e la sera è andato in tv a Retequattro da Del Debbio per confidargli che considerava “noioso” l’appuntamento della mattina dopo. Praticamente uno schiaffo pubblico, seguito dalla celebrazione della Leopolda in contemporanea con la manifestazione Cgil di piazza San Giovanni.
Questa plateale presa di distanze da organizzazioni certamente afflitte da burocrazia e crisi di rappresentanza, ma pur sempre unico riferimento possibile della protesta sociale democratica, mirava a enfatizzare una spaccatura del mondo del lavoro. Candidando se stesso e il Pd a portavoce dei giovani e dei precari contro un sindacato accusato di tutelare soltanto i “suoi” garantiti.
Invece a dividersi è stato il Pd, da cui si pretendeva che recidesse legami storici e culturali che stanno alla base della sua formazione. Col risultato che ieri in piazza l’intero Pd veniva percepito come un partito che rinnega la sua base, e gli stessi esponenti della minoranza che hanno votato in Parlamento a favore del Jobs Act sono stati accusati di tradimento.
In questo senso lo sciopero generale è stato sciopero politico: la Cgil supplisce al ruolo di una sinistra che non ha avuto la forza di modificare sostanzialmente la natura del Jobs Act. La Camusso e Landini riempiono –per quanto tempo ancora?- uno spazio vuoto che nessun partitino di estrema sinistra sarà mai in grado di riempire.
Mentre la rabbia sociale lacera le periferie e si manifesta sempre di più come antipolitica e populismo etnico, il sindacato cerca di incanalarla. Ma è un equilibrio sdrucciolevole che non può durare a lungo.
Ieri nelle piazze d’Italia si è ritrovata una minoranza civile di lavoratori che faticavano a scandire parole d’ordine credibili, sempre più lontana dalla politica, orfana di soluzioni alternative. Già domenica sapremo se Renzi, all’assemblea nazionale del Partito Democratico, intraprenderà una revisione della strategia che lo sta portando in rotta di collisione col popolo della sinistra; o se invece sceglierà l’azzardo, non so quanto calcolato, di una frattura definitiva. In altri paesi dell’Europa mediterranea questa dinamica ha provocato un ridimensionamento drastico dei partiti riformisti. Il Pd che va contro la Cgil rischia di fare la stessa fine dei suoi partiti fratelli in Grecia e in Spagna.


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Re: Il ricattone

Messaggioda ranvit il 13/12/2014, 11:56

Renzi deve divorziare dal popolo della sinistrasinistra.....quella che ha contribuito (e contribuisce), allo sfascio del Paese!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il ricattone

Messaggioda flaviomob il 13/12/2014, 14:23

Già, meglio un bel matrimonio... anzi un patrimonio... col partito dei "ladri ladri"! :twisted:


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Re: Il ricattone

Messaggioda franz il 13/12/2014, 15:41

flaviomob ha scritto:E cosa fai? Licenzi tutta la PA per diminuire le spese burocratiche?

Dai su non esagerare. E' un vecchio artifizio retorico per rigettare un'ipotesi (estremizzandola) ma qui non ci caschiamo. ;)

Mi basta un 10%, max 15%.
E mi basta che sia concentrata nella burocrazia.

Quindi non insegnanti ma il personale ATA si, è troppo.
Quindi non medici ed infermieri ma il personale amministrativo della ASL va dimezzato. Per ma anche abolito.
Penso al personale ai ministeri, non ai poliziotti sul campo.
Penso ai troppi generali.
Poco? Sul piano dei costi interni un 10-15% del personale sono 17-20 miliardi di risparmi ma sul piano degli oneri burocratici che le aziende e i singoli cittadini devono sobbarcarsi (tempo per le pratiche, code, adempimenti) pare siamo sui 30 e passa miliardi. Tempo che sia chiaro è sottratto al business, quindi alla possibilità di generare reddito per il Paese. Quindi un onere doppio.
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Re: Il ricattone

Messaggioda flaviomob il 13/12/2014, 16:54

Dopodiché crolla il PIL italiano ;)


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Re: Il ricattone

Messaggioda ranvit il 13/12/2014, 19:06

Tra l'altro cambia poco....se li licenzi dovrai comunque sostenerli o con pensione o con cose tipo Cig...
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il ricattone

Messaggioda annalu il 13/12/2014, 20:24

ranvit ha scritto:Tra l'altro cambia poco....se li licenzi dovrai comunque sostenerli o con pensione o con cose tipo Cig...

Vero! Quindi possiamo licenzarli subito tutti.
Il "guadagno" economico non sarà immediato e il Pil non calerà, dato che dovremmo comunque dar loro di che vivere; però potremmo riformare la PA eliminando la parte improduttiva, quella che rallenta le pratiche per dare un senso alla propria presenza.
Certe persone è meglio pagale per stare a casa, piuttosto che lasciar loro danneggiare il paese continando l'andazzo della burocrazia lenta e ferraginosa.
Se in Italia la burocrazia fosse agile e leggera, il risparmio si vedrebbe immediatamente: le imprese potrebbero ricominciare a respirare, la corruzione sarebbe facilmente riconoscibile, non più nascosta dietro montagne di faldoni di carta.
Perché non farlo subito?

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Re: Il ricattone

Messaggioda flaviomob il 14/12/2014, 2:10

E se la PA fosse improduttiva a causa della dirigenza, della politica, della corruzione?


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Re: Il ricattone

Messaggioda pianogrande il 14/12/2014, 2:57

flaviomob ha scritto:E se la PA fosse improduttiva a causa della dirigenza, della politica, della corruzione?


E' così importante la causa?

La PA va profondamente riformata.

Se sono ammalato, prima mi curo; magari mi opero.

Alle cause ci penserò con più calma.

La PA non funziona.
Che facciamo?
Ci mettiamo a discutere, come diceva un certo poeta,con lo psicologo, il sociologo e il cretino?

Per carità!
Era solo una citazione.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Il ricattone

Messaggioda flaviomob il 14/12/2014, 3:23

Il pesce puzza dalla testa. Così anche la PA di un paese la cui dirigenza è corrotta endemicamente.

____

Ma torniamo all'argomento principale:


“Civati minaccia la scissione”
“Civati minaccia di creare un nuovo partito”



Questi i commenti delle più importanti testate online al termine della splendida giornata di oggi.
Vedete, il problema è la narrazione del nostro progetto politico.
La notizia che vende è: “La minoranza rancorosa osteggia il cambiamento”.

Allora a questo punto una sintesi fedele la faccio io, visto che ero a Bologna e ho ascoltato e visto tutto con i miei occhi.

Civati e tanti altri oggi hanno detto una cosa semplice:

“Se si va a votare a marzo e nel programma elettorale ci saranno misure come il JobsAct, io in questo PD non ci potrò rimanere”

Per chi non vuole proprio comprendere, provo a spiegarlo come farei con la mia sorellina di 13anni:

“SE IL PD METTE SU UN PROGRAMMA ELETTORALE CHE NON E’ DI CENTROSINISTRA, IO CHE SONO DI CENTROSINISTRA NON SONO PIU’ DEL PD”

Per chi proprio non vuole comprendere e lo fa apposta, provo a spiegarlo in modo ancora più schematico :

“SONO DISPOSTO A CREDERE CHE TU MATTEO RENZI STIA PORTANDO AVANTI POLITICHE SBAGLIATE, NON FEDELI AL PROGRAMMA “ITALIA BENE COMUNE”, IN VIRTU’ DI QUESTO PERENNE “STATO DI NECESSITA'” IMPOSTO DALLA CRISI E PER PROVARE A TENERE IN PIEDI UN GOVERNO DI LARGHE INTESE. NON CONDIVIDO LE TUE RIFORME E FINO AD OGGI HO SEMPRE FATTO QUELLO CHE DEVE FARE LA MINORANZA: FARTI RIFLETTERE CON IL MIO DISSENSO.
PERO’ TI AVVERTO, QUESTE COSE PUOI FARLE IN UN GOVERNO “NON SCELTO”. QUANDO CI PRESENTEREMO DAVANTI AGLI ELETTORI, IO NEL MIO PROGRAMMA NON VOGLIO MISURE CHE POSSANO RENDERE FELICE SACCONI. MA NON PERCHE’ MI STAI ANTIPATICO TU MATTEO, MA PERCHE’ SEMPLICEMENTE IL PD E’ NATO PER OCCUPARE UNO SPAZIO STABILE NEL SOLCO DEL CENTRO SINISTRA ITALIANO. SE DECIDI INVECE DI FARLO DIVENTARE “PARTITO DELLA NAZIONE”, SENZA STECCATI IDEALI E DI VALORI, RINNEGANDO I PRINCIPI NATII E UNENDO FORZE POLITICHE DIVERSE ALL’OMBRA DEL DECISIONISMO DI UN LEADER, IO DOVRO’ ANDARE VIA DAL PD.
SAPPI SOLO CHE A QUEL PUNTO NON SONO IO CHE ME NE VADO, SEI TU CHE MI STAI SFRATTANDO DA CASA MIA, DA CASA NOSTRA”

Un abbraccio forte forte a chi la racconta in maniera diversa.

Se la lealtà ai valori della sinistra è una “Minaccia”, è un problema vostro. Un enorme problema.

http://pdiverso.wordpress.com/2014/12/1 ... i-bambini/


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