pianogrande ha scritto:Sono diventato un renziano di necessità.
Meglio di necessità che per caso. Ma in Italia siamo tutti qualcosa "per necessità*.
Anche io lo diventeri ma il mio atteggiamento scettico è legato alla distanza (enorme) tra l'annuncio e la realtà.
Cosa che se volete associerei anche volentieri a quello che è successo in FARE, il movimento che fu di giannino, poi di boldrin ed ora non si sa. Un movimento fermo, il che è tutto un programma. Un movimento a cui diversi qui (presenti ed assenti) aderirono. Come minimo 4 dei piu' assidui degli ultimi anni.
Sulla carta e a parole, proclami ottimi, condivisibili, sia per quanto dice Renzi sia per Fare.
Poi quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, pur considerando che Renzi ora è al governo da mesi e FARE no, io noto che nelle azioni concrete si sparano in entrambi i casi un mucchio di azioni sballate ... ed ho faticato un po'a troaere aggetitvi politicamente corretti.
Per necessità quindi si sta empaticamernte dalla parte di Renzi e ... Zingales (fondatore di Fare fu uno dei primi ispirati alla Leopolda) ma a vedere come le parole si trasformano in fatti, nella "politica del fare" che dire .... molto meglio il primo Prodi (che il secondo è meglio dimenticarlo). Poi Renzi ha i numeri (41%), Fare ha solo lo zero-virgola, il che depone a sfavore di chi è piu' quotato (Renzi). Ma l'accostamento rimane. Ottimi propositi, pessima (per ora) realizzazione.
Ergo: tra il dire ed il fare, c'è di mezzo il mare.