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Riforme: il renzismo? E’ questa cosa qua

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Riforme: il renzismo? E’ questa cosa qua

Messaggioda flaviomob il 26/07/2014, 1:31

Una domanda semplice: con una camera di 630 deputati nominati dai partiti con un potente premio di maggioranza e un senato di 100 rappresentanti nominati dalle autonomie locali, per eleggere il Presidente della repubblica e i giudici del CSM basterebbe una "minoranza organizzata" poco rappresentativa del paese. Ciò è assolutamente al di fuori del dettato e dello spirito della Costituzione repubblicana. Perché Renzi vuole azzoppare il senato senza ridurre drasticamente i membri della camera?


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Re: Riforme: il renzismo? E’ questa cosa qua

Messaggioda franz il 26/07/2014, 8:04

flaviomob ha scritto:Una domanda semplice: con una camera di 630 deputati nominati dai partiti con un potente premio di maggioranza e un senato di 100 rappresentanti nominati dalle autonomie locali, per eleggere il Presidente della repubblica e i giudici del CSM basterebbe una "minoranza organizzata" poco rappresentativa del paese. Ciò è assolutamente al di fuori del dettato e dello spirito della Costituzione repubblicana. Perché Renzi vuole azzoppare il senato senza ridurre drasticamente i membri della camera?

Perfettamente d'accordo sull'obiezione. Ta l'altro anche le due piu' recenti proposte del M5S prevedono una camera di 630 rappresentanti (o forse 618, visto che non prevedono i 12 esteri).

Il fatto è che se per esempio un partito avesse il 40% e cosi' guadagnasse il premio di maggiroranza ma a fronte di una partecipazione del 60%, il premio verrebbe dato ad un partito che ha raccolto il 24% dell'elettorato. Di fatto uno strapotere dato ad una minoranza. Il fatto che contemporaneamente al premio di maggioranza ci siano a nche soglie elevate di sbarramento (cosa che mi pare non esista in alcuna democrazia) è pero' il vulnus piu' grave. Molti elettori, sapendo che il loro voto non sarà utile non andranno a votare, E quando dico molti intendo tra 1/3 e 2/5. Nel ballottaggio poi (che scatta in caso di non raggiungimento di una soglia minima per raggiungere il premio) è abbastanza verosimile che un elettore su due non si recherà alle urne, come si è recentemente visto per altri ballottaggi.
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Re: Riforme: il renzismo? E’ questa cosa qua

Messaggioda Robyn il 26/07/2014, 11:21

La proposta iniziale era non di 100 ma di 150 senatori ancora troppo pochi per l'equilibrio che si realizza con 190,in più mancavano i delegati.I danni li ha fatti Chiti con la sua proposta di 100 senatori e 315 deputati,ancora si fà finta di non capire,prima si fanno i danni e poi si fà ricadere la colpa sù altri,certi ragionamenti non tornano.Invece un partito che ha la maggioranza è che legifera è più che giusto,in linea con quello che avviene in Europa.Poi siamo d'accordo i deputati devono essere scelti dai cittadini.M Renzi deve ascoltare i mediani che non sono ne sel ne silvio berlusconi che rappresentano i due disequilibri.Infatti i primi vogliono la palude i secondi l'autoritarismo,sono i due estremi è probabile una loro alleanza alle elezioni
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Re: Riforme: il renzismo? E’ questa cosa qua

Messaggioda Iafran il 26/07/2014, 19:25

Ah, "i maledetti eretici"!
Nonostante "Il renzismo, ideologicamente e contenutisticamente, è il nulla o quasi" per Andrea Scanzi, il renzismo non teme nessuno e riserva al dissenso ed alla critica l'espulsione, la non candidatura e ... (se i tempi fossero quelli) il rogo (per la contentezza dei "fanatici fedeli")!
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Renzismo e scoutismo ....

Messaggioda franz il 29/07/2014, 18:54

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Re: Riforme: il renzismo? E’ questa cosa qua

Messaggioda franz il 30/07/2014, 14:40

ATTACCO FRONTALE DELLA STAMPA TEDESCA A RENZI: ''TANTI ANNUNCI, NESSUN RISULTATO, MALEDUCAZIONE ED EGOCENTRISMO'' (BOOM!)
martedì 29 luglio 2014

BERLINO - La stampa tedesca rivolge un nuovo attacco all'Italia. Il Belpaese "necessita urgentemente di riforme che vengono continuamente annunciate e sempre rimandate". Quando i francesi esibiscono lo stesso atteggiamento - scrive Florian Eder in un commento pubblicato dal quotidiano "die Welt" - i tedeschi sono lesti a dar voce alle loro critiche.

L'Italia, invece, puo' sempre contare "sull'indulgenza dei suoi vicini". La politica francese "non ha mai esibito la leggerezza dell'essere, l'accattivante maleducazione e l'egocentrismo degli italiani", che "si sottopongono alle regole in modo scaltro, sempre pronti ad aggirarle a piacimento".

Dalla Francia l'Europa si aspetta di piu', scrive l'opinionista. Il Belpaese, invece, e' libero di continuare a disinteressarsi dei suoi problemi strutturali. L'Italia "non e' competitiva": gli investitori privati stranieri e italiani "non godono della certezza del diritto e sono costretti a calcolare il controvalore del loro onere fiscale perche' l'amministrazione pubblica non e' in grado di fare il suo lavoro".

Gli investitori vogliono stabilita' nella politica di bilancio e di ordine nell'apparato legislativo e burocratico, e necessitano, per questo, "di riforme strutturali e non di programmi congiunturali da Roma o addirittura da Bruxelles". A settembre - ha annunciato il premier Matteo Renzi - rivolteremo il Paese da testa a piedi.

Il premier, che sembrava colto da una frenesia riformatrice senza precedenti "ha dato il tempo a se' e ai cittadini di tornare belli e abbronzati dalle vacanze", e si e' concesso mille giorni per attuare le riforme strutturali di cui il Paese necessita da molto tempo.

Quelle di Renzi, accusa l'opinionista tedesco, sono promesse note: prima di lui le hanno pronunciato Mario Monti e poi Enrico Letta. Alle promesse seguono, in alcuni casi, addirittura decreti o disegni di legge, ma "una parte importante delle centinaia di progetti di legge degli ultimi tre anni non e' mai diventata legge, e' impigliata nel groviglio degli interessi di parte".

Con la sua richiesta di maggiore "flessibilita'" nella politica fiscale, Renzi ha gia' contagiato mezza Europa, che spera di poter applicare le regole piu' liberamente e che intravede la fine dell'autolimitazione della propria spesa pubblica. La contropartita e' stata promessa, "ma non verra' recapitata prima di mille giorni".

E con questo ultimo paragrafo, si conclude uno degli articoli più feroci contro Renzi e l'Italia mai pubblicati dalla stampa tedesca ed in particolare da un quotidiano molto vicino, politicamente, alla cancelliera Angela Merkel.

Redazione Milano.
http://www.ilnord.it/index.php?id_artic ... 4.facebook
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Re: Riforme: il renzismo? E’ questa cosa qua

Messaggioda Iafran il 30/07/2014, 18:09

franz ha scritto:BERLINO - La stampa tedesca rivolge un nuovo attacco all'Italia. Il Belpaese "necessita urgentemente di riforme che vengono continuamente annunciate e sempre rimandate". (...)
Dalla Francia l'Europa si aspetta di piu', scrive l'opinionista. Il Belpaese, invece, e' libero di continuare a disinteressarsi dei suoi problemi strutturali. L'Italia "non e' competitiva": gli investitori privati stranieri e italiani "non godono della certezza del diritto e sono costretti a calcolare il controvalore del loro onere fiscale perche' l'amministrazione pubblica non e' in grado di fare il suo lavoro".

È lampante ... siamo perseguitati dall'Europa, :lol: cioè dalla Merkel e compagnia simile. La signora tedesca pare che, in privato con Sarkosy, prima sorrideva delle promesse o dei "pugni sul tavolo" dell'ex cavaliere ed adesso continui a farlo per quelle del novello "me-ne-frego-di-tutti".
Ma, forse, è una cattiveria ... gratuita. I "grandi-pensatori-politici" sanno benissimo la ragione vera della grave crisi economica: i GUFI, invidiosi del successo delle giovani leve.
La presenza dei gufi in Italia provocherebbe, niente poco di meno che, l'arretramento dell'economia nazionale!
La Merkel e i maggiori leaders europei se ne fanno un baffo dei "grandi-politici-superstiziosi" italiani e non vogliono proprio considerare queste "motivazioni" ... Mannaggia (urge anticipare l'apertura della caccia)! :lol:
Certo che se il "renzusconismo" dovesse fallire, senz'altro un protagonista continuerebbe a darsi all'ippica (collezionando tanti ferri di cavallo) e l'altro potrebbe dedicarsi alla chiromanzia, alla astrologia, alla cartomanzia, alla chiaroveggenza affidando il suo successo quotidiano nelle strade cittadine (ma anche in TV) ai portafortuna e a tanti amuleti, cornetti di corallo, trecce di aglio e pezzi di sale di miniera (che andrebbero a ruba fra i "fidati" sostenitori).
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Re: Riforme: il renzismo? E’ questa cosa qua

Messaggioda Iafran il 14/09/2014, 19:40

Iafran ha scritto:È lampante ... siamo perseguitati dall'Europa, :lol: cioè dalla Merkel e compagnia simile. La signora tedesca pare che, in privato con Sarkosy, prima sorrideva delle promesse o dei "pugni sul tavolo" dell'ex cavaliere ed adesso continui a farlo per quelle del novello "me-ne-frego-di-tutti".
Ma, forse, è una cattiveria ... gratuita. I "grandi-pensatori-politici" sanno benissimo la ragione vera della grave crisi economica: i GUFI, invidiosi del successo delle giovani leve.
La presenza dei gufi in Italia provocherebbe, niente poco di meno che, l'arretramento dell'economia nazionale!
... Mannaggia (urge anticipare l'apertura della caccia)! :lol:

"Questi gufi se ne stanno appollaiati anche negli stadi", (parola di ... un grande allevatore di polli).

Da "il Fatto Quotidiano" di oggi, sotto il titolo "Il premier allenatore è davvero nel pallone":

<<Questa volta c'è una novità, l’allenatore ha la testa dura e va avanti senza mollare di un centimetro. E per la prima volta sugli spalti c’è gente che fa il tifo perché la squadra vinca. Non ci sto a fare il compito dell’allenatore e basta con uno scenario in cui ci sono giocatori forti ma non si parlano in campo, si passano raramente la palla e il clima negli spogliatoi è delicato e tutti i lunedì una selva di commentatori dice che è in decrescendo>>. Matteo Renzi

Da Arcore: "Questo lo devo portare nel Milan ... al posto dell'Adriano". :lol:
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Re: Riforme: il renzismo? E’ questa cosa qua

Messaggioda flaviomob il 24/09/2014, 21:55

Il renzismo è anche questo: cercare di spaccare il PD e il sindacato. Per incorporare meglio pezzi di (ex) Forza Italia e fare una bella DC 2.0

___



Puntare all’articolo 18 per smontare il Pd

Il badante


Non sfugge immagino a nessuno il valore simbolico e strumentale del famigerato art.18, preso da sempre a icona dello Statuto dei lavoratori da qualunque punto di vista. Non poter essere licenziati senza giusta causa, con un giudice che può reintegrarti nel posto di lavoro, non ha solo un importantissimo peso pratico per chi è nelle condizioni di goderne, peraltro sempre di meno come segnalano i dati in materia, ma è un totem in lontananza anche per chi non se ne può avvalere. È il solo fatto che ci sia che può tingere il diritto del lavoro di un colore o di un altro.

Le polemiche su questo aspetto si sono affastellate negli anni, rivestendo sempre un contenzioso addirittura più politico che sindacale. Tra chi sosteneva che non si investiva più in Italia per colpa dell’articolo incriminato, chi diceva che non era importante (e dunque perché se ne parlava tanto?), chi lo voleva eliminare come retaggio dell’antica Roma – ma all’epoca c’erano schiavi e liberti… come oggi dunque? –, è da sempre il caposaldo di qualunque posizione sul lavoro, e sul diritto al lavoro. Del resto, che in un Paese senza meritocrazia e decerebrato da tanti punti di vista lavoro e salario/stipendio si siano divaricati, abbiano preso a un bivio due strade diverse, è cosa stranota e ormai vecchia. Ma a questo lieve dettaglio non si fa cenno quando si discute del mercato del lavoro, o del diritto al lavoro. E invece ne sarebbe un aspetto cruciale. Provate ad associarlo alla formula con la quale si vorrebbe sostituire il reintegro eventuale nel posto di lavoro con un indennizzo: di nuovo denaro e lavoro scorporati, stavolta per legge.

Ce ne sarebbe abbastanza per insistere nell’analisi di questo benedetto art. 18, come del resto ci sono nuove avvisaglie che si è intenzionati a fare da parte del governo e dell’opposizione situata ben dentro l’attuale maggioranza, se appunto non esigesse tutta l’attenzione possibile l’aspetto strumentale della faccenda. Prendiamo l’ultima esternazione all’americana di Renzi in proposito: “Serve un cambiamento violento” recita da oltreoceano richiamando l’eco del Colle. Poiché ritengo che fino a quando sarà possibile nella vita e nella vita politica le parole siano importanti e non sostituibili né interscambiabili, magari al di là delle stesse intenzioni psicolinguistiche del premier devo prenderlo sul serio. “Cambiamento” e va bene, da oltre 200 giorni (e anche prima di Palazzo Chigi) non si parla d’altro. Ma poi c’è l’aggettivo “violento” immediatamente riferibile al Jobs Act, alla ferma posizione sul lavoro, dunque ovviamente all’art.18.

Non si scherza con il lessico: ha detto proprio “violento”, volendo così manifestare la volontà di andare avanti a qualunque costo. Perché è un invasato anti-art. 18? Lo escluderei, Renzi sta dimostrando di essere tutto fuorché un invasato. Casomai si lascia trascinare dalla corrente della comunicazione e non vede o non vuol vedere le rapide davanti al suo kayak. E allora? E allora politicamente deve aver messo in preventivo che si spacchi il Pd, nel versante di sinistra o sinistro che sia, e magari si frantumi anche Forza Italia con Berlusconi stretto al patto del Nazareno e Fitto in libera uscita. Contando ovviamente sulla grana grossa della questione, cioè il far passare il tutto come la novità di estromettere da qualunque ponte o ponteggio di comando quella che chiama “la vecchia guardia”, cioè Bersani ma non Verdini: l’opinione pubblica esasperata dalla crisi e da tutti gli indicatori economici a capofitto potrebbe seguirlo. Si vedrà. Ma il paradosso è che, per l’ennesima volta, pur in una situazione drammatica la politica parlerà di una cosa mirando a realizzarne un’altra. Niente di nuovo, è solo la musica sul Titanic…

Oliviero Beha, Il Fatto Quotidiano


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Re: Riforme: il renzismo? E’ questa cosa qua

Messaggioda Iafran il 06/11/2014, 16:56

Tempo fa il nostro boy scout fiorentino, sulle riforme, asseriva caparbiamente: "Con B. anche condannato. M5S? Teatrino" (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07 ... e/1065821/).
Oggi siamo ancora più certi che il rapporto con l'ex cavaliere va ben oltre l'accordo istituzionale che sbandierava orgogliosamente l'estate scorsa. Infatti:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11 ... t/1195695/
La vera storia di Renzi & Berlusconi. Lo zio in affari con Fininvest di Davide Vecchi

Nicola Bovoli, fratello della madre di Matteo, aveva un contratto da 7 miliardi di lire col Biscione: aveva inventato "Quizzy", il telecomando-gioco. Da qui nasce la celebre partecipazione dell'attuale premier alla trasmissione di Mike Bongiorno. La strategia-Carrai e gli altri sponsor e uomini-macchina del leader di Pontassieve nel libro "L'Intoccabile" di Davide Vecchi (Chiarelettere)

. . . . . .
Non c'è niente di male che lo zio di Matteo ed il suo "spin doctor", Giorgio Gori (sindaco di Bergamo con il simbolo del PD), abbiano avuto rapporti lavorativi con l'ex cavaliere ... come non c'è niente di male che il papà dell'ex cavaliere, Luigi Berlusconi, lavorando nella Banca Rasini doveva aver avuto rapporti con tutti i suoi clienti, soprattutto con quelli principali: Pippo Calò, Totò Riina, Bernardo Provenzano.
I rapporti, comunque, non si instaurano con chi non si ha modo di frequentare ... e possono poi svilupparsi in modo inimmaginabile.

Certi che gli iscritti PD e gli elettori che hanno votato PD ... pensavano di non votare il progetto "politico" del berlusca. In fin dei conti, la grande intesa con l'ex cavaliere è solo temporanea "per il bene del Paese"; dopo questa emergenza, ognuno per conto proprio ... per una seconda intesa "per lo sviluppo del Paese". :x
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