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Riforme, Mineo sostituito

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda Iafran il 19/06/2014, 10:35

La gente vorrebbe veramente tante belle riforme, che incidessero a farla uscire dallo stato penoso in cui si trova a livello economico e sociale ... le teste dei suoi rappresentanti "politici", invece, pensano a come raggirarla meglio (la gente) per personali interessi, per la propria inamovibilità dai posti di comando e (dulcis in fundo) per risultare impunibili quando commettono reati (corruttela varia) e perseguono arricchimenti illeciti.
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda flaviomob il 19/06/2014, 14:07

Alla gente comune della riforma del senato non frega un fico secco: preferirebbe una drastica riduzione dei costi della politica attraverso una forte riduzione di parlamentari e consiglieri, abolizione di vitalizi e pensioni d'oro, rimborsi allegri, eccetera. Ma soprattutto una politica sociale e di rilanco economico forte.


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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda franz il 19/06/2014, 15:21

flaviomob ha scritto:Alla gente comune della riforma del senato non frega un fico secco:

Flavio, sei troppo "politicamente corretto". Non si dice "fico secco". Vedi di adeguarti. Si dice "minkia".
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda ranvit il 19/06/2014, 16:04

Non minkia ma "minchia" :D
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda pianogrande il 19/06/2014, 16:19

flaviomob ha scritto:Alla gente comune della riforma del senato non frega un fico secco: preferirebbe una drastica riduzione dei costi della politica attraverso una forte riduzione di parlamentari e consiglieri, abolizione di vitalizi e pensioni d'oro, rimborsi allegri, eccetera. Ma soprattutto una politica sociale e di rilanco economico forte.


Penso che l'abolizione del senato (mio personale parere e non la riforma in discussione) accelerando l'iter delle leggi, sia interesse di tutti.
Perché non dovrebbe interessare un normale cittadino?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda franz il 19/06/2014, 16:58

pianogrande ha scritto:Penso che l'abolizione del senato (mio personale parere e non la riforma in discussione) accelerando l'iter delle leggi, sia interesse di tutti.
Perché non dovrebbe interessare un normale cittadino?

Questo non è in discussione. Sul fatto che il senato di domani avrà meno compiti e poteri (per esempio non darà la fiducia e la sfiducia) mi pare ci sia un certo consenso politico (non so nel paese). Qui la questione di lana caprina è se il senato, indipendentemente dai poteri, debba essere nominato da comuni o regioni oppure eleltto dai cittadini (ora è praticamente nominato dal partiti, ma il porcellum è incostitituzionale).

Per quanto riguarda l'interesse di cittadini sulle leggi, ritengo (anche io "mio personale parere") che la rapidità dell'iter non sia una cosa per cui tutti i cittadini sbavano. Piuttosto auspicano leggi chiare, comprensibili, poche (ne fanno troppe, cambiano ogni giorno) e quindi caso mai piu' lentamente operano e meglio è per tutti noi. metterei anche un numero massimo di leggi, tipo 100 all'anno. Che ne facciano poche ma buone e che ci mettano pure il tempo che ci vuole. E se ci sono leggi che sono ritenute sbagliate, i cittadini possano votarle prima che vadano in vigore (cosa diversa da abrogarle dopo).
Ultima modifica di franz il 19/06/2014, 17:54, modificato 1 volta in totale.
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda ranvit il 19/06/2014, 17:26

Ai cittadini (la gente...) interessa che la si smetta di perdere ancora tempo e che si chiuda in fretta questo capitolo delle riforme; per passare alla soluzione dei problemi del quotidiano.
Certo che chi non ha problemi economici puo' anche pensare e filosofeggiare sul sesso degli angeli...
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda flaviomob il 20/06/2014, 0:51

No, ne' fico secco ne' minchia... per adeguarci alla diaspora da SEL, dobbiamo utilizzare un termine conguente.

Alle gente non gliene fotte una FAVA! :lol:

Parlando seriamente, ciò che ingolfa entrambi i rami del parlamento è la pioggia di decreti legge che il governo emana, abusando di uno strumento che andrebbe usato solo in condizioni eccezionali e circoscritte all'emergenza. Il resto è demagogia: considerando che pochi paesi hanno leggi numerose e prolisse come quelle italiane, forse il parlamento lavora pure troppo...


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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda Iafran il 22/06/2014, 18:47

Certo che deve essere stata una bella doccia fredda, per coloro che si entusiasmano per i "valori" dei nostri (in campo politico e, naturalmente, in quello calcistico), assistere alle risate "delle Merkel e dei Sarkozy" del mondo sulle "prodezze" dei nostri super-eroi.
Questi "italiani", che non si rapportano mai a ciò che "bolle fuori della pentola-Italia", penseranno che con "il portierone, il regista, superMario e la squadra più forte del mondo" non ci deve essere più religione se si perde (la partita e la faccia) con la squadra del Costarica!
Chissà se riusciranno a pensare che "è sbagliato ritenersi l'ombelico del mondo e che dovremmo, da italiani, metterci in discussione, magari coltivando progetti meno superficiali, appariscenti e momentanei, ma di più lunga durata ..."
Certamente, per progettare il futuro (dallo stato in cui siamo) servono analisi politiche serie, buona volontà ma soprattutto autocritica ...
Qualcuno obietterà che "... non possiamo perdere tempo a discutere del sesso degli angeli quando c'è l'occasione propizia per noi ("noi" chi, poi?); che bisogna essere pragmatici ... cogliere al volo le opportunità che si presentano e ... contrastare i "professoroni", che invitano a non avere fretta ed a riflettere bene sulle proposte e sulle riforme, ma soprattutto a maledire tutti i gufi d'Italia (nemici pubblici principali)!".
Il "pragmatismo" negli uomini politici può essere una virtù e dovrebbe essere conciliabile con la meditazione, ma fermamente inconciliabile con la superstizione: suona strano, infatti, che le idee dei giovani politici, moderni e dinamici (i renziani doc) vengano condizionati da ipotetici ed improbabili "gufi" (per il berlusca, i nemici "rossi" erano più materializzabili!).
Forse bisognerebbe associare all'attuale "uomo-politico-pragmatico-moderno" un cornetto rosso o un qualsiasi amuleto a garanzia della realizzazione dei suoi progetti per la collettività.

Intanto questi nostri giovani politici, promettenti (solo cose già viste), hanno varato il modo per dare più potere ad una casta più ristretta e che Marco Travaglio, su "il fatto Quotidiano" di oggi, chiama "Il Patto di San Vittore" ("Finalmente se ne sono accorti: Piddini, forzisti e leghisti, curvi da mesi sul sacro incunabolo della cosiddetta riforma del Senato, si erano dimenticati di dare l'immunità ai nuovi senatori. Ora hanno provveduto: anche i nuovi inquilini di palazzo Madama, pur non essendo più eletti, non potranno essere né arrestati né perquisiti né intercettati senza il loro assenso preventivo. È l'ultima novità di rilievo dell'ultimo testo partorito dal trust di cervelli formato Boschi-Romano-Calderoli, oltre alla riduzione dei senatori da 148 a 100 (5 nominati dal Quirinale e 95 dalle Regioni di cui 74 fra i consiglieri regionali e 21 fra i sindaci ... (continua)
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Re: Riforme, Mineo sostituito

Messaggioda Iafran il 23/06/2014, 7:48

Una squadra (di governo) con un (tra)cotante regista fatta di giovani e motivati collaboratrici/collaboratori che strapazza il vecchiume dalle sue inamovibili posizioni e che annulla il suo fallimentare e prevedibile gioco (in casa e nella bottega) alla fin fine ... porta risultati (politici) che il suo avversario brianzolo (pari in tracotanza) si sognava ogni notte di realizzare per sé e per la sua squadra.
La nuova impronta l'aspettavamo su campi inusuali, che dovevano neutralizzare il gioco scorretto degli avversari (conflitto d'interessi, falso in bilancio, prescrizione dei processi, voto di scambio, costo della politica, liste bloccate, etc. ) ma quella "toscana" ha suggellato meglio il ruolo della casta: maggiori poteri, minori valori democratici ai cittadini, impunità e, forse forse, "presidenzialismo".
I tifosi fiorentini o si entusiasmeranno maggiormente o prenderanno in considerazione un'altra squadra per i prossimi anni.
. . . . . . . .

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06 ... o/1035950/

Immunità Senato, a pensar male si fa peccato di Amalia Signorelli

… e dunque non penseremo che tutta la manfrina per la riforma del Senato avesse come principale obbiettivo il ripristino della cosiddetta immunità parlamentare.
Non lo penseremo. Troppo ci brucia ancora aver visto il Parlamento italiano votare che era credibile che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Mubarak. Non vogliamo neppure pensare che possa succedere di nuovo qualcosa di simile. L’immunità servirà per salvaguardare i politici onesti e coraggiosi che non devono correre rischi solo perché hanno opinioni diverse da quelle della maggioranza del Parlamento o del paese. E chi sta leggendo e sogghigna vuol dire che non ha fiducia nella democrazia.
Certo, lo ammetto: sarebbe più facile anche per me avere fiducia se, invece di tanta fretta per il Senato, avessimo assistito alla messa in cantiere di una legge sul conflitto di interessi, di un’altra che sanzionasse in modo serio il falso in bilancio, di una che allungasse i tempi della prescrizione dei processi, di una che vietasse tassativamente i doppi e tripli incarichi e l’esercizio di attività professionali se si è parlamentari. Non è tutto quello che vorrei, ma già la mia fiducia si rafforzerebbe.
Certo, lo ammetto: un paese in cui scoppiano a breve distanza due scandali (ma è adeguato chiamarli solo scandali?) come quelli dell’Expo e del Mose, non offre molte ragioni per essere fiduciosi, positivi. Personalmente trovo particolarmente avvilenti gli aspetti culturali delle due faccende:
- non abbiamo visto scoppi di indignazione adeguati alla gravità dei fatti;
- la corruzione nella società italiana si trova a tutti i livelli e in tutti gli ambienti della vita sociale, forse è per questo che c’è così poca indignazione: non ci si indigna con chi fa le stesse cose che facciamo noi;
- infine, proprio mentre l’espressione ‘metterci la faccia’ imperversa nei discorsi, nei proclami, negli annunci, si ha la prova empirica che la classe dirigente italiana ha completamente perso la faccia. Non ci si vergogna di nulla. A quanto pare, nessuno ha più una reputazione da difendere, una estraneità ai fatti da conclamare, un rispetto da pretendere. Anche noi dovremo farcene una ragione: tra coloro che ci governano e coloro che ci amministrano c’è un’alta percentuale di ladri, imbroglioni, bugiardi, truffatori e prevaricatori, i quali considerano se stessi dei ‘dritti’ ovvero delle persone molto abili e furbe. Giudizio condiviso dai milioni di italiani che li votano e li ammirano.
Una società dove il fattore reputazione non gioca più alcun ruolo non è una società facile da governare. Le leggi e le regole si rispettano per uno dei seguenti motivi: o si è interiorizzato un principio morale così robusto che non ammette deroghe, ed è un caso abbastanza raro in questo paese; o si tiene molto alla propria reputazione, a “quello che dirà la gente”, perché una cattiva reputazione è socialmente dannosa o molto dannosa; o si rispettano per coercizione e per paura. Ma quest’ultima possibilità si vanifica quando si scopre che sono corruttibili anche coloro che dovrebbero controllare. Almeno alcuni e non dei meno importanti. E allora?
Per completare il ‘pacchetto’ di quello che mi aiuterebbe a avere più fiducia, c’è anche la questione della presunzione di innocenza. E’ un dispositivo che dovrebbe garantire all’indagato, all’inquisito, all’imputato il massimo della possibilità di difesa, mettendolo al riparo da pre-giudizi negativi degli inquirenti, dei giudicanti, della stessa opinione pubblica. Ma presunzione di innocenza non è dichiarazione di innocenza. Se sei per qualche ragione inquisito, ancorché presunto innocente, sarebbe opportuno che tu abbandonassi qualsiasi incarico pubblico la cui natura sia tale
-da presupporre un rapporto di fiducia tra te e i cittadini;
- da poter per sua natura interferire con le indagini
Insomma mi darebbe una grande fiducia una legge che, senza alcun intento persecutorio ma solo per garantire i cittadini, escludesse o sospendesse da qualsiasi incarico pubblico chi è indagato, inquisito, imputato. Salvo reintegrarlo con tutti gli onori il giorno in cui la sua innocenza fosse dimostrata.
E come chiusura, un saluto alla Ministra Boschi e a tutti quelli che condividono con lei l’idea che se uno si becca qualche milione di voti è perciò redento, ripulito, degno di far parte di qualsiasi consesso. Ministra, mi meraviglio di Lei, che certe cose dovrebbe saperle: ma lo sa come si costruisce il consenso nell’età della comunicazione di massa? Sa qualcosa sui processi di identificazione e di feticizzazione che può mettere in moto chi controlla la televisione?
Forse il più grave ritardo culturale del Paese sta proprio qui: abbiamo i media ma non abbiamo fatto i conti, almeno sul piano istituzionale, con l’esistenza dei media.
P.S. E per favore: l’ultima frase non è una invocazione alla censura!
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