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Direzione PD: Renzi al governo!

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Direzione PD: Renzi al governo!

Messaggioda pianogrande il 15/02/2014, 23:42

Cominciamo a distinguere tra rappresentanza e presenza nel governo.
Io sarei d'accordo anche con una legge elettorale senza sbarramento ma con ballottaggio che garantisca la governabilità.
Altri Mastella non ce ne possiamo permettere.
Ricatti o si fa come dico io (con l'1,17 %) o cade il governo non ce ne possiamo più permettere.
Si fa il primo turno, si va al ballottaggio, viene fuori subito chi governa, si fa un meccanismo di resti/seggi che dia rappresentanza ai piccoli in modo proporzionale ai voti presi al primo turno.
Intanto, il paese ha un governo stabile.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Direzione PD: Renzi al governo!

Messaggioda Iafran il 15/02/2014, 23:47

Le ragioni di quelli che "non ci stanno bene" alle larghe intese degli ... "intenditori" nati (per gli interessi personali).
. . . . . .

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02 ... ro/882313/

Governo Renzi, perché ho votato contro di Elly Schlein

Giovedì 13 febbraio la direzione nazionale Pd ha deciso di mandare a casa Enrico Letta e di formare un nuovo governo che sia guidato da Matteo Renzi e che, a maggioranza invariata, faccia le riforme ponendosi come orizzonte temporale il 2018. Il documento è stato approvato con 136 voti favorevoli e 16 voti contrari. Uno dei contrari era il mio, e ne ho spiegato le ragioni nel mio intervento. Il segretario Renzi può pure avere le migliori intenzioni, ma chi come noi ha occupato le sedi contro le larghe intese, ad aprile scorso, non può non rimanere perplesso. Perché il problema non è il nome del Premier, ma questa maggioranza. In moltissimi dopo i 16 voti contrari ci hanno inviato messaggi di sostegno, perché condividono le nostre preoccupazioni. Sono arrivati da elettori Pd e da fuori, anche da persone che alle primarie hanno fatto scelte diverse dalla mia, che ho sostenuto Civati. Qualcuno mi ha chiesto il testo dell’intervento, e lo pubblico qui. Per chi preferisse il video, invece, lo trova qui.

“Caro segretario, cari colleghi.
Poco meno di un anno fa, insieme a tanti altri ragazzi in tutta Italia occupammo simbolicamente le sedi del partito e l’assemblea nazionale. Sia chiaro, non lo facevamo per antipatia personale versoEnrico Letta, né Franco Marini. Erano le larghe intese il problema. Questa maggioranza. E non credete che fosse un capriccio; la protesta nasceva dalla netta consapevolezza che non solo stessimo andando in senso esattamente opposto a quanto promesso ai nostri elettori, ma anche che una maggioranza siffatta non sarebbe stata in grado di dare al Paese le risposte e le riforme che disperatamente ci chiede.
Gli ultimi dieci mesi, purtroppo, e nonostante l’impegno profuso da Enrico Letta e dai suoi ministri, e dai nostri parlamentari, ci hanno dimostrato che avevamo ragione e le nostre preoccupazioni erano fondate. Sono mesi in cui è difficile ricordare un’iniziativa forte in cui siamo riusciti a mettere a segno anche uno soltanto dei famosi “8 punti” di Bersani. La risposta alla crisi non è arrivata, né su corruzione e conflitto di interessi è stato possibile fare alcunché, gli investimenti in tema di ambiente e cultura, edilizia scolastica, ancora non si vedono, nessun passo avanti sui diritti e lo ius soli. È un governo che rischia di essere ricordato per l’imbarazzo sui casi Alfano e Cancellieri, per una decisione difficilmente comprensibile sull’Imu, per il decreto Bankitalia.
Quando avremmo potuto da subito, prima con la mozione Giachetti, poi appena dopo la sentenza e le motivazioni della Consulta a dicembre, quando in Parlamento sembravano esserci le condizioni per un ritorno al Mattarellum rivisto e migliorato, cogliere la palla al balzo e dare al Paese la nuova legge elettorale che aspetta da anni.
Oggi ci si propone di mantenere lo schema invariato. Chi prima diceva “mai più larghe intese” e “con Matteo si vince” ora nel dubbio preferisce rinunciare a giocare. Chi prima diceva “alle primarie si vota il segretario, un premier l’abbiamo già” e “no al partito come trampolino”, ora inspiegabilmente spinge il segretario a fare il premier senza passare per le urne.
Ma siamo proprio sicuri che sia questo che ci chiedono i cittadini? Nel dire continuamente che il Paese non è pronto per votare, c’è un sotteso elitarismo, un paternalismo che mal si addice ad un partito che sin nel nome è, e dovrebbe essere, DEMOCRATICO.
Da fuori ci guardano, e stentano a capirci. La nuova politica rischia di assomigliare terribilmente a quella vecchia, se si rassegna a consegnare le riforme ad operazioni di palazzo, anziché farle crescere e maturare nel confronto aperto con i cittadini e con le altre forze politiche nel contesto del dibattito elettorale. Non è forse questo che dovrebbe fare un grande partito democratico? Non calare le riforme dall’alto, bensì farle vivere tra la gente, condividerle e discuterle, costruire cultura politica?
Al nostro segretario Matteo Renzi, che alle primarie non ho votato, riconosco la grande capacità di parlare agli elettori dentro e fuori dal Pd. A chi è lì sul margine che ci guarda con curiosità e interesse. Ma questa è un’abilità che si può misurare soltanto in una campagna elettorale, dove il candidato premier, con l’aiuto di tutti noi, può far crescere quel consenso popolare e ottenere quella legittimazione che SOLA può garantire un governo stabile, sereno, forte e duraturo per fare le riforme. Le altre strade mi vedono contraria. Diffido da chi le suggerisce per paura di non tornare in Parlamento, diffido ancora di più da chi, forse, ha la recondita speranza che il segretario si bruci anzitempo. Perché se si brucia il segretario, cari colleghi, si brucia il Pd. E se si brucia il Pd è a rischio anche la tenuta del Paese.
Quindi, e concludo, la preoccupazione nasce dal fatto che, pur con le migliori intenzioni, a maggioranza invariata mi pare folle pensare di poter fare qualcosa di più e meglio di quanto abbiamo visto in questi mesi. Non basta l’eventuale assenza di Berlusconi, a meno che non siamo così sprovveduti da pensare che negli ultimi vent’anni l’unico problema del centrodestra fosse il suo leader. Mi chiedo come il segretario Renzi pensi di poter portare avanti il cambiamento che abbiamo promesso, con gli stessi soggetti. Come pensa di poter parlare di contratto unico e di unioni civili, di revisione della Bossi-Fini, e di affrontare le piaghe sociali della corruzione, dell’evasione fiscale e del conflitto di interessi, con chi a queste battaglie si è sempre posto comprensibilmente come ostacolo.
Così, come quando occupavamo allora, la preoccupazione rimane. E rimane per questo schema, da cui invece dovremmo uscire quanto prima con soluzioni nuove , da sottoporre al vaglio dei cittadini. Con una nuova legge elettorale che non sia vincolata a lunghi processi di riforma costituzionale, e restituendo quanto prima, con coraggio e convinzione di avere le proposte migliori da offrire, la parola ai nostri cittadini. Io non credo che quella indicata dal segretario Renzi sia la “strada meno battuta.” Un suo concittadino, Tiziano Terzani, diceva una cosa molto saggia: “Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c’è speranza. “
Ecco, invito tutti a non considerare la strada in discesa, la scorciatoia, ma a scegliere insieme a tutto il Pd quella in salita, di approvare in fretta una nuova legge elettorale ed andare al voto, per ricostruire la speranza per l’Italia.”
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Re: Direzione PD: Renzi al governo!

Messaggioda flaviomob il 20/02/2014, 21:22


Matteo Renzi, anatomia di un capo


Il 'rottamatore' ha lottato coi vecchi prìncipi a viso aperto e ha stravinto, spiazzando tutti. Ma una cosa è conquistare, un'altra è rifondare uno Stato in difficoltà. Per farlo serve una vera squadra di governo, non un seguito di fedeli e nominati. E sono necessarie relazioni non subalterne con i cosiddetti poteri 'forti'

di Massimo Cacciari

Matteo Renzi “figura del futuro”? Difficile prevederlo, ma certo qualcosa di nuovo è successo, qualcosa che attiene alla storia, al carattere, al volto stesso dell’“eroe”. E non importa nulla se questo qualcosa può non piacere affatto (come non piace al sottoscritto) o addirittura dare scandalo. Anche gli scandali è necessario che avvengano.

È certo, anzitutto, che l’irresistibile ascesa di Renzi mai sarebbe potuta avvenire senza lo stupefacente cupio dissolvi messo in scena dall’anno mirabile ’89 in poi dalla cosidetta sinistra italiana e dal gruppo dirigente del Pd nell’ultima fase. Ma si tratta solo di un rex destruens? Alcune qualità dimostrate dal nostro fanno sperare che no. Intanto, al potere ci è andato senza l’aiuto di “armi straniere”; ha lottato coi vecchi prìncipi a viso aperto e ha stravinto. Ne ha sfruttato impietosamente amletismi, lotte intestine, fallimenti. Di contro a un ethos politico soffocato nell’arte del rimando, della mezza misura, del galleggiare, ha messo in campo una spregiudicatezza decisionistica, un gusto per la sfida e l’arrischio, che ha sorpreso e spiazzato tutti (me compreso).

Doti essenziali dell’animale politico: smisurata ambizione, volontà di potere, capacità di afferrare per il ciuffo l’Occasio quando passa, senza riflettere troppo sulle conseguenze: pensare frena, se non arresta – legge ben nota. Fare o non fare, questo il dilemma – essere o non essere è “filosofia”.

Non importa se l’uomo della sacralità delle primarie va al governo more prima repubblica; non importa se una settimana prima dichiarava di non essere interessato né a staffette né a rimpasti; non importa se ha finto primarie per la segreteria di un partito all’unico fine di giungere alla premiership. La maschera fa parte del gioco politico e anche l’inganno qui è elemento dell’“arte”. Avrebbe potuto attendere ancora? Necessario, allora, allearsi a Letta. E rimandare tutto a quando? Mentre la grande occasione passava: governo debolissimo, opposizione groggy nel Pd, Paese che sembra invocare un Capo dalle Alpi al Lilibeo.

Ammirevole soprattutto l’uno-due formidabile inflitto alla minoranza Pd: senza darle neppure il tempo di riflettere sulla propria catastrofe alle primarie, la costringe a defenestrare Letta e farsi votare la fiducia! Rovesciando le stesse palesi aspettative di Napolitano! Sì, qui qualcosa ha rotto tradizioni e costumi del politichese nostrano. I paralleli con personaggi e situazioni passate non reggono. Solo alcuni tratti della retorica avvicinano Renzi a Berlusconi, ma Berlusconi non è mai stato un “politico di professione”; catapultato al governo dallo sciagurato duetto Occhetto-Segni, ha trasformato in partito Mediaset mescolandolo a quarte file di Psi e Dc e “compromettendolo” ora con Lega, ora con ex-Msi.

Al di là delle apparenze Berlusconi è stato sempre un uomo di mediazioni, un prodotto della prima Repubblica nel suo stadio senile. Renzi no: il partito se l’è conquistato dall’interno e non pare ora disposto a fare molti prigionieri. Un po’ come Craxi. La sua linea e il suo stesso carattere esigono che tenti di combinare un partito a sua immagine e somiglianza. D’altra parte quello di prima neppure era nato. Ancor meno vale il parallelo con il D’Alema al governo. Prodi non era del partito di D’Alema, né erano stati i Democratici di Sinistra a farlo cadere. La novitas di un segretario di partito che sfiducia apertamente il governo retto da un proprio rappresentante, senza la benchè minima “condivisione” da parte di quest’ultimo (ma neppure, al momento, una vera reazione) è davvero, credo, qualcosa di inedito nella storia politica europea del dopoguerra. Di un D’Alema Renzi ha forse la stessa sfrenata ambizione, ma lo zavorrano meno letture, meno “anni di apprendistato” in campo politico e diplomatico.

D’Alema appartiene all’epoca de: «Il problema è complesso», «la questione è politica». Renzi a quella del linguaggio diretto, ultra-semplificato, ridotto a immagine, proprio dei nuovi media. Rappresentano epoche diverse e antropologicamente incompatibili. È nato un Capo? Le prime virtù di un innovatore Renzi ha mostrato di averle, e di queste si è parlato finora. Per prendere il potere, oltre naturalmente a molta fortuna e alla debolezza altrui, sono necessari “colpo d’occhio”, rapidità di decisione, semplicità e concretezza delle promesse con cui si mobilita il “popolo sovrano”.

Doti di cui nessun altro politico italiano attualmente sembra disporre. Ma che se esistono da sole portano inesorabilmente alla disfatta chi le possiede. Esse infatti inducono naturalmente all’impazienza, alla superbia, a una bulimica sacra fames di comando – insomma, a precipitare. Una cosa è conquistare, altra è costituire uno stato o rifondarlo. Si tratta di due virtù che dovrebbero sempre congiungersi nell’autentica vocazione politica, ma è assai arduo che ciò avvenga.

Per un Paese dissestato, per un sistema inetto a riformarsi come il nostro, il loro accordo sarebbe quanto mai necessario. Possibile anche? Renzi, liquidando Letta, non ha soltanto promesso, ma garantito agli italiani che lui ne sarà capace. Mossa coraggiosa. Aut-aut che liquida gli eterni e-e della politica italiana. Il “carattere” Renzi, o il suo “dèmone”, saranno all’altezza di questo compito, come lo sono stati nel rottamare la nomenklatura di uno psuedo-partito e un governo di esangue compromesso?

Lo sanno che sarà necessaria all’uopo una vera squadra di governo, e non solo un seguito di fedeli e nominati? Lo sanno che governare oggi, nell’epoca del tramonto del potere statuale, significa relazioni forti, ma non subalterne, con poteri che nulla hanno a che spartire con democrazie, primarie e le loro retoriche? Non ci resta che sperarlo.

La speranza è l’ultimo dei mali che ci hanno riservato gli dèi.


http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... o-1.154105


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Re: Direzione PD: Renzi al governo!

Messaggioda pianogrande il 21/02/2014, 10:33

Cacciari fa domande importanti ma non fornisce un minimo di risposte.
Enunciare il problema è sempre utile.
Cacciari, però, neanche enuncia il problema.
Si chiede semplicemente se il problema ci sia oppure no.
Non mi sembra dia un gran contributo, con questo articolo.
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Re: Direzione PD: Renzi al governo!

Messaggioda annalu il 21/02/2014, 14:49

pianogrande ha scritto:Cacciari fa domande importanti ma non fornisce un minimo di risposte.
Enunciare il problema è sempre utile.
Cacciari, però, neanche enuncia il problema.
Si chiede semplicemente se il problema ci sia oppure no.
Non mi sembra dia un gran contributo, con questo articolo.

A me sembra che le risposte Cacciari le dia più che altro a se stesso.
All'inizio la posizione di Cacciari assolutamente critica nei confronti di Renzi, ora anche lui sta diventando possibilista.
Speriamo bene.
annalu
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