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Il partito?Si organizza così

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Il partito?Si organizza così

Messaggioda Robyn il 15/12/2013, 20:51

Nel 2010 il labour aveva appena perso le elezioni col 29 per cento dei voti,la seconda peggior sconfitta della sua storia.A settembre di quell'annoEd Miliband,39 anni,vince le primarie per la leadership del partito.Pochi mesi dopo co9nosce Arnie Graf:<<A dicembre Ed mi ha chiesto di lavorare per il labour.Dopo quella sconfitta avevano bisogno di riorganizzare il partito>>.Graf ci risponde al telefono dal Maryland.E' americano,figlio di operai newyorkesi di origine ebraiche,ed è un community organizer.E' cresciuto alla scuola di Saul Alinsky,che per primo,negli anni Quaranta,ebbe l'idea di aiutare alcune comunità locali a organizzarsi,a unire gli sforzi,per una causa comune,a condividere le competenze,a mettersi in rete per dare più forza alle loro rivendicazioni.E Barack Obama,che alla metà degli anni ottanta lavorò per qualche anno come community organizer,è cresciuto alla scuola di Arnie Graf.<<Il mentore di Obama>>,lo chiamano così.Eppure,prima del 2010,Graf non aveva mai lavorato per un partito.<<Avevo avuto a che fare col get out the vote(la mobilitazione dei potenziali elettori,ndr),ma non sono uno stratega elettorale>>.Risponde con voce pacata,si intuisce l'abitudine a raccontare cinquant'anni di lavoro paziente.<<Quando sono arrivato in Gran Bretagna-qualche mese dopo aver conosciuto Ed,nell'estate del 2011,molti nel labour si chiedevano cosa c'entrasse il mio lavoro con loro,col partito e con le elezioni.Si chiedevano se non fossi la persona sbagliata>>.Gaf comincia a girare per il paese.Incontra gli attivisti del partito,i dirigenti locali,<<ma non solo>>.Organizza incontri col mondo del volontariato,delle associazioni,delle cooperative.<<In due mesi ho incontrato più di mille persone,individualmente o in gruppi.Molti non avevano votato per altri partiti>>.All'inizio si limita a conversare.<<Le domande erano semplici:quali erano le loro condizioni di vita,le loro aspirazioni,le loro preoccupazioni.E in che modo la politica aveva a che fare con la loro vita.Senza tirare in ballo la linea del partito:si trattava solo di ascoltare.Ho fatto il lavoro dell'organizer,e non è stato semplice far capire che di quello si trattava,non di una qualche consulenza strapagata:il mio compito non era chiacchierare per un paio d'ore per poi compilare un rapporto>>.Lo scetticismo del "guru americano",spedito in giro per le sezioni dal nuovo leader di partito,comincia a dissolversi.<<Credo che a quel punto abbiano iniziato a capire il senso di quello che stavamo provando a fare:aprire il partito e ri-connetterlo con le comunità locali,la società civile.Quei legami si erano persi col tempo:l'attività del partito sul territorio,anche nel porta a porta,ormai si limitava all'identificazione dei potenziali elettori e alla mobilitazione elettorale.Ma in questo modo il numero di persone disposte a bussare a una porta si è assottigliato sempre di più.E l'età media si è alzata.Meno attivisti,meno elettori:un gruppo sempre più ristretto di persone,incaricato di tampinare un'altro gruppo sempre più ristretto di persone>>.E' a quel punto che il suo lavoro è entrato nel vivo.<<Insieme agli attivisti abbiamo fatto molto porta a porta.Li ho ascoltati parlare con chi apriva la porta,altre volte ero io a parlare.Ho cercato di capire quali fossero le loro frustazioni di attivisti.Poi abbiamo cominciato con le sessioni di training per gli organizer e i quadri di partito.Alla fine del 2012 Ed mi ha detto che era molto contento di come stava andando,e mi ha chiesto di trasferirmi nel Regno Unito.La mia famiglia è qui negli Stati Uniti e abbiamo trovato un compromesso:tutto quest'anno ho trascorso un mese qui e uno in Gran Bretagna.In che modo il community organizer è entrato nella vita del labour?Abbiamo cominciato con la "mappatura" delle comunità,per capire chi sono i leader naturali di ciascun gruppo,le persone che una comunità locale rispetta,o a cui si rivolge.Con chi deve parlare un consigliere comunale laburista per organizzare una campagna o una mobilitazione locale?In troppi casi noi,il labour,la nostra leadership locale non aveva nessuna conoscenza della sua comunità,del suo territorio.Abbiamo iniziato allora a organizzare incontri per "fare" cose,per discutere delle priorità.Douglas Alexander,che è stato incaricato di coordinare le strategie per la campagna elettorale,ha preparato un programma in pochi punti sù come si dovrebbe svolgere il lavoro degli attivisti del partito:uno dei punti è che almeno il 20 per cento dell'orario di lavoro va impiegato in quest'attività di community organizing,o capacity building(sviluppo delle competenze,ndr).E le strutture di partito come hanno reagito?A cambiare l'attidutine di una struttura così antica penso che ci vorrà parecchio tempo.Ho incontrato qualche resistenza con alcuni dirigenti.Ma ho trascorso gran parte del tempo lontano da Londra,almeno tre settimane su quattro.Abbiamo cominciato sempre con piccoli gruppi,poi con incontri più grandi che hanno portato a diverse campagne di portata locale.Alcune di queste hanno poi assunto una portata nazionale.Ad esempio quella per congelare il prezzo delle bollette.E' uno dei punti principali del nuovo programma laburista...E' nato così,dal basso?Sì,era un tema ricorrente in tutti gli incontri che facevamo.Icontravi un preside di scuola e subito ti diceva che l'impennata dei prezzi del gas e dell'elettricità stava diventando un problema.Ne sentivamo parlare di continuo e il partito se n'è accorto.A quel punto il labour ha provato a verificare la questione con dei focus group specifici,e ogni volta fermare l'impennata dei prezzi delle bollette risultava la seconda o la terza priorità dei partecipanti.Abbiamo lanciato alcune campagne locali,coinvolgendo i sindacati,le Chiese,le ong,sempre con un ottimo successo.Poi nel settembre scorso,al congresso del partito,Ed ha riunito questo ed altri temi sotto un'unica voce:quella del costo della vita per lo "SQUEEZED MIDDLE" il ceto medo tartassato.Le diverse campagne locali si sono fuse in un'unico capitolo del programma elettorale del partito.Molti hanno iniziato a sentirsi"sostenitori laburisti" propro a partire da proposte molto concrete:ehi-ci-dicono-questa gente fa prposte concrete che mi riguardano.Lei era una persona spedita da Ed Milliband per mettere sotto sopra il labour.I dirigenti locali non si sono sentiti scavalcati?Ho incontrato molti scettici.Ma non ci vuole molto a capire che se la vita di un partito a livello locale si riduce ad una riunione al mese-e in quella riunione il più giovane ha la mia età,settant'anni-allora il partito non ha davanti a sè un futuro molto luminoso.Il mio compito era "aprire" il partito fin dalle sue strutture locali.Il numero degli iscritti negli ultimi anni è precipitato.La gente non rinnova la tessera,non crede più nella funzione dei partiti.Anche tra gli ex militanti si sente dire:tanto sono tutti uguali,rubano,mentono,come si fà a fidarsi?Il mesaggio che ho cercato di trasmettere negli incontri con la base è stato:smettiamola di parlarci solo tra di noi.E quando parliamo con gli elettori,il punto non è"vendergli il partito".Conquistare un voto.Bisogna ascoltare quello che hanno da dire.Se busso ad una porta e dico:"Ho la soluzione per i tuoi problemi",ormai non mi crede più nessuno.Durante l'ultima campagna elettorale per le amministrative si è visto Ed Milliband che teneva dei mini-comizi elettorali agli angoli delle strade,in piedi sù una cassetta di legno,rispondendo alle domande dei passanti.E' parte di questa strategia?Certo che sì.Stare dove stà la gente,non solo nelle riunioni di partito.Non ha senso pensare che solo i grandi discorsi programmatici cattureranno l'attenzione degli elettori.In tempi in cui si sente tanto parlare di populismo,vedere un leader di partito scendere in strada con un megafono fa una certa impressione...Penso che la chiave sia accettare di parlare con le persone,una per una.Lo Ukip-il partito anti-europeista britannico-per molti aspetti è razzista.Ma quando si parla con i suoi elettori,nella stragrande maggioranza dei casi non si trova neppure l'ombra del razzismo.E' gente che ha perso il controllo della propria vita,che è arrabbiata-e sappiamo che storicamente,quando succede questa cosa la vittima designata è sempre il più debole.Quando qualcuno mi dice:"Gli immigrati ci rubano i posti di lavoro",in genere basta conversare un pò per capire che il problema è un'altro.La caduta degli investimenti,la chiusura delle fabbriche.Ma sinistra siamo abituati a parlare alla gente,non a parlare con la gente.Siamo pieni di pregiudizi sugli operai che votano a destra:pensiamo che in fondo non abbiano capito nulla,altrimenti voterebbero per noi.Pretendiamo di insegnargli cosa è più giusto per loro.Abbiamo smesso di parlare con le persone,è tutto qui
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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