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Renzi: pronto a guidare il PD

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda Robyn il 16/10/2013, 11:49

sù amnstia e indulto si può fare una cosa simbolica è più il gesto simbolico che conta che non la quantità e il numero dei reati che interessa questo provvedimento.La parte grande viene dalle pene alternative dalla depenalizzione dei reati etc
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda franz il 16/10/2013, 13:57

Qualcuno è d'accordo con me (vedere parte evidenziata)


Giordano (Pd) "Sono d'accordo con Renzi, amnistia ed indulto sono provvedimenti inutili e poco seri"

"Sono palliativi che non curano il male, sono i classici rimedi all’italiana che certificano l’incapacità atavica del Parlamento di fare le riforme che servono al Paese - ha detto - E voler strumentalizzare le parole di Renzi in chiave di congresso del PD è veramente fuori luogo".


"Non è solo una questione di legalità e coerenza, è soprattutto una valutazione negativa sulla reale efficacia di provvedimenti come l’amnistia e l’indulto". Si allarga anche in provincia di Imperia la discussione nazionale sull'amnistia e sull'indulto. Ad esprimere la sua opinione, in linea con quella del sindaco di Firenze Matteo Renzi, è il capogruppo del Partito Democratico in consiglio provinciale Riccardo Giordano.

"Sono palliativi che non curano il male - ha detto - sono i classici rimedi all’italiana che certificano l’incapacità atavica del Parlamento di fare le riforme che servono al Paese. Se non si interviene alla base del problema tra quatto o cinque anni la situazione non sarà migliorata".

"Il problema non è aprire le finestre delle carceri per fare uscire i detenuti, il problema è come si chiudono le porte all’esterno per certe tipologie di illeciti e risolvere organicamente il problema dell’affollamento delle carceri. Renzi ha ragione a rompere quel muro di ipocrisia e di falso umanitarismo che si è formato tra soggetti che storcono il naso ma poi non hanno il coraggio di schierarsi per non apparire politicamente scorretti."

"E voler strumentalizzare le parole di Renzi in chiave di congresso del PD è veramente fuori luogo - specifica Riccardo Giordano - Come può il nostro partito che da sempre è fermamente contrario ai condoni edilizi e alle sanatorie fiscali approvare un provvedimento di amnistia ed indulto? Che giustizia c’è anche nei confronti dei detenuti che hanno scontato la pena dal primo all’ultimo giorno?"

"Qui si parla di regole dell’amministrazione della giustizia, si parla di uguali diritti e doveri dei cittadini di fronte alla legge, non si parla di umana misericordia. Questa logica della legislazione d’emergenza deve finire e per mettere mano ad una riforma seria della giustizia e della detenzione carceraria l’unica cosa che proprio non si deve fare è varare provvedimenti come questi. Dobbiamo invece pretendere che il Governo, con tutti i Saggi che ha a disposizione, vari una vera riforma e ponga la fiducia in Parlamento. Nei Paesi seri - ha concluso - si fa così".


http://www.sanremonews.it/2013/10/15/le ... l5-oFM375k
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la democrazia ha un'anima

Messaggioda Robyn il 16/10/2013, 20:09

Invece io rimango d'accordo sù amnstia e indulto anche se adesso non ci sono le premesse e magari sarebbe bene che qualcuno si facesse sentire.La sinistra in europa è più garantista in Italia le cose sono capovolte.La legalità non è un concetto di sinistra la legalità è legalità e basta.Poi non si possono diffondere allarmismi e false paure.Ma poi cosa significa i palliativi?la riforma della giustizia và fatta ed eventualmente amnstia e indulto possono essere a complemento di una democrazia che non guarda dogmaticamente le cose.La colpa ricadrà sù chi si è opposto ma non parlo di Renzi ma dei cinque stelle,la pitonessa,Giordano,i falchi.La democrazia ha un'anima il rischio da evitare è che la democrazia sia senza anima--Il bipolarismo mite presuppone un'anima--
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda pianogrande il 17/10/2013, 9:20

Giusto Robyn.
Amnistia e indulto sono un gesto mooolto simbolico.
Il PD, su questa materia, sta facendo l'ennesima figura da cesso per la complicità (fatta di non evidente reazione - Renzi compreso) con la vergogna italiana di un Berlusconi ancora a piede libero e non ancora decaduto da senatore a due mesi e mezzo dalla condanna definitiva.

Amnistia di fatto già operante.
Il resto sono chiacchiere (Renzi compreso, ahimé).

Certezza della pena?
Legge uguale per tutti?
Balle!
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda Robyn il 17/10/2013, 12:44

Grillo sarà il paladino del carcere
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda cardif il 17/10/2013, 15:16

Anche su questo argomento c'è stato un balzo di visite dalle 864 di ieri alle 1378 (!!!) di ora. Ammazzate ho!

Anche Renzi è in parte d'accordo con me: "amnistia ed indulto sono provvedimenti poco seri". E' più serio fare prima gli altri interventi indicati dal PdR ai punti A e B, che si continuano ad omettere, non so perché.
"voler strumentalizzare le parole di Renzi in chiave di congresso del PD è veramente fuori luogo". Questa non l'ho capita: Renzi parlava a Bari nella sua campagna per la segreteria del PD quando ha detto che parlare di amnistia (sorvolando sugli altri interventi) è un autogol (ma chi ne parla? lui! ed è errore di chi? del Pd? E dove risulta che il PD è per l'amnistia? Forse nell'interpretazione di Grillo del messaggio di Napolitano? Boh)
Ovviamente non so a che serve fare il gochino: Tizio ha parlato a favore di Renzi. Potrei citare Caio, che lo critica.
Per esempio Zanonato, che dice: "Renzi ragiona piu' o meno come Grillo. Si chiede 'mi conviene o no, prendo piu' o meno voti', fa il bilancio: 'ne perdo il 10 ne prendo il 15, 5 in piu' sono contro". Secondo Zanonato è 'entro' luogo la strumentalizzazione dell'argomento indulto da parte di Renzi ai fini della propria campagna a segretario.
Poi ognuno valuti come crede.
Io qua espongo le mie idee, non quelle degli altri. E le sostengo con i miei ragionamenti. Se si ritiene che sono sbagliati e me lo si dimostra, posso migliorare. Io espongo solo; mica voglio convincere qualcuno.

Che posso dire: che l'articolo proposto è la conferma che si parla solo di amnistia e indulto, come se il PdR avesse chiesto al Parlamento di occuparsi solo di questi interventi. E' la conferma che la mia lettura è giusta: l'informazione limita e distorce la portata del messaggio di Napolitano.
Come se non si fosse detto, per esempio, che, depenalizzando (prima) un reato, è necessario (dopo) con un atto di clemenza, far uscire chi già sta dentro per quel reato depenalizzato. Ma al solo fine di ridurre il sovraffollamento causa di sofferenza, che è l'argomento principe; ma di questo (sofferenza) anche qua non si parla. Si parla della strumentalizzazione di questo argomento a fini propagandistici.

E posso dire pure che se Renzi, che ha il 45% del gradimento dell'elettorato PD, diventa segretario perché l'altro 55% non converge su un solo nome, continuerò a votare PD. Almeno finché saprò che cosa è il PD.
A me piace Renzi quando dice: "l’Italia non è un paese finito, può vincere insieme al PD" Un po' meno quando dice "bisogna rifondare il PD" o: "La mia candidatura è l’unica che può scardinare il sistema". E' su 'rifondare' e 'scardinare' che ho dei dubbi: non si sa mai come va a finire. Ma penso che non sia un problema per nessuno. Nessuno ritiene che bisogna per forza parlar bene di Renzi e male di Napolitano, penso. O almeno spero.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda franz il 18/10/2013, 11:05

L’intervista: PARLA Il sindaco
Renzi: adesso voglio una rivoluzione capillare
Tutti cambino, anche l'establishment finanziario

«Non attacco il governo, dico ciò che serve all'Italia in futuro»

FIRENZE -Sindaco Renzi, come trova la legge di Stabilità?
«Il Pd ha un segretario, si chiama Epifani; è giusto che la commenti lui. Chi pensa che da qui alle primarie io faccia il controcanto al Pd, o peggio al governo, si sbaglia. Dobbiamo parlare dell’Italia dei prossimi dieci anni, non della contingenza».

Ma la contingenza è decisiva: tutti i Paesi stanno rialzando la testa dalla crisi, tranne il nostro.
«Credo che ci sia bisogno di una svolta radicale. Una rivoluzione capillare che non passa dalla legge di Stabilità, ma dalla riconsiderazione del sistema italiano. Lo sostengo da tempo. Ho un unico rammarico: non aver spiegato a sufficienza che la rottamazione non è solo il sacrosanto ricambio generazionale. Quello di cui l’Italia ha bisogno non è cambiare tutto, ma cambiare tutti. Ognuno nella sua testa dovrebbe cambiare un pezzettino. Anche l’establishment economico e finanziario, che ha colpe forse non più gravi di quelle dei politici, ma ha fatto perdere tempo e occasioni all’Italia».

Per una svolta radicale servono soldi che non ci sono. O dobbiamo chiedere all’Europa di sforare il tabù del 3%?
«Il 3% è anacronistico. L’Europa deve cambiare; non per l’Italia, per se stessa. Ma prima di chiedere all’Europa di cambiare, dobbiamo fare in casa le riforme che rinviamo da troppo tempo. La formula per risolvere la crisi italiana non è un algoritmo complicato; è la semplicità. Semplificare la burocrazia, il fisco, la giustizia, le norme sul lavoro. Perché non possiamo avere le stesse norme sul lavoro della Germania?».

Semplificare il fisco? Il Pd è considerato il partito delle tasse.
«Mi trova lei un altro sindaco che in piena crisi abbia abbassato l’Irpef?».
Dello 0,1%...
«Dallo 0,3% allo 0,2%, il 33% in meno. Per il Comune, milioni di euro in meno di entrate. Ma è importante il messaggio: la sinistra non può essere considerata il partito delle tasse. Durante la scorsa campagna per le primarie avevo proposto un intervento sul cuneo fiscale da 21-22 miliardi, per cui un signore che guadagna 2 mila euro al mese se ne sarebbe ritrovati in busta paga cento in più».

Come li prende i soldi? Ai pensionati?
«Io parlo delle pensioni d’oro. C’è chi prende 5 o 10 mila euro al mese. Sulla parte retributiva della sua pensione - che di fatto costituisce un regalo dello Stato - è legittimo chiedere un contributo. Per non parlare di alcune reversibilità. E dei tagli alla spesa pubblica, che vanno fatti, individuando i settori su cui intervenire. Oggi faccio un passo indietro. Quando toccherà a noi, le proposte le faremo in modo chiaro. Di queste cose parlerò in un incontro nelle prossime settimane a Milano» .

Ce lo dica adesso: quale sarebbe la sua politica economica?
«Tutto ciò che viene dalla dismissione del patrimonio pubblico va a ridurre il debito. Tutto ciò che viene dal recupero dell’evasione va a ridurre la pressione fiscale. Lo Stato non può intervenire con la logica degli ultimi anni. E ogni riferimento alla Telecom dei capitani coraggiosi e all’Alitalia è puramente voluto. Non possiamo continuare con un modello dirigista, con lo Stato che decide e la Cassa depositi e prestiti che fa da tappabuchi».

Di fronte alla crisi un intervento pubblico è inevitabile, non crede?
«Ma il sistema capitalistico italiano ha responsabilità atroci. Inutile lamentarsi solo della politica; anche le banche hanno le loro colpe da emendare. Ogni euro investito in operazioni di sistema e perduto è un euro tolto alle aziende, alle famiglie, agli artigiani consegnati all’usura che alimenta la criminalità. Il sistema bancario è entrato in mondi da cui dovrebbe uscire. Compresa l’editoria. Posso dirlo?».

Certo .
«Considero positivo che si sia sciolto il patto Rcs. L’Italia è stata gestita da troppi patti di sindacato che erano in realtà pacchi di sindacato. Faccio il tifo per i manager che stanno cambiando il sistema. Deve finire il capitalismo relazionale, in cui spesso lo Stato ha finito per coprire le perdite. L’eccesso di vicinanza tra politici, imprenditori e banche ha creato operazioni sbagliate. E’ assurdo che per salvare un’azienda come Ansaldo Energia si metta mano alla Cassa depositi e prestiti, cioè ai soldi della vecchietta o dell’immigrato, cui viene chiesto a propria insaputa di pagare i giochi spericolati di chi ha fatto impresa con i soldi altrui».

Non è che i politici siano innocenti.
«È per questo che mi candido alla guida del Pd. Per cambiarlo. Non per fare il grillo parlante di quello che fa oggi il governo, ma per costruire un partito nuovo, che non conclude affari con i capitani coraggiosi, che sta in mezzo alla gente. A Civiltà Cattolica che gli chiedeva perché non sia entrato nell’appartamento papale, Francesco ha risposto proprio così: non perché sia troppo lussuoso, ma perché renderebbe più difficile il contatto con la gente».

A proposito di capitani coraggiosi, D’Alema dice che lei, per non logorarsi, logorerà Letta.
«È un giudizio sbagliato. D’Alema è una persona intelligente, ma questa sua qualità non lo mette al riparo da clamorosi errori di giudizio. Nel caso di D’Alema non è il primo, purtroppo per lui. Io ho 38 anni: posso aspettare. Il punto è che l’Italia non può aspettare. Compito di tutti noi che abbiamo responsabilità è dare una mano perché le cose si facciano. A Enrico do volentieri una mano».

Lei aiuta Letta? Dice sul serio?
«La cronaca di questi sei mesi ha smentito chi mi accusava di cospirare. Continuo a non dare alcun alibi a chi mi accusa di voler criticare il governo per anticiparne la fine. Io non attacco il governo. Parlo di quel che serve all’Italia nei prossimi anni. Convinto che l’Italia possa avere un futuro straordinario».

Lei teme che in Parlamento ci sia un accordo per una legge elettorale che perpetui le larghe intese?
«Il Pd farà il congresso e le primarie, con candidati che propongono soluzioni diverse anche per la legge elettorale. Io faccio la mia proposta. Sono per una legge che garantisca l’alternanza, il bipolarismo, e un risultato chiaro. Chi vince le elezioni non potrà mai avere il diritto di dire “non mi hanno fatto lavorare”. No all’inciucione generalizzato: le larghe intese devono essere l’eccezione, non la regola» .

Lei ha chiesto di spostare la discussione sulla legge elettorale dal Senato alla Camera. La Finocchiaro le ha risposto di no.
«Se in Parlamento si forma una maggioranza favorevole a una norma chiara e trasparente, per cui chi vince governa e non si ritorna ad accordicchi nelle segrete stanze, io sono il primo a festeggiare. Ma se si pensa di poter ulteriormente bloccare il Paese con un’operazione da prima Repubblica, senza statisti da prima Repubblica, allora sia chiaro che ci sarà il dissenso non solo mio ma della maggioranza dei senatori del Pd; come la Finocchiaro ha avuto modo di verificare in queste ore in modo riservato. Il Pd è vincolato dalle primarie. Decidono gli elettori che vanno al gazebo, non una senatrice che ha l’unico titolo di essere lì da trent’anni».

Tra le riforme da fare lei cita la giustizia, cara soprattutto alla destra.

«La riforma della giustizia è una priorità per gli italiani, non per la destra. Non so se riuscirà a farla questo Parlamento o il prossimo. So che è indispensabile, dopo 20 anni di provvedimenti ad personam. Non è possibile reggere lo spread tra Italia e Germania, per cui un provvedimento di natura civilistica da loro richiede un anno e da noi 4. Non è possibile ricorrere alla custodia cautelare nella misura di oggi. Non è possibile che i tempi della giustizia amministrativa siano sempre un incognita: se voglio togliere una bancarella dal mercato devo aspettare che si pronunci il Tar, per aprire la caffetteria di Palazzo Vecchio deve attendere due mesi in più per il ricorso sull’appalto... Ormai sugli appalti pubblici lavorano più gli avvocati dei manovali».

Si ricandiderà a sindaco di Firenze, la prossima primavera?
«Se i fiorentini lo vorranno, sì. Non voglio diventare un pezzo di burocrazia romana. Voglio mantenere la freschezza che mi viene dal girare in mezzo alla gente, senza lampeggiante, con la mia bici».

Come può fare entrambe le cose?
«La storia del doppio incarico è ridicola. Il segretario di un partito ha quasi sempre un altro incarico. Bersani era segretario e parlamentare, Epifani è segretario, parlamentare e presidente di commissione. Il segretario del Pdl è ministro dell’Interno, il leader di Sel è presidente di Regione. Martine Aubry era sindaco di Lilla e segretaria del Ps. E poi dipende da cosa deve fare un partito. Se si vuole un Pd tutto centrato su Roma, è logico che il segretario ci passi tutta la settimana. Se, come spero, porteremo alla guida amministratori locali, avremo un Pd molto più snello. Vorrei che il pastone del tg la sera non mi trovasse mentre salgo ed esco dalle stanze di partito, ma mentre inauguro una biblioteca, come ho appena fatto» .

In attesa degli amministratori, arriva la vecchia guardia. Dopo Franceschini si è schierato con lei Latorre. Ma il rinnovamento lo fa o no?
«La stragrande maggioranza di coloro che stavano contro di me continua a stare contro di me; gli altri si contano sulle dita di una mano. Noi dobbiamo andare avanti con tutti. Non credo a un Pd che butta fuori la gente: sono per includere, non per escludere. Perché respingere quelli della vecchia guardia che non ce l’hanno con te? E poi ho un rapporto di stima con Gianni Cuperlo. È una persona perbene, di cui non condivido tutto ma che ascolto con grande piacere. Se vinco le primarie, il giorno dopo lavorerò per allargare».

Non faccia il finto modesto. Tutti sanno che vincerà le primarie.
«Il risultato è tutt’altro che scontato. Un conto è se vota un milione di persone, un conto se ne arriva il doppio. L’8 dicembre, con le feste religiose a Milano, Roma, Palermo, è la peggiore data possibile. Spero di coinvolgere la gente, fin dal prossimo 25 ottobre alla Leopolda, proprio perché la sfida in gioco è decisiva».

Il Pdl si dividerà?
«Non lo so. So che non sopporto quelli che hanno osannato per vent’anni Berlusconi, arrivando a votare che Ruby era la nipote di Mubarak, e ora lo attaccano perché è stato condannato e ha perso il controllo del partito. Passi il dibattito su falchi e colombe, tacchini e pitonesse. Ci risparmino lo spettacolo di iene e avvoltoi».

La sua uscita contro amnistia e indulto, proposti da Napolitano, è stata interpretata anche come un modo per rivendicare l’autonomia della politica dal Quirinale. È così?
«Io ho un rispetto profondo per il presidente della Repubblica. Per la figura istituzionale, e per la persona. Ma trovo irrispettoso proprio nei confronti di Napolitano trasformare un messaggio di 12 cartelle in un diktat, per cui bisogna far così e basta. Alcuni commentatori non lo sanno, ma il presidente della Repubblica è il primo a essere consapevole che la funzione del suo messaggio era stimolare il dibattito. Io ho fatto la mia parte. Il falso unanimismo su questi temi è frutto di superficialità. Si cambino le leggi che riempiono le carceri, la Giovanardi e la Bossi-Fini. E si prenda atto dell’esperienza del 2006: a sette anni da un indulto non se ne può fare un altro. È diseducativo. Significa che lo Stato rinuncia a fare lo Stato. Non ho la pretesa di avere la verità in tasca. Ma se c’è una cosa da dire, la dico in faccia, chiara. Io non sono cambiato».

18 ottobre 2013 http://www.corriere.it
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda Iafran il 21/10/2013, 23:11

franz ha scritto:Come può fare entrambe le cose?
«La storia del doppio incarico è ridicola. Il segretario di un partito ha quasi sempre un altro incarico. Bersani era segretario e parlamentare, Epifani è segretario, parlamentare e presidente di commissione. Il segretario del Pdl è ministro dell’Interno, il leader di Sel è presidente di Regione. Martine Aubry era sindaco di Lilla e segretaria del Ps. E poi dipende da cosa deve fare un partito. Se si vuole un Pd tutto centrato su Roma, è logico che il segretario ci passi tutta la settimana. Se, come spero, porteremo alla guida amministratori locali, avremo un Pd molto più snello. Vorrei che il pastone del tg la sera non mi trovasse mentre salgo ed esco dalle stanze di partito, ma mentre inauguro una biblioteca, come ho appena fatto»

Non mi ha fatto proprio piacere al tempo dell'Ulivo aver contribuito a fare eleggere senatore della Repubblica un candidato che, in contemporanea, festeggiava in piazza la sua elezione a sindaco del Comune!
Questo accentramento di cariche pubbliche non lo ritengo positivo a favorire la partecipazione attiva dei cittadini a costruire o a salvaguardare il bene comune: non si può demandare tutto a personaggi che si autoproclamano (ognuno per sé) "uomo giusto al posto giusto" sull'esempio del "cavaliere" e di qualche suo imitatore (nella "destra", nel "centro" o nella "sinistra"), che scendono o si preparano a scendere in campo con una "squadra" (o cordata) preconfezionata.
I risultati di quest'ultimo ventennio li possono vedere tutti: sia i cosiddetti "politici-capitani di ventura", stimolati dagli alti guadagni connessi al potere, sia i cittadini che si sono dovuti addossare, finora, i danni economici prodotti "dall'uomo della Provvidenza".
Naturalmente, il segretario del PD (se il PD professa anche idee di sinistra) dovrebbe essere, come sostiene Gianni Cuperlo, solo segretario del partito e non anche PdC.
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda Robyn il 22/10/2013, 10:05

Separare primo ministro e leadership è una cosa tipica del semipresidenzialismo.Abbiamo visto con chiarezza che il nostro paese non può essere semipresidenziale perche rischia rapidamente di degenerare la democrazia non è nella natura della nostra democrazia.Basta prendere le parole di alcuni Sandro Bondi"non sono convinto della funzione del Presidente della Repubblica che emergendo fra i poteri ci guida dall'altro"Santanchè"perche non si può criticare il Presidente della Repubblica?"M Renzi"si può dire di no al Presidente della Repubblica".La democrazia parlamentare però per non generare spinte al presidenzialismo deve funzionare bene.Quindi democrazia dell'alternanza mite,stabilità del governo.Anche qui la Germania non c'entra niente il proporzionale la grande coalizione etc.La battaglia sul semipresidenzialismo o presidenzialismo è solo demagogia.In sintesi siamo modello parlamentare westminster
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Re: Renzi: pronto a guidare il PD

Messaggioda pianogrande il 22/10/2013, 16:06

Mi sembra che Renzi, dopo essersi pronunciato contro l'amnistia sia orientato abbastanza chiaramente per il sistema elettorale a doppio turno.
Tutte cose che condivido da tempo.
Prendo atto con piacere.
Fotti il sistema. Studia.
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