Pianogrande:Ho capito Tiziana Parenti, che ha lasciato Forza Italia perché non si riconosceva in un partito troppo padronale per lei.
Ho capito Paola Binetti, che ha lasciato il PD perché non si riconosceva in un partito troppo laico per lei.
Loro hanno capito che non si riconoscevano in quei partiti.
Non capisco chi vuole 'conquistare' un partito dall'esterno, e poi modificarlo inventandosi un partito diverso.
Se il PD rimane con la natura che ha, potrei continuare a votarlo anche se dovesse diventare Renzi il suo segratario.
Se Renzi dovesse riuscire a 'inventarsi un partito diverso', io, non sapendo di che si tratta, avrei delle remore a votarlo.
Ma lo so, nessuna perdita per il partito nuovo e diverso, ci mancherebbe: è solo un voto in meno.
Di potere conquistato tra la gente sulle piazze ne ho letto abbastanza, da Mussolini a Berlusconi; e non mi è piaciuto.
Preferisco che la 'conquista' avvenga dall'interno con congressi, mozioni e votazioni. Anche il termine 'conquistare' lo eviterei, come il termine 'rottamare'.
E questa la definirei 'opinione', e per di più non tanto stravagante; e in ogni caso non una 'teoria'.
Flavio:le regole per l'elezione del segretario di un partito non possono essere le stesse di quelle per l'elezione candidato premier di coalizione. Mi pare che è Renzi a fare confusione perché non sa cosa vuole, o perché vuole tutto e pure subito.
E comunque le regole interne di un partito le deve decidere il partito col contributo di tutti i suoi esponenti e organismi, non qualcuno dall'esterno con la pressione della piazza.
Ma anche questa è una opinione (mia).
Anzi, avendo espresso le mie opinioni, penso di non dover aggiungere altro, per non ripetermi e per non annoiare.