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La rivolta in 50 sedi del PD

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda ranvit il 17/05/2013, 8:52

D'accordo con Civati: Barca è rimasto all'epoca del padre!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda ranvit il 18/05/2013, 10:58

No.....forse deve spiegarsi meglio. O almeno cosi' sembra da questa risposta a Civati.
Bene!
Il nuovo Pd potrebbe nascere dalla collaborazione , pur da posizioni diversificate, di Renzi, Civati, Barca, Serracchiani, Puppato etc

http://www.huffingtonpost.it/fabrizio-b ... _ref=italy

Il mio Pd, un'organizzazione flessibile dei cittadini

Pubblicato: 18/05/2013 09:10




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Pippo Civati nel reagire al mio documento centra la questione. Un partito che sia strumento dei cittadini e della società (non l'altra faccia dello Stato) deve saper fare due cose assieme: usare l'energia e l'intelligenza dei militanti e essere aperto agli "altri" (ospitarli, attrarli) - anche e soprattutto alle associazioni che io definisco "caparbiamente indipendenti".

Per farlo ci vuole un'organizzazione moderna. Né l'apparato antico dei partiti di massa - simile all'organizzazione della fabbrica fordista (come ci ricorda Revelli) - né il partito che si mobilita solo ogni cinque anni per le primarie - copia deforme dei partiti statunitensi - né quello strano mix delle due cose che è oggi il PD, fatto di strati non comunicanti e di primarie con auto-cooptazione. Bisogna disegnare con profondità e innovazione un'organizzazione flessibile che assicuri la selezione continua - non episodica - di classe dirigente sulla base della capacità di organizzare e di muovere i sentimenti, che separi il segretario (degli associati) dal candidato premier (di tutti) graduando la partecipazione degli "altri" alla scelta, che attragga questi "altri" nei propri luoghi (circoli, prima di tutto, comitati, forum) perché lì ci si confronta davvero e da lì si possono influenzare le politiche e le scelte. Un'organizzazione che rispetto a oggi capovolga la piramide decisionale - come scrive Civati.

Per disegnare questa forma-partito occorre, senza rancori o rivendicazioni di primogenitura, trarre lezioni dalle vicende avvenute, errori, frenate improvvide. Ci vuole mestiere. Tempo. Approccio sperimentale, che confronti diverse vicende territoriali. E bisogna prima di tutto essere d'accordo su cosa serva per un buon governo, quello che manca all'Italia. Infatti, il partito palestra che impegna i militanti ed è aperto agli altri è indispensabile per un governo moderno e sperimentalista. Ma se qualcuno inseguisse ancora il modello del governo minimalista-liberista fondato sull'assunto che tecnocrati pubblici e privati sanno cosa fare e come governare, allora un partito palestra sarebbe tempo perso. O peggio sarebbe una copertura per illudere i cittadini che tecnocrazia e democrazia sono ricomposte. Per questa ragione il confronto che si sta aprendo nel partito deve procedere assieme a quello sul buon governo. Altrimenti l'esito sarà fragile e velleitario.

(Ma intanto che si pensa e ricostruisce, il paziente - l'Italia - e il presunto medico - il partito - muoiono - si potrebbe obiettare. No, questo è il ricatto eterno dell'emergenza. E' evidente che, intanto, il presidio delle pressanti, gravi esigenze immediate del paese va realizzato con le forze e l'organizzazione e il compromesso politico che esistono. Cominciando dal restituire ai cittadini il potere di esprimere nel voto le proprie "preferenze" e da interventi sulla giustizia sociale e sul lavoro. Ma non lasciamo che l'eccezionalità freni il confronto pubblico aperto, acceso e profondo di cui abbiamo bisogno perché dall'eccezionalità si possa davvero uscire)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Iafran il 18/05/2013, 11:26

Il mio Pd, un'organizzazione flessibile dei cittadini di Fabrizio Barca

"... Bisogna disegnare con profondità e innovazione un'organizzazione flessibile che assicuri la selezione continua - non episodica - di classe dirigente sulla base della capacità di organizzare e di muovere i sentimenti, che separi il segretario (degli associati) dal candidato premier (di tutti) graduando la partecipazione degli "altri" alla scelta, che attragga questi "altri" nei propri luoghi (circoli, prima di tutto, comitati, forum) perché lì ci si confronta davvero e da lì si possono influenzare le politiche e le scelte. Un'organizzazione che rispetto a oggi capovolga la piramide decisionale - come scrive Civati."

"Un'organizzazione flessibile che assicuri la selezione continua - non episodica - di classe dirigente" non può basarsi sugli stessi nomi per cariche comunali, provinciali, regionali, nazionali né può conciliarsi con numeri infiniti di mandati (30-40-50 anni nei posti istituzionali).
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Robyn il 18/05/2013, 20:50

La forma partito l'ho sempre vista in un'altro modo
La base,cioè gli iscritti,elegge i delegati e questi a loro volta eleggono la leadership che guiderà il partito e che allo stesso tempo siederà a Palazzo Chigi.La leadership eletta si sceglie in piena libertà la sua classe dirigente fà delle scelte dopo aver ascoltato il partito,la base,il web,gli elettori,se ha delle idee ne parla con le varie componenti del partito,con la base,il web,gli elettori e poi fà delle scelte.A differenza del partito delle primarie è una forma partito uguale,ma più in miniatura,così è in Inghilterra in Francia.La domanda è,se possiamo impedire a tre milioni di persone che si sono recate alle primarie di eleggere la leadership.Questi,anche se non hanno una partecipazione attiva essendo iscritti in un albo vanno considerati a tutti gli effetti dei tesserati.Quindi magari possono ricevere una tessera gratis e recarsi per votare i delegati che poi eleggeranno la leadership.Poi c'è la formazione,la selezione della classe dirigente sù basi meritocratiche
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda flaviomob il 19/05/2013, 12:19

dal blog di Pippo:


Lo scotch

Come scrivevo ieri, Grillo cerca di sfondare a sinistra. I delusi del Pdl sembrano essere diminuiti parecchio, Berlusconi è più vivo che mai, mentre quelli del Pd non si contano più. E allora il M5S torna alle origini e si occupa (nel senso di Occupy) di noi. Come aveva fatto Grillo dal 2007 in avanti.

Il famoso scouting di Bersani si rovescia e Grillo invita i giovani del Pd a stracciare la tessera, a passare con lui, per via dell’acqua pubblica, della scuola (pubblica anche quella) e del lavoro, dice. Parla di Prodi e Rodotà e di prese per il culo. Colpisce dove fa più male.

Lo dico per l’ennesima volta: se il Pd non rompe con il Pd che abbiamo visto nelle ultime settimane, le conseguenze saranno micidiali.

Se il Pd non cambia schema, non chiarisce le sue posizioni e non cambia gruppo dirigente, l’astensionismo sarà la prima risposta. E non ci sono bastate le delusioni registrate nelle urne (che venivano da lontano), no: già che c’eravamo, abbiamo deciso di crearne di nuove.

Ci vuole lo scotch, per le tessere del Pd. Uno scotch fatto di passione e di coraggio, di cambiamento e di coerenza. Perché, dopo aver mancato il governo del cambiamento, quel cambiamento (mancato, appunto) deve riguardare il Pd. Ed è già troppo tardi.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda ranvit il 19/05/2013, 12:26

Lo dico per l’ennesima volta: se il Pd non rompe con il Pd che abbiamo visto nelle ultime settimane, le conseguenze saranno micidiali.

Se il Pd non cambia schema, non chiarisce le sue posizioni e non cambia gruppo dirigente, l’astensionismo sarà la prima risposta. E non ci sono bastate le delusioni registrate nelle urne (che venivano da lontano), no: già che c’eravamo, abbiamo deciso di crearne di nuove.

Ci vuole lo scotch, per le tessere del Pd. Uno scotch fatto di passione e di coraggio, di cambiamento e di coerenza. Perché, dopo aver mancato il governo del cambiamento, quel cambiamento (mancato, appunto) deve riguardare il Pd. Ed è già troppo tardi.



Bene Civati! Ma come???
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Robyn il 19/05/2013, 13:54

Più che nastro adesivo è una forma partito più partecipata perchè da un lato le democrazie europee soffrono la mancanza di partecipazione,e una leadership che ha più peso,ha bisogno di una maggiore partecipazione per la leggittimazione.Poi cambierei anche la comunicazione,l'immagine,il linguaggio non chiamerei delegati delegati ma rappresentanti non chiamerei il congresso congresso ma Party leadership,userei l'azzurro il rosa nell'immagine non il verde.Ma i rappresentanti una volta eletti devono votare ancora una volta votare la leadership?no,basta una semplice acclamazione.Ma perche l'elezione dei rapprsentanti?Perchè può venire a mancare la leadership e c'è bisogno di un'organo che elegga una leadership temporanea.I rappresentanti sono eletti di nuovo dagli iscritti che hanno una partecipazione attiva o meno ogni volta che c'è una Party leader,ogni Party leader è preceduta da una prefase in cui le aspiranti leadership fanno conoscere i loro programmi.Le primarie invece non è che sono sbagliate sono recepite male se viste come un qualcosa che baypassa tutto,la forma partito,quasi come ad apparire un'elezione diretta del premier.Invece inserite nella forma partito rinnovata,più che primarie,nel loro complesso danno il senso di un partito più partecipato e quindi <vanno bene>.La democrazia i partiti senza partecipazione e senza un costante ricambio della classe dirigente perdono la loro vitalità.Quindi il PD và inteso più come un partito in cui la partecipazione si amplia un partito più partecipato.Questa volta Civati ha chiarito tutto più partecipazione più leggittimazione della leadership.In realtà tutto si ricompone ,più peso alla leadership che ha più leggittimazione con una maggiore partecipazione ma inserita in una forma partito più snella e moderna con leadership e premiership non separate
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