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Cambiare prospettiva

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Cambiare prospettiva

Messaggioda flaviomob il 17/03/2013, 10:27

Nessun retroscena (opencamera, opentutto)

Tutti dicono #opencamera e #opencamera sia.

Le cose sono andate così, almeno per me. Ieri mattina, di fronte alla situazione di impasse che si respirava (forse per via delle ripetute schede bianche e delle conseguenti fumate nere), con molti colleghi del Pd ci siamo detti che ci saremmo incartati, come si suol dire in questi casi. E allora, come tanti altri, mi sono messo a ragionare, non solo con i colleghi ma anche con chi da casa mandava segnali non proprio generosi verso quello che stavamo facendo. E ho iniziato a parlarne con altri, tra Camera e Senato.

A un certo punto, intorno all’ora di pranzo, Dario Franceschini (che era seduto dietro di me), mi chiede: «come la vedi?». Gli rispondo, «caro Dario, dobbiamo cambiare prospettiva». Non era proprio facile dirgli così, eh, perché il più accreditato dei candidati era proprio lui. Gli ho illustrato quanto avrei scritto, qualche ora dopo, nel post di un deputato qualsiasi, che trovate qui sotto, a proposito di una proposta che rovesciasse tutto quanto, che non si limitasse a indicare «uno nuovo del Pd» alla Camera, ma che provasse a dare una soluzione diversa, partendo dalle qualità del Parlamento (di questo Parlamento). Questa mattina, ai giornalisti, Franceschini avrebbe poi detto che aveva cambiato idea leggendo un mio tweet.

Dopo pochi minuti, dal Senato mi arriva – da parte di una senatrice del Pd – la notizia che se il candidato del Pd fosse stato diverso da quello di cui si parlava, ci sarebbe stata la possibilità di aprire una discussione con i rappresentanti del M5S. Si è discusso di Grasso e abbiamo verificato questa possibilità, poi tutto è sembrato irrigidirsi nuovamente, anche se il dibattito all’interno del M5S oggi pomeriggio conferma che ci fosse qualche differenziazione al loro interno. Come sempre, di tutto questo avevo informato i vertici del Pd (in particolare con Enrico Letta, in quel momento).

Alla sera non ho partecipato ad alcuna trattativa (non avendo alcun incarico se non la buona volontà), e ho mandato un solo sms al segretario del Pd, ma pochi minuti prima di andare via dalla Camera, un collega del Pd che condivideva le preoccupazioni che avete letto mi ha parlato dell’ipotesi Boldrini, che proveniva anche da alcuni esponenti di Sel (com’era ovvio che fosse). A quel punto, e contestualmente alla chiusura di Scelta Civica (sull’apertissima posizione di «o Monti o niente»), abbiamo iniziato a discuterne più concretamente. La soluzione Boldrini era affascinante per i tanti motivi che gli italiani hanno scoperto ascoltandola, ma l’idea – fino a ieri sera – non era esclusiva, perché l’intenzione del Pd era quella di tenere aperto il ‘campo’ il più possibile.

L’intuizione di proporre due figure autorevoli, capaci di offrire segnali di cambiamento agli elettori di tutte (o quasi) le sensibilità, non ‘riducibili’ ai gruppi dirigenti dei partiti e in grado di rappresentare tutto il Parlamento (a prescindere dal fatto che avessero i voti di tutto il Parlamento) nella notte ha raccolto molte adesioni fino a diventare la posizione ufficiale del Pd e delle altre forze della coalizione elettorale.

Come sempre, in questi casi, non è l’idea di una persona soltanto: diciamo che sono molto soddisfatto di come siano andate le cose, contento di averne parlato subito anche con i diretti interessati e di avere vissuto il giorno più felice per il centrosinistra da un po’ di tempo a questa parte.

Aggiornamento delle 18.40: il fatto che qualcuno, tra i senatori del M5S, abbia votato Grasso, conferma la fondatezza della proposta. Per l’oggi e per il domani. Perché Boldrini è molto cool, ma la partita più complessa era ed è al Senato, come sanno tutti.

http://www.ciwati.it/2013/03/16/nessun- ... opentutto/


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Re: Cambiare prospettiva

Messaggioda pianogrande il 17/03/2013, 10:38

Questo è il cambiamento (in meglio).
Si accende qualche speranza per il governo ma solo se si continua su questa strada dirompente e che costringe al consenso.
Coraggio ragazzi, dateci dentro e non guardate in faccia a nessuno.
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Re: Cambiare prospettiva

Messaggioda flaviomob il 17/03/2013, 11:42

Sebbene in giro per la rete si leggano commenti contrastanti, a me pare piuttosto ovvio che la giornata di oggi, che ha portato all’elezione di Laura Boldrini (Sel) come Presidente della Camera e Pietro Grasso (PD) come Presidente del Senato, difficilmente sarebbe stata possibile senza il clamoroso successo del MoVimento 5 Stelle alle recenti elezioni.

Questo va detto forte e chiaro, perché il rischio di perpetuare le sterili contrapposizioni “noi-loro” – esercizio in cui il nostro paese eccelle da sempre – mi sembra sia molto alto e sui social media si continuano a leggere opinioni scomposte che inneggiano ai grillini beoti per definizione o ai piddini marci per antonomasia.

Lo splendido discorso di Laura Boldrini e la candidatura forte di Pietro Grasso – che pare abbia indotto almeno una decina di senatori 5 stelle a votarlo – dimostrano che il Partito Democratico – la sinistra italiana – è in grado, se vuole, di mettere in campo persone e personalità di spessore ed anche di richiamo: la tanto negata convergenza tra Pd e 5 Stelle non è una chimera. Ed è qualcosa con cui Casaleggio e Grillo dovranno fare i conti nei prossimi giorni, se non vogliono rischiare di lanciare messaggi contraddittori al proprio elettorato.

L’altro dato di fatto è che gli eletti del MoVimento 5 Stelle, alla prima vera prova dei fatti, hanno mostrato una faccia fino a qualche ora fa non prevista da molti: quella di un gruppo di senatori “liberi”, che si riuniscono, discutono animatamente e decidono – in contrasto con le dichiarazioni del loro capogruppo Crimi – per un voto all’insegna della libertà di coscienza. Anche questo è un dato da considerare, per il prosieguo accidentato di questa legislatura.

Altro elemento da sottolineare: riguardo la proposta Boldrini-Grasso, pare che una parte del merito vada attribuito a Pippo Civati, che insieme ad altri si è reso promotore instancabile nelle ultime 24 ore di un cambio di strategia nelle file del PD (qui il suo racconto della genesi delle candidature). Cambio di strategia accettato dai vertici e dunque da Bersani. Anche questo è un altro segnale rilevante, in chiave di possibili elezioni anticipate. Il filo rosso che lega figure come Boldrini e Civati, mostra chiaramente come quello di Matteo Renzi non sia l’unico scenario possibile per il “nuovo PD”, come molti si sono invece affrettati a sostenere negli ultimi giorni.

Una considerazione a parte merita l’appassionato discorso di Laura Boldrini: un vero e proprio toccasana per chi da anni avverte la distanza fra destra e sinistra affievolirsi sempre di più persino nelle parole. E i mal di pancia di Lega e Pdl ne sono la dimostrazione provata.

Riporto qualche passaggio chiave:

Quest’Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale. Di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano dall’Italia.

Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore. Ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento.

Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l’aiuto per rialzarsi, ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante come ha autorevolmente denunziato la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.

Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato.

Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio.

Dovremo impegnarci per restituire fiducia a quei pensionati che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti.

Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore inesplorata di un disabile.

In Parlamento sono stati scritti questi diritti, ma sono stati costruiti fuori da qui, liberando l’Italia e gli italiani dal fascismo.


Scrivevo oggi su Twitter che la politica è fatta di due cose, soprattutto: valori ed azioni. Quando i valori riescono ad essere tradotti in parole che risuonano dentro e mostrano una direzione, le parole diventano a buon diritto degli “antecedenti” della buona politica. Lasciano ben sperare, in parole povere. E chi oggi ha parlato di retorica vuota, temo abbia l’animo irrimediabilmente indurito.

Io penso che se la sinistra può essere ancora questo, sa essere ancora questo, forse, dico forse, la strada non è poi così in salita come si temeva.

E di questa accelerazione improvvisa, lo ripeto ancora una volta, il primo motore è il MoVimento 5 Stelle.

Speriamo lo si capisca. Noi tutti, intendo. Nessuno escluso.

Perché le forze sane del paese oggi vanno unite. Non disgregate.

Solo così ne usciamo.

Noi tutti, intendo. Nessuno escluso.

Read more: http://bruschi.blogautore.espresso.repu ... z2Nmx5f3gr


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Re: Cambiare prospettiva

Messaggioda pianogrande il 17/03/2013, 13:56

Non mi sembra esista il problema di dimostrare quale novità sia e quali novità può portare il movimento cinque stelle.
E' proprio questo diffusissimo sentimento che ha creato la delusione altrettanto diffusa tra i cittadini.
Le candidature (a quanto pare, dell'ultimo momento) del PD alla camera ed al senato le dobbiamo in larga misura, al movimento cinque stelle che andava sollecitato non certo con Franceschini che ormai puzza di muffa e di barone come tanti altri.
Il movimento cinque stelle deve andare avanti su questa strada e dare al paese un governo che sarebbe una novità fortissima.
Altra che inciucio e stupidate similari.
Questa è una occasione di rinnovamento che non capita tante volte in un secolo.
Grillo non vuole perché cerca il potere a tutti i costi (tra l'altro i costi sono nostri perché lui ci guadagna).
E' arrivato il momento dio emanciparsi anche da Grillo.
E' Grillo il problema non i movimento che è nato e cresciuto sulla voglia di cambiamento e non sulla ricerca dei giochini di potere (di cui il primo è quello di voler tornare a tutti i costi alle urne).
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Re: Cambiare prospettiva

Messaggioda flaviomob il 02/04/2013, 17:12

Laura Boldrini:

"Dalla data del mio insediamento alla Camera dei Deputati sono stati tagliati 500.000 euro al giorno. I risparmi già decisi, infatti, ammontano complessivamente a 8 milioni e mezzo di euro.
Ecco le importanti misure approvate questa mattina all'unanimità dall'Ufficio di Presidenza:
- riduzione del 25% le spese per il personale delle segreterie dei titolari di incarico, per una somma di 4,3 milioni di euro;
- taglio del 30% di indennità di funzione e attribuzioni dei titolari di carica (che sono circa 70 deputati) per un risparmio di 1 milione di euro, che si aggiunge al 10% di riduzione varato a febbraio 2012, ovvero nella precedente legislatura;
- aboliti i fondi di rappresentanza individuali per un totale di 250.000 euro.
Sforbiciata di 3 milioni di euro anche al contributo unico ai Gruppi Parlamentari. Lo stanziamento annuale iscritto in bilancio è sceso da 35,1 milioni di euro a 32. Il taglio sarà ufficializzato nel corso della riunione dell'Ufficio di Presidenza già fissata per giovedì prossimo.
La scorsa settimana, infine, sono già stati aboliti gli alloggi di servizio per i titolari di incarichi istituzionali interni ed è stato reso più rigoroso l'utilizzo delle auto di servizio.
La casa della buona politica si riempie anche di questi contenuti."


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Re: Cambiare prospettiva

Messaggioda Manuela il 02/04/2013, 18:00

Questi tagli vanno benissimo, anche perché finora è stato fatto ben poco.
Mi resta però un dubbio: ma a cosa servono 32 (32!) milioni di spese per i gruppi parlamentari? Faccio notare che i maggiori scandali, in tema di uso dei fondi pubblici, è venuto proprio dalla gestione perlomeno allegra di molti gruppi consiliari nelle regioni. Poiché immagino che questi fondi abbiano la stessa funzione, mi chiedo sul serio a cosa servono.

A me pare - è un ragionamento che facevo per i gruppi regionali, ma mi sembra valga anche in questo caso - che le spese per il lavoro politico dei singoli parlamentari sul territorio, dovrebbe essere sostenuto dai rispettivi partiti (che già godono di lussuosi rimborsi elettorali); il lavoro in rappresentanza della Camera dovebbe essere a carico dell'istituzione. Alla fin fine, dunque, a chi e per quali attività vanno questi soldi - che non sono pochi, anche se una goccia nel mare degli sprechi di soldi pubblici? Qualche anno fa si lesse sui giornali che il gruppo PD del Senato avrebbe regalato a Natale un Ipad ad ogni senatore.... ecco, mi sembra che il vero problema sia trovare il modo di spenderli...
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Re: Cambiare prospettiva

Messaggioda pianogrande il 02/04/2013, 23:17

Certo che se sommiamo ai rimborsi elettorali i finanziamenti ai gruppi parlamentari (e non solo a quelli nazionali), raggiungiamo cifre da capogiro.
Basti pensare alle allegre gestioni della Lombardia a del Lazio tanto per parlare di quelle più note.
Altra voce di spesa ormai allucinante è quella per i dipendenti della camera e del senato che guadagnano stipendi da favola ed hanno privilegi che sono la cosa tra le più impresentabili dei costi della politica.
Pare che abbiano anche dei sindacati che si stanno preparando a contestare eventuali ingiustizie nei loro confronti.
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Re: Cambiare prospettiva

Messaggioda flaviomob il 20/04/2013, 16:16

La fine dei partiti-vaselina
di Pino Cabras

Gesù ebbe dei guai quando fu tradito da appena un discepolo su dodici. Prodi e Bersani sono stati traditi da uno su quattro. Nei guai di Prodi e Bersani, un gorgo di guai, c’è tutta la sinistra degli ultimi vent’anni, ormai giunta al capolinea, definitivamente, senza rimedio. Si apre uno squarcio enorme nel sistema, un cataclisma che proietterà i suoi effetti per lungo tempo a venire. La crisi italiana è composta da tanti strati esplosivi: lo strato dell’economia, della politica, della giustizia, e altri ancora. Oggi è esploso definitivamente lo strato della crisi politica. Il Partito Democratico è decapitato nel modo peggiore. Andrea Scanzi, uno dei testimoni più lucidi in questi giorni convulsi, sintetizza così: «Si è dimesso il sicario del Pd. Sbagliando persino i tempi delle dimissioni. Lo ricorderemo come l'uomo che ha sbagliato tutto. Politicamente non ci mancherà. Come non ci mancherà la Bindi. Come non ci mancherebbero le Finocchiaro. Avete fallito. Andate via e non tornate.» Eppure una soluzione istituzionale era lì sotto gli occhi: Rodotà. Non l’hanno voluta, fino a immolarsi. Perché?

Si moltiplicano le analisi sull'inettitudine strutturale del Partito Democratico. Aldo Giannuli ci ricorda che il PD «non ha una cultura politica, ha un gruppo dirigente da operetta, è un aborto politico e, soprattutto, non ha alcuna ragione di esistere che non sia una federazione di emirati contro il Califfo Berlusconi». Un partito diviso come lo era la DC, che tuttavia, ricorda Giannuli, «era un partito vivo (brutto, ma vivo), con una sua cultura politica, un vero gruppo dirigente e, soprattutto, una sua ragion d’essere che non era solo l’occupazione del potere».

Tutto vero. Eppure, non sembra bastare a spiegare l’accaduto. Anche alla stupidità c’è un limite. Anche gli stupidi sanno che ad andare contro un muro ci si fa male e che forse è meglio scegliere un’altra strada. C’è qualcosa di più, della stupidità, dunque, nella catastrofe piddina, e questo qualcosa ha un volto molto preoccupante.

Il Quirinale è un campo di battaglia cruciale. È stato proprio l’uomo del Quirinale a torcerci il braccio per caricare sulle nostre spalle un orribile governo di tecnocrati neoliberisti e pasticcioni. È stato il Quirinale ad avere il potere di sottrarci la già poca sovranità per consegnarla a mani forestiere. Quelle mani non intendono rinunciare, vogliono essere loro a segnare la via della Terza Repubblica. Useranno tutti i mezzi, ancora una volta, per influire, comandare, emarginare poteri e contropoteri. Impiegheranno mezzi soverchianti sul piano militare e finanziario. Il sistema della Seconda Repubblica ha funzionato come una specie di forza cuscinetto che sfruttava margini di intermediazione per far accettare al popolo, senza troppe fratture, dosi sempre più massicce di questo costoso strapotere militare e finanziario: l’Europa che da sogno si convertiva in incubo, la NATO che scatenava guerre sempre nuove.

All’interno del sistema c’erano traiettorie di potere diverse che entravano anche in collisione fra di loro, dando l’illusione di una dialettica, ma c’erano ancora modi per fare i compromessi, anche i più inconfessabili. Finché reggeva.

Ma oggi c’è una crisi sistemica che fa saltare tutti gli apparati costruiti per l’intermediazione, in primis i partiti di sinistra-vaselina. I loro funzionari non possono più fingere di avere a che fare con i vecchi insediamenti sociali popolari che hanno ereditato fregando gli elettori (frastornati da un sistema della comunicazione interamente concepito per illuderli). Gran parte dei politici odierni si rivelano per quello che sono: dei maggiordomi che hanno solo l’autonomia per scannarsi e tradirsi, ma non per scegliere un Capo dello Stato né una politica economica. Oggi il Capo dello Stato deve essere solo il palo di una politica economica di pura rapina, sempre più sfrenata, sempre più greca, portoghese, cipriota, e ora italiana.

Quindi torniamo al punto: perché non scelgono Rodotà, anche quando ciò “aprirebbe praterie” a un governo, come dice Grillo (la grande incognita che ha scardinato il sistema)?

Il fatto è che Rodotà non darebbe copertura all’ultima grande rapina, quella che si prospetta. Non vogliono al vertice un giurista che abbia da dire sul Fiscal Compact e gli altri trattati illegali. Vogliono un maggiordomo che ci freghi ancora una volta. Solo che stavolta il gioco si fa troppo scoperto. Gli alibi sono esauriti. Non c’è più legittimazione sufficiente per i vecchi partiti-vaselina né per i loro stupidissimi politici. Si passerà alla spoliazione, alla Shock Economy, in un contesto finanziario mondiale sull’orlo del baratro. La vaselina è finita, andate in pace. Anzi, in guerra.

Milioni di elettori oggi hanno capito quanto è stato stupido e cinico da parte di una classe politica corrotta e scriteriata addossare solo ai grillini l’irresponsabilità per lo stallo politico. Abbiamo visto chi sono i veri irresponsabili. In molti capiamo quanto sia importante per la nostra Repubblica, con questi chiari di luna, avere in capo Stefano Rodotà. E più avanti, milioni di persone non dovranno sentirsi orfane delle vecchie appartenze politiche. Bisogna ricostruire subito una politica che apra gli occhi e le menti, a tutti.

http://www.sinistrainrete.info/politica ... elina.html


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