Sono abbastanza d'accordo con Franz, tranne sul sospetto di una superiorità antropologica dei toscani sugli emiliani
A me Bersani è sembrato un meccanico: su ogni argomento stringe una vite qua, allenta un bullone là, tira una cinghia e "rimette un po' a posto le cose"... "un po'", sembra la cifra del suo pensiero politico (oltre alla frase "in questo paese qua", ripetuta non so quante volte). Quindi, poiché alla fine Bersani vincerà, ci troveremo a viaggiare su una macchinetta scassata ma rattoppata, che qualche chilometro lo può ancora fare, grazie ad un buon meccanico, ma chissà per quanto... sarà rassicurante, ma francamente ho paura di capottare, o di restare definitivamente a piedi!
Renzi è brillante, anche se lo avrei voluto più preciso su alcuni argomenti. Ha dalla sua l'"innocenza" rispetto agli errori madornali del passato, e questo conta molto, dal conflitto di interesse alla soppressione dello scalone. Vince alla grande sui costi della politica, e, con vero far play, ha avuto la pietà di non gettare in faccia a Bersani il suo uomo di fiducia, Penati... né i soldi dell'ILVA. Non mi è piaciuta la risposta sulla scuola, in cui l'accenno alla meritocrazia è stata annegata in una retorica da maestrina dalla penna rossa, molto lontana, secondo me dalla necessità di una radicale rifondazione (cit. Baricco) del sistema formativo. Nemmeno la risposta sulla politica industriale è stata esauriente, fondandosi più sugli errori degli altri (cose tutte vere, intendiamoci) che sulla proposta per il futuro.
Naturalmente questo confronto ha lasciato, come sempre, ciascuno della propria opinione: non ho mai creduto che la sola tv possa far vincere le elezioni, figuriamoci le primarie.
P.S. Qualcuno mi spieghi la metafora del tacchino sul tetto, ché non l'ho capita... ma certe cose, a Bersani, gliele scrive Bartezzaghi?