Renzi: «Noi siamo qui per vincere,
voi dovete fare un quarto d'ora di fila»
Il sindaco: «O riscopriamo il futuro come piacere e sfida o l'Italia non ha destino. Domenica siete chiamati a scegliere tra due modelli di futuro diverso. Non lamentiamoci delle regole, cambiamo l'Italia»
FIRENZE - «Vogliamo scrivere una pagina non di storia, ma di futuro». Così Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centrosinistra conclude la sua convention alla Leopolda in vista delle sfida di domenica prossima. Arriva in bicicletta da Palazzo Vecchio e sale sul palco per il suo appello finale. «O noi riscopriamo il futuro come piacere e sfida o l'Italia non ha destino. Questo è il motivo - ha detto Renzi in apertura del suo discorso - per cui siamo orgogliosi di essere qui, ce la giochiamo fino in fondo con questo entusiasmo. Noi domenica vogliamo vincere, vincere bene, vincere male, ma vincere. E per farlo abbiamo bisogno che gli italiani facciano un quarto d'ora di fila e cambino l'Italia».
L'INTERVENTO DI RENZI - «E' sempre un'emozione salire sul palco della Stazione Leopolda. Mi viene un brivido a pensare all'inizio di questa avventura. Noi siamo partiti da un'intervista a Repubblica nell'agosto 2010 tirando fuori la parola rottamazione senza incentivi: abbiamo detto che forse era il caso che i leader cominciassero a cambiare. Alla Leopolda ci siamo visti per la prima volta nel 2010, poi l'anno scorso e oggi, in un momento molto particolare: oggi abbiamo deciso che bisognava mettere il coraggio di fronte alla pigrizia. C'è stato un momento e una città in cui abbiamo deciso: a Parma. Il Pd è andato al ballottaggio col Movimento 5 Stelle, lì il Pd aveva presentato il sistema dell'usato sicuro. Il candidato Pd disse: andare al ballottaggio con lui sarà una passeggiata, e abbiamo perso. Bersani disse: A Parma non è che abbiamo perso, a Parma abbiamo non vinto. Ecco quella frase lì ci ha smosso. Domenica prossima non ci sono due caratteri o tradizioni a confronto, c'è un modello di futuro diverso: da una parte l'usato sicuro, dall'altra l'entusiasmo verso il futuro».
L'APPELLO AL VOTO: «PER CAMBIARE C'E' DA FARE UN QUARTO D'ORA DI FILA» - Renzi prende il toro per le corna a si rivolge agli elettori: «Prendiamole in positivo queste regole, dobbiamo chiedere alla gente di fare fatica, propongo un patto a voi comitati, a voi volontari, a voi entusiasti: prendete il certificato elettorale, la carta d'identità e fate un quarto d'ora di fila: meglio perdere un quarto d'ora di fila oggi che cinque anni domani. Hanno cambiato le regole ma possiamo vincere anche con queste regole, dobbiamo entrare in questa dimensione o no? Se volete sistemare l'intreccio tra finanza ed economia, se volete cambiare la Rai, se volete che l'Ue torni a pensare anche alle famiglie, se volete che il nostro patrimonio culturale non sia distrutto e che il ministero dei beni culturali non sia inteso come ministero di serie B... dovete fare un quarto d'ora di fila, dovete fare un po' di fatica. Vai al seggio, registrati, mettiti in gioco. Smettiamola di lamentarci delle regole e chiediamo di fare fatica».
«SE IL PD E' A 30% E' PERCHE' NON ABBIAMO DISTRUTTO NULLA» - «Dalla stazione Leopolda è cominciato un viaggio in tutta Italia, in 108 province - e qui parte la stoccata ai tecnici e alla riforma delle Province, una riforma a metà secondo Renzi - questo viaggio è servito per ascoltare gli italiani». Il sindaco di Firenze sferra l'attacco: «Oggi il Pd è sopra il 30 per cento, un anno fa ci dicevano che noi volevamo distruggere tutto, andate a ricordargli adesso queste affermazioni!». Poi si rivolge a chi lo ha finanziato, al cittadino comune, all'elettore: «Ti dico grazie e ti dico che insieme possiamo dire basta alla politica opaca».
«VOGLIAMO VINCERE» - «Il popolo della Leopolda è stato definito "il popolo alla ricerca di un piano B": ovvero Renzi riunisce i suoi per perdere bene. Ma abbiamo una brutta notizia per chi pensa questo: vogliamo vincere, vogliamo vincere bene, interessa al Paese che noi si vinca, non ci accontentiamo del premio simpatia. Chi si ritira all'ultimo km non è un romantico, è un vigliacco».
LA ROTTAMAZIONE - «Noi abbiamo detto che questa classe dirigente ha rotto il giochino e non può essere lo stesso che lo aggiusta. Con la necessaria maleducazione, franchezza e trasparenza, abbiamo detto che c'è da voltare pagine e da cambiare le facce. E qualcuno ha fatto un passo indietro. Allora ci hanno accusato di non avere contenuti». E Renzi elenca proposte su scuola, diritti, lavoro, agenda digitale, economia, industria.
IL CASO ICHINO- «Chiedo al nostro segretario Pierluigi Bersani se non sia il caso di dire una parola su chi ha detto che Ichino è dalla parte sbagliata, e non si debba candidare con noi: lo ha detto il segretario della Cgil. Dove sta Ichino lo decide Ichino e gli elettori che lo votano, non il segretario di un'organizzazione sindacale. Spero che Bersani difenda il diritto di Ichino di stare in questo partito contro l'arroganza di mandare via qualcuno».
L'ANTI-POLITICA E CASINI - «Noi siamo la più straordinaria novità politica che si muova dentro la politica: i tecnici si lamentano della politica, gli anti-politici, i "grillini": facciamo noi le cose che la politica non ha fatto, così gli anti-politici non ci saranno più. Ma perchè devo inseguire Casini? Pierluigi dimmi perchè non posso cercare io i voti del centrodestra e fare alleanze con chi prenderebbe quei voti?».
«UNA PORCATA DI REGOLE» - Prima dei lavori è la musica a fare da padrona: da Jovanotti agli immancabili Fun, che hanno accompagnato tutta la campagna del sindaco in Italia. Gli interventi partono poco dopo le 10. È Simona Bonafè, portavoce di Renzi, a parlare per prima: «Matteo non ci deludere, anche tu sei la nostra ultima speranza: questa è la frase che spesso è stata detta a Renzi nel nostro viaggio in Italia. C'è un'Italia che non si arrende». E allora: «Di fronte a queste regole: una porcata, dobbiamo dire a tutti di andare a votare».
Federica Sanna
In redazione Alessandra Bravi 17 novembre 2012 www.corriere.it