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Parte da Verona la campagna di Renzi
"Se andiamo all'attacco possiamo vincere"
Prima uscita pubblica del sindaco di Firenze in corsa per le primarie del Partito democratico. Sala gremita e scenografia in stile convention Usa. "In 25 anni è cambiato tutto tranne i leader, la sinistra di Vendola è quella che non vuole governare". Appello ai berlusconiani delusi: "Voglio stanarvi". Alfano: "Se non vince finirà per votare per noi"
VERONA - In maniche di camicia bianca e cravatta blu il sindaco di Firenze Matteo Renzi è salito questa mattina sul palco del Teatro La Gran Guardia di Verona per il suo intervento di candidatura alle primarie del Partito democratico. "Annuncio ufficialmente la mia e la nostra candidatura a guidare l'Italia per i prossimi 5 anni", ha detto. "Siamo partiti da qua perché Federico ha dimostrato che se giochiamo all'attacco e non ci chiudiamo nel catenaccio il centrosinistra può correre il rischio di vincere", ha poi sottolineato riferendosi a Federico Vantini, sindaco di San Giovanni in Lupatoto (Verona), renziano, che ha vinto le elezioni in un territorio roccaforte della Lega.
Sguardo a destra. "Non ho paura di prendere voti di chi ha votato centrodestra, non certo nelle primarie che il centrodestra non fa, ma alle elezioni. Noi del centrosinistra le elezioni le vogliamo vincere", ha proseguito. "Voglio stanarvi dalla vostra delusione", ha aggiunto rivolgendosi idealmente "a chi in passato ha votato per Berlusconi". "Noi le elezioni le vogliamo vincere, non siamo qui solo per partecipare".
Stile americano. Renzi è entrato nella sala gremita di gente da un ingresso secondario, dribblando taccuini e telecamere, ma anche diversi sostenitori, che lo attendevano all'ingresso principale. La scenografia sobria nella sala, ma con colori, il blu, il rosso e il bianco, che ricordano un po' quelli di una convention americana. Ai partecipanti sono stati distribuiti dei cartelli formato A3 con la scritta "Adesso!" in bianco su fondo rosso da una parte e dall'altra il nome Matteo Renzi su sfondo blu, da alzare verso il palco.
L'attacco ai "vecchi". Nessun riferimento invece nella scenografia al Pd, il partito che il "rottamatore" si ripropone di scalare scalzando dal vertice la vecchia guardia. "Venticinque anni fa eravamo senza telefonini, anche i loghi dei partiti erano diversi da quelli di oggi, mentre i leader no, sono gli stessi", ha detto nel corso del suo intervento. "Ci candidiamo per dire cosa immaginiamo noi per i prossimi 25 anni - ha aggiunto - Siamo qui per raccontare che i 25 anni che ci aspettano non serviranno solo per cambiare la classe dirigente: noi non vogliamo solo cambiare la classe dirigente ma cambiare il futuro dei nostri figli".
E quello a Vendola. Ma il sindaco di Firenze oltre al gruppo dirigente del Pd attacca anche il concorrente Nichi Vendola. La foto del 'palazzaccio' con il leader di Sel insieme ad Antonio Di Pietro e altri leader della sinistra che hanno presentato le richieste di referendum contro la riforma del lavoro è "brutta", sostiene, ed è un modello con cui la sinistra "non vincerà mai". "Quelle persone - prosegue - prospettano non solo un referendum ma un modello culturale per cui la sinistra non governerà mai, di una sinistra che non vuole governare".
Promessa di lealtà. Poi, tornando a Bersani, Renzi ha detto ancora: "Mi ha chiesto 'e dopo che si fa'?". "Se si perde - spiega - si fa quello che fanno le persone serie: non ci si inventa l'ennesima formazioncina politica di serie Z, si dà una mano a chi ha vinto perché la sconfitta fa parte del gioco e la vera sconfitta è non provarci". Dunque, ha insistito, "saremo in prima fila a dare una mano a chi ha vinto".
Il modello Monti. "L'esperienza del governo Monti ha restituito all'Italia l'idea di un Paese che fa e non rimanda. Se vinceremo noi continueremo a fare le cose immediatamente e non a rinviarle", ha affermato ancora il rottamatore, precisando però che "Monti non è riuscito ad offrire una speranza. Forse non era quello il suo obiettivo, ma non vedo l'idea del coinvolgimento e di un ideale lanciato nel futuro". Parlando del programma Renzi ha promesso la "Civil Partnership" per le coppie omosessuali nei primi 100 giorni di governo. Altri impegni preso dal sindaco di Firenze sono quello di passare "in 5 anni dal 126/o posto in classifica della giustizia civile, come il Gabon, ai primi 30" e di "immaginare di arrivare al modello di Reggio Emilia per gli asili".
Contestato a casa sua. Renzi è partito alla volta di Verona questa mattina da Firenze in camper, lasciando campo libero ai suoi contestatori. "Ciao Matteo, ora che te ne sei andato in camper... per favore non tornare" hanno gridato in piazza della Signoria davanti a Palazzo Vecchio i Cobas dell'Ataf (la società dei bus fiorentini di cui Renzi ha venduto il ramo trasporto ad una controllata del gruppo Fs). I manifestanti hanno sventolato in cielo un grande pallone gonfiato ad elio con attaccato un fotomontaggio del volto del primo cittadino, salutandone la partenza con la mano e al megafono.
Il commento di Alfano. Se Matteo Renzi dovesse perdere le primarie del Pd, "finirà per votare per noi". A sostenerlo il segretario del Pdl, Angelino Alfano, perché, ha spiegato, le proposte di Renzi sono molto simili alle "nostre". "La mia impressione - ha detto Alfano arrivando a Frascati alla presentazione del Manifesto di Magna Carta e Italia Protagonista - è che Renzi stia dicendo cose talmente simili alle nostre e talmente irrealizzabili nel suo campo (dove ci sono i nipotini di chi viene dal Pci) che se non vince le primarie finirà per votare per noi".
In piazza anche lo striscione con la scritta "Firenze liberata 13/9/'012" ed un grande cartello con il primo cittadino abbracciato a Cetto La Qualunque.
(13 settembre 2012)