Vendola fa il doppio gioco con Bersani e con Di Pietro
Di Sergio Soave
Mentre concorre alle primarie del centrosinistra in competizione con Pierluigi Bersani, Nichi Vendola stringe un’alleanza con Antonio Di Pietro e l’area sindacale dell’antagonismo sociale costruita sul rifiuto delle riforme del mercato del lavoro (quella di Maurizio Sacconi e quella di Elsa Fornero). Di Pietro ha spiegato, assieme a Vendola, che dall’iniziativa referendaria per la cancellazione delle riforme nasce una «nuova maggioranza», Vendola ha aggiunto che il Partito democratico, com’è già accaduto in passato, non sosterrà il referendum nelle piazze ma poi lo farà vincere nelle urne.
In questo modo un po’ ambiguo, che attribuisce al Pd una funzione subalterna, Vendola punta a sfruttare le contraddizioni nella linea economico-sociale dell’alleato maggiore per migliorare le sue possibilità di successo nelle primarie. L’adesione dell’ex segretario della Cgil Sergio Cofferati, che pure aveva incrociato le spade con l’estremismo sociale sia nel sindacato sia come sindaco di Bologna, all’iniziativa referendaria, mostra che sulla questione dell’articolo 18 anche l’area riformista del Pd presenta crepe vistose.
Come tutti sanno, le riforme del mercato del lavoro rappresentano l’esecuzione (parziale) dell’impegno assunto dai governi italiani con la Banca centrale europea. Cancellare quelle riforme aprirebbe inevitabilmente una crisi con le istituzioni finanziarie internazionali, farebbe saltare i presupposti per qualsiasi sostegno della Bce alla tenuta del debito pubblico italiano.
Bersani sapeva che, stringendo un accordo con Vendola, avrebbe corso il rischio di apparire inaffidabile agli occhi dei partner internazionali e dei mercati, ma ha sottovalutato questo rischio e ora ne paga le conseguenze. Non saranno i banchieri, come dice giustamente, ma gli elettori a decidere del governo italiano, ma dipende in larga misura dalla credibilità di quel governo il prezzo che gli italiani dovranno pagare per recuperare condizioni minime che consentano di riavviare la crescita economica.
A Vendola e a di Pietro, che sono all’opposizione, conviene sottolineare la distanza e persino l’ostilità nei confronti dell’esecutivo. Bersani deve invece calibrare bene la continuità con provvedimenti che ha approvato e le intenzioni di rinnovamento. Per farlo dovrebbe essere esplicito nel contrastare la deriva demagogica, ma a quel che apre vede solo il «populismo» di destra, mentre non riesce a contrapporsi a quello, assai più pericoloso, che si sta coagulando alla sua sinistra.
da Italiaoggi: http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio ... i%20Pietro