La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Promemoria per il PD: cinque errori da correggere

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Promemoria per il PD: cinque errori da correggere

Messaggioda franz il 31/05/2008, 7:46

Da ulivisti.it

Cinque errori da correggere
di Franco Monaco
7 Maggio 2008
Settimana prossima, nel PD, si comincerà a discutere in forma meno rapsodica dei risultati elettorali. È convocato infatti il Coordinamento nazionale del partito, un organo che grossomodo corrisponde alla sua direzione politica. Su una premessa dovrebbero essere tutti d’accordo: no a una resa di conti autolesionistica, no a un processo a Veltroni, che pure ha condotto la campagna elettorale con un alto grado di autonomia (autonomia ricercata e volentieri concessagli dall’intero gruppo dirigente sia per la natura stessa delle campagne elettorali, sia perché la marcata personalizzazione è stata da tutti giustamente interpretata come una risorsa per il PD); ma no anche alle minimizzazioni e agli esorcismi, a fronte di una sconfitta cocente e di grandi proporzioni. Non solo una sconfitta elettorale, che ci poteva stare, che, francamente, era messa nel conto, ma una sconfitta politica di portata strategica che costringe a ripensare in radice profilo e missione del PD. Una sconfitta politica che si concreta in due elementi: 1) il PD non è riuscito nell’impresa di fare breccia al centro, alla sua destra, che era il cuore della strategia veltroniana, e, per converso, la Sinistra arcobaleno, dalla quale ci si era separati consensualmente nella logica della “divisione del lavoro” e della rappresentanza, è invece scomparsa dal parlamento; 2) a consuntivo, il campo del centrosinistra ha registrato sia una divisione strategica che una contrazione quantitativa. Sia chiaro: la Sinistra arcobaleno meritava una lezione, è cosa buona e giusta che il suo gruppo dirigente – un ceto politico autoreferenziale – sia stato mandato a casa. Ma quella sensibilità sociale e politica merita una rappresentanza e il PD, con essa, ancorché dialetticamente, non può non interloquire.

A modo di promemoria, isolo cinque questioni sulle quali, a mio avviso, il PD dovrà interrogarsi.

Prima questione: la dissociazione del PD dal governo Prodi e la sua rassegnazione a subire acriticamente la campagna denigratoria orchestrata dall’opposizione è stata forse ingiusta ma di sicuro vana. Il governo Prodi non si risolveva nella persona del premier. L’intero gruppo dirigente del PD ne rappresentava la struttura portante. Berlusconi ha avuto buon gioco nel rimarcarlo. Forse sarebbe stato più onesto e più utile rivendicare senza timidezze le cose buone che pure il governo ha fatto: risanamento, liberalizzazioni, protocollo welfare, europeismo e missioni internazionali.

Secondo: la conclamata vocazione maggioritaria del PD rischia di risolversi nel suo contrario, cioè in una vocazione minoritaria, a motivo di una protestata autosufficienza che conduce a sicura sconfitta. La vocazione maggioritaria non esclude ma, all’opposto, implica un’attitudine coalizionale. La presunzione di autosufficienza, celebrata dagli opinionisti e persino da avversari non innocenti (penso all’entusiasmo di Giuliano Ferrara), conduce a un partito dipinto come bello, bellissimo nel suo splendido isolamento, ma votato alla sconfitta.

Terzo problema: l’eccezione di alleanze non riconducibili a un filo di coerenza. La teoria dell’ ”andiamo da soli” aveva una sua forza e una sua suggestione, magari nel quadro di una sconfitta programmata ma anche di un limpido investimento sul futuro. Poi però si è fatta eccezione con Di Pietro, un alleato tra i meno affini, che puntualmente si è sganciato un minuto dopo il voto. Per converso si è chiuso ermeticamente ai Socialisti, la forza palesemente più vicina dal punto di vista politico e programmatico, che aveva il torto (sic!) di esibire la sigla socialista fuori dal PD e dunque di evocare il passato degli ex PCI. Infine, con i Radicali, si è siglato un patto ancora diverso: l’ospitalità di candidature nelle liste del PD. Soluzione doppiamente discutibile: sia perché, cancellando il logo dei Radicali, l’operazione non ha portato un valore aggiunto, sia perché, a dispetto delle intenzioni minimaliste, si è trasmesso il messaggio di un inquinamento del profilo e della proposta del PD presso un elettorato cattolico moderato rifluito sull’Udc. Meglio sarebbe stata una limpida alleanza politico-elettorale con un soggetto esterno e distinto, alla stessa stregua dell’Idv. Delle due l’una: o stretta coerenza con il proposito di correre soli e liberi o un PD, secondo l’ispirazione ulivista, inteso quale motore e timone di un quadro di alleanze politicamente e programmaticamente omogenee (con Socialisti, Radicali, Idv e magari Sinistra democratica spinta controvoglia tra le braccia di Bertinotti). Non si è seguita né l’una né l’altra via.

Quarto: il PD ha scontato un processo costituente incompiuto. Le leadership personali, ancorché brillanti, non bastano. La Lega insegna. Si richiede un partito degno di questo nome, un interlocuzione stabile e strutturata con la società da parte di un organismo collettivo vivente. La composizione delle liste, con in testa nomi specchietto e, a seguire, la burocrazia di partito, sta a testimoniare un ritardo che si è pagato.

Quinta questione: un deficit di “antiberlusconismo democratico”. Un’ espressione mutuata, per analogia, dalla categoria storiografica dell’”anticomunismo democratico”. C’è un antiberlusconismo ideologico da rigettare, ma c’è anche un antiberlusconismo positivo che si nutre della consapevolezza della peculiarità-anomalia di Berlusconi per i moduli di una moderna democrazia liberale. Così l’antiberlusconismo grossier se lo è intestato tutto Di Pietro. Lo ha osservato criticamente Sartori, a fronte di un irenismo che ha assunto accenti un po’ grotteschi con la cura ossessiva di non pronunciare il nome di Berlusconi. Salvo, l’ultima settimana, evocare le minacce alla legalità repubblicana con la lettera di Veltroni al Cavaliere e da lui respinta con studiato sdegno.

È solo un promemoria, ma da un confronto franco e serrato su di esso il PD può e deve riprendere il cammino. Anche per cominciare ad esistere come soggetto collettivo dotato di sedi nelle quali si possa finalmente discutere. Ma per discutere sul serio si devono evitare i due opposti tatticismi che già fanno capolino: quello di chi, dichiarando che la leadership non è in discussione, in realtà mira a commissariarla ripristinando vecchi schemi oligarchici e quello di chi propone il congresso domani per stroncare una discussione collettiva che presuppone tempi, regole e procedure meno concitati.

* Il testo è pubblicato anche su Il Riformista del 7 maggio 2008
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Promemoria per il PD: cinque errori da correggere

Messaggioda matthelm il 31/05/2008, 17:12

A mio modo di vedere le cinque questioni:
1. Se Veltroni si fosse presentato come la continuazione del governo Prodi sarebbe stata una debacle completa. Non dimentichiamo che Prodi governava ed è caduto dopo un anno e mezzo di calvario. Si è voluto giustamente rimarcare uno stacco netto da quella esperienza fallimentare, pur con taluni successi oscurati da uno spettacolo indecente.
2. Era necessaria la vocazione maggioritaria per diventare punto di riferimento. O si pretendeva di vincere al primo colpo! La costruzione di una casa ha dei tempi: prima le fondamenta.
3. Concordo per gli errori dell’alleanza con Di Pietro e radicali.
4. Il partito, è evidente, non ha avuto il tempo di strutturarsi. Veltroni non ne ha colpa.
5. L’antiberlusconismo parolaio ha fatto il suo tempo ed i suo danni. Ora un nuovo inizio con un nuovo stile che non vuol dire consociativismo.

Conclusione mia: Monaco ha fatto osservazioni di “lesa maestà Prodi”. Capisco.

La vera scommessa viene adesso con il radicare, strutturare e non realizzare egemonie striscianti da parte di nessuno.
Bisognerebbe secondo me ricordarlo mattina e sera: noi non siamo un partito socialista, ne comunista, ne democristiano ma dovremmo essere il Partito Democratico:
Facile a dirsi più difficile a farsi.
Di questo ora dovremmo parlare.
Naturalmente i cinque errori di Monaco non erano tali. Vista la situazione.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Promemoria per il PD: cinque errori da correggere

Messaggioda asinello il 02/06/2008, 16:19

Non mi pare che Monaco abbia detto granché di anormale. Anzi. Veltroni ha voluto fare una campagna d'opposizione, ma la realtà era un'altra. Avrebbe forse pagato di più cercare di incidere sui meriti del governo. La difesa sui conti pubblici andava bene, ma ai cittadini sembrava nulla (e forse poteva essere spiegato meglio). E perché non una parola sulle liberalizzazioni?

Questo non avrebbe proibito comunque di rompere con la sinistra, anzi, sarebbe stato il filo continuativo del discorso di Veltroni, "bene il governo, male la maggioranza". Una parola sull'antiberlusconismo: abbiamo pagato il prezzo di non aver fatto per ben due volte la legge sul conflitto d'interessi. Ma questo non significa che il problema non esista più o non debba essere all'ordine del giorno in quella che chiamiamo "democrazia". Ma antiberlusconismo significa anche di più: contrapporre un'alternatiba culturale a quello che è il modello che propone Berlusconi. Questo è antiberlusconismo "democratico", che non mi pare non serva.
asinello
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 45
Iscritto il: 02/06/2008, 15:50

Re: Promemoria per il PD: cinque errori da correggere

Messaggioda matthelm il 02/06/2008, 16:53

Caro asinello, mi dispiace ma sottoscrivo in toto quello che ho detto nel mio post precedente.

L'aggiunta è che proporre l'alternativa a Berlusconi con un'alleanza come quella dell'Unione vuol dire votarsi alla sconfitta perenne e... giustamente. Bisognava smarcarsi a tutti i costi sapendo che si perdevano le elezioni sicuramente.

Ora , voltata la pagina nera puntiamo su una vera alternativa credibile democratica che serve all'Italia.

Un vero partito democratico di centrosinistra europeo.
Il "mostro" Berlusconi è stato costruito dalla nostra pochezza e disomogeneità.
Prodi, se permetti, su questo qualche responsabilità l'ha avuta e qualche riflessione mi sembra l'abbia fatta. E se l'ha fatta lui...
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Promemoria per il PD: cinque errori da correggere

Messaggioda asinello il 02/06/2008, 17:05

>L'aggiunta è che proporre l'alternativa a Berlusconi con un'alleanza come quella dell'Unione vuol dire votarsi alla sconfitta perenne e... giustamente. Bisognava smarcarsi a tutti i costi sapendo che si perdevano le elezioni sicuramente

Calma, io non ho detto che andava riproposta l'Unione. Bene la scelta di Veltroni, ma nel momento in cui dici "bene il governo, male la maggioranza" devi spiegare perché. Veltroni ha spiegato il secondo punto rompendo con la sinistra, ma perché il governo aveva fatto bene non l'ha mica spiegato con tanta convinzione.
asinello
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 45
Iscritto il: 02/06/2008, 15:50

Re: Promemoria per il PD: cinque errori da correggere

Messaggioda matthelm il 02/06/2008, 18:12

Non l'ha spiegato perché era complicato spiegare che si era fatta la ri-riforma dello scalone-scalino solo per una impuntatura della sinistra radicale. I vantaggi era difficle spiegarli... anche perché la ormai precedente riforma bene o male era stata somatizzata.
E pure era difficile spiegare che i Dico dopo mesi e mesi di discussione non sono stati fatti scontentando tutti quelli che non li avrebbero voluti e quelli che li volevano.
E questi due provvedimenti hanno riempito l'anno e mezzo del governo Prodi. E spiegare altro, che pure è stato fatto, risultava ed è risultato molto difficile tanto che non si riusciva a bucare lo schermo tanto i due precedenti provvedimenti prima citati avevano oscurato tutto. Certo Mastella, i Pecorario, i rifiuti e la sicurezza hanno fatto i l resto. Ma anche qui cosa pensi che l'elettore potesse sperare dalla maggioranza uscente? Veti contro veti.
Credimi, non aveva alternative Veltroni. Ora purtroppo, ci pensano gli "altri" anche per la sicurezza.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Promemoria per il PD: cinque errori da correggere

Messaggioda asinello il 02/06/2008, 18:27

>Non l'ha spiegato perché era complicato spiegare che si era fatta la ri-riforma dello scalone-scalino solo per una impuntatura della sinistra radicale. I vantaggi era difficle spiegarli... anche perché la ormai precedente riforma bene o male era stata somatizzata.

Semmai questa era anche un'impuntatura dei sindacati, comuqnue nel programma c'era scritto "superamento dello scalone". Non mi pare che aver rimodultato lo scalone con scalini abbia eliminato l'effetto dell'innalzamento dell'età pensionabile (62 anni), avvantaggiando però una fetta di lavoratori che in un secondo si sarebbero visti costretti a lavorare altri anni. Contiamo pure che in quell'accordo sono partiti 400 euro di bonus a ottobre per 3 milioni di pensionati, che certo non è una misura miracolistica, ma insomma...

Comunque ti assicuro che quello che stato fatto non si riduce tutto qui. Proprio su questo sito c'è un link apposito sull'attuazione del programma. Pensiamo ai soldi per le infrastrutture siciliane e calabresi (1,320 miliardi), che ora il governo Berlusconi ha tagliato per finanziarsi l'Ici? Pensiamo ai fondi per la violenza sulle donne e per le non autosufficienze (100 milioni per i sordi, 100 per i ciechi, ecc...)? Pensiamo che l'Ici era già stata una manovra di Prodi, senza però compromettere le risorse per i Comuni? Pensiamo ai soldi per Fs e Anas, che erano praticamente in rosso? Certo, questo governo non si è contraddistinto per riforme di grande portata, ma certo tante piccole cose hanno fatto qualcosa.
asinello
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 45
Iscritto il: 02/06/2008, 15:50

Re: Promemoria per il PD: cinque errori da correggere

Messaggioda matthelm il 02/06/2008, 19:20

Riguardo allo scalone-scalino dopo un referendum approvato dai lavoratori la sinsitra radicale al governo scavalcò i sindacati non accettando il risultato di quel referendum!!!
Questo è stato il disastro d'immagine di quell'operazione.
Certo, e ci mancherebbe, concordo con te su altri risultati positivi del governo Prodi che non sono emersi dal baillame.

E' stato il risultato complessivo d'immagine che è stato negativo ed indifendibile.

Prodi ha fatto da persona onesta quel che ha potuto ma il risultato, viste le condizioni in cui operava, è stato bocciato dall'elettorato. O si pensava che potesse essere premiato?
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Promemoria per il PD: cinque errori da correggere

Messaggioda watson il 02/06/2008, 19:49

matthelm ha scritto: [...]
E' stato il risultato complessivo d'immagine che è stato negativo ed indifendibile.

Prodi ha fatto da persona onesta quel che ha potuto ma il risultato, viste le condizioni in cui operava, è stato bocciato dall'elettorato. O si pensava che potesse essere premiato?


Su questi aspetti, ho alcune perplessità.
Che il risultato d'immagine del governo Prodi sia stato negativo, è una realtà.

Dal risultato d'immagine, e non da quello che ha fatto, è derivata la bocciatura dell'elettorato.
E' su questo punto che ho delle perplessità.
Il "risultato di immagine" non è certo responsabilità esclusiva di Prodi, che pensava ad agire, né esclusiva del governo.
Forse sono stati commessi errori, quando Veltroni ha incominciato a parlare e ad agire come capo non solo del PD, ma anche di un futuro governo?
Non è anche responsabilità del Pd nascente, il non aver difeso e propagandato quanto di buono il governo stava facendo?

Che l'Unione non potesse ripresentarsi alle elezioni è ovvio, ma è quello che è stato fatto prima che forse, favorendo la fine prematura della legislatura, ha provocato tutti i guai successivi, compreso il presentarsi alle elezioni senza un partito ben strutturato.

Non desidero con questo fare una disamina di colpe e responsabilità, ma fare un esame del presente per programmare il futuro.
watson
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 29
Iscritto il: 27/05/2008, 16:24

Re: Promemoria per il PD: cinque errori da correggere

Messaggioda matthelm il 02/06/2008, 20:11

Che l'Unione non potesse ripresentarsi alle elezioni è ovvio, ma è quello che è stato fatto prima che forse, favorendo la fine prematura della legislatura, ha provocato tutti i guai successivi, compreso il presentarsi alle elezioni senza un partito ben strutturato.

Ricordo solo che la Bindi e lo stesso Prodi, all'inizio della campagna elettorale non escludevano una riproposizione dell'Unione. Quindi non era ovvio.

Ma il vero punto che talvolta esce è che Veltroni abbia lavorato per destabilizzare Prodi. E' il solito processo alle intenzioni tipicamente provinciale e inaccettabile. Veltroni si doveva muovere solo così ed a lavorato con le condizioni date.

Ora, acqua passata non macina più.
Posso aggiungere senza polemica artificiosa che Prodi non era e non è il massimo come politico e vari errori li ha commesi pure lui. Senza nulla togliergli.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Prossimo

Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 9 ospiti

cron