Il governo cambia versione: ora Famiglia Cristiana è fascistaTullia Fabiani
Fascisti? Siete voi. Se il marchio di «cattocomunismi» si era rivelato un boomerang, ora il Pdl ci riprova: «Di fascista oggi in Italia ci sono soltanto i toni da manganellatore che Famiglia Cristiana consente di usare a Beppe Del Colle». A parlare è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi che accusa il settimanale di «pregiudizi e livore ideologico senza precedenti».
Gli uomini del governo, per liquidare le accuse invece che rispondere sui contenuti, avevano già tirato in ballo il cattocomunismo. Una categoria datata e passata alla storia. O avevano provato a lanciare un termine di nuovo conio, pensato ad hoc e allora quelli di "Famiglia Cristiana" diventano criptocomunisti. Magari cristiani, ma in fondo in fondo comunisti. E la polemica sta tutta qua. Senza argomenti. Perché «non si hanno argomenti e allora si lanciano accuse fuori luogo», aveva risposto Don Antonio Sciortino, direttore del settimanale.
«Oggi cattocomunista non significa più nulla» spiegava Sciortino in una intervista a La Stampa, e «noi usiamo con tutti lo stesso metro». Perché l'unico schieramento riconosciuto dalla rivista dei Paolini è quello «con le famiglie». Così come vengono date precisa priorità sui temi politici, e una di queste è la povertà, sempre più diffusa, su cui «non si fa nulla. Anzi si getta fumo sull'opinione pubblica per nascondere l'incapacità di dare risposte concretee».
Ma a replicare alle critiche della maggioranza dopo l'editoriale in cui il settimanale dei Paolini contestava la politica del governo in materia di sicurezza, non era stato solo il direttore. Dopo le prime accuse del sottosegretario Carlo Giovanardi, di dribblare sui fatti e «non rappresentare la vera dottrina della Chiesa», era arrivata la risposta di Beppe Del Colle in un articolo di prossima pubblicazione, nel quale si ribadisce: «Siamo e saremo sempre in prima linea su tutti i temi eticamente irrinunciabili». Citando poi un rapporto dell'organizzazione Esprit, si augurava che «non sia vero il sospetto» che in Italia «stia rinascendo il fascismo sotto altre forme».
E proprio a Giovanardi e ai suoi colleghi spiegava: «No, onorevole. Non siamo cattocomunisti. Tantomeno 'criptocomunisti', come dichiarato dal loquacissimo Gasparri e da altri politici (Rotondi, Bertolini, Quagliariello), senza argomenti. Abbiamo definito 'indecente' la proposta del ministro Maroni sui bambini rom perché da un lato basta censirli, aiutarli a integrarsi con la società civile in cui vivono marginalizzati, ma dall'altro bisogna evitargli la vergogna di vedersi marcati per tutta la vita come membri di un gruppo etnico considerato in potenza tutto esposto alla criminalità».
Inoltre se tali politici pensano che la linea del settimanale sia antagonista a quella delle gerarchie,a titolo di cronaca veniva osservato: «Nessuna autorità religiosa ci ha rimproverato nulla del genere. E Giovanardi non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico-dottrinale». Come pure Gasparri «non abilitato a dare patenti di cattolicità», tra quelli che «predica bene e razzola male», richiamava ancora Sciortino.
Un linguaggio duro quello usato da Famiglia cristiana. «Sbagliato» secondo il ministro per l'Attuazione del Programma di Governo Gianfranco Rotondi. Ma non secondo la maggior parte dei lettori che li invitano «ad andare avanti con coraggio».
Il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, intanto, ha dato mandato ai suoi avvocati per «querelare don Antonio Sciortino, per le espressioni ingiuriose usate nei miei confronti in una intervista a 'La Stampa'». E aggiunge: «Sono rammaricato per la caduta di stile di una persona travolta da un crollo di vendite oggi documentato anche dal 'Sole 24 Ore'». Affermazione che nello stile certo non brilla.
A differenza del commento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta: «Come sapete non faccio polemiche. Mi astengo».
www.unita.itPubblicato il: 13.08.08
Modificato il: 14.08.08 alle ore 9.02
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)