La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Sul PD e il Riformismo - azione riformista dall'opposizione

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Sul PD e il Riformismo - azione riformista dall'opposizione

Messaggioda Ful il 05/08/2008, 10:55

Salve a tutti,

partendo da questa definizione di Riformismo su Wikipedia:

Il riformismo è una metodologia da applicare alle iniziative politiche, con l'intento di favorire un'evoluzione degli ordinamenti politici e sociali mediante la teorizzazione e l'attuazione di riforme.

Le riforme possono in certi casi essere graduali e progressive. In altri casi possono avere un contenuto più ampio ed introdurre dei cambiamenti consistenti all'interno della struttura pre-esistente. Il termine riformismo è il contrasto con quello di rivoluzione. Riformare si rifà all'idea di "riorganizzare" o di "ridisegnare" attraverso l'utilizzo di metodi democratici, in contrapposizione ai metodi autoritari spesso usati dai regimi prodotti dalle rivoluzioni
.


provo a lanciare alcune discussioni tematiche.

Come fine sarebbe bello arrivare ad un punto condiviso, in ogni modo la discussione sarà interessante ed utile per tutti...


Quali sono i limiti dell'azione riformista dall'opposizione?


Fulv
Ful
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 48
Iscritto il: 30/05/2008, 9:54
Località: Conselice

Re: Sul PD e il Riformismo - azione riformista dall'opposizione

Messaggioda franz il 17/08/2008, 10:32

Ful ha scritto:Salve a tutti,

partendo da questa definizione di Riformismo su Wikipedia:

Il riformismo è una metodologia da applicare alle iniziative politiche, con l'intento di favorire un'evoluzione degli ordinamenti politici e sociali mediante la teorizzazione e l'attuazione di riforme..

[...]
Quali sono i limiti dell'azione riformista dall'opposizione?


Fulv

Prima di identificare i limiti dell'azione riformista di una opposizione forse è meglio approfondire quelli d'ordine piu' generale.

Il termine in se' allude ad un intervento sulla forma (quasi scartasse a priori la sostanza) ma questo è implicito.
Non interveniamo sulla struttura (economica) ma sulla forma (quella che i marxisti chiamavano sovrastruttura) e quindi in buona sostanza le leggi che governano e regolano un sistema-paese.

Per comprendere bene che tipo di interventi è possibile fare è necessario a mio avviso sgombrare il terreno da un eventuale equivoco di omnipotenza della politica, che sta a intendere che la politica ha potere su tutta la società.
Se cosi' fosse allora le rivoluzioni vanno meglio. Piu' rapide e piu' efficaci. Almeno all'inizio. Poi i nodi vengono al pettine e solitamente si assiste a controrivoluzioni o restaurazioni. La struttura sociale si ribella ad essere strapazzata ma questo puo' succedere anche con un riformismo rivoluzionario che sia pre-potente ed arrogante.

Secondo il modello a cui mi affido per ragionare, un po' piu' complesso del semplice struttura-sovrastruttura che andava di moda il secolo scorso, la società nel suo complesso è suddivisibile in sottosistemi autonomi e la Politica non è l'unico soggetto attivo presente nella società ed operante per la sua regolazione, omeostasi, cambiamento. Insieme alla Politica operano, su piani diversi ed autonomi, la Cultura e l'Economia. Tra i sottosistemi ci sono relazioni biunivoche per cui una inflenza l'altra ma ne è anche influenzata. Ogni sottosistema (a sua volta suddivisibile in sottosistemi, ma non è il caso ora di approfondire) ha le sue regole, le sue leggi, la sua autonomia. La politica quindi non puo' violare le leggi dell'economia o strapazzare la cultura solo perché ritiene di avere un progetto valido, giusto e pre-potente. Con la cultura credo che siamo tutti d'accordo ma con l'economia no. Infatti è un portato di parte del centrosinistra avere la pretesa di una politica che domina totalmente l'economia. La politica puo' e deve regolare l'economia, almeno in parte ma la politica è anche regolata dall'economia (riceve ad esempio sovvenzioni economiche tramite il fisco) e se la regolazione operata dalla politca è sbagliata se ne accorge tutta la società ed anche la politia stessa.
Partiamo dal concetto che un motore per funzionare va regolato. Ma anche che ci sono tanti modi di farlo. Alcuni migliori, altri peggiori, alcuni disastrosi (il motore si ingolfa o peggio si sbiella).

Questo pone dei limiti a tutti: rivoluzionari e riformisti. Il limite dei rivoluzionari (o di certi rivoluzionari mascherati da riformisti) è di avere una visione del mondo per cui quello che loro propongono è sicuramente giusto e tutto il resto è sbagliato. Questa visione - conflittuale - impedisce di vedere i propri errori e di essere con gli altri in una relazione da "società aperta", in cui tutti contribuiscono a stabilire come sia meglio regolare quel motore.

Il fatto che esistano dinamiche maggioranza-opposizione infatti presuppone due scuole diverse a cui i cittadini si affidano di volta in volta, per vedere se per caso funzionano meglio. Cosa che stranamente nessuno fa pero' con la propria vettura.

Il limite quindi è che un riformismo ottimale (società aperta) non dovrebbe essere soggetto alle dinamiche maggioranza-opposizione.

Dinamiche a cui pero' ci si affida perché risolvono altri problemi (l'alternanza netta e la separazione delle responsabilità quando si hanno opinioni troppo diversificate su come regolare l'economia).

Affidandoci a dinamiche maggioranza-opposizione tuttavia dobbiamo essere consapevoli che il riformismo risultante sarà sub ottimale e che spesso una maggioranza si limiterà a disfare quello che era stato fatto dalla precedente e riparare i danni che la precedente maggioranza ha fatto. Userà anche questi danni, ricevuti in eredità, per giustificare i ritardi della propria azione riformistica.
Il risultato finale è che si marcia sul posto ed il paese non progredisce.

Come uscirne?
Di fatto il problema sarebbe che oggi la politica non funziona a dovere ed oltre ad impegnarsi a regolare l'economia dovrebbe dedicarsi a regolare e riformare se stessa. Ma qui a quanto pare è ancora piu' impotente.

Noto che recentemente allora al riformismo si è affiancato un altro metodo: il costruttivismo psicologico. Che non punta alla struttura società ma alla ristrutturazione del nostro modo di pensare. Se una cosa non va bene, non la si cambia ma si incide sulla nostra percezione di quella cosa. Una cosa che i pubblicitari sanno fare molto bene e che la destra berlusconiana ha imparato a fare molto piu' di noi. Il 3000 soldati nelle città se vogliamo è un esperimento publicitario che non cambia la realtà ma che invece modifica la percezione (la sensazione di sicurezza) di milioni di cittadini.
Il tutto nasce dal fatto che ovviamente oggi il consenso (fondamentale in democrazia) è molto inflenzato dalla percezione della realtà (assai piu' che dalla realtà stessa) per cui è possibile "giocare" agendo su particolari leve (la paura, il timore per il futuro, gli stranieri, i rom) e fornendo poi soluzioni "placebo" (le impronte ai bambini rom, i soldati nelle strade).

Qui è chiaro che se la destra è piu' brava di noi in questo genere di manipolazioni (che sono di tipo psicologico ed ampiamente usate in pubblcità) il nostro riformismo dovrà attendere a lungo prima di potersi esprimere al governo.
A meno che anche noi non impariamo ad usare questi metodi alla Watzlawick.
Che in alcuni casi sono fondamentali proprio per modifcare il nostro stesso modo di vedere le cose che in vari casi è sbagliato e vetusto, inadeguato alle soluzioni riformiste vere che dobbiamo saper indicare e realizzare.

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58


Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti