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Diversità vs omologazione

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Diversità vs omologazione

Messaggioda flaviomob il 04/08/2011, 1:13

Archivio cartaceo | di Paolo Flores d'Arcais

3 agosto 2011

Ma il Pd non capisce


L’unica spiegazione è che vivano su un altro pianeta. Altrimenti, i dirigenti del Pd, per quanto intorpiditi nei sensi e obnubilati nell’intelletto dalle pratiche di bipartisan “responsabilità” del ventennio quasi trascorso, avrebbero assillante contezza del cocktail civico di stupore, indignazione, esasperazione, rabbia, con cui la “loro” gente non li prende più neppure in considerazione, se non per disprezzarli e auspicare che tolgano al più presto il disturbo. Quando accade che uno di loro venga applaudito, è solo perché la platea è stipata di quella “nomenklatura diffusa” che vive e lucra sulla politica, gilda autoreferenziale che nel nostro paese conta ormai centinaia di migliaia di adepti. Altrimenti sono fischi, contestazioni, domande accorate e furibonde che neppure più sperano in una risposta. Questo giornale ne rende puntuali testimonianze ogni giorno.

Vivono su un altro pianeta, altrimenti saprebbero che la “loro” gente li ha votati (e li vota: sempre meno) per un’unica straordinaria ragione, la diversità morale rispetto ai partiti dell’establishment, dunque la possibilità di fidarsi di politici che non fossero politicanti, di “rappresentanti” che non diventassero affaristi. La diversità che Berlinguer trent’anni fa (otto prima della caduta del Muro) aveva indicato come unica possibile identità di un partito comunista in Italia, dopo il fallimento mondiale dei comunismi storici (lo definiva, con colpevole eufemismo, esaurimento della spinta progressiva della rivoluzione d’ottobre).

La “loro” gente – i loro potenziali elettori – sa perfettamente che senza questa diversità morale non c’è alternativa politica che tenga, che l’omologazione col regime di “Cricca continua” è dietro l’angolo. La “loro” gente non si accontenta di “rappresentanti” che rubino un po’ meno, li vuole che non rubino affatto (né per sé né per il partito). Di più: che non frequentino affatto i sospetti ladri e faccendieri. È così difficile da capire? È così difficile da realizzare?

Vivono su un altro pianeta, altrimenti non aprirebbero più bocca, perché oggi nessuno li crede più, la “loro” gente in primo luogo, neppure se si mettessero a dire ogni giorno “qualcosa di sinistra”. Stanno dissipando un patrimonio, con nuove promesse possono solo far inferocire chi ormai di loro non si fida più. Per fortuna c’è l’Altra Italia che in questi anni ha salvato l’onore del paese: i cittadini scesi in piazza e i magistrati che hanno applicato la legge eguale per tutti.

Il Fatto Quotidiano, 3 agosto 2011


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Re: Diversità vs omologazione

Messaggioda ranvit il 04/08/2011, 10:35

Si, vive su un altro pianeta....Paolo Flores d'Arcais :D Perchè non si è accorto che quello che dice è chiaro a tantissime persone.

E allora che si fa?
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Diversità vs omologazione

Messaggioda pianogrande il 04/08/2011, 23:47

"E allora che si fa?"

Anche questa domanda se la pongono in tanti.

Fa parte anche (sottolineo anche) dell'armamentario dei banalizzatori.

Alla prima risposta con proposta c'è pronta la frase due: Siamo tutti commissari tecnici della nazionale e del governo (non è testuale ma è il concetto).
Forse, è giunto il momento di fare senza dire.

Credo siano sempre di più ad applicare o pronti ad applicare questo metodo.

In politica può ancora funzionare.

Solo su un altro argomento gli italiani preferiscono dire senza fare piuttosto che fare senza dire.
Fotti il sistema. Studia.
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