Bari - E come potrebbe il Pd non dividersi???

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Pd, doppio strappo all’evento di Bari
di BEPI MARTELLOTTA
BARI - Doppio «strappo» nel Pd pugliese all’alba della manifestazione «Mezzogiorno di fuoco» che radunerà, oggi e domani, centinaia di delegati del Sud e alcuni big del partito. Non è forse casuale che le due vicende, diverse tra loro, accadano proprio a ridosso della kermesse di Bari, cui hanno lavorato a lungo il presidente del partito Michele Emiliano e il segretario Sergio Blasi. Proprio a quest’ultimo si rivolge in una garbata lettera il deputato Francesco Boccia, annunciando le sue dimissioni dalla segreteria regionale (causa gli impegni nel partito nazionale) e rinnovando sostegno al segretario nella battaglia per il rinnovamento che, però verrebbe frenato dai gruppi dirigenti sia nel Pd pugliese sia ai vertici della sanità. Da un lato, spiega il deputato, le «ambizioni dei singoli» hanno prevalso sul progetto collettivo del partito, nel quale è giunta l’ora (donde la mossa di sfilarsi dalla segreteria) di fare spazio a «forze fresche». Dall’altro, la battaglia per il ricambio nella sanità, perseguita da Blasi e dal gruppo consiliare con l’ordine del giorno depositato in consiglio regionale ma che avrebbe trovato un muro sia nel governatore Vendola sia negli assessori regionali Pd, assai più vicini al presidente della Regione che al partito nelle strategie messe in campo.
«Dopo le ultime vicende era necessario azzerare tutti i vertici della sanità - dice Boccia - ci sono alcuni direttori generali che non possono più ritenersi idonei, non solo perchè hanno misure di interdizione sulle spalle ma anche perchè rappresentano la fine di una stagione politica. Non è più ammissibile che nelle Asl ci siano persone che hanno un rapporto con la politica invece di averlo con i pazienti. Tutto ciò è eticamente vergognoso e la politica deve dare delle risposte, a partire dal Pd. In Puglia, dalle vergognose vicende legate alla Sanità Service in provincia di Foggia, passando per la stragrande maggioranza dei direttori generali delle Asl, per non parlare poi della scarsa rispondenza degli amministratori regionali e degli assessori regionali al Pd, penso sia necessario aprire un confronto politico serio dentro al partito».
Boccia preannuncia così il suo intervento senza peli sulla lingua nella due giorni di Bari e raccoglie l’immediato plauso dei dipietristi pugliesi. «Bravo Boccia, non si può restare indifferenti davanti ai problemi che attanagliano la sanità pugliese - dice il segretario regionale Idv Sebastiano De Feudis - sulle tante ombre che aleggiano sulle Asl della regione e sulle indagini a carico di quasi tutti i manager che le dirigono, così come non ci si può più rifiutare di azzerare i vertici delle Asl preferendo mantenere lo status quo ».
Ma sull’appuntamento «sudista» convocato dal Pd incombe anche l’assenza del vicecapogruppo al Senato Nicola Latorre, diserzione originata da una sorta di ostracismo nei suoi confronti che avrebbero manifestato i vertici del partito pugliese. In particolare, il ritrovato «asse» tra i due ex rivali alle primarie, Blasi e Emiliano, starebbe mettendo nell’angolo chi - come lui - negli ultimi tempi ha lanciato segnali di avvicinamento al leader di Sel Vendola nel percorso dell’alleanza «anti-berlusconiana». E, probabilmente, gli starebbe causando anche una sorta di isolamento tra le fila dell’area «dalemiana» del partito, da sempre diffidente nei confronti del governatore della Puglia. Il che sta riproponendo una domanda circolata qualche tempo fa sui rapporti tra D’Alema e il suo braccio destro. E, forse, agli occhi di Latorre sta confermando la fondatezza di un asse tra i dalemiani guidati da Blasi e l’ex rivale sindaco di Bari.
Di più, Latorre non avrebbe gradito il progetto «Mezzogiorno di fuoco», visto come una sorta di spinta autonomistica del partito meridionale verso un modello federale del Pd i cui esiti potrebbero rivelarsi pericolosi. Blasi prova a spegnere i fuochi, respingendo l’immagine di un partito le cui iniziative sembrano essere i perenni litigi tra i dirigenti. «Sono sbigottito per la presa di posizione di Latorre, qui non c’è una manifestazione mia e di Emiliano ma u n’iniziativa di tutto il Pd meridionale. Sono anni che il più grande partito del centrosinistra non si convoca per discutere di Sud, se c’è stato un ostracismo è proprio quello della politica nei confronti di questo tema». Quanto a Boccia, Blasi rivendica l’impegno per il rinnovamento (anche in sanità) ma ribadisce che la proposta di ricambio nelle Asl del Pd «non è conflittuale con quella del governo regionale. Sono fiducioso che a fine aprile, terminato il processo di selezione avviato da Vendola, romperemo con il sistema clientelare e politicizzato del passato».
09 APRILE 2011
Pd, doppio strappo all’evento di Bari
di BEPI MARTELLOTTA
BARI - Doppio «strappo» nel Pd pugliese all’alba della manifestazione «Mezzogiorno di fuoco» che radunerà, oggi e domani, centinaia di delegati del Sud e alcuni big del partito. Non è forse casuale che le due vicende, diverse tra loro, accadano proprio a ridosso della kermesse di Bari, cui hanno lavorato a lungo il presidente del partito Michele Emiliano e il segretario Sergio Blasi. Proprio a quest’ultimo si rivolge in una garbata lettera il deputato Francesco Boccia, annunciando le sue dimissioni dalla segreteria regionale (causa gli impegni nel partito nazionale) e rinnovando sostegno al segretario nella battaglia per il rinnovamento che, però verrebbe frenato dai gruppi dirigenti sia nel Pd pugliese sia ai vertici della sanità. Da un lato, spiega il deputato, le «ambizioni dei singoli» hanno prevalso sul progetto collettivo del partito, nel quale è giunta l’ora (donde la mossa di sfilarsi dalla segreteria) di fare spazio a «forze fresche». Dall’altro, la battaglia per il ricambio nella sanità, perseguita da Blasi e dal gruppo consiliare con l’ordine del giorno depositato in consiglio regionale ma che avrebbe trovato un muro sia nel governatore Vendola sia negli assessori regionali Pd, assai più vicini al presidente della Regione che al partito nelle strategie messe in campo.
«Dopo le ultime vicende era necessario azzerare tutti i vertici della sanità - dice Boccia - ci sono alcuni direttori generali che non possono più ritenersi idonei, non solo perchè hanno misure di interdizione sulle spalle ma anche perchè rappresentano la fine di una stagione politica. Non è più ammissibile che nelle Asl ci siano persone che hanno un rapporto con la politica invece di averlo con i pazienti. Tutto ciò è eticamente vergognoso e la politica deve dare delle risposte, a partire dal Pd. In Puglia, dalle vergognose vicende legate alla Sanità Service in provincia di Foggia, passando per la stragrande maggioranza dei direttori generali delle Asl, per non parlare poi della scarsa rispondenza degli amministratori regionali e degli assessori regionali al Pd, penso sia necessario aprire un confronto politico serio dentro al partito».
Boccia preannuncia così il suo intervento senza peli sulla lingua nella due giorni di Bari e raccoglie l’immediato plauso dei dipietristi pugliesi. «Bravo Boccia, non si può restare indifferenti davanti ai problemi che attanagliano la sanità pugliese - dice il segretario regionale Idv Sebastiano De Feudis - sulle tante ombre che aleggiano sulle Asl della regione e sulle indagini a carico di quasi tutti i manager che le dirigono, così come non ci si può più rifiutare di azzerare i vertici delle Asl preferendo mantenere lo status quo ».
Ma sull’appuntamento «sudista» convocato dal Pd incombe anche l’assenza del vicecapogruppo al Senato Nicola Latorre, diserzione originata da una sorta di ostracismo nei suoi confronti che avrebbero manifestato i vertici del partito pugliese. In particolare, il ritrovato «asse» tra i due ex rivali alle primarie, Blasi e Emiliano, starebbe mettendo nell’angolo chi - come lui - negli ultimi tempi ha lanciato segnali di avvicinamento al leader di Sel Vendola nel percorso dell’alleanza «anti-berlusconiana». E, probabilmente, gli starebbe causando anche una sorta di isolamento tra le fila dell’area «dalemiana» del partito, da sempre diffidente nei confronti del governatore della Puglia. Il che sta riproponendo una domanda circolata qualche tempo fa sui rapporti tra D’Alema e il suo braccio destro. E, forse, agli occhi di Latorre sta confermando la fondatezza di un asse tra i dalemiani guidati da Blasi e l’ex rivale sindaco di Bari.
Di più, Latorre non avrebbe gradito il progetto «Mezzogiorno di fuoco», visto come una sorta di spinta autonomistica del partito meridionale verso un modello federale del Pd i cui esiti potrebbero rivelarsi pericolosi. Blasi prova a spegnere i fuochi, respingendo l’immagine di un partito le cui iniziative sembrano essere i perenni litigi tra i dirigenti. «Sono sbigottito per la presa di posizione di Latorre, qui non c’è una manifestazione mia e di Emiliano ma u n’iniziativa di tutto il Pd meridionale. Sono anni che il più grande partito del centrosinistra non si convoca per discutere di Sud, se c’è stato un ostracismo è proprio quello della politica nei confronti di questo tema». Quanto a Boccia, Blasi rivendica l’impegno per il rinnovamento (anche in sanità) ma ribadisce che la proposta di ricambio nelle Asl del Pd «non è conflittuale con quella del governo regionale. Sono fiducioso che a fine aprile, terminato il processo di selezione avviato da Vendola, romperemo con il sistema clientelare e politicizzato del passato».
09 APRILE 2011