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Il nuovo Pd?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Il nuovo Pd?

Messaggioda ranvit il 07/11/2010, 18:15

Molto ma molto bene! (alla faccia dei segaioli....mentali)


http://corrierefiorentino.corriere.it/f ... 2213.shtml

SI CHIUDE LA CONVENTION DEI ROTTAMATORI
Generazione Leopolda, last day
«Non chiediamo posti, li prendiamo»
Conclusi i lavori della convention organizzata da Renzi e Civati. Sul palco Serracchiani, Scalfarotto e Melandri




FIRENZE - Si è conclusa alla Stazione Leopolda di Firenze, con tutto il pubblico in piedi, la convention dei rottamatori che conta, alla fine dei tre giorni, 6.800 iscritti. Dopo gli interventi dei promotori dell’iniziativa, Matteo Renzi e Pippo Civati, il pubblico si è alzato in piedi e si è avvicinato al palco per abbracciare i due. Sul palco sono saliti anche Debora Serracchiani e Ivan Scalfarotto. Mentre in sala risuonavano le note di «Don’t stop music», sullo schermo scorrevano tutte le parole che sono state discusse negli interventi che si sono succeduti nella tre giorni. Tra queste, trasparenza, legalità, fiducia, libertà, speranza.

L'INTERVENTO DI RENZI - «Non chiediamo posti, ma senza chiederli, ce li prenderemo da soli: ci mettiamo in gioco perchè abbiamo sogni concreti da condividere». Lo ha detto Matteo Renzi chiudendo la tre giorni di «Prossima Fermata Italia» da Firenze, dove c’è «un laboratorio della curiosità, opponiamo il coraggio alla paura». A me, ha aggiunto, «non conveniva aprire questo dibattito. No, non mi conveniva: in un mondo in cui tutti si azzoppano prima o poi mi chiamavano a fare qualcosa». Ma Renzi è sempre più convinto che non «funzioni così: il nostro tempo o ce lo prendiamo o non lo avremo». A proposito del passato, del «solco» di cui parla Bersani e per il quale chiede rispetto, Renzi ricorda che «noi non siamo nati sotto un cavolo, io sono stato cooptato come presidente della Provincia». «Ma il solco - ha aggiunto tra gli applausi - può diventare fossa: al passato dobbiamo dire grazie al futuro dobbiamo dire sì. Il futuro lo pretendiamo».



L'INTERVENTO DI CIVATI - Dalla convention dei rottamatori di Firenze, Pippo Civati ha lanciato l’idea dell’Assemblea costituente che «sarà la prima assemblea partecipata dal web e dai territori, nelle città, dove ci saranno le prossime stazioni di Prossima fermata Italia». Il consigliere regionale lombardo ha chiuso così la convention. «Sarà un modo per contribuire da parte di tutti: l’Assemblea costituente sarà formata dalle persone che sono venute a Firenze, se vorranno partecipare diventeranno membri attivi della discussione». «Ho visto Grillo molto nervoso, dice che lo abbiamo copiato - ha detto ancora Civati con un sorriso -: gli spiegherò che ci sono anche Obama, Milliband, c’è anche qualcun’altro che nel mondo fanno delle cose». Civati poi, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha aggiunto che «noi vogliamo che il centrosinistra vinca», però «non vogliamo allearci con le brutte maniere che abbiamo visto troppo spesso nella politica italiana. L’ultima volta siamo andati al Governo con l’impossibilità di fare nulla. Vogliamo alleanze coerenti con le cose a cui teniamo» e che «abbiamo cercato di raccontare».
SULL'ASSENZA DI BERSANI - Sull’assenza all’assemblea del segretario Pier Luigi Bersani, Civati ha ribadito: «Lo diciamo senza malizia: pensavamo che sarebbe venuto», ma «l’importante è che si possa andare da Pier Luigi con la positività del patrimonio nato in queste giorni». A Bersani, si era rivolto dal palco anche Renzi: «Al segretario voglio dire tre cose: lui ci dice amate la ditta e noi amiamo la ditta, anche se questa parola non mi piace, ma diciamo non facciamola fallire la ditta. Ci dice che pretende rispetto e noi abbiamo rispetto, lo stesso rispetto che è mancato a chi è venuto qui a Firenze a dire che il sindaco di questa città è un maleducato» riferendosi alla senatrice Anna Finocchiario. «Ci dice - ha proseguito Renzi - che bisogna rispettare il solco», ma quel solco «non deve diventare una fossa: al passato dobbiamo dire grazie al futuro diciamo sì. Il futuro lo pretendiamo».


LA CORSA - La giornata di Renzi è cominciata con una corsa alle Cascine. Anche se a correre erano in 11. Matteo Renzi, la moglie, qualcuno dello staff, qualche «rottamatore» e giornalisti. I «ribelli del Pd» stavolta, hanno dato buca all'appuntamento alle Cascine, anche il fedele Pippo Civati, organizzatore della convention insieme a Renzi. Alle 9.45 via con l'ultima giornata alla Leopolda. In platea anche Giovanna Melandri, Ermete Realacci e l’ex direttore dell’Economist, Bill Emmott, che poi è intervenuto dal palco. Applausi sono arrivati dalla sala quando è stato mostrato il video in cui Willy il Coyote, il personaggio dei cartoni che Renzi ha scelto come chiave, una vera parodia, per raccontare l’Italia berlusconiana, riesce finalmente a catturare Beep Beep (che rappresenta Berlusconi): decide anche di mangiarlo a cena, ma dopo alcune settimane, preso dallo sconforto, scrive una lettera in cui spiega che non ci sono più ragioni per vivere e arriva al gesto del suicidio. «Noi prima o poi lo becchiamo, ma non dobbiamo fare così, non faremo così», ha detto Renzi stoppando il filmato prima del gesto estremo di Willy. Sul palco hanno sfilato Barducci, Bonsanti, Scalfarotto e Serracchiani che, dopo esser stata ai circoli del Pd, dove ieri hanno fischiato l'iniziativa fiorentina ha raggiunto per l'ultimo giorno i «rottamatori».



L'INTERVENTO DI SCALFAROTTO - «Qui c’è il rinnovamento che non fa a cazzotti con l’organizzazione, con il partito... » Lo ha detto il vicepresidente del Pd Ivan Scalfarotto sul palco. «Non so se sia un errore - ha aggiunto rispondendo ancora ai giornalisti sull’assenza del segretario Pier Luigi Bersani - credo che sia un’occasione persa. Bisogna coniugare modernità e organizzazione e noi possiamo farlo. Berlusconi è vecchio, ha 74 anni, è un ciclo che si deve chiudere». Un intervento molto applaudito quello fatto dal palco dal vicepresidente del Pd che ha ricordato che il partito «può vincere se tiene insieme entrambe le cose, l’innovazione e l’organizzazione, non se le contrappone. È un delitto non farlo, un’occasione persa. Non credo che la ricetta per vincere sia fare un’alleanza con l’Udc».

LE PAROLE DELLA MELANDRI - Di Bersani «non voglio parlare», sono «contraria» ai fischi arrivati ieri dall’assemblea dei Circoli a Roma, anche se «credo siano la risposta alla parola rottamare usata da Renzi che nemmeno a me piace» e «sono felice che Civati non l’abbia usata». Lo ha detto Giovanna Melandri alla Stazione Leopolda di Firenze, dove è in corso l’ultima giornata Prossima fermata Italia, la Convention dei Rottamatori, organizzata dal sindaco di Firenze Matteo Renzi e dal consigliere regionale lombardo, Pippo Civati. «Io dico - ha aggiunto Melandri - che dobbiamo unire tutte le forze per mettere fine a questo lungo ciclo di Berlusconi: dopo anche mescolarci, anche alle forze un po' più esterne al Pd, presenti oggi anche qui», per costruire «un campo di forze da opporre a Berlusconi», perchè «non basta più chi ha la parola partito in tasca: oggi il partito con la P maiuscola non è sufficiente». «La mia parola oggi è Pompei - ha continuato - simbolicamente come metafora della desertificazione delle politiche culturali di oggi. Pompei come metafora degli ultimi giorni di quel familismo amorale».



GENERAZIONE LEOPOLDA - E nonostante che Serracchiani e Melandri tentino di non contrapporre due Pd, è ormai chiaro che esistono. Uno è quello della Stazione Leopolda, senza bandiere di partito. Ma con un logo nuovo che va ad aggiungersi a quello ufficiale, un Pd non benedetto dai segretari come invece è quello riunito a Roma nell’assemblea nazionale dei circoli, che poi sarebbe il secondo. Un Pd che offre una narrazione e una liturgia e perfino un pantheon di rottamatori immaginari, perché ognuno ha le sue giacche e i suoi jeans, insomma la propria divisa per la pugna, ma anche i suoi album di figurine. È il Pd del Rencivati, che assolda Mark Zuckerberg, l’inventore di Facebook, Larry Page e Sergei Brin, padri di Google— giovani al potere— ed è lontano, almeno per ora, dal modello veltroniano che mette gli invitati alla festa di compleanno del leader nelle liste elettorali per il Parlamento; è il Pd che usa i social network per virtualizzare l’agorà greca (la piazza nell’epoca della sua riproducibilità elettronica), lontano dalle riunioni di sezione perché un profilo su Facebook può essere benissimo una sezione che unisce persone distanti migliaia di chilometri. Per questo il segretario regionale democrat Andrea Manciulli, dal palco che lo accoglie, racconta la propria differenza culturale: «Ho ascoltato molte cose interessanti, alcune le condivido. Renzi e Civati sono i prìncipi di Facebook, io ho sempre le mani unte di qualcosa che ho mangiato 5 minuti prima e non vado d’accordo con le tastiere touch screen».



LA METAFORA DEI DUE PD - Potrebbe essere una battuta qualsiasi ma invece è la metafora dei due Pd: uno che concepisce il partito come pesante, il «Pd dei territori», quello bersaniano, l’altro che intravede un’evoluzione nel modello di rappresentanza, che impone un diverso rapporto fra governanti e governati, che preferisce pensarsi simile a un grande gruppo su Facebook. «Alcuni — dice il Cyberscout Renzi— lo usano per metterci un comunicato stampa che hanno fatto alla vecchia maniera; ma questo tipo di ragionamento non coglie la potenzialità che Facebook dà. Non serve per metterci il comunicato stampa vecchia maniera, ma come occasione di un linguaggio e di un terreno di incontro su un canale totalmente diverso che becca pezzi di rappresentanza totalmente diversi da quelli di prima. Mi sono un po’ arzigogolato, però il ragionamento è: io non credo a un modello culturale di rappresentanza come quello di venti e trent’anni fa». L’assemblea della Leopolda è forse questo: un gruppo dove la gente posta una canzone, colonna sonora della vita o della politica che sognano, una parola, una nota, un commento, buoni per un libro come quello di Filippo Rossi e Luciano Lanna, Fascisti Immaginari. Ma è anche, per Renzi, un non-luogo dove fare politica, rottamando anche le forme intermedie dei partiti abituati a riunirsi in luogo fisico e non davanti ai terminali di computer.

LA PLAYLIST DEI RIBELLI - Qui, per rimanere ai fascisti, non c’è Capitan Harlock, ma i Simpson, Holly e Benji («uno si allena tirando i rigori, l’altro si allena parando i rigori»), la tivù dei ragazzi, playlist di video e musica, telefilm come Glee, con la colonna dei Journey («Don’t Stop Believin’», non smettere di crederci) e sit com come Boris, dove si vede una giovane ragazza che si vede rifiutare una sua idea teatrale da un grande vecchio del cinema che le dice che «non c’è più un modo per proporre un’idea: è stato eliminato per lavorare tra pochi amici fidati». Fidati e quindi cooptabili e interscambiabili a seconda dell’uso; e gira che ti rigira sono sempre gli stessi e detengono una rendita di posizione invidiabile. Qui ci sono Willy il Coyote (l’antiberlusconismo che cade in un crepaccio inseguendo Beep Beep Berlusconi) Cento Passi, l’Attimo Fuggente nella scena finale di «Capitano, oh mio capitano», quando tutti salgono sui banchi per solidarietà verso il professore che voleva insegnargli a succhiare il midollo della vita, c’è Berlinguer ti voglio bene, e «pole la donna permettisi di pareggiare con l’omo?», soprattutto oggi nella terra delle impari opportunità. Bon. Ora vediamo che fine fa questo frullato; se è una rivoluzione o soltanto una riedizione del veltronismo. Magari senza cinema, ma con internet.

David Allegranti
Alessandra Bravi
07 novembre 2010
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il nuovo Pd?

Messaggioda ranvit il 07/11/2010, 20:13

http://firenze.repubblica.it/cronaca/20 ... o-8843741/


POLITICA
Rottamatori, Renzi parla da leader
"Grazie al passato ma il futuro è nostro"
Successo per la convention fiorentina, che ha avuto 6.800 iscritti. Renzi: "Questo per tutti noi è il tempo di metterci in gioco, di provarci. Non chiediamo spazi, non vogliamo posti, andremo a prenderceli". La parlamentare Pd Giovanna Melandri critica il termine rottamazione ma anche i fischi della riunione dei circolo Pd a Roma contro Renzi. Scalfarotto: "Ho mandato un sms a Bersani ma non ha risposto".
di MICHELE BOCCI E ERNESTO FERRARA

Almeno 10mila persone passate dalla Stazione Leopolda di Firenze, 6.800 i registrati, circa 150 coloro che hanno fatto interventi. "Prossima fermata Italia", organizzata dai "rottamatori" Pippo Civati e Matteo Renzi è stata un successo. Si è discusso del futuro del nostro paese ascoltando le voci più diverse, affrontando temi come la banda larga, la scuola, la cultura, il valore della politica. La sintesi finale la fa Renzi che parla da leader, anche se continua a dire di voler fare solo il sindaco di Firenze: "Grazie al passato ma il futuro è nostro. Per tutti noi questo è il tempo di metterci in gioco, di provarci. Non chiediamo spazi, non vogliamo posti: andremo a prenderceli". Renzi vuole la cittadinanza per chi nasce in Italia, dice sì alle unioni civili e chiede, per il caso Pompei, le dimissioni o di Bondi o di Tremonti. "La legge elettorale fa schifo e va cambiata ma non bisogna fare un governo tecnico. Si darebbe nuova linfa a Berlusconi, che potrebbe fare la vittima. Noi del centrosinistra abbiamo le primarie, usiamole anche per scegliere i candidati in parlamento".

Renzi e Civati hanno annunciato che si organizzeranno in altre città italiane appuntamenti come quello che si è appena concluso a Firenze. Oggi a parlare sono arrivati Debora Serracchiani, parlamentare europeo, Ivan Scalfarotto, vicepresidente Pd, e Michele Emiliano, sindaco di Bari, Giovanna Melandri, parlamentare Pd: "Non mi piace il termine rottamare ma ieri i circoli del partito riuniti a Roma non dovevano fischiare la manifestazione fiorentina".

Civati ha ribadito: "Non ci interessa la nostra collocazione, ci interessa quella del Pd, il suo ruolo nel mondo. Ci dicono non avete contenuti, siete ragazzacci. Li avete sentiti i contenuti qui? Direi di sì. Sono stati tanti. Poi il rimprovero: ci sono cose già sentite. Peccato che in Italia nessuno le abbia già fatte. Chi se ne frega delle correnti. Noi siamo un'energia, tanti punti di vista. Non va bene la rottamazione ma neppure l'usato poco sicuro di Fini che è passato da Almirante a Berlusconi...".

Adesso verrà stesa la Carta di Firenze, una sorta di programma nato dal contributo di chi ha partecipato. "Abbiamo sogni concreti da condividere", ha detto ancora Renzi. A chi gli ha chiesto, all'inizio della confernza stampa che ha concluso la convention. se oggi è nato un nuovo leader per l'Italia ha risposto: "No, anche perchè porta un sfiga bestiale". Mentre Fini chiede le dimissioni di Berlusconi, Renzi dice ai cronisti: "Non ci credo, faranno il gioco del cerino, un rito da prima repubblica".

(07 novembre 2010)
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Re: Il nuovo Pd?

Messaggioda ranvit il 07/11/2010, 20:14

http://firenze.repubblica.it/cronaca/20 ... e-8848423/


IL DOCUMENTO
La Carta di Firenze
Ecco il documento elaborato al termine della convention dei rottamatori


Noi.
Noi che abbiamo imparato a conoscere la politica con tangentopoli e il debito pubblico e che oggi troviamo la classe dirigente del Paese occupata a discutere di bunga bunga e società offshore.
Noi che nonostante quello che abbiamo visto, fin da bambini, crediamo nel bene comune, nella cosa pubblica, nell'impegno civile.

Noi che ci siamo riuniti a Firenze per ritrovare le parole della speranza. Noi che abbiamo voglia di incrociare i nostri sogni e non solo i nostri mouse. Noi che crediamo che questo tempo sia un tempo prezioso, bellissimo, difficile, inquietante, ma sia soprattutto il nostro tempo, l'unica occasione per provare a cambiare la realtà. Noi.

Noi vogliamo gridare all'Italia di questi giorni meschini, alla politica di questi cuori tristi, al degrado di una solitudine autoreferenziale, che si può credere in un'Italia più bella.

Sì, noi crediamo nella bellezza, che forse non salverà il mondo, ma può dare un senso al nostro impegno. La bellezza dei nostri paesaggi, delle nostre opere d'arte, delle nostre ricchezze culturali, certo. Ma soprattutto la bellezza delle relazioni personali, la bellezza di andare incontro all'altro privilegiando la curiosità sulla paura, la bellezza di uno stile di vita onesto e trasparente.

Da Firenze, patria di bellezza, ci mettiamo in gioco.
Senza pretendere posti, senza rivendicare spazi, senza invocare protezioni. Senza chiedere ad altri ciò che dobbiamo prenderci da soli.
Ci mettiamo in gioco perché pensiamo giusto che l'Italia recuperi il proprio ruolo nel mondo.
Ci mettiamo in gioco perché non vogliamo sprecare il nostro tempo.
Ci mettiamo in gioco perché abbiamo sogni concreti da condividere.

Ci accomuna il bisogno di cambiare questo Paese, un Paese con metà Parlamento, a metà prezzo, un Paese dalla parte dei promettenti e non dei conoscenti. Che permetta le unioni civili, come nei Paesi civili; che preferisca la banda larga al ponte sullo Stretto; che dica no al consumo di suolo, e sì al diritto di suolo e di cittadinanza. Un Paese in cui si possa scaricare tutto, scaricare tutti; che renda il lavoro meno incerto, e il sussidio più certo. Che passi dall'immobile al mobile, contro le rendite, e che riduca il debito pubblico, la nostra pesante eredità.

Vogliamo rispondere al cinismo con il civismo. Alla divisione con una visione. Alla polemica con la politica. E vogliamo farlo con la leggerezza di chi sa che il mondo non gira intorno al proprio ombelico e con la serietà di chi è capace anche di sorridere, non solo di lamentarsi.

Da Firenze, laboratorio di curiosità, vogliamo provare a declinare il coraggio contro la paura, condividendo un percorso di parole e di emozioni, di progetti e di sentimenti perché la prossima fermata sia davvero l'Italia. Un’Italia che oggi riparte dalla Stazione Leopolda, la Prossima Italia.

(07 novembre 2010)
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Re: Il nuovo Pd?

Messaggioda flaviomob il 14/11/2010, 11:37

Un mio amico imprenditore e Forzista Italico dice che lui un Renzi lo voterebbe subito. E non è l'unico.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Il nuovo Pd?

Messaggioda pierodm il 18/11/2010, 19:45

Flavio, sono sincero: a me sembra una grande kermesse all'insegna delle battute, degli slogan.
Ho letto accuratamente i testi qui riportati, ho letto i discorsi, ho chiuso gli occhi chiedendomi cosa mi fosse rimasto di ciò che avevo appena letto: non mi è rimasto niente. Dentro non c'è niente.
Io non dubito che nella mente di molti che hanno partecipato e parlato ci fosse qualcosa, magari qualcosa d'interessante, ma devo crederlo per fede, perché stando ai fatti non lo vedo.
E poi, se devo essere maligno, ti dico che - slogan per slogan, battute per battute, lirismi per lirismi - nella sinistra ci sono e ci sono stati lirismi e slogan molto, ma molto più belli, più carismatici, più originali.
Se questa bigiotteria riesce a sembrare preziosa, siamo messi male - del resto che siamo messi male lo sapevamo già ...
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Re: Il nuovo Pd?

Messaggioda flaviomob il 18/11/2010, 23:41

D'accordo. Niente per niente, nulla per nulla, io preferisco un nulla che esca dalla polarizzazione devastante, velenosa e muffa tra D'Alema e Veltroni...


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Re: Il nuovo Pd?

Messaggioda ranvit il 19/11/2010, 12:36

Concordo con Flaviomob....meglio l'apparente poca cosa che la certezza dell'incapacità ampiamente dimostrata in almeno 20 anni!
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Re: Il nuovo Pd?

Messaggioda pierodm il 19/11/2010, 18:53

Flavio, ma a te sembra davvero che sia ancora così determinante, qualificante, la diatriba tra D'Alema e Veltroni?
A m francamente queste sembrano ombre, trasparenti e vagamente spettrali.
Intendo dire che qanche la risposta che diamo all'agitarsi di queste ombre a me sembra altrettanto vecchia rispèetto alle ombre stesse: la nostra avversione per loro è la loro estrema risorsa per continuare ad esistere.
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Re: Il nuovo Pd?

Messaggioda flaviomob il 24/11/2010, 13:07

Beh il fatto stesso che Bersani si ascrivibile all'area dalemiana e Veltroni ogni tanto sulla stampa si materializzi - da ectoplasma che era diventato - per dargli addosso, dimostra la tesi di cui sopra...


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Re: Il nuovo Pd?

Messaggioda flaviomob il 30/11/2010, 10:10

A proposito di ectoplasmi... dal blog di Pippo Civati:

martedì, novembre 30, 2010

Massimo e Walter


Repubblica oggi spiega quello che sostengo da tempo. D'Alema e Veltroni si sentono e dicono le stesse cose: del resto, nessuno dei due potrebbe esistere senza l'altro, come sa chi ha letto la Fenomenologia dello spirito. Non sono convinti di Bersani, che si ritrova sempre più solo e incerto. Già che ci sono vogliono isolare Franceschini, per unire l'utile al dilettevole.

Tutti e due puntano su una nuova alleanza, anche perché Vendola, a sinistra, fa paura, e rovina il gioco del Pd, costringendolo a confrontarsi con gli elettori di sinistra, che osservano sgomenti quello che sta succedendo. Le brutte sorprese sono brutte ma sempre meno sorprendenti: anche a Torino, dove Chiamparino (che nel frattempo ha 'mollato' Profumo) e i due amici-per-la-pelle lanciano Fassino, che farà il sindaco come se fosse un premio "alla carriera".

Il premier indicato da D'Alema ma anche da Veltroni sarà un papa straniero (speriamo non Ratzinger) e, per sostenerlo, i due sono disposti a superare la stagione delle primarie. E a superare, di fatto, anche il Pd, il suo progetto e le ragioni della sua costituzione.

Dopo averci spiegato per anni che c'era l'Ulivo e poi il Pd e la sua maledettissima «vocazione maggioritaria», aver chiesto a tutto il centrosinistra di votare per il Pd nel 2008, avere insistito sulla vicinanza tra gli elettori della coalizione a prescindere dalle etichette di partito, avere promosso campagne politiche contro la frammentazione del sistema politico, i due sembrano voler riavvolgere il nastro e tornare indietro di 15 anni. A quando erano giovani (forse è questo il rinnovamento a cui stanno pensando) e ne azzeccavano più d'una, per la verità. Poi hanno un po' smesso, ma la storia la conoscete.

Si torna indietro, per durare ancora un po', alla guida del centrosinistra. Lo schema è quello di allora: un centrosinistra, questa volta molto più accentrato. Una figura non politica, che superi le incertezze dell'offerta politica e che metta in secondo piano i due candidati alla segreteria dello scorso anno: Bersani (D'Alema) e Franceschini (Veltroni).

Qualcuno si chiede perché non sia Bersani, ora, a prendere l'iniziativa. A candidarsi alla premiership e a dettare parole d'ordine e contorni delle alleanze con cui vincere e governare (più difficile la seconda della prima, com'è noto). Se Bersani non lo farà, è molto probabile che sarà il Pd a essere travolto. A Bologna e Torino e, poi, nel Paese. E l'11 dicembre suonerà sinistramente evocativo.

Repubblica maligna e dice che i 'rottamatori' «stavolta potrebbero riempire uno stadio». Un'osservazione tutt'altro che peregrina. E per ora mi fermo qui, nella speranza che si muova il segretario nazionale. E che il Pd non si accartocci.

http://civati.splinder.com/post/23674033


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