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I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

MessaggioInviato: 13/09/2010, 23:00
da franz
La replica di Velina Rossa: «Se Walter vuol tornare in corsa si candidi alle primarie»
I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd
Verini: mai pensato a gruppi autonomi, ma c'è un problema di linea nel partito


Pier Luigi Bersani e Walter Veltroni: due visioni diverse sulla linea del Pd

ROMA - Se lo ha fatto Fini nel centrodestra, qualcun altro potrebbe farlo nel centrosinistra. Ovvero: gruppi parlamentari autonomi rispetto ad un Pd nella cui linea alcuni deputati e senatori oggi fanno fatica a riconoscersi. Lo scenario, di cui nelle ultime ore si è ventilato nei dietro-le-quinte e nei retroscena riportati dai media, riconduce a Walter Veltroni e ai suoi fedelissimi, che in più occasioni hanno manifestato delusione per la linea portata avanti da Bersani, fortemente sostenuto da D'Alema. Lo stesso Veltroni in una lettera aperta pubblicata nelle settimane scorse dal Corriere, aveva deciso di rivolgersi direttamente al Paese spiegando le linee guida di quello che secondo lui dovrebbe essere il rilancio del centrosinistra.

LA SMENTITA DEI VELTRONIANI - Ma dall'entouragedell'ex segretario arrivano ora le prime smentite. Walter Verini, della direzione nazionale del Pd, ha diramato una nota in cui parla della prospettiva di gruppi autonomi come di «una notizia del tutto infondata». «Per essere chiari - dice Verini -, non se ne è mai parlato. In questo periodo, del resto, si è letto di tutto: sono circolati documenti di duro attacco alle basi fondative del Pd e da parte di massimi dirigenti si sono rivolti attacchi pesanti a quel Pd che aveva ottenuto il 34% alle elezioni politiche». «In realtà - spiega - è molto diffusa dentro il Partito Democratico la preoccupazione per la gravissima situazione del Paese e per le difficoltà del nostro partito, che raggiunge nei sondaggi - in una condizione politica che dovrebbe essere assolutamente favorevole ad una forza di opposizione - il suo minimo storico». Per Verini «è dunque necessario ragionare lealmente sulle motivazioni di queste difficoltà. Per molti l'abbandono dell'ispirazione originaria e dell'idea di costituire un forte nucleo riformista nutrito di spirito d'innovazione e di coraggio è la ragione principale di queste difficoltà. Ma è di questo che si parla. Con l'obiettivo di fare più forte il Pd e per restituire al partito le ragioni della sua stessa origine». Nessun gruppo parlamentare autonomo, insomma.

LA REPLICA DI VELINA ROSSA
- La risposta del fronte dalemiano è arrivata a mezzo di Velina Rossa, il foglio di Pasquale Laurito vicino all'ex presidente Ds. «Se Veltroni ha il ’prurito’ di ritornare in corsa, partecipi come gli altri alle primarie per la candidatura a leader della coalizione elettorale - scrive Laurito -. E' necessario stare attenti a non scimmiottare quello che accade negli altri partiti, non si può paragonare la situazione nel Pdl tra Berlusconi e Fini con il dibattito dentro il Pd, anzi, spesso si esagera con le prese di posizione piuttosto discutibili nei confronti della linea della segreteria». Non solo: «Se poi si ha un altro prurito, quello della scissione - insiste la Velina rossa - si vada avanti, mettendo però a rischio domani ogni possibilità di vittoria del centrosinistra regalando il successo a Berlusconi», dal momento che «l’autosufficienza per vincere le competizioni elettorali già si è verificata perdente e di questo crediamo Veltroni ne abbia la percezione».

Redazione online
13 settembre 2010
www.corriere.it

“Tornare avanti”: il manifesto degli antiveltroniani

MessaggioInviato: 13/09/2010, 23:15
da franz
Il documento dei "quarantenni" dalemiani del PD contro il veltronismo

http://www.ilpost.it/2010/09/11/tornare-avanti/

È una lunga lenzuolata di sei pagine.
Francamente non l'ho letta tutta (la sto digerendo a piccole dosi omeopatiche) e mai avrei saputo dell'esistenza di tale scritto se non per alcune ironiche considerazioni in un blog.

Tuttavia il fatto che sotto la brace del PD covino ancora rivolte di dalemiani contro il veltronismo e viceversa forse spiega la sostanziale immobilità del partito in questi due anni.

Franz

Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

MessaggioInviato: 14/09/2010, 0:40
da Iafran
franz ha scritto:Tuttavia il fatto che sotto la brace del PD covino ancora rivolte di dalemiani contro il veltronismo e viceversa forse spiega la sostanziale immobilità del partito in questi due anni.

Io faccio fatica a seguire queste "acrobatiche" prese di posizioni ... dei nostri rappresentanti politici.
Stavolta non farò nessun "salto mortale" per votare alle Primarie del PD.

Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

MessaggioInviato: 14/09/2010, 15:44
da Gab
Iafran ha scritto:Stavolta non farò nessun "salto mortale" per votare alle Primarie del PD.


Aspettiamo di vedere chi sara' il candidato di coalizione!
Un terzo che sbaragli i due litiganti!

Gab

Re: “Tornare avanti”: il manifesto degli antiveltroniani

MessaggioInviato: 14/09/2010, 22:39
da trilogy
franz ha scritto:Il documento dei "quarantenni" dalemiani del PD contro il veltronismo

http://www.ilpost.it/2010/09/11/tornare-avanti/

È una lunga lenzuolata di sei pagine.
Francamente non l'ho letta tutta (la sto digerendo a piccole dosi omeopatiche) e mai avrei saputo dell'esistenza di tale scritto se non per alcune ironiche considerazioni in un blog.

Tuttavia il fatto che sotto la brace del PD covino ancora rivolte di dalemiani contro il veltronismo e viceversa forse spiega la sostanziale immobilità del partito in questi due anni.

Franz


me lo sono andato a leggere. Pesantuccio da digerire. Su alcuni punti mi trova d'accordo, in particolare sul tema della subalternità culturale, ma è normale: o si è innovatori o inseguitori. Su altri aspetti la riflessione mi sembra più fumosa.
Per ora non ho commenti, ma alcune affermazioni mi hanno fatto ripensare ad un bellissimo intervento di Sheena Lyengar "l'arte di scegliere" (è sottotitolato in italiano) ;)

http://www.ted.com/talks/lang/ita/sheen ... osing.html

Sullo stesso link a qualcuno potrebbe interessare anche Nic Marks: L' Indice di Felicità del Pianeta (sottotitoli in Italiano)

http://www.ted.com/talks/nic_marks_the_ ... index.html

ciao
trilogy

Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

MessaggioInviato: 15/09/2010, 16:42
da franz
Intervista esclusiva dell'ex segretario a Gioia
Veltroni e il Pd: «Sono dentro e fuori.
Ho subito ingiustizie e vigliaccherie»

«Rivedere i luoghi della mia campagna elettorale fa male. Intendo tenere viva l'idea del Pd così com'è nato»

MILANO - Walter Veltroni non intende richiedere ruoli all'interno del Pd e ammette senza peli sulla lingua di sentirsi «dentro e fuori». Ma un pallino ben preciso lo ha, quello cioè di «mantenere viva l'idea del Pd così come è nato».

«INGIUSTIZIE E VIGLIACCHERIE» - In una intervista esclusiva a Gioia, l'ex segretario dei democratici torna sulla sconfitta del 2008 e sulle dimissioni del 2009. «Ho registrato ingiustizie e vigliaccherie. Fossi stato più giovane ne avrei sofferto» ammette. E aggiunge: «Ultimamente ho girato l'Italia per partecipare alle feste dl Pd. E ho misurato un affetto più grande di prima. Rivedere i luoghi della mia campagna elettorale e ripensare a quelle piazze piene, a quella passione, fa male. Ma so di essere arrivato fin dove era possibile arrivare, di aver conquistato il risultato migliore della storia del riformismo italiano e di averlo fatto nel momento più difficile, dopo l'esperienza dell'Unione e delle sue intollerabili divisioni».

LE URNE - Veltroni non è oggi tra quanti auspicano di andare presto alle urne: «Bisogna affrontare l'emergenza economica, cambiare la legge elettorale, far decantare la situazione, creare le condizioni per un confronto tra due schieramenti alternativi civili. E, tra un anno, andare al voto». E alla domanda se in questo momento si senta più dentro o più fuori dal gioco politico, risponde: «Dentro e fuori, perché io sono così, sono rimasto così, e continuo a essere convinto che una tavolozza a più colori sia più simile alla realtà dell'a vita delle persone. Quello che intendo fare, e lo farò, tenere viva l'idea del Pd così com'è nato. Senza richiedere ruoli». Infine una indicazione programmatica: «Giorni fa il Papa, parlando ai giovani, ha detto che il posto fisso non è tutto. Non sarà tutto, ma è abbastanza. Penso che si debba ripartire da lì: i giovani devono avere diritto a un posto di lavoro fisso, dall'inizio della loro carriera, con un sistema crescente di tutele. Non è vita quella di chi cresce senza alcuna certezza per il proprio futuro». (Fonte Agi)

15 settembre 2010
www.corriere.it

Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

MessaggioInviato: 15/09/2010, 20:31
da franz
una breve considerazione.
il fatto che ogni tanto emerga questo conflitto veltroni d'alema (che sembra quasi un karma in corso da migliaia di anni) mi fa pensare ai danni che questo puo' comportare per un partito. Infatti quando uno dei due, temporaneamente, vince, si porta il suo enturage nello staff direttivo. Non puo' ammettere e permettere che uomini dell'avversario, che lo ostacolerebbero in modo nascosto, siano nel suo staff in posizioni chiave. Questo comporta un fatto grave. Un partito invece di avere nei quadri direngenti e di responsabilità il meglio di tutto se stesso, si trova governato dal meglio del 50%. Gli altri non ci sono perché hanno una bandierina diversa. In pratica è uno spoil system. Se pero' in usa, su 300 milioni di abitanti e con una selezione in base al merito, due fronti contrapposti possono trovare ognuno mille ottimi quadri, in italia il solo PD con una base piu' ristretta e la selezione a cooptazione per simpatie politiche correntizie, porta al completo disastro.
Ecco (forse) perché il PD è quello che è.

Franz

Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

MessaggioInviato: 16/09/2010, 11:38
da Manuela
Sono solo in parte d'accordo con te; io credo che la vera malattia sia una cultura politica che rifugge dal confronto in campo aperto, restando ancorata a modalità da "centralismo democratico", in cui i conflitti - che a quei tempi c'erano ed erano pesantissimi - venivano ricoperti da un'apparente unità.
Non mi risulta che D'Alema si sia mai personalmente presentato alle primarie, ad esempio, ma questo non gli ha mai impedito di manovrare dall'interno a favore di questo o contro quell'altro; così che non è raro sentir dire che Bersani è un burattino manovrato da D'Alema, e questo per un segretario di partito non è molto lusinghero! Del resto Veltroni, che adesso sta manovrando contro Bersani, perché non si é presentato a suo tempo contro di lui alle primarie?
I fratelli Miliband se le stanno dando di santa ragione per la leadership del Labour: scommettimao che, chi vincerà governerà il partito (e anche il paese a suo tempo) per il tempo del suo mandato, e che chi perderà farà la sua battaglia all'interno del partito e non sui giornali?
Un po' di cultura anglosassone (che poi è cultura democratica) farebbe bene anche al PD, che in questo è rimasto agli anni '50. Ma questo sarebbe possibile solo con una nuova classe dirigente, poiché l'attuale è vissuta e prosperata nel centralismo democratico, e solo così sa far politica, restando irrimedialbimente comunista e democristiana. Ed è per questo che bisogna cambiarla, rottamarla al più presto!

Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

MessaggioInviato: 16/09/2010, 13:03
da pierodm
Un po' di cultura anglosassone (che poi è cultura democratica) farebbe bene anche al PD, che in questo è rimasto agli anni '50.

Dove si compra la "cultura anglosassone"?
E soprattutto, i magazzini ne dispongono in quantità sufficiente?
Infatti, non basta che la cultura anglosassone sia assunta (per via orale?) dai partiti, ma è necessaria una vaccinazione di massa dell'intero elettorato: se no a che serve?

Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

MessaggioInviato: 16/09/2010, 14:26
da trilogy
Da: Corriere.it

IL LEADER È BERSANI MA NON NASCONDIAMO LA TESTA SOTTO LA SABBIA»
«Il Pd è un partito senza bussola»
E Veltroni lancia il "Movimento"
L'ex segretario in un documento promosso con Fioroni e Gentiloni: «Avanzare proposte coraggiose e innovative»

MILANO - L'immagine del Pd è quella di un partito «senza bussola strategica». Walter Veltroni dà la scossa ai democratici e, attraverso un documento promosso assieme a Beppe Fioroni e Paolo Gentiloni, lancia un "Movimento". È arrivato il momento, secondo l'ex leader dei democratici, di «uscire allo scoperto e avanzare proposte coraggiose e innovative», a partire dal recupero della «vocazione maggioritaria» che permetta ai democratici «l'allargamento dell'area dei propri consensi». Sul documento, che prevede la creazione di un movimento e non di una corrente, ci tengono a sottolineare i promotori dell'iniziativa, si raccolgono ora le firme.

«NON MI CANDIDO A NULLA» - «Non mi candido a nulla» ha comunque voluto ribadire Veltroni, che già in un'intervista a Gioia aveva precisato di non richiedere ruoli all'interno del partito. «Quanto a Bersani, l'ex numero uno dei democratici gli riconosce la leadership del partito ma si dice pronto all'idea di un candidato premier esterno al partito.


IL DOCUMENTO - Il documento (la cui versione definitiva sarà redatta venerdì), lungo sei pagine, parte dalla «crisi strategica del centrodestra» che è «giunta ad un punto di non ritorno», perchè ha dimostrato «di non assicurare la capacità di governo». Eppure, «l'Italia ha più che mai bisogno di riforme, coraggiose e profonde», in particolare per aggiustare la Finanza pubblica, recuperare la produttività e superare «la crescente disuguaglianza». A queste riforme il testo dedica diversi paragrafi. Tuttavia, in nessuna delle sei pagine, si cede al pessimismo: «Il ritardo accumulato è enorme, ma esistono le risorse per farcela», e quindi «una coerente strategia riformista può contare su rilevanti forze sociali». Il Pd non dovrà puntare alla difesa degli interessi, bensì ad «una alleanza tra chi ha bisogno di cambiamento, ma da solo non può realizzarlo». «L'Italia aspetta - si legge nella bozza del testo - una proposta politica all'altezza della sfida storica dinanzi alla quale si trova», e il Pd è nato proprio «con l'ambizione di rappresentare questa proposta adeguata». Ma la sfida per il governo va posta «su un terreno di affidabilità e innovazione».

I democratici, si legge, devono darsi «una strategia di allargamento dei propri consensi, che faccia leva su un programma riformista, su un progetto innovativo per il Paese e su una classe dirigente fortemente rinnovata, attingendo a forze che non siano solo quelle della politica tradizionale». Questo significa «vocazione maggioritaria», e innovazione della sua cultura politica che «non può risolversi nella tardiva adesione alla socialdemocrazia», ma nel »«valorizzare appieno il pluralismo delle storie confluite» nel Pd. A livello istituzionale, poi, questo significa sostenere un sistema elettorale «di impianto maggioritario fondato su collegi uninominali». «Il superamento della crisi del Pd e il rilancio del suo progetto di innovazione e riformismo« non richiede il dar vita «ad una corrente, e cioè uno strumento chiuso nella logica della lotta interna». No, conclude il documento, serve «un Movimento che si proponga il rafforzamento del consenso al Pd e del suo pluralismo, coinvolgendo forze interne ed esterne al partito, tornando ad appassionare energie che si sono allontanate» e che «la crisi politica e culturale del centrodestra ha rimesso in moto».