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"Breve storia dei 15 anni di patti scellerati"

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

"Breve storia dei 15 anni di patti scellerati"

Messaggioda lucameni il 22/12/2009, 21:29

"Breve storia dei 15 anni di patti scellerati tra D'Alema, Berlusconi e gli altri"

di Gomez, Travaglio.

In principio c’era solo una questione economica. La salvezza delle tv del Cavaliere in cambio della sua non opposizione al governo Dini. Poi dalla "roba" di Berlusconi si passò ai processi. I suoi e quelli degli altri. Dalla Bicamerale alle leggi ad personas del centrosinistra. Oggi siamo al bis, anzi al tris dell’"inciucio" ("accordo informale tra forze politiche di ideologie contrapposte che mira alla spartizione del potere", Dizionario De Mauro, Paravia). Tutti (o quasi) vogliono riscrivere la Costituzione e Berlusconi apre al Pd in attesa d’incassare il salvacondotto definitivo: quello che lo renderà anche ufficialmente più uguale degli altri.

Violante confessa. Il 28 febbraio 2002 Luciano Violante, durante il dibattito alla Camera sulla legge Frattini sul conflitto d’interessi, si lascia sfuggire a Montecitorio la genesi dell’inciucio. A chi accusa la sinistra di voler espropriare il Cavaliere, il capogruppo ds replica: "L’on. Berlusconi sa per certo che gli è stata data la garanzia piena – non adesso, nel 1994 quando ci fu il cambio di governo – che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l’on. Letta...Voi ci avete accusato di regime nonostante non avessimo fatto la legge sul conflitto d’interessi e dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni...Durante i governi di centrosinistra il fatturato di Mediaset è aumentato di 25 volte!".
Senza volerlo, Violante ha detto la verità, anche se il suo partito si era sempre dimenticato di raccontarla agli elettori.

Come ti spengo i referendum. Quelli del dicembre ‘94 sono giorni duri per il Cavaliere. Il 7 dicembre la Consulta stabilisce che la Fininvest deve scendere da tre a due tv, dunque dovrà cedere Rete4 o trasferirla su satellite. Il 22 la Lega sfiducia il suo governo. Il gruppo Berlusconi, fiaccato dalla concorrenza Rai dei tre anni precedenti, è indebitato fino al collo (4500 miliardi di lire nel ‘92).
Le indagini della magistratura avanzano. E sono alle porte quattro referendum, proposti da Acli, Arci e Gruppo di Fiesole (un’associazione di giornalisti), che rimettono in discussione la legge Mammì lasciando al Biscione una sola rete, ridimensionano la raccolta pubblicitaria e vietano gli spot durante i film in tv. Per farli saltare, Berlusconi invoca le elezioni anticipate e promette che venderà le sue tv ("basta che non sia un esproprio"). Ma contemporaneamente tratta in segreto il suo appoggio a un governo tecnico. Così, dopo urli e mugugni, si astiene sul governo Dini (ex ministro di Berlusconi), anche perché alla Giustizia e alle Poste e Telecomunicazioni i ministri sono "fidati": Filippo Mancuso e Agostino Gambino, già avvocato di Sindona. E il Pds (Violante dixit) gli garantisce che il referendum fallirà. La trattativa, a maggio, la conduce Gianni Letta per modificare la legge sulle tv ed evitare le urne.
Così il centrosinistra non fa campagna elettorale per il Sì, mentre tutte le reti Fininvest martellano l’opinione pubblica per il No. Poi il 22 maggio Berlusconi rovescia il tavolo del negoziato e l’11 giugno vince i referendum.

Silvio & Max, promessi sposi. Sul finire del ‘95 Berlusconi smette d’invocare le elezioni. Come scrive La Stampa, "si è preso una cotta per D’Alema" e lo chiama anche tre volte al giorno per "convincerlo che ‘la grande intesa si può fare’ e ‘andare al voto non conviene né a noi, né a voi’". Cos’è successo? Deve quotare Mediaset in Borsa e ha bisogno del placet di tutto l’arco politico. Su di lui e i suoi manager si moltiplicano le indagini sui fondi neri esteri del gruppo. Così punta al governissimo.
Il 26 gennaio ‘96 il Cavaliere e D’Alema si presentano a braccetto da Bruno Vespa per parlare di riforme istituzionali. Il 2 febbraio Berlusconi annuncia: "L’accordo è fatto, di Massimo mi fido”. Poi vieta per iscritto a tutti i club di Forza Italia di usare la parola inciucio: devono parlare di "governo dei migliori", da affidare al grand commis Antonio Maccanico. Il giorno 9, Silvio e Max s’incontrano a cena in casa Letta. Ma An punta i piedi e Prodi, candidato premier, pure. L’inciucio tramonta. Gasparri spara sul Cavaliere: "Noi siamo contrari ai conflitti d'interesse. E chi deve andare in galera ci vada". Maccanico rinuncia all’incarico. Non prima di aver accusato il Polo: “Volevano che travalicassi la Costituzione”. Si va alle urne.

Maccanico Riparazioni. Il 21 aprile ‘96 l’Ulivo di Prodi vince le elezioni. La tesi 51 del programma elettorale è chiara: basta conflitto d’interessi e duopolio tv. Ma D’Alema se ne infischia e il 4 aprile, a due settimane dalle urne, rende visita a Mediaset incontrando Confalonieri e il Gabibbo e rassicurando le maestranze: "Non abbiate timore, non ci sarà nessun Day After, avremo la serenità necessaria per trovare intese. Mediaset è un grande patrimonio del paese”. In luglio la legge Maccanico manda in soffitta la sentenza della Consulta e concede una proroga sine die alle tre reti Fininvest. Intanto D’Alema e Berlusconi si accordano per riscrivere la seconda parte della Costituzione con un’apposita commissione Bicamerale. Il Cavaliere è imputato a Milano per corruzione, finanziamento illecito e falso in bilancio, indagato a Palermo per mafia e riciclaggio e a Firenze per concorso nelle stragi del 1993. In settembre, a La Spezia, esplode la “Tangentopoli-2” con l’arresto del banchiere Pacini Battaglia e del presidente delle Fs Lorenzo Necci, che vanta ottimi rapporti tanto con Berlusconi quanto con D’Alema. Terrorizzati dall’avanzata dei pm, centrodestra e centrosinistra si accordano per mettere in riga la magistratura. Ma restano da convincere i rispettivi elettori, tutt’altro che favorevoli all’inciucio. Si tratta di creare un clima emergenziale che giustifichi l’abbraccio fra i due poli che fino a quel momento se ne son dette e fatte di tutti i colori.

La bufala del cimicione. L’11 ottobre Berlusconi mostra al mondo intero una microspia di dimensioni imbarazzanti trovata a Palazzo Grazioli. Giura che è "perfettamente funzionante", in grado di trasmettere "fino a 300 metri". Punta il dito contro le "procure eversive". Spiega di aver subito avvertito, prim’ancora dei carabinieri, "l’amico Massimo": cioè D’Alema, che assicura subito la sua solidarietà: "È un fatto grave, che testimonia il clima torbido di un paese inquinato da intrighi, manovre, veleni e sospetti. Bisogna reagire con fermezza, con un colpo di reni, riscrivendo le regole della convivenza civile e democratica". Il 16 ottobre il presidente della Camera, Violante, convoca una seduta straordinaria e dà la parola al Cavaliere. Che scandisce: "Onorevoli colleghi, l’attività spionistica ai danni del leader dell’opposizione… rientra perfettamente nel panorama non limpido della vita nazionale. Mai, in nessun periodo della storia repubblicana, sono gravate sulla libera attività politica tante ombre e tanto minacciose". Pisanu e Taradash additano le “procure deviate". E l’Ulivo a rimorchio. La Procura di Roma appurerà che la microspia era un ferrovecchio inservibile per nulla funzionante. E che, a piazzarla in casa Berlusconi, era stato un amico del capo della sua sicurezza incaricato di "bonificare" Palazzo Grazioli. Ma intanto il falso cimicione (come poi nel 2009 il gesto del folle in Piazza Duomo) ha già svolto il suo ruolo.

Commissione Dalemoni. Il 22 gennaio ‘97 nasce la Bicamerale sotto la presidenza di D’Alema (votato pure da Forza Italia). La legge costituzionale che istituisce la commissione non fa alcun cenno alla Giustizia. Infatti all’inizio D’Alema dichiara: "Sulla giustizia non vedo questioni costituzionalmente rilevanti". Ma Giuliano Ferrara avverte: "La giustizia è il problema politico numero uno. Il capo dell’opposizione è perseguitato dai giudici. D’Alema fermi gli aggressori e rimetta in riga i pm sotto controllo della politica. Vedrete che la sinistra qualcosa concederà". Ottima profezia. D’Alema fa subito retromarcia: "Il rapporto fra magistratura e potere politico è uno dei temi che più seriamente dovrà impegnare la Commissione". Il relatore sulla Giustizia è Marco Boato, ex Lotta continua, ex Psi, molto ostile alla magistratura. Il 30 ottobre ‘98 la bozza Boato viene approvata da tutti i partiti, tranne Rifondazione. Pare la riedizione del Piano di rinascita democratica di Licio Gelli: la magistratura non è più un "potere" dello Stato; carriere di pm e giudici separate, con due Csm in cui aumenta la presenza dei politici rispetto ai togati; i giudizi disciplinari sottratti al Csm e affidati a una "Corte di giustizia" con i magistrati ordinari in minoranza; le Procure non possono più prendere le notizie di reato, ma dovranno attendere le denunce della polizia (che dipende dal governo); l’azione penale non è più obbligatoria; "il ministro della Giustizia riferisce al Parlamento sull’esercizio dell’azione penale e sull’uso dei mezzi di indagine". Inoltre, per amnistie e indulti, non è più necessaria la maggioranza dei due terzi, ma basta il 50 più 1. E proprio questo è lo scopo finale, come annuncia il solito Violante al Foglio: "Nel 1999, al termine delle riforme, si porrà la questione dell’amnistia”. Poi però, contestatissimo da elettori, magistrati e intellettuali, il centrosinistra non osa andare fino in fondo sull’amnistia.

Inciucio forever. Così Berlusconi fa saltare la Bicamerale, avendo peraltro ottenuto in due anni tutto ciò che gli serve: niente legge sul conflitto d’interessi, niente antitrust sulle tv e una serie di leggi anti-giustizia. Il centrosinistra continua a lavorare per lui anche. Elimina lo scomodo gip Rossato dal processo Mondadori con la legge sull’incompatibilità fra Gip e Gup scritta dall’avvocato dalemiano Guido Calvi. Salva dal carcere Previti e Dell’Utri. E addirittura abroga di fatto i pentiti di mafia con la riforma Fassino del 2000, che li priva di gran parte dei benefici che fino a quel momento avevano indotto molti boss a collaborare. Nel ’98 Gherardo Colombo dice al Corriere della Sera: "La Bicamerale è figlia dei ricatti incrociati fra destra e sinistra". È la miglior lettura di come vanno le cose nella politica italiana, più che mai attuale undici anni dopo. Già, perché oggi si ricomincia. Ancora Berlusconi. Ancora Violante. Ancora D’Alema.

da Il Fatto Quotidiano del 22 dicembre 2009"


L'analisi non lascia indifferenti.
L'ho apprezzata per la presenza di dati, fatti e assenza di considerazioni alla Panebianco, per il quale richiesta di legalità è moralismo.
Ovviamente ai "realisti" del PD non piacerà.
Piace giusto ai massimalisti come il sottoscritto ;)
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: "Breve storia dei 15 anni di patti scellerati"

Messaggioda pianogrande il 23/12/2009, 0:30

L'anestesista (dell'opposizione) Dalema appare qui in tutto il suo splendore.
Bersani ha cercato di dissociarsi (non siamo una caserma....).
Speriamo che non sia il giochino del buono e il cattivo.
Franz, in quale quadrante sta l'inciucio?
Forse sull'origine degli assi?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: "Breve storia dei 15 anni di patti scellerati"

Messaggioda franz il 23/12/2009, 9:13

pianogrande ha scritto:L'anestesista (dell'opposizione) Dalema appare qui in tutto il suo splendore.
Bersani ha cercato di dissociarsi (non siamo una caserma....).
Speriamo che non sia il giochino del buono e il cattivo.
Franz, in quale quadrante sta l'inciucio?
Forse sull'origine degli assi?

Il quadrante serve per le persone, per come la pensano politicamente.
Non per comportamenti che possono essere trasversali.
Sarebbe interessante sapere come si posizionano bersani, bindi, franceschini, d'alema, di pietro, vendola, ferrero, casini, rutelli, (va bene, su rutelli il test andrebbe rifatto ogni trimestre ...) prodi.
Chi sa l'inglese (e se non lo sa puo' aiutarsi con un traduttore) provi con http://www.politicalcompass.org/
Poi salvi il risultato che magari ne discutiamo tutti insieme qui, doverosamente in un altro thread.

Franz
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Re: "Breve storia dei 15 anni di patti scellerati"

Messaggioda pierodm il 23/12/2009, 13:54

Ci sono amici che, a turno, mi chiedono perché mi ostino a puntualizzare che "non sono del PD".

Ebbene, scellerati o meno che siano considerati - io stesso li considero in parte quasi obbligati, sia pure in un contesto effettivamente scellerato nel suo complesso - i fatti e i patti giustificano ampiamente la volontà di non mescolarsi con un simile inguacchio.
Se costretti con la lama alla gola, possiamo pure buttare lì un voto, ma niente di più.

Colgo però l'occasione - malignamente e faziosamente, è ovvio - per ricordare che in questi anni, anzi perfino in queste settimane, in questi giorni, anche in questo forum, è apparso che il problema dell'Italia e di questa coalizione (oggi partito) sia la "sinistra massimalista" e "l'antiberlusconismo", variamente denominati qua e là anche "giacobinismo", "giustizialismo", "radicalismo" o identificati nella facciona di Di Pietro.
Fermo restando il diritto di ognuno a pensarkla come vuole, e a dire le sciocchezze che meglio gli aggradano, viene da chiedersi se si tratti di malafede o di cecità.
Personalmente, preferisco pensare che si tratta di malafede: offre più speranze di riscatto, mentre la cecità, la stupidità sono più definitive.
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Re: "Breve storia dei 15 anni di patti scellerati"

Messaggioda ranvit il 17/01/2010, 12:00

La verità di Cicchitto.... :
http://www.corriere.it/politica/10_genn ... aabe.shtml

Attenzione, molti italiani la pensano allo stesso modo!
Molti di piu'....anche io....ne condividono una buona parte.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: "Breve storia dei 15 anni di patti scellerati"

Messaggioda pianogrande il 17/01/2010, 13:56

ranvit ha scritto:La verità di Cicchitto.... :
http://www.corriere.it/politica/10_genn ... aabe.shtml

Attenzione, molti italiani la pensano allo stesso modo!
Molti di piu'....anche io....ne condividono una buona parte.

Vittorio


Ma noi non dobbiamo andare avanti?
Dobbiamo rassegnarci e dare consenso a questo modo di fare politica?
E' anche questa una "legge naturale"?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: "Breve storia dei 15 anni di patti scellerati"

Messaggioda Stefano'62 il 17/01/2010, 14:40

ranvit ha scritto:La verità di Cicchitto.... :
http://www.corriere.it/politica/10_genn ... aabe.shtml

Attenzione, molti italiani la pensano allo stesso modo!
Molti di piu'....anche io....ne condividono una buona parte.

Vittorio

Se molti la pensano così,è perchè invece che sbattere in galera tutta quella maledetta cricca,gli si è permesso di fare "cultura" con quelle tv che alle volte dici che non servono a niente.
"Alla gente che non capisce gli si insegna" diceva Bossi e ha avuto ragione,invece hanno avuto torto quelli che continuavano a fare sondaggi per vedere se prendere una posizione netta o meno avrebbe fatto perdere voti o guadagnarne.
Bossi (e non solo lui) è riuscito a trasformare in verità le sue balle,e noi dovremmo perdere tempo a cincischiare su cosa dire,come dirlo,e come verrà preso dalla gente ?
Mettere in piazza la realtà non è populismo,è virtù.
Giocare con i fatti e i concetti per costruire qualcosa di facilmente intelleggibile dalla gente,QUELLO è populismo.
Cincischiare sulle parole e sui concetti per non dire mai niente,non è politica,è essere fessi.

Se gli italiani oggi sono in stato confusionale la colpa non è di chi cerca di aprir loro gli occhi,ma di quelli che hanno fatto da sponda al gioco mistificatorio di chi quegli occhi li vuole ben chiusi e pieni di fumo.
Fumo che arriva proprio dappertutto,ho visto.
Vediamo di smetterla di togliere potenziale alla verità quando viene messa a nudo in pubblico.
Stefano'62
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Re: "Breve storia dei 15 anni di patti scellerati"

Messaggioda ranvit il 17/01/2010, 16:25

Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: "Breve storia dei 15 anni di patti scellerati"

Messaggioda Loredana Poncini il 17/01/2010, 16:33

A (s)proposito, Cicchitto, in questi 15 anni SCELLERATI, come si posizionava ?
Vado a cercarne il crax-oni percorso (si fa per dire...) nel web ;) :twisted: 8-)
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Re: "Breve storia dei 15 anni di patti scellerati"

Messaggioda ranvit il 17/01/2010, 17:14

Come ho già cercato di dire, il problema non è quello che pensa Cicchitto ma quello che pensano tanti italiani..
E comunque questo 3d è stato aperto da un articolo dei vari Travaglio & Co che affibbiano la responsabilità del trionfo di Berlusconi agli ex-Pci....gli stessi che avevano già sbagliato a suo tempo negando a Craxi quell'appoggio che avrebbe consentito di fare in Italia quello che ha fatto poi Blair in Inghilterra (e che ha poi spinto Craxi a trovarsi i finanziamenti necessari per sopravvivere a Dc e Pci....a loro volta finanziati a piene mani sia dall'estero che dall'interno).

Ora comunque, che i ns ex-Pci hanno finalmente capito : abbandonato il comunismo, perso tutto il potere ed in via di estinzione, e stanno facendo quello che dovevano fare tanto tempo fa....diventare adulti e mettere il bene dell'Italia davanti al proprio.....si scontrano con il prodotto della loro azione di tanti decenni : mezza sinistra preda di un infantilismo acuto!

Vittorio
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