Riporto un articolo di oggi di http://www.cronachesalerno.it su quanto detto dal sindaco De Luca in occcasione della presentazione del libro del filosofo Biagio De Giovanni "A tutta destra. Dove si è persa la sinistra?".
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Vittorio
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Nel mirino di De Luca, sindacati, magistrati e sinistra: Parla un linguaggio morto
Il titolo del convegno già prometteva bene: “A tutta destra. Dove si è persa la sinistra?”. Ed il fatto che tra i relatori ci fosse anche il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca faceva ancora di più sperare che ci sarebbero state delle osservazioni interessanti. Infatti, così è stato. Il primo cittadino ha fatto un vero e proprio show, sparando a zero sulla sua parte politica e sui molti dei cavalli di battaglia del centrosinistra.
«La sinistra parla di un mondo virtuale con una lingua morta», ha esordito il sindaco di Salerno.
«I dati elettorali ci parlano di una Lega al 30% che rappresenta la prima forza nelle fabbriche. Gli operai di cui parliamo stanno dall’altra parte perchè la nostra comunicazione non arriva. Si percepisce che dietro le parole non c’è realtà, non c’è pensiero. Nella sinistra, ormai, si riconosce una parte minoritaria della società».
Un’analisi drammatica e feroce che rappresenta solo l’inizio del discorso di De Luca.
«Abbiamo un paese gessato, senza mobilità sociale, dove gli slanci vitali sono frustrati, la possibilità di creare impresa incontra blocchi veri e propri e dove esiste un sistema istituzionale e legislativo estremamente demenziale che rende inesistente la catena decisionale. Il governo viene impedito nei processi, abbiamo una democrazia arretrata rispetto agli sviluppi del settore economico».
Davanti a questo quadro, un riformismo vero, secondo il sindaco, deve «parlare il linguaggio del futuro». Anche perchè lo scenario è cambiato.
Prima «le grandi forze politiche esprimevano grandi blocchi sociali perchè si avevano delle identità»; oggi «c’è un pulviscolo sociale, non esistono più i cosiddetti zoccoli duri, non ci sono masse organizzate ma l’individuo - massa».
Prima «avevamo i sindacati ed i partiti»; oggi questi stessi «sono svuotati di funzioni e di rappresentanza».
Ed allora ecco, secondo De Luca, di cosa dovrebbe parlare la sinistra.
«Non diciamo nulla rispetto al fatto di rompere i corporativismi. Non proponiamo nemmeno il superamento degli ordini professionali. Non una parola sui veti dei sindacati che sono solo degli organismi parastatali perchè sono tutti sul libro paga dello Stato».
Ma si sa, De Luca quando incomincia non si ferma e, quindi, aggiunge: «Con Prodi abbiamo creato un vero e proprio odio sociale da parte dei professionisti nei nostri confronti perchè non ne potevano più. Ci hanno visti come nemici per il modo volgare con cui li trattavamo. Non riusciamo a parlare a questi ceti. Non riusciamo a parlare al mondo della ricerca. Faccio fatica a trovare una nostra proposta chiara. Siamo persi nel feticismo dello Stato e nella mitologia della costituzione e siamo lontani dal riformismo internazionale. Una democrazia ci conviene quanto più è aggrovigliata nella procedura; la democrazia, invece, è la quantità di decisioni prodotte in un quadro di trasparenza delle decisioni di responsabilità».
Poi tocca al rapporto tra politica e magistratura.
«Non abbiamo il coraggio di dire che comanda la politica e basta. L’unificazione delle carriere risale a Napoleone ed in occidente non esiste più. Ci devono essere funzioni distinte come è giusto e ragionevole che sia. Non ci può essere nessun potere che non abbia responsabilità e controllo. L’autonomia della magistratura serve al cittadino e non alla autotutela della stessa».
Infine, passa a parlare di valori.
«Continuiamo a dare centralità all’eguaglianza, ma i giovani vogliono massimizzare la loro libertà. E’ questo il vero valore. I giovani per questo guardano a Berlusconi, mica si appassionano a Bersani. Vogliono messaggi di ottimismo e di speranza, il nostro linguaggio è esasperato, logoro anche per i toni che sono di espiazione permanente. C’è gente che tocca ferro quando parliamo noi. E alla fine tanti dei nostri soffrono in pubblico, ma si prendono i loro piaceri nel privato e questo la gente lo sa».
Un’ultima battuta la riserva agli attuali dirigenti di partito che per il 99% «sono polli di allevamento che non sanno più come sono fatti gli uomini di carne ed ossa».
Un vero e proprio show che alla fine ha fatto passare in secondo piano anche il vero motivo dell’incontro, ovvero la presentazione dell’ultimo libro del filosofo Biagio De Giovanni promossa dall’associazione “Pensiero e Libertà” alla quale hanno, fra l’altro, partecipato anche lo storico dei movimenti politici e sindacali Piero Lucia e il senatore del Partito Democratico Gianni Iuliano.
Come al solito, il sindaco De Luca riesce sempre a rubare la scena a tutti e ad offrire molti spunti di discussione all’interno della sua area politica e non solo.
Proprio per questo le sue uscite sono sempre memorabili.