Franceschini sceglie i vice: Tuadi e una donna

La decisione a sorpresa del candidato segretario spiazza il Pd a tre giorni dal voto per le primarie
Bersani critico sul metodo: "Il partito non andrà organizzato partendo dall'accoppiata di vertice"
Primarie, Franceschini sceglie i vice
"Uno è Touadi, l'altro sarà donna"
"Non sono ipocrita: l'ho scelto perché è politico di livello, ma anche perché è nero. Voglio sfidare la destra"

Juan Touadi
ROMA - "Se vinco nomino Touadi vice segretario". A ridosso delle primarie di domenica, l'attuale segretario del Pd Dario Franceschini, rompe gli indugi e punta sullo scrittore e giornalista italiano, originario della Repubblica del Congo. Già assessore della giunta Veltroni a Roma, Touadi è stato eletto alla Camera con l'Italia dei Valori, lasciando il partito pochi mesi dopo il polemica con gli attacchi al presidente Napolitano durante la manifestazione di piazza Navona. E poi su twitter Franceschini aggiunge: "Lo Statuto del Pd prevede due vice: uno sarà Touadi, l'altra sarà una donna, scelta con me dalle militanti del Pd".
Le ragioni di Franceschini "L'ho scelto per la sua storia, perchè è un politico di livello e anche perchè è nero, non voglio essere ipocrita - dice Franceschini - Bisogna sfidare culturalmente la destra e svegliare il nostro paese perchè l'Italia è già una società piena di nuovi italiani e una delle battaglie più importanti è prendere coscienza che siamo una società multietnica e rompere il legame tra criminalità e immigrazione".
La dedica ai migranti - "Accetto volentieri la proposta di Franceschini - commenta Touadi - io ho sempre evitato come la peste di entrare in quel gioco per cui chi è nero diventa folcloristico. Certo, non sfugge a nessuno che non sono nato a Trastevere, ma sento l'Italia come il mio Paese". Touadi ha detto di essere stato in stretto contatto con Franceschini negli ultimi giorni, ma di essere stato sorpreso dalla scelta, interpretata come un gesto di "lucida follia". Touadi ha dedicato al sua prima dichiarazione da candidato vicesegretario "alle 14mila persone che sono morte cercando di raggiungere l'Italia". Lui, ha aggiunto, si ritiene "un privilegiato": "Sono riuscito a venire in Italia e ora ho l'opportunità di lavorare per il partito che mi ha dimostrato fiducia e per questo Paese".
Le reazioni nel Pd La comparsa improvvisa del 'ticket' a tre giorni dalle primarie ha creato un certo disorientamento all'interno del partito e delle diverse mozioni. Pierluigi Bersani si è detto critico sul metodo:"Apprezzo Touadi - ha detto il candidato segretario - però penso che bisognerebbe organizzare il partito in un altro modo, non affidandosi al ticket".
Dal fronte della mozione Franceschini i commenti sono stati tutti positivi: "Mi pare un'ottima idea - ha detto ad esempio Sergio Cofferati - per il valore della persona e per quello che questa scelta rappresenta. I tanti elementi simbolici racchiusi in Jean Leonard Touadi trovano rappresentazione concreta nella designazione da parte di Dario Franceschini come suo vice". La scelta di Touadi, ha detto invece Arturo Parisi, è un fatto " che parla più di mille parole":
"Touadi non è un volto pensato per un racconto sui media come troppe volte è capitato nel nostro recente passato - ha aggiunto l'ex ministro della Difesa -, ma una persona vera la cui presenza è segno di un'Italia cambiata e insieme strumento per il suo cambiamento".
Non mancano anche i toni polemici: "Occorreva dare un segnale forte e coraggioso - ha detto Mario Adinolfi, guida della lista calabrese per Franceschini - Jean Lèonard diventa così un simbolo e misura una distanza, una differenza. C'è chi candida nelle proprie liste Giusi La Ganga, Antonio Bassolino, Agazio Loiero e il sindaco Salvatore Carai che ha pagato l'assistenza legale agli stupratori di Montalto di Castro, c'è chi fa scelte diverse".
Prodi vota online. Come voterà si è ben guardato dal dirlo. Quel che è certo, invece, è che Romano Prodi parteciperà alle primarie del Partito Democratico per l'elezione del nuovo segretario. Lo farà dagli Stati Uniti, dove si trova per il ciclo autunnale di lezioni alla Brown University a Providence, nel Rhode Island, accedendo al servizio on line messo a disposizione dall'organizzazione del Pd per gli iscritti e gli elettori temporaneamente residenti all'estero. Per poter votare in via telematica dall'estero Prodi si è registrato nei giorni scorsi come previsto dal regolamento.
L'attesa del voto E cresce, ora dopo ora, l'attesa per la consultazione di domenica. Con Franceschini, Marino e Bersani che giocano le ultime carte in vista del responso delle urne. Una sfida, quella tra i tre, che ha visto alzarsi i toni. "Era ovvio che accadesse. Il rischio più grave che abbiamo corso è stato quello di rappresentare il Pd come impegnato a battibeccare al proprio interno. Ma il congresso e le primarie sono stati comunque un grande fatto democratico, voglio sottolinearlo" dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del pd al Senato.
Alleanze. Ma c'è chi pensa anche al dopo. A partire dalle alleanze, altro nodo di divisione tra i candidati. ste, ma che sono all'opposizione di Berlusconi, come l'Udc" dice Piero Fassino, che sostiene Franceschini. Che, però, precisa: "Le alleanze vanno fatte prima di votare - dice Piero Fassino - e devono essere fatte per non tornare alla frammentazione politica che abbiamo conosciuto nel passato". Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha detto invece che nessuno dei candidati alla segreteria del Pd può essere "la risposta vincente" al centrodestra. Quanto alle adesioni, al fianco di Bersani si schierano nomi del sindacato, dell'associazionismo e del no profit che hanno aderito all'appello del network Sinistra Riformista.
(22 ottobre 2009)
IL RITRATTO. Nato in Africa 50 anni fa, giornalista e professore universitario
in politica deve tutto a Walter Veltroni, che lo volle nella sua giunta
Jean-Lèonard Touadi, dal Congo alla politica
Nel Pd come simbolo dell'integrazione
di GIOVANNA VITALE
Jean-Lèonard Touadi, dal Congo alla politica Nel Pd come simbolo dell'integrazione
E dire che, per farsi eleggere in Parlamento, Jean-Léonard Touadi dovette chiedere ospitalità ad Antonio Di Pietro. E sì perché il giornalista di colore che ora Dario Franceschini vuole come vice in caso di elezione alla segreteria nazionale del Pd, rischiò seriamente di restare fuori dalle liste (bloccate) per le politiche 2008: recuperato in extremis grazie al pressing sull'Italia dei Valori, che lo inserì in un posto sicuro, dell'allora candidato premier Walter Veltroni. L'uomo a cui Touadi, politicamente parlando, deve tutto. Essendoselo inventato come assessore alla Sicurezza del Comune di Roma, all'inizio del suo secondo mandato. Simbolo in carne ed ossa di quell'integrazione riuscita che Veltroni avrebbe voluto realizzare per tutti gli immigrati nella città eterna.
Nato nella repubblica del Congo cinquant'anni fa, a 20 Touadi si trasferisce nella capitale d'Italia, dove si laurea in filosofia all'Università Gregoriana e successivamente in Giornalismo e Scienze politiche alla Luiss. Dal 1993 entra in Rai, dove comincia a collaborare a numerosi programmi radiofonici e televisivi. Tra gli altri, "Permesso di Soggiorno" (Radiouno), "C'era una volta" (Rai Tre), e "Un Mondo a Colori" (Rai Due) di cui è stato autore e conduttore. Suo fiore all'occhiello: il progetto Civis, frutto della collaborazione tra la Rai e il ministero degli Interni, nonché i corsi di italiano per stranieri realizzati dalla televisione pubblica con il ministero per gli Affari sociali.
Davvero instancabile, Touadi scrive per numerose testate italiane e straniere, compreso Nigrizia di cui è opinionista, e pubblica diversi saggi sulle questioni legate all'intercultura, ai rapporti Nord-Sud e alla globalizzazione. Dal 1998 è docente di Storia e Geopolitica africana al corso para-universitario del Centro Unitario Missionario di Verona. Dal 2004 al 2006 insegna "Cultura dei Paesi di Lingua francese" alla Statale di Milano e attualmente "Geografia dello sviluppo in Africa" presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Tor Vergata. Attività che non gli impedisce di iniziare la carriera politica.
Nel maggio 2006 Veltroni lo vuole con sé in Campidoglio, sulla poltrona di assessore alle Politiche Giovanili, Rapporti con le Università e soprattutto Sicurezza. Incarico che gli varrà l'elezione alla vicepresidenza del Forum Europeo sulla Sicurezza Urbana. Ma dura poco meno di due anni. A Febbraio del 2008 Veltroni si dimette da sindaco per candidarsi alla guida del Paese e Touadi lo segue. Grazie al "passaggio" offerto dall'Idv, abbandonato pochi mesi dopo in polemica con Di Pietro, conquista un seggio a Montecitorio e si trasferisce nel gruppo democratico.
Stacanovista con oltre l'81% di presenze in aula, annoverato dalla prestigiosa rivista francese "Jeune Afrique" fra le 100 personalità più importanti della diaspora nera, il giornalista-deputato ha firmato praticamente tutti i progetti di legge presentati dall'ex segretario del Pd. E' una delle sue ombre. E ora si appresta a seguirne le orme anche nel partito. Per il momento come vice se Franceschini si confermerà leader. Dopo, chissà.
Bersani critico sul metodo: "Il partito non andrà organizzato partendo dall'accoppiata di vertice"
Primarie, Franceschini sceglie i vice
"Uno è Touadi, l'altro sarà donna"
"Non sono ipocrita: l'ho scelto perché è politico di livello, ma anche perché è nero. Voglio sfidare la destra"

Juan Touadi
ROMA - "Se vinco nomino Touadi vice segretario". A ridosso delle primarie di domenica, l'attuale segretario del Pd Dario Franceschini, rompe gli indugi e punta sullo scrittore e giornalista italiano, originario della Repubblica del Congo. Già assessore della giunta Veltroni a Roma, Touadi è stato eletto alla Camera con l'Italia dei Valori, lasciando il partito pochi mesi dopo il polemica con gli attacchi al presidente Napolitano durante la manifestazione di piazza Navona. E poi su twitter Franceschini aggiunge: "Lo Statuto del Pd prevede due vice: uno sarà Touadi, l'altra sarà una donna, scelta con me dalle militanti del Pd".
Le ragioni di Franceschini "L'ho scelto per la sua storia, perchè è un politico di livello e anche perchè è nero, non voglio essere ipocrita - dice Franceschini - Bisogna sfidare culturalmente la destra e svegliare il nostro paese perchè l'Italia è già una società piena di nuovi italiani e una delle battaglie più importanti è prendere coscienza che siamo una società multietnica e rompere il legame tra criminalità e immigrazione".
La dedica ai migranti - "Accetto volentieri la proposta di Franceschini - commenta Touadi - io ho sempre evitato come la peste di entrare in quel gioco per cui chi è nero diventa folcloristico. Certo, non sfugge a nessuno che non sono nato a Trastevere, ma sento l'Italia come il mio Paese". Touadi ha detto di essere stato in stretto contatto con Franceschini negli ultimi giorni, ma di essere stato sorpreso dalla scelta, interpretata come un gesto di "lucida follia". Touadi ha dedicato al sua prima dichiarazione da candidato vicesegretario "alle 14mila persone che sono morte cercando di raggiungere l'Italia". Lui, ha aggiunto, si ritiene "un privilegiato": "Sono riuscito a venire in Italia e ora ho l'opportunità di lavorare per il partito che mi ha dimostrato fiducia e per questo Paese".
Le reazioni nel Pd La comparsa improvvisa del 'ticket' a tre giorni dalle primarie ha creato un certo disorientamento all'interno del partito e delle diverse mozioni. Pierluigi Bersani si è detto critico sul metodo:"Apprezzo Touadi - ha detto il candidato segretario - però penso che bisognerebbe organizzare il partito in un altro modo, non affidandosi al ticket".
Dal fronte della mozione Franceschini i commenti sono stati tutti positivi: "Mi pare un'ottima idea - ha detto ad esempio Sergio Cofferati - per il valore della persona e per quello che questa scelta rappresenta. I tanti elementi simbolici racchiusi in Jean Leonard Touadi trovano rappresentazione concreta nella designazione da parte di Dario Franceschini come suo vice". La scelta di Touadi, ha detto invece Arturo Parisi, è un fatto " che parla più di mille parole":
"Touadi non è un volto pensato per un racconto sui media come troppe volte è capitato nel nostro recente passato - ha aggiunto l'ex ministro della Difesa -, ma una persona vera la cui presenza è segno di un'Italia cambiata e insieme strumento per il suo cambiamento".
Non mancano anche i toni polemici: "Occorreva dare un segnale forte e coraggioso - ha detto Mario Adinolfi, guida della lista calabrese per Franceschini - Jean Lèonard diventa così un simbolo e misura una distanza, una differenza. C'è chi candida nelle proprie liste Giusi La Ganga, Antonio Bassolino, Agazio Loiero e il sindaco Salvatore Carai che ha pagato l'assistenza legale agli stupratori di Montalto di Castro, c'è chi fa scelte diverse".
Prodi vota online. Come voterà si è ben guardato dal dirlo. Quel che è certo, invece, è che Romano Prodi parteciperà alle primarie del Partito Democratico per l'elezione del nuovo segretario. Lo farà dagli Stati Uniti, dove si trova per il ciclo autunnale di lezioni alla Brown University a Providence, nel Rhode Island, accedendo al servizio on line messo a disposizione dall'organizzazione del Pd per gli iscritti e gli elettori temporaneamente residenti all'estero. Per poter votare in via telematica dall'estero Prodi si è registrato nei giorni scorsi come previsto dal regolamento.
L'attesa del voto E cresce, ora dopo ora, l'attesa per la consultazione di domenica. Con Franceschini, Marino e Bersani che giocano le ultime carte in vista del responso delle urne. Una sfida, quella tra i tre, che ha visto alzarsi i toni. "Era ovvio che accadesse. Il rischio più grave che abbiamo corso è stato quello di rappresentare il Pd come impegnato a battibeccare al proprio interno. Ma il congresso e le primarie sono stati comunque un grande fatto democratico, voglio sottolinearlo" dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del pd al Senato.
Alleanze. Ma c'è chi pensa anche al dopo. A partire dalle alleanze, altro nodo di divisione tra i candidati. ste, ma che sono all'opposizione di Berlusconi, come l'Udc" dice Piero Fassino, che sostiene Franceschini. Che, però, precisa: "Le alleanze vanno fatte prima di votare - dice Piero Fassino - e devono essere fatte per non tornare alla frammentazione politica che abbiamo conosciuto nel passato". Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha detto invece che nessuno dei candidati alla segreteria del Pd può essere "la risposta vincente" al centrodestra. Quanto alle adesioni, al fianco di Bersani si schierano nomi del sindacato, dell'associazionismo e del no profit che hanno aderito all'appello del network Sinistra Riformista.
(22 ottobre 2009)
IL RITRATTO. Nato in Africa 50 anni fa, giornalista e professore universitario
in politica deve tutto a Walter Veltroni, che lo volle nella sua giunta
Jean-Lèonard Touadi, dal Congo alla politica
Nel Pd come simbolo dell'integrazione
di GIOVANNA VITALE
Jean-Lèonard Touadi, dal Congo alla politica Nel Pd come simbolo dell'integrazione
E dire che, per farsi eleggere in Parlamento, Jean-Léonard Touadi dovette chiedere ospitalità ad Antonio Di Pietro. E sì perché il giornalista di colore che ora Dario Franceschini vuole come vice in caso di elezione alla segreteria nazionale del Pd, rischiò seriamente di restare fuori dalle liste (bloccate) per le politiche 2008: recuperato in extremis grazie al pressing sull'Italia dei Valori, che lo inserì in un posto sicuro, dell'allora candidato premier Walter Veltroni. L'uomo a cui Touadi, politicamente parlando, deve tutto. Essendoselo inventato come assessore alla Sicurezza del Comune di Roma, all'inizio del suo secondo mandato. Simbolo in carne ed ossa di quell'integrazione riuscita che Veltroni avrebbe voluto realizzare per tutti gli immigrati nella città eterna.
Nato nella repubblica del Congo cinquant'anni fa, a 20 Touadi si trasferisce nella capitale d'Italia, dove si laurea in filosofia all'Università Gregoriana e successivamente in Giornalismo e Scienze politiche alla Luiss. Dal 1993 entra in Rai, dove comincia a collaborare a numerosi programmi radiofonici e televisivi. Tra gli altri, "Permesso di Soggiorno" (Radiouno), "C'era una volta" (Rai Tre), e "Un Mondo a Colori" (Rai Due) di cui è stato autore e conduttore. Suo fiore all'occhiello: il progetto Civis, frutto della collaborazione tra la Rai e il ministero degli Interni, nonché i corsi di italiano per stranieri realizzati dalla televisione pubblica con il ministero per gli Affari sociali.
Davvero instancabile, Touadi scrive per numerose testate italiane e straniere, compreso Nigrizia di cui è opinionista, e pubblica diversi saggi sulle questioni legate all'intercultura, ai rapporti Nord-Sud e alla globalizzazione. Dal 1998 è docente di Storia e Geopolitica africana al corso para-universitario del Centro Unitario Missionario di Verona. Dal 2004 al 2006 insegna "Cultura dei Paesi di Lingua francese" alla Statale di Milano e attualmente "Geografia dello sviluppo in Africa" presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Tor Vergata. Attività che non gli impedisce di iniziare la carriera politica.
Nel maggio 2006 Veltroni lo vuole con sé in Campidoglio, sulla poltrona di assessore alle Politiche Giovanili, Rapporti con le Università e soprattutto Sicurezza. Incarico che gli varrà l'elezione alla vicepresidenza del Forum Europeo sulla Sicurezza Urbana. Ma dura poco meno di due anni. A Febbraio del 2008 Veltroni si dimette da sindaco per candidarsi alla guida del Paese e Touadi lo segue. Grazie al "passaggio" offerto dall'Idv, abbandonato pochi mesi dopo in polemica con Di Pietro, conquista un seggio a Montecitorio e si trasferisce nel gruppo democratico.
Stacanovista con oltre l'81% di presenze in aula, annoverato dalla prestigiosa rivista francese "Jeune Afrique" fra le 100 personalità più importanti della diaspora nera, il giornalista-deputato ha firmato praticamente tutti i progetti di legge presentati dall'ex segretario del Pd. E' una delle sue ombre. E ora si appresta a seguirne le orme anche nel partito. Per il momento come vice se Franceschini si confermerà leader. Dopo, chissà.