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Romano Prodi. Una risorsa di cui c'è ancora bisogno.

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Romano Prodi. Una risorsa di cui c'è ancora bisogno.

Messaggioda mariok il 18/08/2009, 21:59

Da: romanoprodi.it

Riformisti, il coraggio di parlare controcorrente
Da Il Messaggero del 14 agosto 2009 -

Il dibattito sulla crisi del riformismo in Europa ha tenuto banco per qualche settimana dopo le elezioni europee. Poi è sparito nel nulla senza aver prodotto alcun apparente risultato.
Lontano dalle polemiche elettorali e favoriti dalla quiete estiva conviene ritornare sull’argomento.
Che i partiti riformisti siano in profonda crisi non è contestabile: il centro-sinistra è stato sconfitto nella maggioranza dei paesi europei proprio durante una crisi economica che ha rivalutato molte delle proposte che erano tipiche di questi partiti.
Per spiegare questo paradosso conviene fare qualche passo indietro e ritornare al momento in cui, dopo un lungo periodo in cui la politica mondiale era stata dominata dal binomio Reagan- Thatcher, la situazione si rovesciò con la vittoria di Blair che sembrava in grado di cambiare i destini europei con il new labour, la terza via che avrebbe dovuto rinnovare il riformismo europeo e lo schema politico mondiale collegandosi con le novità che Clinton proponeva negli Stati Uniti.
Con un pizzico di esagerazione, ma anche per esaltare il ruolo italiano in questo processo, si era arrivati perfino a parlare di “ulivo mondiale”.
La causa della sconfitta di questa grande stagione è da individuare nel fatto che, mentre in teoria il nuovo labour e l’ulivo mondiale erano una fucina di novità, nella prassi di governo di Tony Blair e i governi che ad esso si erano ispirati si limitavano ad imitare le precedenti
politiche dei conservatori inseguendone i contenuti e accontentandosi di un nuovo linguaggio.
Sul dominio assoluto dei mercati, sul peggioramento nella distribuzione dei redditi, sulle politiche europee, sul grande problema della pace e della guerra, sui diritti dei cittadini e sulle politiche fiscali le decisioni non si discostavano spesso da quelle precedenti. Il messaggio lanciato all’elettore era il più delle volte dedicato a dimostrare che
il modo di governare sarebbe stato migliore.
Nel frattempo il cambiamento della società continuava secondo le linee precedenti: una crescente disparità nelle distribuzione dei redditi, un dominio assoluto e incontrastato del mercato, un diffuso disprezzo del ruolo dello Stato e dell’uso delle politiche fiscali, una presenza sempre più limitata degli interventi pubblici di carattere sociale.
Vent’anni fa una mia semplice osservazione che la differenza di remunerazione da uno a quaranta tra il direttore e gli operai di una stessa azienda era eccessiva, aveva causato scandali e discussioni a non finire. Oggi nessuno si stupisce del fatto che questa differenza sia in molti casi da uno a quattrocento. Durante il momento più acuto della presente crisi abbiamo assistito a una breve fase di sdegno nei confronti della remunerazione di alcuni dirigenti, ma poi tutto è stato dimenticato.
Come se vivessimo in una società immutabile, come se la realtà esistente
e le convinzioni dell’opinione pubblica fossero così forti da non essere
riformabili.
Il riformismo ha cioè perso la fiducia in se stesso e preferisce inseguire le piattaforme e i programmi degli altri, pensando che, per
rovesciare le fortune elettorali, sia sufficiente criticare gli errori e i comportamenti dei governanti.
A cambiare gli equilibri politici tutto ciò non basta, anche perché la rapidità con cui gli “estremisti” del mercato si sono impadroniti del linguaggio dei riformisti è davvero degna di un premio Nobel. Per vincere i riformisti debbono elaborare nuove idee e nuovi progetti
su tutti i temi elencati in precedenza. Ribadendo con forza il ruolo dello Stato come regolatore di un mercato finalmente pulito.
>Approfondendo i modi e gli strumenti attraverso i quali i cittadini abbiano uguali prospettive di fronte alla vita. Rinnovando il funzionamento del sistema scolastico, della ricerca scientifica e del sistema sanitario. Ripensando al grande processo di superamento del nuovo nazionalismo politico ed economico con una forte adesione agli obiettivi di coesione europea e di solidarietà internazionale. Non avendo paura di denunciare i tanti aspetti riguardo ai quali il capitalismo deve profondamente riformarsi. Non accontentandosi di mostrare un giorno la faccia feroce e il giorno dopo un viso sorridente verso gli immigrati, ma preparando una organica politica di legalità ed accoglienza.
Mi rendo conto che tutto ciò significa avere il coraggio di scontentare molti e aver la forza di scomporre e ricomporre il proprio elettorato.
Mi rendo conto che nessun politico affronta a cuor leggero questa azione di scomposizione e ricomposizione, ma mi rendo anche conto che la crisi economica sta cambiando percezioni e mentalità.
Essa rende più accettabili le proposte innovative e coraggiose che il centro-sinistra deve elaborare per essere ritenuto in grado di governare la nostra società. Un compito difficile, tutto in salita e, in una prima fase, addirittura contro corrente. Tuttavia chi non è capace di nuotare contro corrente non sarà mai in grado di risalire un fiume.
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Re: Romano Prodi. Una risorsa di cui c'è ancora bisogno.

Messaggioda Robyn il 19/08/2009, 10:20

L'aspetto più importante di quest'articolo è quando Prodi parla del riformismo.Partiti ed ambienti conservatori che non sono riformisti per loro natura,si sono impadroniti di tematiche che per loro natura sono dei partiti di sinistra o cs
Un'altra verità inconfutabile è che non bisogna scimmiottare i partiti di destra o seguire la moda,ma essere se stessi
I partiti di destra ed ambienti affini in europa sono conservatori non sono riformisti e mai lo saranno Ciao Robyn
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Re: Romano Prodi. Una risorsa di cui c'è ancora bisogno.

Messaggioda ranvit il 19/08/2009, 11:05

Belle parole ma resta il fatto che Blair e Zapatero hanno innovato e molto, modernizzando i loro Paesi.
A Prodi in Italia è mancato il coraggio di innovare.....doveva procedere da solo e non farsi irretire dai Marini, D'Alema, Rutelli e compagnia bella.

Insomma Prodi parla bene ma razzola male.
Certo almeno lui ci ha provato a contrastare Berlusconi e anche a batterlo seppur di misura due volte.
Ma poi è scivolato sul suo essere un professore e non un politico.

Che in Europa ci sia una fase di calo del centrosinistra è ovvio : in un sistema bipolare e con ideologie molto flebili (per fortuna....le ideologie sono altrettanto pericolose che le religioni. Settarie e dogmatiche tendono ad assoggettare le menti e prima o poi, per riuscirci, ricorrono alla violenza).

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Romano Prodi. Una risorsa di cui c'è ancora bisogno.

Messaggioda Robyn il 19/08/2009, 13:36

Blair ha innovato molto facendo alcuni errori.La guerra in Iraq ed alcuni errori circa lo stato sociale,come il tentativo di privatizzare la sanità.Romano Prodi ha avuto il problema delle ali periferiche della ex coalizione di cs,e rispettivamente Ferrero,Giordano,Dini e Mastella nonche qualche liberista da strapazzo.Ed è per questo che non è riuscito a governare
Ma ripeto.La sinistra è riformatrice,la destra e i suoi ambienti(confindustria etc) sono conservatori e per loro natura non possono appropiarsi del riformismo.Chi è conservatore e ha la prestesa di riformare genera dei perfetti mostri per cui è meglio che stia al suo posto.La sinistra riforma,la destra,semplicemente collauda Ciao Robyn
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Re: Romano Prodi. Una risorsa di cui c'è ancora bisogno.

Messaggioda Robyn il 19/08/2009, 14:40

Le politiche neoliberiste,la guerra,si originano da Reagan che si era dato un'immagine dora/argentea circa il mercato lo stato etc.La casta di Reagan passando per Bush è morta e speriamo non si ripresenti più.Bisogna riprendere politiche di redistribuzione e di intervento statale nell'economia<<Casini anche è conservatore.Casini stai seduto sulla sedia e segui la lezione di piano do-re-mi-fa sol-la-si do-re>>Ciao Robyn
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Re: Romano Prodi. Una risorsa di cui c'è ancora bisogno.

Messaggioda lucameni il 19/08/2009, 14:45

Le politiche liberiste (quali?) sono un po' più complesse e variegate dell'idea di distribuzione (o re-distribuzione? Non sono la stessa cosa) o di intervento statale nell'economia.
Come il cosidetto "statalismo" non è tutto uguale. Come c'è destra e destra e sinistra e sinistra. Anche "conservatrice".
Parlassimo meno per slogan e più di contenuti non sarebbe male.
Tanto più che pensare il monopolista Berlusconi come un liberista è un'idea che fa ridere.
Come mi fa ridere l'idea che il problema in un' Italia che non conosce merito e in cui vivono corporazioni impermeabili sia innanzitutto il "liberismo".
Senza peraltro specificare a cosa ci si riferisce.
Mah.
(Tra l'altro anche Prodi è stato accusato di "liberismo" e lo stesso il "liberalizzatore" Bersani).
Vabbè.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Romano Prodi. Una risorsa di cui c'è ancora bisogno.

Messaggioda mariok il 19/08/2009, 15:38

Qui naturalmente la discussione si allarga e forse scopriremo che sono più gli argomenti che ci dividono che quelli che ci uniscono.

A proposito di "liberismo", "redistribuzione" ecc. sono d'accordo che faremmo bene se parlassimo meno per slogan e più per contenuti.

Personalmente, al di là delle classificazioni tra statalisti e liberisti, credo in alcuni principi basilari.

Il primo è che la politica fiscale, ovviamente basata sul principio della progressività, serva a finanziare i servizi e non a togliere soldi a presunti ricchi per distribuirli, più o meno a pioggia, a presunti poveri.

Servizi pubblici efficienti, come scuola, sanità, assistenza agli invalidi ecc. sono l'unico valido strumento di "redistribuzione" sociale.

Il secondo principio è che la giustizia sociale non può attuarsi esclusivamente attraverso la leva fiscale. E' illusorio pensare di compensare con i "bonus" fiscali una politica economica e industriale basata sui bassi salari e su basso valore aggiunto.

Il terzo è che oltre ad avere un mercato giustamente regolamentato, trasparente e libero da posizioni di privilegio, occorre anche ripensare, sulla base dell'esperienza, fino a che punto è concretamente realizzabile un regime di libera concorrenza in alcuni settori come ad esempio quello dell'energia.

Giusto per fare un esempio banale, se mi trovo in autostrada con il serbatoio quasi a riserva, quante possibilità ho in pratica di fare un'indagine di mercato per trovare il distributore con i prezzi più bassi?

Oppure. Quante possibilità ho di condizionare come consumatore i prezzi dell'energia elettrica, scegliendo il provider più conveniente?

Sono argomenti comunque su cui ci sarebbe moltissimo da dire e soprattutto da fare. Ma oltre appunto a qualche slogan, si continua a non sentire un granchè.
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Re: Romano Prodi. Una risorsa di cui c'è ancora bisogno.

Messaggioda pagheca il 19/08/2009, 15:54

mariok ha scritto:Giusto per fare un esempio banale, se mi trovo in autostrada con il serbatoio quasi a riserva, quante possibilità ho in pratica di fare un'indagine di mercato per trovare il distributore con i prezzi più bassi?

Oppure. Quante possibilità ho di condizionare come consumatore i prezzi dell'energia elettrica, scegliendo il provider più conveniente?

Sono argomenti comunque su cui ci sarebbe moltissimo da dire e soprattutto da fare. Ma oltre appunto a qualche slogan, si continua a non sentire un granchè.


C'e' da chiedersi pero' perche' il meccanismo funzioni un po' ovunque per i due esempi che elenchi ma non in Italia (ovviamente nel caso in cui non si sia in emergenza per la benzina...).

Io qui vado a fare benzina al supermercato. Ogni giorno (anzi, ogni ora) la benzina fluttua. In questi giorni il tipico prezzo che vedo oscilla tra i 99.6 £/litro di un supermercato noto per attrarre cosi' la clientela (Morrison) e i 106.9 di alcuni distributori "di marca". Per l'energia elettrica avviene la stessa cosa, ricevo continue offerte di altri provider di energia elettrica che mi offrono condizioni piu' vantaggiose. Cosi' come per i provider internet, per i cellulari (le cui offerte sono meno fantasiose ma piu' chiare che in italia) o per le assicurazioni auto che si fanno la guerra a piu' non posso cosi' che ho visto l'assicurazione della mia macchina scendere di oltre il 30% in 4 anni cambiandola ad ogni rinnovo annuale.

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Re: Romano Prodi. Una risorsa di cui c'è ancora bisogno.

Messaggioda pierodm il 19/08/2009, 16:58

Tanto per mettere subito in chiaro, riferendoci al titolo: di Romano Prodi non c'è per niente bisogno, e lo stesso vale per gli strateghi dell'Ulivo.
L'articolo citato spiega bene la ragione di questo che mi sembra un punto fermo dal quale far partire tutte le nostre considerazioni: ... Sul dominio assoluto dei mercati, sul peggioramento nella distribuzione dei redditi, sulle politiche europee, sul grande problema della pace e della guerra, sui diritti dei cittadini e sulle politiche fiscali le decisioni non si discostavano spesso da quelle precedenti. Il messaggio lanciato all’elettore era il più delle volte dedicato a dimostrare che
il modo di governare sarebbe stato migliore.
Nel frattempo il cambiamento della società continuava secondo le linee precedenti: una crescente disparità nelle distribuzione dei redditi, un dominio assoluto e incontrastato del mercato, un diffuso disprezzo del ruolo dello Stato e dell’uso delle politiche fiscali, una presenza sempre più limitata degli interventi pubblici di carattere sociale.


Dopo aver letto queste righe, mi sono chiesto se fossi vissuto in questi ultimi quindici anni in un universo parallelo.
Perché si dà il caso che quelle cose le diceva quella parte del centro-sinistra considerata "massimalista", e mi capitava spesso di dirle a me, per contestare l'indirizzo prevalente nella coalizione, attirandomi le medesime accuse di massimalismo, di vetero-sinistrismo, etc.
Per quanto mi riguarda ci sono abituato, a vedere che la gente con la quale litigavo qualche anno dopo mi rifilava, come una scoperta, le stesse identiche idee che qualche anno prima le scandalizzava e che ci avevano fatto litigare.
Sul piano politico, però, la questione è assai più grave e più sgradevole: chi è stato così coglione da non accorgersi che quell'indirizzo era sbagliato, e anzi tanto ciecamente arrogante e doppiamante coglione per non saper accogliere le critiche che avvertivano dell'errore, come può legittimamente continuare a presentarsi in scena da protagonista, anzi da eterno stratega che insegna urbi et orbi la strada giusta?

Non parlo, ovviamente, solo di Prodi, ma non posso dimenticare che Prodi è il firmatario della famigerata "teoria delle maree", che dice in sostanza: quando c'è uno sviluppo galoppante, ci sono soldi per tutti.

Insomma, in questi giorni fa un caldo infame, e io non sto nemmeno tanto bene, e dunque sono nervoso, e di conseguenza particolarmente insofferente alle cazzate.
Da queste nostre parti, abbiamo buttato nel cestino il socialismo, non ce ne frega niente di Gramsci, abbiamo scoperto che Togliatti era uno stronzo, che Russell era uno stravagante, abbiamo le palle piene di Pasolini, di Berlinguer, dell'egemonia della sinistra, della Resistenza, di Nenni e De Martino, di Pertini e dell'aristocrazia operaia, di Marcuse e di Chomsky, e abbiamo bravamente fatto pattume di un paio di secoli di storia e di cultura della sinistra liberale e socialista, perché tutta questa roba come minimo non ci serve: ma solo di Prodi non possamo fare a meno? - e di quelli che l'hanno accompagnato?
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Re: Romano Prodi. Una risorsa di cui c'è ancora bisogno.

Messaggioda Robyn il 19/08/2009, 20:54

lucameni
Ho scritto molto in passato circa la redistribuzione e l'intervento statale.Per redistribuzione non intendo soldi a pioggia ma aumentare i redditi tramite defiscalizzazione.Per intervento statale invece quelle situazioni del mercato che non possono essere lasciate a se stesse ed in cui si deve intervenire.Non è pensabile ad esempio alla flessibilità senza ammortizzatori sociali e senza che il costo del lavoro flessibile sia più alto di quello stabile.Oppure non è pensabile al mantenimento dei monopoli che fanno crescere i prezzi per i cittadini,per cui le liberalizzazioni ben fatte sono necessarie.Non si possono liberalizzare ad esempio le ferrovie o le autostrade perche questo corrisponderebbe ad una privatizzazione monopolistica.Liberalizzare l'orario di lavoro non sarebbe una cosa di sinistra liberale ma solo un'attacco ai lavoratori.Non è pensabile ad un non intervento per quel che riguarda l'edilizia popolare e gli asili nido.Un gran numero di alloggi è necessario perche fà diminuire i prezzi degli affitti.Gli asili nido servono perche la donna può conciliare lavoro e maternità.Detrazioni fiscali per chi fà più figli servono per stimolare la natalità.Il discorso è un pò complesso nei suoi vari aspetti.Ma nei singoli aspetti quando un governo opera,si riconosce se stà facendo bene o stà facendo male.Ad esempio non è pensabile non aumentare i redditi in base all'inflazione reale,perche con il tempo questi si contrarrebbero.Inoltre le politiche di redistribuzione sono un'investimento che si fà sull'economia al pari dell'istruzione Ciao Robyn
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