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Tra radici e futuro

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Tra radici e futuro

Messaggioda asinello il 10/06/2008, 23:53

>Per esempio: certo che lui ha sempre vinto contro Berlusconi, come spesso ha ripetuto. Ma poi quelli, Rutelli e Veltroni, che si sono cimentati a prendere la bandiera in mano dopo di lui hanno pagato il fio anche per il non ottimo risultato del governo precedente. O no?

Discorso che è valido per il Prodi II. Certamente quest'anno abbiamo pagato l'impopolarità del governo, e però poi scopriamo che Berlusconi per finanziare il taglio dell'Ici prende le risorse che Prodi aveva destinato per le infrastrutture del Sud. Ne ha ben donde Lombardo a reclamare il Ponte quando gli fregano da sotto il naso i soldi per la metropolitana di Palermo e Messina, senza che lui possa contare più di tanto... E scopriamo che...

Sul Prodi I sbagli completamente. Quello è stato il governo più riformista di tutta la Seconda Repubblica. Se Rutelli nel 2001 ha perso è perché gli elettori non hanno digerito il fatto di avere dei governi con un premier nominato nelle stanze del Palazzo, non eletto. Se tu prendi i titoli dei giornali del 1998, scopriarai un titolo di un sondaggio di Mannheimer che recita testualmente:" Neanche uno scandalo alla Clinton può scalfire la fiducia a Prodi". E ho detto tutto...
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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda matthelm il 11/06/2008, 8:51

Il dibattito tra tifosi non è di molto interesse.
Anche perché io non sono contro Prodi per partito preso. Cerco, se mi è possibile, di valutare i fatti per quello che sono.
Anche allora, nel 1^ governo Prodi, ci fu una azione bertinottiana, con una alleanza che non funzionava , o no?

Quello che intendo io è che ripetere gli stessi errori per "tenacia", diciamo così, non è il massimo.
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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda annalu il 11/06/2008, 20:11

A proposito di radici e futuro, ci sono alcune cose che non capisco bene
Leggo questa notizia d'agenzia:

PD: FINOCCHIARO, INUTILE CONGRESSO-LAVORARE PER PARTITO FORTE E RADICATO

(ASCA) - Roma, 11 giu - ''Credo che dobbiamo lavorare per dare una forte identita' e un grande radicamento sul territorio al Partito Democratico. E per questi obiettivi ritengo che non sia necessario un congresso''. Lo ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, ai microfoni del Gr1, nel corso di un'intervista che andra' in onda domani mattina.

''Sono convinta che dobbiamo lavorare e molto per dare una forte indentita' al Partito Democratico e per radicarlo bene nel territorio - sottolinea Anna Finocchiaro - Per questo credo che non sia necessario un congresso ma che abbiamo bisogno di due cose. La prima e' un momento di confronto collettivo, una volta avremmo detto una Conferenza programmatica, in cui ritrovarci tutti insieme, davvero, a discutere senza infingimenti del profilo identitario di questo partito e del suo programma. Poi abbiamo bisogno di una vera e propria Conferenza di organizzazione per radicare in tutta Italia, sul territorio e in modo forte, questo partito''.


Sono perfettamente d'accordo che sia necessario dare una forte identità al Pd e radicarlo sul territorio.
Non capisco però perché ci sia una così decisa opposizione ad un Congresso, mentre si auspica un Conferenza programmatica.
La Finocchiaro dice: per "ritrovarci tutti insieme, davvero, a discutere ...". Tutti insieme chi?
Perché in una Conferenza si discute davvero "senza infingimenti" mentre un Congresso sarebbe meno adatto?

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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda franz il 11/06/2008, 20:32

annalu ha scritto:Perché in una Conferenza si discute davvero "senza infingimenti" mentre un Congresso sarebbe meno adatto?

annalu

forse Finocchiaro si rende conto che i congressi ormai sono finti; fumo negli occhi per la propaganda.
le vere discussioni avvengono altrove.
quelle piu' interessanti per esempio ..... avvengono qui :-)

Ciao,
Franz
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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda annalu il 12/06/2008, 10:39

franz ha scritto:
annalu ha scritto:Perché in una Conferenza si discute davvero "senza infingimenti" mentre un Congresso sarebbe meno adatto?

annalu

forse Finocchiaro si rende conto che i congressi ormai sono finti; fumo negli occhi per la propaganda.
le vere discussioni avvengono altrove.
quelle piu' interessanti per esempio ..... avvengono qui :-)

Ciao,
Franz


Modestamente ... ;)

Comunque, hai provato a suggerire questa soluzione alla Finocchiaro?

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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda franz il 12/06/2008, 16:35

annalu ha scritto:Modestamente ... ;)

Comunque, hai provato a suggerire questa soluzione alla Finocchiaro?

annalu

Proveremo ... proveremo :-)
ma chiunque puo' scriverle a info@annafinocchiaro.it o fare
una rapidisisma visita al suo sito http://www.annafinocchiaro.it/

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Romano lasciatelo stare

Messaggioda asinello il 13/06/2008, 13:49

Mi auguro che questo articolo lo si voglia smentire dalle parti del Loft; perché, se così non fosse, se richiamare Romano Prodi alla presidenza del Pd fosse solo una questione di utilità, sarebbe un'altra prova che la classe dirigente del centrosinistra è fatta da "disonesti e avventurieri". Romano Prodi ha fatto una scelta, ed è bene che venga rispettata comunque, come prima cosa. E poi non vedo perché una persona, che ha salvato già per due volte il centrosinistra dai propri disastri, e per due volte è stato accantonato come se nulla fosse (addirittura la seconda volta è stato crocifisso addebitandogli tutte le colpe di questo mondo), dovrebbe essere così "fesso" da fare da agnello sacrificale per dei lupi politicanti, come lo sono gli attuali capi e capetti del Pd, che in 15 anni non hanno dimostarto di saper essere una classe dirigente come si conviene. Hanno voluto la patata, la gestione è passata a loro, pensassero dunque loro a sparare qualche idea utile e a tirarci fuori dai casini. Prodi ha fatto già abbastanza, è coerente, e non vale proprio la pena che butti alle ortiche il suo buon nome e la sua coerenza per quattro deficienti. Per essere poi magari messo da parte per la terza volta? Piuttosto, se proprio non sapete che pesci pigliare, una strada alternativa c'è: formate giovani leve che sappiano diventare una nuova classe dirigente seria, onesta e competente (e niente sciocchezze alla "Giovani Democratici" per favore), e poi toglietevi di mezzo. Fareste, per la prima volta nella vostra vita, una buona azione per l'Italia, oltre che per il centrosinistra.
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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda franz il 14/06/2008, 8:46

Pd: Monaco, fuori luogo la pressione su Prodi
AGI - 12 Giugno 2008

(AGI) - Roma, 12 giu. - "Non capisco l'insistenza con la quale si chiede a Prodi di ritirare le sue dimissioni da presidente del PD. E' tempo di chiarezza non di confusione e minuetti". Lo afferma in una nota l'esponente ulivista del Pd, Franco Monaco.
"Prendendo le mosse dalla teoria dei quindici anni buttati, la 'nuova stagione' del PD prima ha sconfessato l'Ulivo e la formula politica sulla quale si reggeva il governo Prodi contribuendo oggettivamente alla sua crisi, poi ha praticato un'altra linea che ha sortito una sconfitta strategica, da ultimo si e' applicata ad intestarne a Prodi la responsabilita'. Chiedere a Prodi di metterci su il cappello e' francamente troppo. Soprattutto non giova al franco confronto, di cui il PD ha assoluto bisogno, su linee politiche diverse in capo a distinti soggetti che se ne assumano la responsabilita'.
Devono tornare al centro la politica e un chiaro confronto di posizioni. Non e' piu' tempo di abbracci, liturgie, riti plebiscitari". (AGI)
da www.ulivisti.it
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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda matthelm il 14/06/2008, 10:01

franz ha scritto:Pd: Monaco, fuori luogo la pressione su Prodi
AGI - 12 Giugno 2008

(AGI) - Roma, 12 giu. - "Non capisco l'insistenza con la quale si chiede a Prodi di ritirare le sue dimissioni da presidente del PD. E' tempo di chiarezza non di confusione e minuetti". Lo afferma in una nota l'esponente ulivista del Pd, Franco Monaco.
"Prendendo le mosse dalla teoria dei quindici anni buttati, la 'nuova stagione' del PD prima ha sconfessato l'Ulivo e la formula politica sulla quale si reggeva il governo Prodi contribuendo oggettivamente alla sua crisi, poi ha praticato un'altra linea che ha sortito una sconfitta strategica, da ultimo si e' applicata ad intestarne a Prodi la responsabilita'. Chiedere a Prodi di metterci su il cappello e' francamente troppo. Soprattutto non giova al franco confronto, di cui il PD ha assoluto bisogno, su linee politiche diverse in capo a distinti soggetti che se ne assumano la responsabilita'.
Devono tornare al centro la politica e un chiaro confronto di posizioni. Non e' piu' tempo di abbracci, liturgie, riti plebiscitari". (AGI)
da http://www.ulivisti.it



Penso che prima di Prodi si o no, Veltroni si o no sia finalmente necessario fare quello che indica Castagnetti e che si continua a rimandare. La siuazione sta diventando drammatica.


(ANSA) - ROMA, 13 GIU - Prima di parlare di alleanze il Pd deve definire la propria identita' in Europa. E' quanto sottolinea Pierluigi Castagnetti a proposito della questione sulla collocazione europea del Pd. 'Le interviste di Piero Fassino a Europa e a l'Unita' - afferma Castagnetti - chiariscono, ma un po' anche confondono.
Una volta precisata infatti la distinzione fra gruppi parlamentari e partiti europei non possono esserci preclusioni in via di principio ad alleanze rigorosamente riservate al livello parlamentare'. 'Ma per allearsi - prosegue il presidente della Giunta per le autorizzazioni - bisogna prima esistere. Dunque, se vogliamo parlare di quanto accadra' dopo, dobbiamo discutere preliminarmente di cio' che deve accadere prima. E prima non puo' che costituirsi in Europa la proiezione coerente di cio' che ha deciso essere il Pd italiano, al quale possono associarsi quanti condividono l'idea di un partito moderno, pluralista, post-ideologico e dichiaratamente europeista'.
'Nel frattempo, se il Pse decide di incamminarsi verso una prospettiva moderna e post-ideologica - aggiunge Castagnetti - non potra' che diventare nostro interlocutore e anche alleato.
Se il percorso non fosse lineare, il Pd correrebbe il rischio di compromettere la sua connotazione di originalita' ed essere risucchiato da chi una connotazione propria ce l'ha, per quanto - conclude - a mio avviso storicamente non piu' adeguata'.(ANSA).
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Riflessioni sull’ Ulivo, il PD e il futuro

Messaggioda Sandra Zampa il 20/06/2008, 15:17

Si discute in questi giorni di Ulivo, di PD e di futuro.

Incerti sul cammino da prendere per uscire dalla crisi, anche progettuale oltreché di contenuti, e dopo una sconfitta severa, resa ancor più’ grave dall’esito del voto in Sicilia.

Di Ulivo si discute anche sotto le Due Torri dove, nel 1995, e’ nato. E’ utile richiamare questo dato alla memoria nostra e della nostra città, perché ci rende consapevoli della forza del coraggio e dell’innovazione in politica.

Coraggio e innovazione ci sono richiesti anche oggi per superare la crisi che ha investito il PD e magari per lanciare, proprio dalla nostra terra, come avvenuto nel 1995, le ragioni della vittoria.

E’ evidente che l’Ulivo di cui si discute in queste ore altro non e’ che il cuore del PD. Sostenere oggi, dunque, che occorre ripartire da quella esperienza straordinaria, non può certo implicare il recupero del simbolo ulivista o delle bandiere verdi che hanno accompagnato tante battaglie e festeggiato tante vittorie. Ne’, più’ in generale, può significare un ritorno al passato.

Deve essere, al contrario, occasione per riscoprire il significato più autentico dell’Ulivo: aperto alla società, partecipato, a spiccata vocazione di governo, bipolare, laico, inclusivo.

Ciò significa- se di alleanze si vuole parlare- che l’Ulivo ha saputo misurare sui contenuti, nella condivisione di priorità di programma, la propria vocazione di governo.

E’ vero: l’Ulivo non e’ riuscito a superare sempre, e soprattutto in occasione delle due esperienze di governo centrale- entrambe guidate da Romano Prodi- la prova delle alleanze. Ma ciò non e’ avvenuto per un eccesso di Ulivo.

Al contrario. Ciò è avvenuto perché si e’ dubitato della sua efficacia. Un esempio chiarisce meglio di qualunque riflessione a cosa mi riferisco: nel 2005, in occasione delle politiche, non fu possibile presentare una lista unitaria dell’Ulivo al senato dove i partiti di centrosinistra preferirono correre da soli. Il risultato al senato e’ noto e sta all’origine della fine del secondo governo Prodi.

Sono dunque le incertezze, lo scarso coraggio, il prevalere delle ragioni identitarie dei partiti che ignorano ciò che la società esige a far danno alla politica.

Occorre non ripetere quegli errori per tornare a vincere con quello slancio e quell’entusiasmo nella politica che l’Ulivo ci ha fatto scoprire tanti anni fa.

Voi cosa ne pensate ?

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