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Tra radici e futuro

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Tra radici e futuro

Messaggioda matthelm il 09/06/2008, 20:12

Nessuno deve essere uomo per tutte le stagioni.

Prodi è stato l’artefice della nascita dell’Ulivo che poi ci ha portato al PD.

Una evoluzione non una rottura.

Ora lascia, io non ne farei un dramma perché è un’altra fase storica e,secondo me, questa necessita di un di più di capacità politica e comunicativa di cui Prodi difetta.

Potrebbe tranquillamente fare il Presidente del PD, un ruolo che gli si addice.

E’ tempo di costruire, pena il fallimento della scommessa PD.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Romano Prodi resta il nostro riferimento e la nostra guida

Messaggioda delbia il 09/06/2008, 20:57

Sandra Zampa ha scritto:Rieccomi con voi; oggi vorrei parlarvi del nostro futuro.
Anzi, lancio un sasso e voglio leggere quello che risponderete.
.....
Per quanti tuttavia hanno creduto nel progetto politico dell’Ulivo e pensano che esso resti il vero nucleo vitale del PD, il Presidente Prodi resta un punto di riferimento e una guida. Non è necessario avere cariche formali per continuare a fare politica.
.....
E’ cosi’ che deve diventare anche il Partito Democratico che vogliamo.


Il mio modesto parere è che c'è stata una divergenza, nei fatti, tra il Partito Democratico che volevamo, e il PD di adesso (divergenza creata ad arte o casuale, non so).
Almeno, è quanto traspare dai media (ammetto di essere poco entrato nell'impegno locale, ad esempio, dove di sicuro più che la figura del leader contano le tante persone che mettono in gioco le proprie capacità e il proprio tempo).
Dispiace vedere quanto si sia "ritirato" il partito appena nato, dall'idea originaria di Ulivo che abbracciasse tutte le forze progressiste, dalla sinistra ai cattolici, anche se una delle ragioni di tale "ritiro" è stato giustificato dalla difficoltà manifestata, nel concreto, nel trovare una convergenza dell'intera coalizione su temi che nel passato governo scottavano non poco (penso ad esempio alla partecipazione nelle varie missioni "umanitarie", o a prese di posizione su temi etici).

Quanto a Romano Prodi, spero davvero che nonostante l'apparenza, "dietro le quinte" riesca ancora a lavorare. Un leader dovrebbe avere occhi non solo per la concretezza dell'immediato ma anche per l'essenza stessa dell'umano, per le sue esigenze di benessere non solo economico ma anche culturale e di propria promozione civile e sociale. Credo che Romano queste caratteristiche le abbia, servono sempre leaders come lui!
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Re: Romano Prodi resta il nostro riferimento e la nostra guida

Messaggioda annalu il 09/06/2008, 21:06

Sandra Zampa ha scritto:Rieccomi con voi; oggi vorrei parlarvi del nostro futuro.
Anzi, lancio un sasso e voglio leggere quello che risponderete.

In questi giorni si è tornati a discutere delle dimissioni di Romano Prodi dalla presidenza del Partito Democratico.

A nessuno sfugge il valore di questo tema: Prodi è un padre fondatore di quel partito che ha nell’Ulivo il suo nucleo storico. Senza la sua tenacia e il suo intelligente lavoro, il PD non sarebbe mai nato. E’ del tutto condivisibile, dunque, l’auspicio di Rosy Bindi affinché l’assemblea del Partito respinga le sue dimissioni.

Ma al tempo stesso è del tutto evidente che la decisione del Presidente Prodi debba essere accolta e pienamente rispettata. Le sue dimissioni sono un atto di coerenza politica e anche da questo punto di vista possono essere considerate esemplari.

Per quanti tuttavia hanno creduto nel progetto politico dell’Ulivo e pensano che esso resti il vero nucleo vitale del PD, il Presidente Prodi resta un punto di riferimento e una guida. Non è necessario avere cariche formali per continuare a fare politica.

Noi, tutti noi, non abbiamo dimenticato le parole pronunciate il 6 marzo 1995 da Romano Prodi, le stesse parole che voi di Perlulivo.it avete deciso di mettere in testata sul vostro sito:

“L’Ulivo e’ forte, resistente, ben radicato nella sua terra.
E` l’albero di un’Europa mediterranea, che conosce il mare e la montagna, la pianura, i laghi e le colline.
Ama il sole e … resiste all’inverno.”

E’ cosi’ che deve diventare anche il Partito Democratico che vogliamo.

L'ho scritto anche qui: http://www.sandrazampa.it/?p=227

Voi cosa ne pensate ?


Ho grande fiducia in Romano Prodi.
E grande rispetto per le sue decisioni e la sua coerenza.

Anche se mi sembra giusto che Rosy Bindi abbia chiesto all'assemblea del Pd di respingere le sue dimissioni, mi sembra altrettanto doveroso, se Prodi insiste nel darle, rispettare le sue decisioni.

E non credo che ci abbandonerà, anche se non ricoprirà più incarichi ufficiali.
Penso che continuerà a fare politica, e ci sarà vicino coi suoi consigli e con la sua saggia esperienza.

Romano Prodi ha dimostrato, e continua a dimostrare, una coerenza ed una limpidezza rara se non unica tra i politici del presente. Che questo sia un esempio per tutti noi, un riferimento per chi è impegnato nella politica attiva.

E infine, un augurio a Prodi.
Un augurio da una persona che gli è coetanea, ed è nonna: gli auguro di non rinunciare al suo impegno politico, di continuare dove e come ritiene sia più proficuo, ma soprattutto, una cosa gli auguro (ed auguro anche a me stessa): di vedere crescere una generazione di figli e nipoti politicamente impegnati e in grado di continuare per la strada che lui ha tracciato.
Credo che sia una grande soddisfazione vedere che il lavoro svolto non è stato vano, che qualcuno ha imparato la lezione, e continuerà il cammino.
Ed è bello, credo, seguire i primi passi di questi figli e nipoti, stargli accanto, sorreggerli e consigliarli nei momenti difficili.
E sono certa che Prodi ci sarà, con noi, ancora per molto, molto tempo.

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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda Loredana Poncini il 10/06/2008, 8:12

Una soluzione del dilemma solo Romano Prodi può donarcela, attraverso il superamento delle cariche partitiche codificate, ed assumendo l'ufficio di fondatore che continua a promuovere la realizzazione della visione e della forza portante dell'ULIVO.
Nostro "PROFESSORE " di Politica Democratica Davvero, da Bologna La Dotta, fertile nella sua antica Università di sapienza civile, alla presenza in Europa di un' Italia capace di unificare quanto ancora ci divide.
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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda ranvit il 10/06/2008, 11:02

Come dice matthelm nessuno è indispensabile in eterno...

Prodi ha avuto il merito di individuare una possibile soluzione all'evoluzione del centrosinistra italiano.

In Italia il 50% degli elettori vota sempre per il centrodestra....comunque si chiami.
Prodi ha cercato di convincere quel 10% che vota indifferentemente centrodestra o centrosinistra (in funzione delle soluzioni che gli si prospettano). C'è riuscito due volte....ma per due volte li ha delusi....piaccia o no, non basta risanare il bilancio dello Stato! Bisogna risolvere i problemi reali della gente e soprattutto bisogna avere la capacità politica di restare a galla!
Se ti fai atterrare due volte dopo si e no due anni significa, nei fatti, che sei politicamente inaffidabile!

Onore e merito quindi a Prodi per la decisione di farsi da parte!

Ma ora pensiamo a cosa "inventarci" per tornare al governo....ne abbiamo di tempo!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda franz il 10/06/2008, 12:20

ranvit ha scritto:C'è riuscito due volte....ma per due volte li ha delusi....piaccia o no, non basta risanare il bilancio dello Stato! Bisogna risolvere i problemi reali della gente e soprattutto bisogna avere la capacità politica di restare a galla!
Se ti fai atterrare due volte dopo si e no due anni significa, nei fatti, che sei politicamente inaffidabile!

Per prima cosa vorrrei osservare che per cambiare il paese non bastano due anni.
In due anni puoi risanare i conti, premessa indispensabile per procedere oltre con il cambiamento.
Se poi una volta risanati i conti lo si è fatto affondare, con vari sistemi, l'inaffidabilità è della coalizione, non del comandante.
Un comandante è tale per un patto e tra gentiluomini i patti si rispettano.
Se poi la colpa di Prodi e stata di non avere una coalizione interamente di gentiluomini, io rigetterei la critica all'elettorato, che quei personaggi, comunque si chiamino, elegge.

Questo problema poi, se come credo ha basi profonde nell'elettorato (io non credo alla favola per cui i dirigenti siano meglio o peggio della base che li esprime) vedrai che si ripresenterà ovunque, in ogni formazione politica abbastanza vasta, di destra o di sinistra che sia.

Il fatto è che questo paese esprime una netta resistenza (corporativa) al cambiamento.
Lo si è visto con le reazioni alle liberalizzazioni di Bersani o precedentemente allo snellimento amministrativo di Bassanini.
Queste resistenze si attuano alcune in modo palese ed altre in modo sotterraneo.

Il risultato lo si è visto nel 1998 (ottobre) e nell'inizio del 2008.

Il problema quindi non è "tornare al governo" ma governare.
Essere cioe' capaci di portare fino alla fine un progetto di rinnovamento nel paese.

Se sei vasto e plurale vinci ma non governi.
Se sei selettivo e corri da solo per ora non si vince e non si governa.

Chiariamocelo fino in fondo.
In un paese di destra come è il nostro e che si ritrova ad essere cosi' schizofrenico tra esigenza di cambiamento e resistenza allo stesso, come fai a presentare un progetto credibile?
Perché il progetto dell'Ulivo (che non è l'Unione) era piu' credibile (se i voti contano) di quanto è stato valutato essere quello del PD?
Fintanto che si discute liberamente di questi progetti, è bene che Prodi contribuisca attivamente.
Se il tema invece viene osteggiato e nascosto sotto il tappeto, forse le dimissioni sono una via obbligata per rendere nudo il Re.

Ciao,
Franz
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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda ranvit il 10/06/2008, 12:36

Condivido, naturalmente, che è stata la coalizione ad atterrare i governi presieduti da Prodi....ma in una logica di risultati, il non essere riuscito a non farsi atterrare dalla coalizione implica, comunque, una mancanza di capacità di gestione della coalizione stessa...è un fatto.
Questo Paese è quello che è...chi vuole governare deve avere le capacità necessarie a gestirlo!
Ovviamente non vanno chieste a me....non mi sono mai candidato a fare il premier!

Non è vero che l'Ulivo, che concordo non essere l'Unione, aveva piu' credibilità....è solo che l'elettorato (in particolare quel 10% "ballerino" che determina il risultato in un sistema bipolare) non era stato ancora deluso dal mancato raggiungimento dei risultati.
Se si fosse ripresentato oggi non avrebbe fatto meglio di quanto ha fatto il Pd di Veltroni!

Vittorio
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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda asinello il 10/06/2008, 13:22

Onorevole Zampa,

ha presente quella bella frase di Dossetti su disonesti e avventurieri? ('L'unica possibilità e la condizione pregiudiziale di una ricostruzione – scrisse nel marzo 1945 – stanno proprio in questo: che una buona volta le persone coscienti e oneste si persuadano che non è conforme al vantaggio proprio restare assenti dalla vita politica e lasciare quindi libero campo alle rovinose esperienze dei disonesti e degli avventurieri). Ecco, la riporti alla nostra situazione. Ora che i nodi vengono al pettine (es. la collocazione europea), si vede l'opera degli avventurieri partitisti, di qualunque estrazione (rutelliani, dalemiani, veltroniani, popolari e chi più ne ha, più ne metta). L'unico che poteva portare a compimento il Pd come vero inveramento dell'Ulivo come soggetto unitario era un ulivista, uno che aveva vissuto pienamente e convintamente quella esperienza. Un nome su tutti, Romano Prodi. Lo hanno voluto accantonare per due volte, e si sono visti i disastri: l'Ulivo che perde nel 2001, il Pd che fa cadere il governo nel 2008, va alle elezioni e perde clamorosamente. Si vedono i disastri oggi: correnti, le stesse che animavano Ds e Margherita. Avremmo dovuto imparare dall'esperienza della Margherita, ma se la classe dirigente rimane quella, non c'è speranza.

L'unico nostro errore (parlo degli ulivisti) è essersi fatti sfilare dalle mani la guida del progetto, non aver creato un consenso intorno a noi, alle nostre posizioni. Forse hanno ragione i padri dehoniani: ha fatto male Romano Prodi ad accettare di imbarcarsi alla guida dell'Unione e non a quella del Pd. Avremmo perso ma avremmo avuto un partito diverso alle spalle. Se continua così è più facile che io diventi un gesuita che il Pd diventi il partito che vorremmo.
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Re: Tra radici e futuro

Messaggioda matthelm il 10/06/2008, 18:57

asinello ha scritto:Onorevole Zampa,

ha presente quella bella frase di Dossetti su disonesti e avventurieri? ('L'unica possibilità e la condizione pregiudiziale di una ricostruzione – scrisse nel marzo 1945 – stanno proprio in questo: che una buona volta le persone coscienti e oneste si persuadano che non è conforme al vantaggio proprio restare assenti dalla vita politica e lasciare quindi libero campo alle rovinose esperienze dei disonesti e degli avventurieri). Ecco, la riporti alla nostra situazione. Ora che i nodi vengono al pettine (es. la collocazione europea), si vede l'opera degli avventurieri partitisti, di qualunque estrazione (rutelliani, dalemiani, veltroniani, popolari e chi più ne ha, più ne metta). L'unico che poteva portare a compimento il Pd come vero inveramento dell'Ulivo come soggetto unitario era un ulivista, uno che aveva vissuto pienamente e convintamente quella esperienza. Un nome su tutti, Romano Prodi. Lo hanno voluto accantonare per due volte, e si sono visti i disastri: l'Ulivo che perde nel 2001, il Pd che fa cadere il governo nel 2008, va alle elezioni e perde clamorosamente. Si vedono i disastri oggi: correnti, le stesse che animavano Ds e Margherita. Avremmo dovuto imparare dall'esperienza della Margherita, ma se la classe dirigente rimane quella, non c'è speranza.

L'unico nostro errore (parlo degli ulivisti) è essersi fatti sfilare dalle mani la guida del progetto, non aver creato un consenso intorno a noi, alle nostre posizioni. Forse hanno ragione i padri dehoniani: ha fatto male Romano Prodi ad accettare di imbarcarsi alla guida dell'Unione e non a quella del Pd. Avremmo perso ma avremmo avuto un partito diverso alle spalle. Se continua così è più facile che io diventi un gesuita che il Pd diventi il partito che vorremmo.


Politicanti, si dice.

Però quando si intraprende un percorso di quel tipo bisogna tener conto che ci sono, i politicanti.

I “puri di cuore”, e lo dico senza dileggio, a volte possono far danni.

In politica poi, pensare che tutti si ritrarrebbero perché hanno visto il “giusto” mi sembra veramente un’ingenuità imperdonabile. O si pensava per esempio che i DS, la Margherita o isocialisti lasciassero armi e bagagli a Prodi?

Prodi ne ha fatti di errori, perché non ammetterlo, anche se l’obiettivo era buono.

Per esempio: certo che lui ha sempre vinto contro Berlusconi, come spesso ha ripetuto. Ma poi quelli, Rutelli e Veltroni, che si sono cimentati a prendere la bandiera in mano dopo di lui hanno pagato il fio anche per il non ottimo risultato del governo precedente. O no?

Quindi tanto di cappello ad una persona onesta, coerente e “tenace”.ma che ha dovut misurarsi con la situazione data.
E tanti nodi politici ancora adesso devono essere risolti e chi li indicava non remava contro.
Ora sono ancora lì, e se non saranno risolti il rischio sarà il tracollo del progetto.
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Re: Romano Prodi resta il nostro riferimento e la nostra guida

Messaggioda gabriele il 10/06/2008, 21:11

Prodi sa quel che fa.

Penso che sia anche affezionato all'Italia e credo che non mollerà la politica.

Potrebbe cominciare un diverso modo di far politica rivolgendosi agli ulivisti nel loro stesso piano, magari usando questo forum di tanto in tanto.

Cosa dici? Sarà possibile?

Gabrive

Sandra Zampa ha scritto:Rieccomi con voi; oggi vorrei parlarvi del nostro futuro.
Anzi, lancio un sasso e voglio leggere quello che risponderete.

In questi giorni si è tornati a discutere delle dimissioni di Romano Prodi dalla presidenza del Partito Democratico.

A nessuno sfugge il valore di questo tema: Prodi è un padre fondatore di quel partito che ha nell’Ulivo il suo nucleo storico. Senza la sua tenacia e il suo intelligente lavoro, il PD non sarebbe mai nato. E’ del tutto condivisibile, dunque, l’auspicio di Rosy Bindi affinché l’assemblea del Partito respinga le sue dimissioni.

Ma al tempo stesso è del tutto evidente che la decisione del Presidente Prodi debba essere accolta e pienamente rispettata. Le sue dimissioni sono un atto di coerenza politica e anche da questo punto di vista possono essere considerate esemplari.

Per quanti tuttavia hanno creduto nel progetto politico dell’Ulivo e pensano che esso resti il vero nucleo vitale del PD, il Presidente Prodi resta un punto di riferimento e una guida. Non è necessario avere cariche formali per continuare a fare politica.

Noi, tutti noi, non abbiamo dimenticato le parole pronunciate il 6 marzo 1995 da Romano Prodi, le stesse parole che voi di Perlulivo.it avete deciso di mettere in testata sul vostro sito:

“L’Ulivo e’ forte, resistente, ben radicato nella sua terra.
E` l’albero di un’Europa mediterranea, che conosce il mare e la montagna, la pianura, i laghi e le colline.
Ama il sole e … resiste all’inverno.”

E’ cosi’ che deve diventare anche il Partito Democratico che vogliamo.

L'ho scritto anche qui: http://www.sandrazampa.it/?p=227

Voi cosa ne pensate ?
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
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