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LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO

Messaggioda ranvit il 03/08/2009, 11:39

Da pietroichino.it un'analisi interessante che evidenzia le 6 principali differenze:

SEI PUNTI PER CERCARE LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO


Analisi a cura di Stefano Ceccanti

Nota metodologica previa: la mozione Franceschini è sostanzialmente la trascrizione del suo intervento di presentazione della candidatura, per Marino la mozione non differisce significativamente dal discorso, invece per Bersani ci sono scarti molto significativi tra il discorso di presentazione all’Ambra Jovinelli e la mozione finale, pertanto si indicheranno rispettivamente come Bersani 1 e Bersani 2 sui punti in cui differiscono e si sottolineeranno le differenze più forti. L’ordine di presentazione l’ho scelto a posteriori perché le mozioni Franceschini e Marino sono pressoché identiche (tranne la differenza sulle coppie di fatto tra Dico e Civil partnership, dove invece sono pressoché identiche la Franceschini e la Bersani) segue la Bersani 1 che è molto lontana da entrambe e la Bersani 2 che riduce sensibilmente le distanze.


1. La forma partito del Pd: sovrani solo gli iscritti o anche gli elettori?

Franceschini: iscritti ed elettori

“Mettiamo un po’ d’ordine nelle regole ma non rinunciamo alla scelta che abbiamo fatto alla nascita del Pd, di affidare agli iscritti le scelte del partito e l’elezione degli organi territoriali, affiancando a loro gli elettori, da chiamare nei momenti delle grandi scelte, com’è certamente l’elezione di un segretario nazionale. Non alziamo barriere. Gli elettori del Pd non sono estranei, sono parte di noi. Sono quelli che arrivano nelle grandi mobilitazioni civili, che ci sostengono nelle campagne elettorali, che riempiono le piazze e i comitati. Ecco perché difendo questo equilibrio e perché penso che le primarie del 25 ottobre saranno un altro momento importante per noi e per la democrazia italiana. Io voglio un partito solido. Ma fare un partito solido nel 2009 non significa rispolverare i modelli di cinquant’anni fa.”

Marino: iscritti ed elettori

“Un partito che abbia una direzione politica chiara, frutto della partecipazione dei suoi aderenti e dei suoi sostenitori…. Un partito che sappia coniugare strumenti moderni e antiche modalità di relazione, che sappia rinnovare un messaggio di coinvolgimento, di partecipazione, di apertura alla società.”

Bersani 1: iscritti

“La sovranità appartiene agli iscritti che, sulla base di regole, la delegano in determinate occasioni agli elettori.”

Bersani 2: iscritti ed elettori

“La sovranità appartiene agli iscritti, che la condividono con gli elettori nelle occasioni regolate dallo statuto. Le primarie per l’elezione del segretario nazionale richiedono nuove regole ispirate a due criteri: non devono trasformarsi in un plebiscito e non possono essere distorte da altre forze politiche.
Le primarie vanno rese più efficaci, rendendo più chiaro il meccanismo di partecipazione. L’albo degli elettori deve essere effettivamente pubblico e certificato.”

(Nota su un aspetto non chiaro del Bersani 2: l’Albo è già pubblico e certificato, renderlo tale effettivamente può significare due cose molto diverse, o invitare ad attuare lo Statuto o chiudere l’Albo qualche giorno prima del voto, nel qual caso la partecipazione degli elettori sarebbe drasticamente limitata e la discontinuità col Bersani 1 sarebbe allora minima).

2. Il Pd nel sistema politico: partito di centrosinistra o di sinistra?

Franceschini: centrosinistra

“Non torneremo indietro, ad un centro-sinistra col trattino, basato su una divisione di compiti nel raccogliere consenso o nel rappresentare pezzi di società e che circoscriva la nostra capacità espansiva. Solo ipotizzarlo significa dichiarare fallita l’esperienza del Pd, che è nato proprio sul superamento di quella divisione di compiti e significa non avere capito che quello schema si trascina forse in pezzi di classe dirigente ma non esiste più da tempo nel nostro popolo. Un unico popolo fin da prima che nascesse il Partito democratico.”

Marino: centrosinistra

“Un partito aperto sul Paese e naturalmente aperto sul centrosinistra. Un partito che guardi all’esterno, che si prenda cura degli elettori di tutto lo schieramento progressista, che apra con loro un confronto, che miri a rappresentarli il più possibile.”

Bersani 1: sinistra

“Io parlo di un Partito Democratico che vuole interpretare ed estendere l’area del centrosinistra con il profilo di un partito popolare, un partito di una sinistra democratica e liberale”

Bersani 2: sinistra ma anche centrosinistra

Il Pd e tutto il centrosinistra devono lavorare con serietà e impegno, consapevoli che tanti elettori votano a destra perché ancora non percepiscono un’alternativa…Come hanno saputo fare i democratici americani. Noi siamo un partito dell’uguaglianza secondo l’ispirazione del cattolicesimo democratico e della sinistra democratica e liberale.

3. Il retroterra sociale del Pd: con tutti selezionando sulla base del programma o autolimitazione al lavoro dipendente con limitate aperture?

Franceschini: con tutti sulla base del programma

“Per noi il mondo del lavoro di oggi è fatto insieme da lavoratori e imprenditori. E gli imprenditori non hanno smesso, come è stato detto, di essere nostri nemici per diventare nostri amici se rispettano le regole. Gli imprenditori sono una parte del mondo del lavoro e una parte di noi democratici.”

Marino: con tutti sulla base del programma

“Il Partito Democratico deve darsi una cultura economica autonoma… Occorre prendere sul serio, al Nord come al Sud, la società a imprenditoria diffusa: una società a imprenditorialità diffusa è un valore perché porta le persone ad auto organizzarsi responsabilmente nel lavoro come nella vita sociale, nella famiglia e nell’associazionismo.”

Bersani 1: aperti ai non dipendenti purché in regola

“Bisogna che ci diciamo, molto semplicemente, che un imprenditore privato, cooperativo, artigiano, commerciante che sta nelle regole fa pienamente parte del nostro progetto, è un protagonista del nostro progetto!”

Bersani 2: aperti a tutti i lavori

Noi siamo il partito dei lavori e dei ceti produttivi. Vogliamo tornare nei luoghi in cui si fatica e si produce, ascoltare chi intraprende e chi rischia in proprio…. Vogliamo parlare a chi il lavoro non ce l’ha o convive con insopportabili forme di precariato. Vogliamo contrastare ogni forma di sfruttamento e insicurezza, così come la conservazione corporativa di privilegi e monopoli.”

4. Quale sistema politico: Bipolare o multipolare?

Franceschini: bipolare

“Non torneremo nemmeno indietro a scelte politiche né accetteremo leggi elettorali che spostino a dopo il voto la scelta delle alleanze, sottraendo ai cittadini il diritto di conoscerle e sceglierle prima.”

Marino: bipolare

“Occorre una legge elettorale che stabilizzi il bipolarismo, che ridia ai cittadini, attraverso i collegi uninominali, la possibilità di scelta dei propri rappresentanti”

Bersani 1: lo decidiamo con gli altri oppositori (che lo vogliono multipolare)

“La legge elettorale dovrà essere coerente con la forma di governo, dovrà evitare quindi ogni ritorno al proporzionalismo puro e perseguire un buon equilibrio fra rappresentanza, stabilità, governabilità, muovendosi nell’ambito di un bipolarismo nel quale l’elettore pretende di avere visibilità del quadro di alleanze e della loro stabilità. Questo equilibrio si può ottenere attraverso sistemi misti, ma la chiave politica è questa: la misura di questo equilibrio dovrà essere ricercato dialogando con tutte le forze politiche e parlamentari interessate a opporsi ai rischi di deformazione della democrazia, insiti nel modello della destra.”

Bersani 2: lo decidiamo con chi lo vuole bipolare

“Sul piano istituzionale noi scegliamo un modello parlamentare rafforzato in alternativa a formule più o meno mascherate di presidenzialismo, una legge elettorale chiara e non stravolgente l’architrave costituzionale, da elaborare in collaborazione con chi crede ad un bipolarismo maturo che renda l’elettore determinante nella scelta degli eletti e del governo.”

5. Le coalizioni: con perno il Pd o rifacimenti dell’Unione?

Franceschini: Pd come perno

“Non torneremo a quella stagione delle coalizioni frammentate e litigiose, costruite con l’unico collante del nemico. Quel tipo di coalizione che ha sempre colpevolmente coperto la qualità dell’azione dei governi di centrosinistra. Formeremo una alleanza che dia agli italiani la garanzia di un programma condiviso e realizzabile. Credibile non solo per vincere ma anche per poi riuscire a governare. E difenderemo i principi del bipolarismo e dell’alternanza tanto faticosamente conquistati.”

Marino: Pd perno

“Un partito che abbia un forte respiro maggioritario, che costruisca le proprie alleanze a partire dal proprio profilo e da quello che vuole per il Paese, non in base alla convenienza elettorale o al mero esercizio politicista di cui abbiamo avuto fin troppi esempi in questi anni.”

Bersani 1: riorganizzare il campo degli oppositori a partire dall’autonomia di ciascuno

“L’originaria ispirazione dell’Ulivo non può essere rimossa, né vivere solo in una chiave evocativa, perché non è infatti esaurita la questione sostanziale dell’incontro fra tutte le culture, le esperienze politiche e progressiste ancora oggi divise. E, tuttavia, questo non può essere un compito esaustivo; si deve accompagnare all’esigenza di riconoscere l’autonomia e la responsabilità di altre forze del Centrosinistra e dell’opposizione e di tracciare i primi passi politici per una riorganizzazione del campo dell’alternativa. Da soli non si può fare nulla.”

Bersani 2 : si parte dai vincoli di programma

La vocazione maggioritaria non significa rifiutare le alleanze, ma, al contrario, renderle possibili, perché costruite nella chiarezza, sulla base di vincoli programmatici.


6. Laicità: per tutti un metodo di dialogo con decisioni interne a maggioranza (cambia solo il tipo di riconoscimento delle coppie di fatto, che equivale ai dico nelle mozioni Franceschini e Bersani, che è più radicale in quella Marino, equivalendo di fatto al matrimonio omosessuale)

Franceschini: rispetto dei diversi orientamenti sessuali (allusione ai Dico)

“Ci aspetta alla Camera il lavoro sul testamento biologico. Ci ascolteremo, dialogando. Ma alla fine decideremo la posizione del partito. Rispetteremo fino in fondo chi non si sentirà di condividerla, ma decideremo. Sarà il modo più onesto di interpretare la laicità del nostro partito e di rispettare il principio intoccabile della laicità dello stato. Quello che sta scritto nella nostra Costituzione e che appartiene a tutti noi, laici e cattolici del PD. Lo hanno detto molto chiaramente i 60 parlamentari cattolico- democratici nella lettera con cui due anni fa hanno spiegato il rapporto tra la loro scelta di fede e la laicità nelle scelte politiche e parlamentari. La laicità, dunque, oggi è la garanzia della libertà di tutti, credenti in una fede o non credenti, nello spazio pubblico, nei loro diritti civili. E non si può pensare ad un baluardo più solido, a difesa dello Stato laico, di un grande partito come il PD…

Partiamo da principi condivisi, e in particolare dalla consapevolezza che ogni persona va rispettata nel suo orientamento sessuale e nelle sue scelte di vita. “

Marino: per le civil partnerhip inglesi
“La laicità è un metodo: significa affrontare ogni questione con rigore e con la massima obiettività possibile, nell’interesse generale e non di una parte sola. Significa non porsinel dibattito pensando di possedere la verità o di avere ragione a priori. Significa saper ascoltare le ragioni altrui e avere l’umiltà e l’intelligenza di confrontarsi anche con chi lapensa nella maniera opposta. Significa lasciarsi sempre prendere dal dubbio che l’altro può avere ragione. Infine laicità significa che quando si considera chiuso il dibattito, e si è presa una decisione nell’interesse di tutti, si accetta quella decisione sentendosi vincolati e sostenendola con onestà….
Standard europei per laicità e diritti
Introdurre una norma antidiscriminatoria che preveda una percentuale minima di genere del 40% nelle Istituzioni e nei Consigli di Amministrazione. Approvare la legge sul Testamento Biologico. Approvare una legge sulle unioni civili, sull’esempio delle civil partnership britanniche. Approvare una legge sull’omofobia. Consentire a singole persone di essere valutati al fine dell’adozione con il rigore che la legge già oggi richiede alle coppie”
Nota: per capire cosa sono le civil partnership si vada al sito dell’Arcigay, sono destinate solo a persone dello stesso sesso e “il loro contenuto è quasi coincidente” (come recita tale sito) col matrimonio eterosessuale. Ciò comporta in particolare “gli stessi diritti” in materia di adozione.

Bersani: allusione ai Dico
Il principio di laicità è la nostra bussola, la via maestra di una convivenza plurale. La laicità si nutre di rispetto reciproco e di neutralità – che non significa indifferenza - della Repubblica di fronte alle diverse culture, convinzioni ideali, filosofiche, morali e religiose. È anche impegno per la loro salvaguardia, promozione del dialogo interculturale e interreligioso, mutuo apprendimento: purché, naturalmente, tutti accettino un comune spazio pubblico di confronto e incontro nel quale gli unici principi non negoziabili siano quelli della Costituzione italiana e della Carta dei diritti dell’Uomo. In questo spirito i democratici hanno formulato proposte di legge largamente condivise sulle convivenze civili, sul testamento biologico e sulla libertà religiosa, che vanno rilanciate senza tentennamenti in Parlamento e nel Paese.”

7. Superamento del dualismo del mercato del lavoro
Franceschini
“… ammortizzatori per tutelare il reddito e favorire il reimpiego, sostegno ai redditi da lavoro e da pensioni che soffrono la crisi”


Bersani: il contratto a stabilità crescente è la direzione in cui muoversi
“… superare il dualismo del mercato del lavoro, che colpisce soprattutto i giovani, aprendo dei processi univoci di inserimento e di stabilità nel lavoro”
Marino: flexsecurity
La flessibilità, caratteristica inevitabile del lavoro nella nostra modernità, non va considerata come una disgrazia. Quello che i giovani temono sono disoccupazione e precariato privo di regole, percepiscono l’iniquità di un mercato del lavoro che vede gomito a gomito lavoratori protetti e lavoratori talvolta privi anche di diritti elementari quali la malattia, la maternità, le ferie. Una flessibilità bilanciata, quindi, è il nostro valore per regolare il mercato del lavoro: contratti a tempo indeterminato che consentano un rapporto continuativo e tendenzialmente stabile con il datore di lavoro; salario minimo e garanzie di reddito come protezione per chi perde il lavoro; formazione continua per aumentare il proprio bagaglio e il proprio valore professionale.
***
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Re: LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO

Messaggioda mariok il 03/08/2009, 22:45

Effettivamente le differenze non sono poi tanto grandi.

D'altra parte si tratta del congresso dello stesso partito e sarebbe ben strano registrare posizioni completamente divaricanti.

Più che altro ci sono differenze di impostazione della campagna congressuale.

Bersani, per esempio, ha detto chiaramente, durante una diretta su repubblica.tv, che una mozione congressuale non è un programma di governo. In essa quindi si danno i principi e le linee fondamentali, senza entrare nel dettaglio delle singole proposte.

In effetti a Bersani viene attribuita ad esempio la proposta di una riforma elettorale "alla tedesca" di tipo proporzionale, solo perchè questa è la posizione espressa da D'Alema in varie occasioni. Ma per la verità nulla in tal senso è contenuto nel suo documento.

Completamente agli antipodi, da questo punto di vista, è l'impostazione di Marino, il quale, per coerenza col fatto di volere un partito "chiaro", che si pronuncia chiaramente su alcuni temi fondamentali, avanza proposte precise su alcune questioni, come la legge elettorale (maggioritario uninominale), sanità (trasformazione del medico di famiglia in studi associati di tipo cooperativo, agenzia nazionale di valutazione delle prestazioni e dei manager, ecc.), diritti civili (legge sulle convivenze del tipo di quello inglese, ovviamente testamento biologico che non imponga per legge alcun tipo di trattamento, inclusa l'alimentazione forzata), lotta alla precarietà (contratto unico, welfare uguale per tutti che ponga al centro salario minimo garantito e diritto alla formazione permanente) e così via.

Su una via di mezzo si muove Franceschini, che sulla precarietà per esempio si limita a dire che vanno eliminate forme contrattuali che nascondono rapporti di lavoro a tempo indeterminato, sul testamento biologico promette che "discuteremo e decideremo" nel rispetto delle posizioni di tutti, sulla legge elettorale parla di collegi uninominali "compatibili con diversi tipi di legge elettorale" ecc.

Dal mio punto di vista e un pò schematicamente, mi sembra si possa dire che in Franceschini prevalga il concetto di costruzione "lenta e paziente" di un'identità aperta al contributo di tutti, in Bersani l'aspetto organizzativo di un partito solido e ben strutturato, mentre in Marino la chiarezza delle posizioni su alcuni temi cruciali ed il loro carattere innovativo.
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Re: LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO

Messaggioda pierodm il 04/08/2009, 12:05

Intanto, un grazie a Ranvit per aver postato un lavoretto utile.

Nessuna delle tre mozioni mi convince, non dico totalmente, ma nemmeno in una misura significativa - neanche da "esterno" al PD, quale sono.
Se proprio devo, direi che una mozione un poco migliore per me verrebbe fuori da un mix tra Marino e Bersani: il laicismo del primo e l'opzione più "di sinistra" del secondo.
Ma le mozioni - come i programmi - non sono un cocktail di idee diverse, messe insieme l'una accanto all'altra, ma sono (dovrebbero essere) un insieme organico e coerente: esattamente ciò che è mancato in tutti questi anni alle varie formazioni di centro-sinistra, fatta una parziale eccezione forse per il primissimo Ulivo, che aveva il vantaggio di essere indotto dalle circostanze a concentrarsi su alcuni punti economici e sull'ingresso nell'area Euro.

A prescindere da quanto e se tutto ciò dipenda da mediocrità specifiche e personali dei candidati, è evidente che qualunque disegno ri-fondativo soffre del fatto di dover lavorare in misura eccessiva, devastante, esagerata sul compromesso tra diverse e su troppi argomenti opposte "ispirazioni".
In via del tutto teorica è possibile, a parole, giustificare e perfino esaltare questa "diversità" - dico "possibile", ossia in conseguenza di una scelta strategica e ideologica comunque discutibile altrettanto teoricamente.
Sul piano pratico la cosa è evidentemente assai meno facile, se non impossibile.
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Re: LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO

Messaggioda ranvit il 04/08/2009, 12:33

Grazie Piero.

Sostanzialmemnte condivido le perplessità di piero.
Dovessi scegliere sarei per Marino : bipolarismo, laicità, flexsecutity sono argomenti a me molto cari.

Vittorio

Ps Sebbene siamo ad Agosto....mi aspetterei di leggere altri commenti.
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Re: LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO

Messaggioda pagheca il 04/08/2009, 12:54

sono contento che proprio tu Ranvit abbia postato questo interessantissimo post che rimarca le differenze. In questo modo si puo' discutere di cose concrete. Io fatico a dire la verita' a percepire grandi differenze e ho la vaga sensazione che ci sia un'impostazione di fondo sbagliata, ma in mezzo a tante parole riconosco che qualche idea e' salvabile.

Ero un convinto sostenitore di Marino ma ultimamente c'e' qualcosa che non mi convince di lui. Mi sto ponendo nella prospettiva di immaginarmi quale sarebbe la conclusione di Ottobre che avrebbe il maggiore impatto nella sfida a questa feccia di destra e a quella che verra' prima o poi (capitanata probabilmente da Fini o da chissa' chi). Per adesso cerco di capire.


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Re: LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO

Messaggioda mariok il 04/08/2009, 19:14

Tra gli aspetti più importanti credo vi sia senza dubbio il tema del federalismo. La mia impressione è che per inseguire la Lega, si stia concretizzando uno dei disastri storici per il nostro paese.

Sono andato a guardare ciò che si dice nei programmi dei tre candidati.

Franceschini:
La riforma federalista non deve essere un mero trasferimento di funzioni da Stato a regioni, ma deve valorizzare le autonomie di tutti i governi locali e costituire l’occasione per ripensare il rapporto cittadino – autorità nel nostro sistema.

Bersani:
Il federalismo responsabile e solidale è la rotta da seguire per avvicinare le istituzioni ai cittadini. Esso affonda le
radici nel patrimonio delle culture autonomistiche e popolari di cui siamo eredi. Le sfide per l'immediato futuro si chiamano attuazione del federalismo fiscale, razionalizzazione e riforma delle autonomie locali, trasformazione del Senato in Camera delle Regioni e delle Autonomie.


Marino:
Ridurre il numero di parlamentari ed eletti a tutti i livelli e semplificare il sistema delle autonomie locali, per ridurre i costi della politica e dell’amministrazione.
Promuovere un nuovo e più deciso assetto federale, con maggiore distribuzione di risorse ai comuni, rafforzamento della “premialità” per gli enti virtuosi, la responsabilizzazione delle sedi politiche locali.



Mi sembra che nel programma di Marino siano più chiaramente richiamati due punti fondamentali:

a) La sempificazione del sistema con la riduzione dei "costi della politica"

b) Il trasferimento di più poteri e risorse ai comuni (giusto il contrario di ciò che si è fatto con i ripetuti tagli negli ultimi anni).

Io mi spingerei anche oltre. Secondo me un nuovo federalismo dovrebbe avere le sue fondamenta nei comuni, ai quali andrebbero attribuite il massimo delle competenze possibili.

Ho avuto la fortuna di girare molto l'Italia ed ho osservato che l'istituzione più "vicina" (non solo in senso fisico) è quella dei comuni che in molte realtà (soprattutto di dimensioni medio-piccole: non oltre i 100.000 abitanti) rappresentano l'unico vero punto di riferimento nel rapporto con l'organizzazione statale.

Andrebbe rivista la stuttura nelle grandi città, decentrando maggiori poteri e risorse verso i "municipi" (riduttivamente noti come consigli di quartiere).

Ai livelli superiori procederei a drastiche semplificazioni, partendo da una seria riflessione sul mantenimento delle regioni, almeno così come sono oggi (proliferazione del centralismo statale), sul loro numero e sul numero delle provincie, che in molti casi andrebbero sostituite con le aree metropolitane, da concepire più che altro come organismi di coordinamento di comuni e "municipi".
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Re: LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO

Messaggioda Loredana Poncini il 07/08/2009, 7:38

Alice Bassi, in facebook, propone una disamina comparativa tra le 3 mozioni che mi pare meriti sia riportata in questo forum. Purtroppo non sono capace di creare il link. Spero nel vostro aiuto !
www.facebook.com/note.php?note_id=10936 ... 043&ref=nf
Loredana Poncini
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Re: LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO

Messaggioda ranvit il 07/08/2009, 9:39

Eccola:

Da http://www.facebook.com/note.php?note_i ... 043&ref=nf


Tre mozioni a confronto: differenze e analogie. Semplicità, chiarezza, obiettività.Condividi
Mer alle 16.07

Ricalcando lo schema già proposto da Stefano Ceccanti, ho deciso giorni fa di scrivere una nota sulle differenze tra i programmi dei tre Candidati alla Segreteria del PD (Dario Franceschini, Ignazio Marino, Pierluigi Bersani).
Avverto che, per offrire una visione a tutto tondo, ho preso in considerazione anche alcune interviste e presentazioni dei programmi dei tre candidati.
Cercherò di utilizzare parole estremamente semplici, così che le differenze risultino limpide, chiare e soprattutto obiettive, imparziali, per chiunque volesse leggerle.
Ringrazio anticipatamente Vincenzo Compierchio, giornalista pubblicista, che mi ha condotta per mano in quest'analisi ed ha illuminato punti che, ai miei occhi, erano rimasti oscuri e impenetrabili.


CONGRESSO PD: LE TRE MOZIONI A CONFRONTO
NOVE PUNTI PER CERCARE LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, MARINO E BERSANI


1. La forma del Partito Democratico.


Franceschini: DIFESA DELLE PRIMARIE sia per l'elezione del Segretario nazionale che per quelli delle singole Regioni e locali; gli elettori non iscritti al PD contribuiscono in occasione delle grandi scelte. Restituire pieni poteri all'assemblea costituente, che viene eletta con le Primarie dai cittadini, e che invece ultimamente è stata sostituita dalla "Direzione Nazionale".

Marino: DIFESA DELLE PRIMARIE; COINVOLGIMENTO E COSTANTE APERTURA DEL PARTITO a tutti i suoi aderenti e sostenitori; partecipazione costante dei cittadini alle decisioni del Partito, anche attraverso gli strumenti che la nostra era della tecnologia ci fornisce; coinvolgimento dei Circoli nelle scelte del PD.

Bersani: RIFORMA DELLE PRIMARIE, in modo che non siano aperte per l'elezione dei Segretari; diritto di voto per le cariche interne destinato ai soli tesserati del PD, gli altri possono contribuire solo dove lo Statuto lo permette; favorevole all'indizione di Primarie nel caso in cui si tratti di scegliere il candidato premier della coalizione di Governo.


Conclusioni: Franceschini e Marino auspicano un'apertura del Partito Democratico, che con Marino si verifica a tutto tondo, mentre con Franceschini si parla di contributo dei non iscritti solo in occasione delle grandi scelte.
Bersani vuole che questi partecipino solo quando lo Statuto lo permette.
Inoltre, Bersani si ritiene favorevole alle Primarie solo in occasione della scelte del leader della coalizione di Governo, ossia: PD + alleanze con altri Partiti.



2. La posizione del PD nel sistema politico; PD e Alleanze.


Franceschini: CENTROSINISTRA (senza trattino), il PD deve essere il perno della coalizione di Governo (= PD + alleanze). Non è da escludere un'alleanza con l'UDC (sponsorizzata da Francesco Rutelli), ma è disilluso in merito, differenze fra le due realtà di Partito; non vuole alleanze con Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, che hanno portato in passato ad alleanze frammentarie e litigiose; alleanze sui punti programmatici del PD.

Marino: AREA PROGRESSISTA; vuole che gli alleati si organizzino intorno ai punti del Programma del PD; non auspica alleanze con Partiti definiti, bensì con tutta l'area progressista che voglia aderire e sostenere i punti programmatici della linea politica (che deve essere chiara e limpida) decisa dal PD; il PD deve essere il perno della coalizione di Governo.

Bersani: SINISTRA - CENTRO-SINISTRA; auspica alleanze con tutti, dall'UDC a Rifondazione Comunista, sulla base di punti programmatici (NB.: Casini ha rifiutato qualsiasi alleanza preveda anche la presenza di Rifondazione e dei Comunisti Italiani).


Conclusioni: Franceschini non chiude all'idea di un'alleanza con l'UDC, ritenendola però improbabile a causa delle differenze sostanziali fra le realtà dei due Partiti; Bersani vuole un'alleanza allargata a tutto il centro-sinistra.
Sia Marino che Bersani - e anche Franceschini - vogliono alleanze sulla base dei punti programmatici del PD, ma la differenza sta nel fatto che Bersani vuole un'alleanza a base allargata a tutto il centro-sinistra, mentre Marino vuole alleanze non con Partiti bensì con persone che condividono i punti del Programma del PD e che si riconoscano nell'area progressista del Paese.



3. PD e mondo del Lavoro.


Franceschini: ABBATTERE LE STORICHE BARRICATE che vedono contrapposti lavoratori e imprenditori e renderli protagonisti di un unico progetto comune, secondo un principio di solidarietà reciproca.

Marino: LOTTA ALLA PRECARIETA'; superamento della concezione di "lavoratore dipendente" in favore della diffusione di una cultura "auto-imprenditoriale" = ogni persona spende la propria professionalità e il proprio talento in un MERCATO DEL LAVORO FLESSIBILE; RIFORMA PROFONDA DEL MERCATO ITALIANO in senso meritocratico e liberale, puntando tutto sulla FORMAZIONE PROFESSIONALE del singolo individuo, premiato per il TALENTO E NON per una RACCOMANDAZIONE; riforma degli ammortizzatori sociali -> REDDITO e quindi potere d’acquisto A CHI SI RITROVA MOMENTANEAMENTE SENZA LAVORO.
FLESSIBILITA', quindi, ma NON PRECARIETA'.

Bersani: ABBATTERE LE STORICHE BARRICATE che vedono contrapposti lavoratori e imprenditori e renderli protagonisti di un unico progetto comune, secondo un principio di solidarietà reciproca.


Conclusioni: I progetti di Franceschini e Bersani sono identici: i lavoratori e gli imprenditori devono collaborare a un progetto comune, superando le storiche differenze fra loro.
Marino amplia il programma: vuole una riforma del mondo del lavoro, che deve diventare flessibile, rispettoso di chi vi entra e anche di chi vi esce. Reddito a chi resta senza lavoro. Selezioni e premi basati sul talento e non sulle raccomandazioni. Formazione professionale continua.



4. Sistema politico.


Franceschini: BIPOLARISMO e NON PARLAMENTARISMO; le alleanze vanno scelte prima dell'elezione al Parlamento; no al sistema proporzionale (che favorisce la rappresentatività ma anche la frammentarietà); sostiene il sistema MAGGIORITARIO (che favorisce la governabilità e la compattezza).

Marino: BIPOLARISMO; le alleanze vanno scelte prima dell'elezione al Parlamento; no al sistema proporzionale (che favorisce la rappresentatività ma anche la frammentarietà); sostiene il sistema MAGGIORITARIO (che favorisce la governabilità e la compattezza); COLLEGI UNINOMINALI -> i cittadini scelgono i propri rappresentanti; NO alle LISTE BLOCCATE.

Bersani: PARLAMENTARISMO RAFFORZATO -> Rafforzamento della funzione legislativa del Parlamento; no al sistema maggioritario (che favorisce la governabilità e la compattezza); sostiene il sistema PROPORZIONALE (che favorisce la rappresentatività ma anche la frammentarietà).


Conclusioni: Franceschini e Marino conducono un'analisi simile, con la differenza che Marino aggiunge il suo no alle liste bloccate e il sì alla possibilità dei cittadini di scegliere singolarmente tutti i loro rappresentanti.
Bersani preferisce il sistema proporzionale alla tedesca, fortemente voluto da D'Alema, che favorisce la rappresentatività per più Partiti ma che - ne abbiamo avuto esperienza - frantuma la maggioranza e la governabilità del Paese.



5. Laicità.


Franceschini: LAICITA' COME PRINCIPIO -> Tutti possono esprimere la propria opinione personale, in totale libertà, anche che vada contro il principio della laicità stessa; dialogo, LAICITA' TEORICA; riconoscimento coppie di fatto, che sono però non assimilabili alle famiglie classiche.

Marino: LAICITA' COME METODO -> Apprendimento e dialogo costante e reciproco; laicità come bussola, metodo ed obiettivo; interesse concreto e promozione legislativa di misure in difesa dei DIRITTI CIVILI, INDIVIDUALI E COLLETTIVI = diritto a non partorire, diritto a fecondare artificialmente, diritto alla ricerca, diritto di unirsi civilmente (omosessuali ed eterosessuali), diritto a morire; DIRITTO DI LIBERA SCELTA DI COSA FARE DELLA PROPRIA VITA.

Bersani: LAICITA' COME PRINCIPIO -> Tutti possono esprimere la propria opinione personale, in totale libertà, anche che vada contro il principio della laicità stessa; dialogo, LAICITA' TEORICA; riconoscimento coppie di fatto, che sono però non assimilabili alle famiglie classiche.


Conclusioni: Bersani e Franceschini si muovono su strade identiche: la laicità resta teorica, un principio da seguire ma che non vincola a determinate scelte legislative. Per entrambi, le coppie di fatto non sono assimilabili alle famiglie "normali", anche se si propongono di riconoscerle e fornire un contratto di convivenza.
Marino è di avviso diverso: la laicità deve essere il metodo, non solo un principio al quale ispirarsi ma anche un vincolo per la promozione di leggi in difesa dei diritti civili, individuali e collettivi di tutte le persone. In merito alle coppie di fatto, auspica un completo riconoscimento e un complesso di leggi che porti alla parificazione dei loro diritti giuridici rispetto a quelli di tutte le altre famiglie. Vuole istituire le unioni civili sullo stampo delle Civil Partnerships inglesi per le coppie omosessuali e legalizzare l'adozione anche per gli individui single.



6. Politica e Giustizia:


Franceschini: RECIDERE I RAPPORTI TRA MAFIA E POLITICA; CERTEZZA DELLA PENA per i delinquenti; risolvere il CONFLITTO D'INTERESSI; LOTTA AL DDL INTERCETTAZIONI; favorire l'efficienza ma non la politicizzazione della MAGISTRATURA.

Marino: RECIDERE I RAPPORTI TRA MAFIA E POLITICA; CERTEZZA DELLA PENA per i delinquenti; risolvere il CONFLITTO D'INTERESSI; LOTTA AL DDL INTERCETTAZIONI; favorire l'efficienza ma non la politicizzazione della MAGISTRATURA; DIFESA del PLURALISMO E LIBERTA' dell'INFORMAZIONE.

Bersani: UGUAGLIANZA di tutti di fronte alla LEGGE; risolvere il CONFLITTO D'INTERESSI; LIBERTA' D'INFORMAZIONE; i vertici del Governo devono dare il BUON ESEMPIO alla Pubblica Amministrazione, che va riformata per garantire un SISTEMA MODERNO di certezze e GARANZIE GIURIDICHE.


Conclusioni: Le tre mozioni sono simili, su questo punto; una differenza è la sottolineatura che Marino e Bersani pongono in favore del pluralismo e della libertà d'informazione, mentre Franceschini non ne parla.
Bersani, inoltre, conduce un'analisi approfondita sulla necessità di riforma della Pubblica Amministrazione e sul buon esempio che i vertici di un Governo devono dare ai funzionari pubblici, in modo che il rapporto fra sicurezza e legalità possa trarne proficuo vantaggio.



7. Lavoro e Welfare.


Franceschini: Sviluppare istituti di WELFARE non solo statali ma territoriali e sociali; PARITA' TRA I GENERI garantita da una selezione basata SUL TALENTO; QUOTE ROSA; SOSTEGNO DELL'OCCUPAZIONE FEMMINILE; RIFORMA PENSIONI -> all'interno di una fascia di età comune per uomini e donne, ognuno sceglie il proprio pensionamento in base alle proprie condizioni di lavoro e familiari; DISINCENTIVI AL PRECARIATO.

Marino: RIFORMA SOCIETA' -> non più basata su raccomandazioni, ma sul MERITO; PARITA' TRA I GENERI garantita da una selezione basata sul TALENTO; RIFORMA DEL LAVORO -> dal precariato si passa al lavoro FLESSIBILE, che permette l'impiego della professionalità di ciascuno e un arricchimento personale; SALARIO MINIMO per chi perde il lavoro; CONTRATTO UNICO A TEMPO INDETERMINATO CON SALARIO MINIMO GARANTITO; FORMAZIONE CONTINUA; CONGEDO PARENTALE OBBLIGATORIO ANCHE PER I PADRI.

Bersani: SOSTEGNO ALL'IMPIEGO FEMMINILE; innalzare la qualità dei SERVIZI; REDDITO MINIMO di inserimento; SALARIO MINIMO per chi perde o non trova lavoro; INNALZAMENTO FLESSIBILE E VOLONTARIO DELL'ETA' PENSIONISTICA.


Conclusioni: su questo punto, i tre candidati parlano in modo molto simile. Franceschini parla degli istituti del Welfare, Marino propone riforme del mondo del lavoro e della società e Bersani, come gli altri due, punta anche sul sostegno all'impiego femminile e nell'inserimento dei giovani.
Non ci sono, fra i tre, sostanziali differenze.



8. Ambiente ed energia.


Franceschini: TECNOLOGIA, ADATTABILITA' DEL SISTEMA PRODUTTIVO; investire sull'AMBIENTE per tutelare l'economia italiana.

Marino: ECOLOGISMO; ENERGIE RINNOVABILI; NO AL NUCLEARE; RIUSO-RICICLO-DISTRUZIONE; SOSTEGNO COSTANTE al MEZZOGIORNO con ogni mezzo; RIFIUTI ZERO; INCENTIVI per la RIDUZIONE dell'EMISSIONE di AGENTI INQUINANTI; CARBON TAX; NUOVE TECNOLOGIE: eolico d'alta quota, solare a concentrazione, produzione energia dagli scarti dell'agricoltura, energia geotermica di terza generazione; TRATTAMENTO RIFIUTI per ridurre all'osso la parte da incenerire -> avvicinamento all'obiettivo dei "rifiuti zero"; RIDUZIONE IVA sui PRODOTTI ECOLOGICI; TASSARE LE AUTO MAGGIORMENTE INQUINANTI; INCENTIVI locali perché le compagnie edilizie si concentrino sulla RISTRUTTURAZIONE e sull'ADEGUAMENTO ENERGETICO-AMBIENTALE degli edifici già esistenti; PIANO SCUOLA NAZIONALE per promuovere la cultura dell'eco-sostenibilità; APPALTI VERDI in tutte le forniture della PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

Bersani: TECNOLOGIA, GREEN ECONOMY; FONTI RINNOVABILI e programma di crescita per il MEZZOGIORNO; difesa e rispetto per l'AMBIENTE come rispetto verso la nostra stessa casa.


Conclusioni: tutti e tre i candidati propongono programmi su basi ambientaliste; in particolare, i programmi di Franceschini e Bersani risultano molto simili fra loro.
Marino conferma ciò che contengono le mozioni dei suoi due colleghi ed offre alternative e proposte: no al nucleare, energie rinnovabili e nuove tecnologie, riforma dello stoccaggio dei rifiuti, incentivi al riciclaggio, incentivi/disincentivi per chi utilizza o non utilizza i prodotti ecologici, adeguamento energetico-ambientale degli edifici, promozione dell'eco-sostenibilità fin dalla prima infanzia, progetti verdi per le città.



9. Nucleare.


Franceschini: NO AL NUCLEARE DEL PASSATO, troppo costoso e pericoloso.

Marino: NO AL NUCLEARE IN OGNI FORMA, scorie radioattive non gestibili e dannosissime; FINANZIARE LA RICERCA per un PIANO ENERGETICO NAZIONALE che punti sulle ENERGIE RINNOVABILI; INCENTIVI/DISINCENTIVI FISCALI per quanto riguarda i processi produttivi.

Bersani: non ne parla.


Conclusioni: Bersani non tocca neppure l'argomento, mentre Franceschini e Marino si pronunciano in sfavore del nucleare. Da una parte, Franceschini si dice contrario al nucleare del passato perché troppo dannoso e costoso, mentre Marino propone alternative e si dice contrario a qualsiasi forma di energia nucleare: citando Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, l'uomo non è in grado di gestire lo stoccaggio delle scorie radioattive, che restano dannosissime per milioni di anni.



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Questi sono i punti principali sui quali si snodano le tre mozioni.
Spero che l'analisi sia chiara, limpida e netta, che non lasci spazio a dubbi in alcun caso e che possa essere utile a tutti, qualunque sia il candidato che scegliete di votare.
Ho condotto l'analisi in maniera il più possibile imparziale, limitandomi a studiare altre analisi altrettanto imparziali e ognuna delle mozioni, così da fornire a tutti uno strumento di lettura obiettivo e semplice da consultare.

Per qualsiasi domanda, commento, critica costruttiva, non esitate a scrivere, contattarmi privatamente, leggere e condividere questa nota :-) a breve ne scriverò un'altra che, invece, chiarirà le motivazioni che mi portano, sulla base di questa analisi e non solo, a scegliere uno fra i tre candidati.

Buona lettura e grazie a tutti. :-)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO

Messaggioda pagheca il 07/08/2009, 10:22

ottimo, ranvit. Grazie veramente. E' questo che vorrei vedere su un forum: elementi per pensare e capire!

Mi sembra che tutto sommato non ci siano grandissime differenze nei programmi, ma penso che questo sia tutto sommato normale e benemerito, perche' dimostra che esiste un'impostazione generale abbastanza condivisa.

Se questo resoconto scritto da Alice Bassi e' fedele alla realta', su molti punti debbo dire che mi convince piu' Marino degli altri due. Debbo dire che c'e' anche un po' di ingenuita' in certe proposte. Per esempio, sul piano energetico mi pare che si ripetano storie gia' sentite ma senza assolutamente toccare il punto centrale che secondo me e' l'assenza di un piano energetico nazionale degno di questo nome, costruito sulla base di stime reali.

La critica principale a tutti e' tre e' che non vedo molta creativita' nelle proposte. Ci si aspetterebbe da politici di professione che ci sia la capacita' di proporre roba nuova, mentre la sensazione e' che si tratti di una specie di media pesata della opinione della base, il che secondo me e' largamente insufficiente. COmunque trovo interessante che si torni a parlare di programmi. Questo dimostra che le polemiche possono assorbire per qualche tempo l'attenzione, ma ALLA FINE emerge quello che deve emergere, che spesso e' molto diverso. Spero che si continui cosi'.

Debbo dire che emergo da una cosa che mi ha profondamente scioccato ieri notte. La visione di uno speciale visto su RAI Edu (o era RAI 3?) sulla Via Domiziana (Castelvolturno) all'interno di un contenitore che si chiama Doc3. Questo filmato, incredibilmente bello anche dal profilo estetico (direi che la RAI ha ancora un potenziale immenso e ineguagliato di professionalita' in se, nonostante i calci nel sedere presi per anni, i Vespa, le ragazzotte seminude e tutto il resto) riportava la situazione che si e' creata a Castelvolturno, con scene veramente difficili da reggere. Per favore non mi fate la lezione che lo sanno tutti perche' secondo me la gravita' della situazione la si apprezza forse in maniera diversa quando la si vede da lontano. Ho avuto la sensazione che in questi 30-40 anni sia successo qualcosa di cataclismatico e definitivo in certe zone d'Italia. Si e' andati nettamente indietro. Alla societa' che c'era allora si e' sostituita una cosa nuova e terribile di cui non sempre, non tutti si rendono veramente conto, cosi' che c'e' chi pensa a proporre il Wifi gratis per tutti mentre la situazione in certe zone e' la stessa che si ha alla fine di una guerra civile (o forse all'inizio? C'e' da chiedersi cosa succedera' qui tra 20 anni). E' una percezione che va e che viene, che si tende a rimuovere per una sorta di difesa naturale, ma io credo che in tutta Europa occidentale, anche in provincie piu' povere o piu' a sud (come la Grecia o parti della Spagna) non esista una situazione comparabile a questa, piu' simile ad uno slum nigeriano che a una parte d'Italia e d'Europa. Anche le enormi differenze tra zone d'Italia diverse, immense rispetto a quelle interne di quasi tutti i paesi europei, non aiuta, perche' rende difficile esprimere cosa sia questo nostro paese in un solo pensiero.. Purtroppo pero' noi italiani non ci vogliamo sentire da questo punto di vista, giriamo la testa dall'altra parte. Pensiamo che tutto sommato sia un fenomeno locale e che l'Italia e' ben altro. Ma io credo che si sia raggiunto, o si raggiunga in breve, il punto di non ritorno, e anche che questo sistema si stia espandendo lentamente. Forse bisognerebbe chiedere a Saviano se lo si e' passato questo punto di non ritorno, ma certo fa paura. Non c'e' nulla, nulla, nulla di paragonabile a questo in Europa, occidentale. Non si possono nemmeno paragonare le periferie piu' degradate di Londra a una situazione di assenza totale dello stato. E' una situazione come dopo 20 anni di guerra, solo che la guerra, che di per se a volte rappresenta un elemento unificativo e di rinascita, dopo la distruzione, non c'e' stata. E' questo, forse, il vero guaio.

Scusate lo sfogo che per molti di voi sembrera' ovvio, scontato, ma veramente mi riesce difficile mettere insieme l'impostazione di tutto questo con la sensazione che qui biosgna ricominciare daccapo. Dalle scuole, dai diritti fondamentali dell'individuo, come fossimo un'economia emergente del terzo mondo, piuttosto che un paese integrato in Europa.

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Re: LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO

Messaggioda mariok il 08/08/2009, 9:32

Scusate se introduco un argomento apparentemente fuori tema.

Con l'attuale sistema dell'informazione, ammesso che si arrivi mai a vincere le elezioni, un eventuale governo guidato dal PD sarebbe sottoposto ad un tale attacco mediatico da avere vita brevissima. Un'idea l'abbiamo avuta nel 2006, ma forse la situazione di allora era "migliore" (se si può usare tale termine) di quella di oggi.

La logica vorrebbe, quindi, che il primo punto all'odg dovrebbe essere una riforma shock del settore per ricondurlo ad accettabili livelli di pluralismo ed indipendenza.

Ebbene mi sembrano singolari due dati di fatto sconcertanti.

Il primo è che nei nove punti principali delle tre mozioni non vi sia alcun riferimento alla riforma di Rai, mercato televisivo ed editoria a parte una generica DIFESA del PLURALISMO E LIBERTA' dell'INFORMAZIONE nei programmi di Bersani e Marino (che evidentemente non si chiedono se vi sia ancora, e vi sarà nel prossimo futuro, qualcosa da difendere).

Il secondo è che i due principali candidati hanno ricoperto importanti incaricichi politici nel periodo (1996-2001) in cui pur avendone la possibilità non si è fatto nulla per impedire che la situazione degenerasse al punto che è sotto i nostri occhi.

Colpe gravissime che dovrebbero rappresentare, in un paese normale, un oggettivo impedimento alla loro elezione a segretario del partito.

Infatti:

Dalla biografia di Bersani:
Dal 18 maggio 1996 al 22 dicembre 1999 ricopre la carica di Ministro dell'Industria, del Commercio, dell'Artigianato e del Turismo nel Governo Prodi I. Dal 23 dicembre 1999 al 3 giugno 2001 ricopre la carica di Ministro dei Trasporti e della Navigazione.

Dalla biografia di Franceschini:
Dopo le scissioni interne al PPI e l'adesione dello stesso all'Ulivo, rientra nel partito e, dal 1997 al 1999, ne è vicesegretario nazionale e successivamente entra a far parte della Direzione nazionale e dell’Ufficio di segreteria con l’incarico per le politiche della Comunicazione. Entra nel secondo Governo D'Alema come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Riforme Istituzionali, riconfermato poi dal successivo Governo Amato. A nome del Governo segue in particolare il tema della legge elettorale, e sino all'approvazione definitiva, la legge costituzionale di riforma degli Statuti delle Regioni a Statuto speciale, l'introduzione del Diritto di voto per gli italiani all'estero e le modifiche al Titolo V della Costituzione.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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