Pd, quattro modelli per un segretario

Pd, quattro modelli per un segretario
di Sara Bianchi
Walter Veltroni non andrà all'assemblea costituente del Pd che sabato dovrebbe eleggere il nuovo segretario del partito. La notizia, già circolata, viene confermata dallo stesso Veltroni.
E intanto il dibattito interno al partito si concentra sul futuro imminente: la reggenza di Dario Franceschini fino al congresso, l'ipotesi primarie, la leadeship futura.
Oltre alla candidature di Dario Franceschini e Pier Luigi Bersani, si fanno strada quelle di Enrico Letta e Arturo Parisi.
Semplificando: Franceschini rappresenta la continuità del progetto di Veltroni ed è un punto di riferimento per l'area popolare e il cattolicesimo democratico; l'ex ministro dello Sviluppo economico [Bersani] ha in mente un partito che mantenga solidi rapporti con il mondo sociale, sindacati in testa, una forza con un forte radicamento sul territorio. Letta, espressione della linea neo-liberista, pensa a rifondare il centrosinistra con una forza che abbia un legame più saldo con i centristi dell'Udc; Parisi annuncia la sua candidatura «a nome dell'Ulivo», sulla scia della prima esperienza di Romano Prodi leader, al netto delle diversità del panorama politico attuale e fa della pluralità l'elemento determinante per la gestione del partito.
Dario Franceschini non ha fatto mistero del senso di riconoscenza che lo lega a Veltroni: «senza di lui, senza le primarie, senza la volontà di chiudere la stagione delle alleanze il partito non sarebbe nato e questo cammino non sarebbe iniziato».
Pier Luigi Bersani si riconosce in pieno in quanto deciso dal coordinamento, e cioè la candidatura di Franceschini a nuovo segretario fino al congresso di ottobre e vede solo due alternative, esvludendo l'ipotesi primarie: «o l'elezione del nuovo segretario o la convocazione del congresso anticipato».
Enrico Letta invita tutti i membri del partito a sospendere le ostilità per «trovare una soluzione che ci consenta di esistere». Parlare di scissione gli sembra fuori luogo, perchè «oggi il problema è quello di tenere il campo, far sì che esista l'area politica del centrosinistra e del Pd».
Artuto Parisi insiste perché il nuovo leader del Pd sia eletto subito attraverso le primarie. E sull'eventualità di nomina del segretario direttamente in Assemblea fa sapere: «avanzerò la mia candidatura in difesa della nostra idea di un Pd che riparta nel solco dell'Ulivo, per consentire cosi una scelta nitida tra linee politiche alternative».
www.ilsole24ore.com
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Walter Veltroni non andrà all'assemblea costituente del Pd che sabato dovrebbe eleggere il nuovo segretario del partito. La notizia, già circolata, viene confermata dallo stesso Veltroni.
E intanto il dibattito interno al partito si concentra sul futuro imminente: la reggenza di Dario Franceschini fino al congresso, l'ipotesi primarie, la leadeship futura.
Oltre alla candidature di Dario Franceschini e Pier Luigi Bersani, si fanno strada quelle di Enrico Letta e Arturo Parisi.
Semplificando: Franceschini rappresenta la continuità del progetto di Veltroni ed è un punto di riferimento per l'area popolare e il cattolicesimo democratico; l'ex ministro dello Sviluppo economico [Bersani] ha in mente un partito che mantenga solidi rapporti con il mondo sociale, sindacati in testa, una forza con un forte radicamento sul territorio. Letta, espressione della linea neo-liberista, pensa a rifondare il centrosinistra con una forza che abbia un legame più saldo con i centristi dell'Udc; Parisi annuncia la sua candidatura «a nome dell'Ulivo», sulla scia della prima esperienza di Romano Prodi leader, al netto delle diversità del panorama politico attuale e fa della pluralità l'elemento determinante per la gestione del partito.
Dario Franceschini non ha fatto mistero del senso di riconoscenza che lo lega a Veltroni: «senza di lui, senza le primarie, senza la volontà di chiudere la stagione delle alleanze il partito non sarebbe nato e questo cammino non sarebbe iniziato».
Pier Luigi Bersani si riconosce in pieno in quanto deciso dal coordinamento, e cioè la candidatura di Franceschini a nuovo segretario fino al congresso di ottobre e vede solo due alternative, esvludendo l'ipotesi primarie: «o l'elezione del nuovo segretario o la convocazione del congresso anticipato».
Enrico Letta invita tutti i membri del partito a sospendere le ostilità per «trovare una soluzione che ci consenta di esistere». Parlare di scissione gli sembra fuori luogo, perchè «oggi il problema è quello di tenere il campo, far sì che esista l'area politica del centrosinistra e del Pd».
Artuto Parisi insiste perché il nuovo leader del Pd sia eletto subito attraverso le primarie. E sull'eventualità di nomina del segretario direttamente in Assemblea fa sapere: «avanzerò la mia candidatura in difesa della nostra idea di un Pd che riparta nel solco dell'Ulivo, per consentire cosi una scelta nitida tra linee politiche alternative».
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