Pianogrande
L'avevo presa per una critica che tu facevi seriamente al sistema proporzionale, anche se come tua 'preferenza', con lo scopo di dimostrare che non andava bene e per ritornare al ballottaggio
D'accordo che una scelta è sempre possibile, e in casi rari si preferisce votare: però è un dato di fatto che quasi sempre lo fa solo una parte; altri non si sentono rappresentati.
A Milano nel ballottaggio del 2016 c'è stato un calo di 26.051 voti rispetto al primo turno.
E' per confrontare la rappresentatività della volontà dell'elettore tra i due sistemi: nel maggioritario c'è sempre gente che abbandona, cosa che non può succedere nel proporzionale. E' ovvio che mi riferisco a questa perdita di voti senza rappresentanza, non a chi va a votare né all'assenteismo iniziale.
E mi riferisco agli elettori, perché i leader possono pure avere un posticino, promettendo il sostegno a uno dei due al ballottaggio. Ma di questi non me ne importa.
Questo per la 'democrazia rappresentativa' dell'elettore. Invece per la stabilità succede che:
a Milano in proporzione ai voti (264.481 e 247.052) sarebbero dovuti andare 22 voti al primo e 21 al secondo, con rischio instabilità. Invece ne sono andati 29 e 14.
A Torino alla maggioranza sono andati 24 seggi su 34 (il 71%) a fronte del 55% di voti ottenuti.
Certo che ha senso votare al ballottaggio, per chi vuole: Fassino al primo turno era primo con 11% in più di Appendino, ma al ballottaggio perse perché Appendino lo sorpassò di 10 punti. Così vollero gli elettori e così fu, giustamente. Ma comunque una parte non tornò alle urne; e fu il sistema elettorale ad invertire il risultato. Un terzo turno avrebbe potuto pure ri-sovvertirlo, chissà.
E' questo 'premio' che dà stabilità, in tutti i ballottaggi comunali: i seggi che si assegnano al vincitore, che non sono in proporzione ai voti.
E vale anche al Parlamento: non è garantita la stabilità se non c'è il 'premio', ma piccolo però! Ripeto che si potrebbe arrivare a 201 e 199 seggi alla Camera, e pure a maggioranze diverse nelle due Camere. Che altro correttivo ci può essere?
D'accordo sul confrontarsi; consiste pure rispondere ai quesiti posti; altrimenti è un: io la penso così e di quello che chiedi non m'importa. E questo è strano: affermare non è non confrontarsi, è insegnare.
Certo che il maggioritario è due sistemi di politici, ma gli italiani non lo vogliono, visto che si sparpagliano su tutti i partiti. Gli si deve imporre per legge da chi lo vuole. Meglio un referendum, ma già so il risultato.
Pare che adesso ci sia stabilità, ma non ho capito qual è il sistema politico, la maggioranza che ci governa. Sembra che la stabilità massima si ha in assenza di visione politica. boh.
Comunque la storia è vecchia di più di un secolo, e non la risolvo certo io con le mie chiacchiere numeriche.
F.S.Nitti, per 'eliminare le vecchie clientele giolittiane, che contrastavano con le sue convinzioni spiccatamente democratiche, sostituì il vecchio sistema elettorale uninominale con il sistema proporzionale, richiesto con entusiasmo dai gruppi popolari e socialisti': legge n. 1495 del 2 settembre 1919.
A proposito, a me ha interessato molto il suo 'Nord e Sud', scritto nel 1900. Quante cose si vengono a sapere.
Ma è Letta l'argomento, m'è passato di mente.