Conte deve cadere o può vivere?

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Qui le ipotesi di 'la Repubblica' sui possibili scenari, da una nuova maggioranza fino alle elezioni; ma io non le capisco.
L'art.94 della Costituzione stabilisce che il Governo deve ottenere la fiducia delle Camere entro dieci giorni dalla formazione.
Dice pure che 'Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.'
Da dove nasce l'idea che adesso Conte debba andare in Parlamento per ottenere la fiducia?
Il Governo è in carica e può continuare a rimanerci anche se non viene approvato un qualche provvedimento.
Due ministre si sono dimesse: Conte avoca a sé le deleghe, e può nominare altre due ministre.
Quando viene votato un provvedimento:
si fa forse la verifica che ciascun voto sia stato espresso da un parlamentare appartenente ad un gruppo o partito? NO.
si esclude il voto favorevole se viene espresso da un senatore iscritto ad un partito che non sostiene il Governo? NO.
Non vedo l'obbligo costituzionale per un senatore né di essere iscritto ad un partito o gruppo, né che debba votare SI solo se ha dato la fiducia al Governo.
La costituzione in gruppo parlamentare con almeno 10 senatori e con simbolo già presentato alle elezioni è conseguenza dell'art.14 del Regolamento del Senato, ma riguarda sovvenzioni e ripartizione del 2 per mille ai gruppi e non ai singoli. Non influisce sulla libertà di ogni singolo senatore di votare come gli pare.
Non vedo dov'è l'obbligo di costituirsi in gruppo per i senatori che vogliano sostenere il governo; né l'obbligo di costituire un nuovo governo, se non in modo nominale per la sostituzione delle ministre.
Se un provvedimento viene approvato, bene; altrimenti il Governo può andare avanti lo stesso (ripeto: art.94 Cost.)
Pur essendo uscita dal governo Iv, i suoi componenti possono comunque votare a favore dei provvedimenti del Governo, oltre ad altri senatori anche se non costituiti in gruppo o appartenenti ad altri gruppi.
Il Governo potrebbe porre il voto di fiducia su un provvedimento, ma non mi risulta che debba necessariamente votare sì a maggioranza che ha espresso la fiducia all'atto dell'insediamento e che sia vietato agli altri di votarla.
E' cosa buona e giusta che un Governo possa fare affidamento su una maggioranza già ben schierata a suo sostegno, così è certamente più stabile.
Ma non è cosa cattiva e ingiusta se va avanti senza, purché vengano approvati i suoi provvedimenti alla faccia di Salvini che parla di 'maggioranza raccogliticcia'. Anche se non scalpita come la Meloni per andare al voto, nonostante sia il primo nei sondaggi.
Ci sono già stati in Italia, ed anche in altre democrazie parlamentari europee, governi di minoranza.
Il PD non ha altre alternative che sostenere Conte assieme al M5S, se non vuole correre il rischio di arrivare alle elezioni e far vincere la destra aprendo la crisi vera, con la caduta del Governo in carica.
Non capisco né la necessità né il senso di sostituire Conte, ora che chi lo voleva a terra se n'è andato, e pace all'anima sua (politicamente). Si può fare l'ipotesi che Tizio o Caio faccia meglio; ma apputo: ipotesi.
Qui le ipotesi di 'la Repubblica' sui possibili scenari, da una nuova maggioranza fino alle elezioni; ma io non le capisco.
L'art.94 della Costituzione stabilisce che il Governo deve ottenere la fiducia delle Camere entro dieci giorni dalla formazione.
Dice pure che 'Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.'
Da dove nasce l'idea che adesso Conte debba andare in Parlamento per ottenere la fiducia?
Il Governo è in carica e può continuare a rimanerci anche se non viene approvato un qualche provvedimento.
Due ministre si sono dimesse: Conte avoca a sé le deleghe, e può nominare altre due ministre.
Quando viene votato un provvedimento:
si fa forse la verifica che ciascun voto sia stato espresso da un parlamentare appartenente ad un gruppo o partito? NO.
si esclude il voto favorevole se viene espresso da un senatore iscritto ad un partito che non sostiene il Governo? NO.
Non vedo l'obbligo costituzionale per un senatore né di essere iscritto ad un partito o gruppo, né che debba votare SI solo se ha dato la fiducia al Governo.
La costituzione in gruppo parlamentare con almeno 10 senatori e con simbolo già presentato alle elezioni è conseguenza dell'art.14 del Regolamento del Senato, ma riguarda sovvenzioni e ripartizione del 2 per mille ai gruppi e non ai singoli. Non influisce sulla libertà di ogni singolo senatore di votare come gli pare.
Non vedo dov'è l'obbligo di costituirsi in gruppo per i senatori che vogliano sostenere il governo; né l'obbligo di costituire un nuovo governo, se non in modo nominale per la sostituzione delle ministre.
Se un provvedimento viene approvato, bene; altrimenti il Governo può andare avanti lo stesso (ripeto: art.94 Cost.)
Pur essendo uscita dal governo Iv, i suoi componenti possono comunque votare a favore dei provvedimenti del Governo, oltre ad altri senatori anche se non costituiti in gruppo o appartenenti ad altri gruppi.
Il Governo potrebbe porre il voto di fiducia su un provvedimento, ma non mi risulta che debba necessariamente votare sì a maggioranza che ha espresso la fiducia all'atto dell'insediamento e che sia vietato agli altri di votarla.
E' cosa buona e giusta che un Governo possa fare affidamento su una maggioranza già ben schierata a suo sostegno, così è certamente più stabile.
Ma non è cosa cattiva e ingiusta se va avanti senza, purché vengano approvati i suoi provvedimenti alla faccia di Salvini che parla di 'maggioranza raccogliticcia'. Anche se non scalpita come la Meloni per andare al voto, nonostante sia il primo nei sondaggi.
Ci sono già stati in Italia, ed anche in altre democrazie parlamentari europee, governi di minoranza.
Il PD non ha altre alternative che sostenere Conte assieme al M5S, se non vuole correre il rischio di arrivare alle elezioni e far vincere la destra aprendo la crisi vera, con la caduta del Governo in carica.
Non capisco né la necessità né il senso di sostituire Conte, ora che chi lo voleva a terra se n'è andato, e pace all'anima sua (politicamente). Si può fare l'ipotesi che Tizio o Caio faccia meglio; ma apputo: ipotesi.