pianogrande ha scritto:Be' Franz.
Se vuoi possiamo sostituire incentivare (che effettivamente sa troppo di soldi) con incoraggiare - promuovere ma questo povero stato dovrà pure, in qualche modo, concretamente intervenire su ciò che gli sta bene o non gli sta bene.
Lo Stato siamo noi, ovviamente, e se lo Stato interviene lo fa in nome di una maggioranza.
Quindi mi stai dicendo che lo Stato farà cose che stanno bene alla maggioranza e (verosimilmente) non stanno bene alla minoranza. E lo fa con i soldi di tutti, minoranza compresa.
Tu mi dirai che "è la democrazia, bellezza" e potrei accettarlo ma in totale assenza di sistemi elettorali con soglie di sbarramento e premi di maggioranza, che distorcono il concetto di maggioranza, ed in presenza di un sistema referendario per cui su ogni oggetto di decisione politica sia impugnabile dai cittadini.
Perché è chiaro che quando si vota ogni 5 anni per eleggere rappresentanti si fanno delle scelte mediate, per cui tra tanti pro e contro la bilancia pende da una parte, ma poi se chi vince emana provvedimenti particolari che sono indigesti (per esempio, una patrimoniale) la maggioranza di cui parliamo potrebbe non essere più tale.
In ogni caso se fosse solo un promuovere (o incoraggiare a parole, siamo abituati. Le parole sono quasi gratis (il tempo di dirle e di ascoltarle) ma di solito la politica tende a far seguire fatti e questi costano. Nel senso che qualcuno deve pagare.
Quindi parlando di intervenire su ciò che sta bene ad una presunta maggioranza, torniamo al solito problema della spesa pubblica.
Direi che facendo un'analisi a ritroso, lo Stato ha accumulato decine di migliaia di interventi pro-qualcosa (o contro) spesso con interventi correttivi per limitare danni precedenti. Il risultato equivale alla coppia "caffé-ammazzacaffé" moltiplicata decine di migliaia di volte. Unaccoppata che ammazza l'organismo. Questo lo si vede benissimo in campo fiscale e previdenziale. Zingaretti chiede nuovi interventi, in aggiunta ai precedenti che hanno appesantito la società e l'economia. Io invece cercherei di fare un bel tabula rasa, con una spending review seria. Non si tratta solo di risparmiare spesa: si tratta di alleggerire il paese da decine di migliaia di leggi e dalla corrispondente burocrazia.
Da li poi partirei, quando serve, anche con qualche cosa che possa promuovere (il turismo? Il cinema italiano, il teatro, i circhi, le auto elettriche?) ma sempre dando ai cittadini la possibilità di decidere l'ultima parola.
In pratica Zingaretti si rivela essere (ma lo ritengo positivo) un bel socialista-comunista Doc, senza mascheramenti.
Statalista, pro-spesa pubblica e pro intervento dello stato.
Dico che è positivo perché è un elemento di di chiarezza politica.
I vari amici che hanno un orientamento più liberal-socialista o anche solo socialdemocratico, sanno di non essere più a casa e dovranno cercarne una nuova. Che per ora purtroppo in Italia non c'è.
In Europa c'è stata un'avanzata di forze verdi e liberali. Spesso unificati i partiti verdi-liberali.
Da noi queste forze non ci sono. Qualcuno poteva riconoscersi in Renzi ma l'illusione è durata poco.
Abbiamo visto un crollo i popolari e socialisti; l'onda populista non c'è stata, proprio grazie alle forze verdi-liberali che hanno preso un mucchio di seggi.
Per me è postiivo avere una sinistra alla Zingaretti, perché toglie ogni alibi alla creazione di una forza di centro liberale, antagonista al populismo ed allo statalismo.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)