lodes ha scritto:Ci sono cose che sono misurabili con i numeri e altre no. Detto questo chango dovrebbe spiegare perchè la riduzione del debito sarebbe soggette a variabili incontrollabili. Il debito c'è, è uno dei più alti al mondo e l'Italia rischia la bancarotta. Un partito che si propone di governare deve -ripeto deve- dire come fa ad abbatterlo. I modi non sono tanti o si vende il patrimonio di famiglia facendo contemporaneamente una politica di bilancio rigorosa che però non può prescindere dalla necessità di ridurre l'imposizione fiscale affiancata da forti riduzioni di spesa o, viceversa, si possono aumentare le entrate con nuove tasse. Sotto queste scelte ci stanno dei numeri e scegliere ex ante dove mettere i numeri è questione di democrazia. Perchè gli elettori devono sapere prima quali saranno i costi e come sono ripartiti. Questo Bersani e Vendola non lo fanno, anzi! Scrivono cose generiche con dentro tutto e il contrario di tutto.
il debito sara uno dei più alti al mondo, ma se per questo lo è anche il PIL complessivo. ciò che conta è il rapporto debito/PIL, ossia il peso relativo del debito, non la sua consistenza assoluta.
quindi ciò che un partito che vuol governare dovrà dire sarà come ridurre il rapporto debito/pil non certo il debito.
se è un partito serio.
le strade principali per ridurre il rapporto debito/pil sono due: ridurre il debito tramite le due strade da te indicate o pure provare a stimolare il PIl (quindi la crescita economica). o si agise sul numeratore o sul denominatore.
ora presupponiamo di seguire la tua strada:
il governo dichiara che realizzerà, per es, dismissioni per 35 miliardi all'anno di patrimonio pubblico per arrivare ad un rapporto debito/pil del 100% in cinque anni. qui il governo controlla solo la volontà di vendere. non certo quella di acquistare e il prezzo a cui i potenziali acquirenti sono disponibili a comprare (dipende dalle condizioni di mercato, che il governo non controlla).
se le condizioni di mercato sono sfavorevoli (e oggi lo sono) la riduzione del debito (numeratore) sarà più contenuta del previsto, e l'obiettivo in termini di debito/pil sarà mancato. oltre alla svendita di patrimonio pubblico.
il tutto senza contare l'eventualità di effetti negativi sul PIL, con conseguente ulteriore peggioramento del rapporto debito/PIL.
Supponiamo di seguire la strada di stimolare la crescita e far aumentare il PIL (denominatore). L'Italia, da sola, fa una politica di stimolo aumentando il debito sperando di sostenere la crescita. il resto d'europa fa politiche di austerità. il governo controlla le sue scelte di politica economica non certo quelle degli altri Paesi. il risultato più probabile è un aumento del debito, uno stimolo praticamente nullo del PIL e un peggioramento del rapporto debito PIL.
ora con questo non voglio dire che ogni cosa è fuori dalla portata del governo e che quindi la classe politica si può sentire deresponsabilizzata rispetto al tema.
quello che contesto è l'illusione che il citare numeri, tempi e indicare voci di intervento specifiche (tot miliardi qui e tot miliardi là) crea. un paese come l'Italia il suo rapporto debito/PIL non lo può governare con le modalità nette che si leggono su alcuni programmi e proposte. quello che può fare è instradarlo lungo un sentiero di rientro impegnandosi a una politica di bilanco rigorosa e intelligente (non l'austerità idiota dei tedeschi, per intenderci).