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L'Avvenire e la Bonino

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: L'Avvenire e la Bonino

Messaggioda disallineato il 12/04/2010, 8:06

franz ha scritto:Egregio professore,
comprendo che unopossa seccarsi e fors'anche offendersi quando gli vengono contestate certe affermazioni come "la socialdemocrazia di oggi deriva in gran parte dal partito comunista", ma ribadisco che non è vero in senso storico europeo e nemmeno se ci limitiamo ad esaminare l'ombelico italico.

Sul piano storico e filosofico lo abbiamo già visto. Il comunismo è morto ma lo è anche il socialismo in quanto tale. Rimangoni i nomi delle idee, perché sono un brand elettorale (attirano ancora voti). Oggi nessun partito di sinistra in europa che si presenti alle elezioni propone l'edificazione di una società socialista. Tutti i partiti che 40 anni fa erano socialisti e comunisti sono trasmigrati nel tempo verso posizioni che erano socialdemocratiche 40 anni fa. Qualcuno era già piu' avanti in questo lento trasloco e per esempio il PCI degli anni 70 era già socialdemocratico allora, a leggere i programmi. Non dobbiamo ovviamente farci ingannare dai nomi. Il fatto che si chiamasse PCI o PSI o PSDI non c'entra. Bisogna vedere i programmi di allora. C'è da chiedersi però come si siano spostati i socialdemocratici (quelli europei) di allora e quale sia il loro progetto politico oggi. Anche la socieldemocrazia è mutata. Il Labour di oggi è molto diverso da quello degli anni 70. Da questo punto di vista non solo è morto il comunismo ed il socialismo (e quindi nessuno oggi cerca voti usando questi rifermenti politici) ma anche la socieldemocrazia europea e storica è in netta crisi di voti. Ecco perché oggi nessuno che voglia governare ha interesse a definire il proprio partito come puramente comunista, socialista, socialdemocratico. Sono tutte e tre etichette obsolete.

Tu dici che
Il significato moderno della socialdemocrazia è l’identificazione in uno stato sociale che non si scandalizza più del sistema capitalistico (obbrobrio per i fautori del marxismo-comunismo), ma anzi ne utilizzi le potenzialità per creare reddito e ricchezza che poi venga redistribuita verso le fasce sociali più deboli.

In realtà questo è il significato attuale non solo della socialdemocrazia ma di ogni partito che abbia un'anima "sociale". Tra questi tutti i partiti di ispirazione cattolica, come la CDU tedesca o gli ex DC italiani. Ma anche gran parte dei partiti di destra aderenti al PPE. In pratica ogni partito di massa, a destra come a sinistra, si basa su questa idea. Eventualmente i progetti divergono sull'entità della ridistribuzione e su alcuni altri aspetti (posizioni in campo ambientale e sindacale). Ma è chiaro che tutti oggi concordano sul fatto che l'economia costruisce ricchezza e che questa va ridistribuita. Le differenze oggi tra destra e sinistra (parlo di europa) non sono su questo principio ma sull'entità della ridistribuzione e quindi sul ruolo dello stato. Ecco perché mancano precise identità politiche, a destra come a sinistra, e quindi ci si orienta ad usare le persone (il leader) come catalizzatore elettorale. Sarkozy, Berlusconi, Blair, Prodi, Merkel, Zapatero.

Che poi da noi il PD sia frequentato da personale politico che una volta apparteneva al PCI (quando il PCI non era piu' "comunista" in senso stretto ma era già diventato socialdemocratico) non significa affatto che il PD oggi sia socieldemocratico. Nessun dirigente PD lo afferma, perché sa che sarebbe un errore politico. Lo statuto parla da solo. Nello statuto si dice nei prmi articoli cosa è il PD. Il termine "socialdemocrazia" non viene nemmeno menzionato. Idem nel programma del PD, dove a dire in vero non appare nemmeno progressista e riformista. Si dice genericamante che si vuole cambiare il paese. Ma appaiono spesso concetti di stabilizzazione e valorizzazione. Insomma molto poco socialdemocratico e molto piu' simile, almeno nelle proposte, ad un partito di centro.

Eventuamente:
http://www.partitodemocratico.it/gw/pro ... _DOC=54548
http://www.partitodemocratico.it/gw/pro ... _doc=45315

Franz


Caro Franz,
il comunismo è morto e sepolto, per fortuna dell'intera umanità, a parte la sua persistenza in alcuni paesi dittatoriali. Il socialismo un pò meno. La socialdemocrazia è viva eccome. Il fatto che non ne venga acquisto il nome, non significa aver abiurato dalle idee che caratterizzano una filosofia e una cultura.
E' vero che Il nostro partito non ha nel suo statuto il termine socialdemocrazia, ma tu sai che ciò è stato fatto per non alterare l'anima cattolica del Partito democratico. Pure in europa non possiamo entrare di diritto nel PSE, solo perchè creeremmo degli attriti e fratture con gli ex democristiani che non ne vogliono sapere di morire socialisti ( socialdemocratici), eppure l'appartenza al PSE sarebbe una cosa naturale per il nostro partito.

Pertanto se tu guardi alla forma superficiale, non posso che darti ragione, ma io sono abituato a vedere e cercare la sostanza ( forse anche per caratteristica del mio lavoro che non consente superficialità o fermarsi all'apparenza e alla forma). E la sostanza fatta di persone, di ideologia politica, di modi d'intendere la società, riferita al PD non può che associarsi alle più moderne socialdemocrazie riformiste.
La nostra classe dirigente è composta da ex democristiani, che in quanto tali, democristiani erano e democristiani rimangono nella sostanza ( come ti ho detto, io lascio perdere l'etichetta che uno si da' o il nome che si appiccica)
e il loro posto naturale in europa sarebbe il PPE. L'altra parte più consistente è formata da uomini ex-pci che si sono formati alla scuola delle Botteghe Oscure, hanno militato nel FGCI, hanno partecipato attivamente a movimenti di lotta tipici del partito comunista italiano, hanno continuato l'evoluzione politica lasciando l'identità comunista, diventata peraltro scomoda e sono cresciuti in uno spirito più riformista facendo del sociale e dell'attenzione al mondo del lavoro, ai diritti per le donne e per gli emarginati la loro base politica e filosofica. In pratica tutti requisiti, guarda caso, molto assonanti ad una socialdemocrazia moderna.
Poi tu puoi dare il nome che vuoi alle cose, ma io credo che l'albero si riconosca dai frutti. Se a te una "mela" piace chiamarla "susina", fai pure. L'importante è capirsi di cosa stiamo parlando.

Comunque credo che i problemi del PD, non siano questi e non sia la definizione lessicale della propria linea politica.
Cordialità
Prof Luchetti.
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