Io lo so benissimo a cosa ti riferisci quando parli di liberismo,so benissimo che non propugni quel tipo di liberismo anarco-capitalista di cui berlusconi è solo uno dei tanti rappresentanti;infatti avevo specificato "alcuni liberisti" proprio per non trascinare ingiustamente nell'ignominia l'intero universo liberista,perchè mi sembra innegabile che ci sia una differenza enorme tra le diverse gradazioni di liberismo.
Anzi sarebbe utile coniare due termini appositi,per evitare che in futuro,a seguito dei misfatti di parte del liberismo,lo si condanni in toto come succede al comunismo.
A me non interessa attaccare l'idea liberale,sarebbe folle dato che è parte di me stesso.
Non mi interessa nemmeno difendere la politica economica comunista,mi pareva di essere stato chiaro.
Mi interessa solo difendere un'idea di giustizia,di diritti,di libertà,che credo sia sotto attacco proprio a causa di quella involuzione egoistica che hai efficacemente denunciato,e che questo coinvolgerà,a lungo termine,non solo l'area social comunista,ma anche quella liberale spostandola sempre più nella direzione estrema del "tutti contro tutti".
Il brano riportato da Pino dovrebbe far riflettere perchè sottolinea come gli arroganti difensori del privilegio vedessero (e vedono) come fumo negli occhi sia il socialismo sia le liberal democrazie,proprio perchè in fondo in fondo portatori,seppur in modi oggettivamente molto differenti,dello stesso concetto di libertà e uguaglianza da cui si sentono minacciati.
Comunque a Bologna effettivamente la formazione universitaria è di parte,infatti uno dei miei professori fu Zamagni,che agli albori dell'Ulivo sarà membro di rilievo nello staff di Prodi durante il suo primo governo.
In più conservo ancora il testo di Brunetta,altro noto comunista del quale la mia facoltà non ha saputo fare a meno.

Ciao,
Stefano