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Il caso Campania.

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Il caso Campania.

Messaggioda pierodm il 11/12/2008, 9:11

Su questo caso appoggio totalmente Vittorio.

Piuttosto, vorrei dire che la Campania m'impressiona soprattutto perché mette in evidenza, impietosamente, una vera e propria forma di demenza della sinistra, uno sbandamento mentale assoluto, oltre che lo sfascio di qualunque residuato di organizzazione, di controllo, di disciplina minima di partito - vale a dire alcuni degli elementi positivi che ancora, fino a qualche tempo fa, si riconoscevano ad una sinistra incerta e confusa sul piano strettamente ideologico.
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Re: Il caso Campania.

Messaggioda ranvit il 11/12/2008, 12:16

La cosa sconvolgente è che io, che politicamente sono un cittadino qualsiasi, sto criticando Bassolino & Co e prevedendo il crollo del Cs da 10 anni, e "questi" ancora farfugliano di svolte! Dopo aver confermato solo due anni fa, anzi pregato, Bassolino alla Regione!

Non so altrove ma qui in Campania sarà un massacro! Poi non si venga a dire che anche la Campania come la Sicilia vota Cd perchè questa "gente"non legge a sufficienza libri e giornali o perchè ha una visione della società basata sulle televisioni berlusconiane!

Vittorio
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Re: Il caso Campania.

Messaggioda pierodm il 11/12/2008, 13:58

Leggere libri e giornali è sempre un ottimo esercizio. Se poi uno lo fa tenendo l'interruttore del cervello su "on" ancora meglio.
Chiariamo bene se siamo daccordo su questo punto.

Quello che non hai capito, caro Vittorio, è che io attribuisco a questo grave deficit di consapevolezza, di cultura diffusa e d'informazione, non solo la preponderante presenza di una maggioranza di destra (questa destra, specialmente)in Italia, ma anche il fideismo e l'acquiescenza di una parte degli elettori di centro-sinistra verso certi personaggi, certi discorsi e certe "invenzioni" della ex-coalizione, oggi PD.
Teniamo sempre ben presente un'antica massima: è il buon cittadino che fa il buon governo.
Possiamo anche evitare un'interpretazione rigida, come un rapporto diretto causa-effetto, ma solo come compresenza tra cattivi cittadini e cattivi governi, che s'influenzano e si alimentano l'uno con l'altro.
Un fenomeno, questo, che potrebbe anche non valere sul breve periodo, ma vale certamente a lungo termine.

Personalmente, comunque, rimango fermo in una mia vecchia opinione, che riassumo in due punti.
- Se un riformismo nazionale dev'essere un riformismo forte, per il sud e i suoi problemi serve un riformismo fortissimo.
Con due palle così, tanto per usare un eufemismo.
- Il primo problema da affrontare e da risolvere nelle regioni del sud è la criminalità organizzata, che possiamo anche chiamare la "questione della legalità". Ma non con i lenzuoli, o con le conferenze ai bambinbi nelle scuole - o almeno, non soltanto.
Quello che serve è un'azione e una pressione spietata dello stato: repressione, indagini, processi, una guerra da affrontare manu militari. Senza violare i principi sostanziali del garantismo, ma senza farsi prendere per il culo.
Un'azione di vera intelligence, ma che dev'essere affiancata da tutti gli altri organi della P.A., per allontanare per via amministrativa tutto il personale che risulti poco affidabile, applicare una vigilanza rigorosa su appalti e lavori pubblici, secondo il principio di responsabilità oggettiva di chi li autorizza.
Una vera e propria bonifica, insomma. Chi mai la farà? Io non vedo all'orizzonte nemmeno la donna incinta che partorirà la persona che forse avrà l'intenzione o la capacità di cominciare a pensare di farla.
Dopo, solo dopo - se mai sarà - è possibile parlare di politiche, partiti, primarie, flussi elettorali, etc, in queste regioni.
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Re: Il caso Campania.

Messaggioda Paolo65 il 11/12/2008, 15:45

L'elettore di DX per certi versi è più semplice ma alla fine più concreto: è interessato che il governo produca fatti( o almeno è quello che vorrebbe) ed ai vantaggi personali o di categoria.

L'elettore di DX sa bene che alla politica è inutile chiedere molta moralità,o almeno la totale pulizia: lo ritiene quasi impossibile per chi si butta in politica.

Quello di CS e nello specifico del PD,invece è un elettore complesso che ritiene che i leader politici debbano anche essere persone moralmente inappuntabili(i politici mentre loro sono più giustificati), e purtroppo è così ingenuo da crederlo....oggi molto meno.

Dove però l'elettore di CS è un utopista dannoso è quando chiede,ad esempio, di combattere le varie mafie con i 4 codici alla mano,senza che si possa sforare dalle garanzie.

Da tempo invece vado dicendo che al punto in cui siamo e per lo strapotere mafioso i 4 codici da soli non bastano perchè questi sono efficenti quando il grado di criminalità di un paese e le varie organizzazioni stanno dentro certi limiti.

Le varie mafie invece sono ben al di là di quei limiti e servirebbero metodi diversi; quindi quando l'elettore del CS rimane nel politicamente corretto, nel concreto risulta suo malgrado un punto di forza della criminalità organizzata,perchè essa sa che a DX come a SX non ha nemici veri contro cui preoccurasi.

Paolo
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Re: Il caso Campania.

Messaggioda pinopic1 il 11/12/2008, 16:33

Ammesso che sia utile (mettendo da parte discorsi sulla giustizia) ricorrere in regime democratico e di stato di diritto a pratiche non immorali, ma adatte ad altri regimi.
Vedi Paolo, combattere la mafia sforando dalle garanzie è una soluzione che è stata praticata in diversi e numerosi momenti della lunga storia delle mafie. Alla fine ne sono uscite sempre rafforzate un po' come con gli antibiotici che a lungo andare producono ceppi più resistenti. Ma anche perché la mafia è presente anche tra quelli che dovrebbero combatterla; altrimenti non sarebbe la mafia.
E poi per unaltro motivo che non dico per non allungare e far deviare la discussione.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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Re: Il caso Campania.

Messaggioda guidoparietti il 11/12/2008, 17:19

Paolo65 ha scritto:L'elettore di DX per certi versi è più semplice ma alla fine più concreto: è interessato che il governo produca fatti( o almeno è quello che vorrebbe) ed ai vantaggi personali o di categoria.

L'elettore di DX sa bene che alla politica è inutile chiedere molta moralità,o almeno la totale pulizia: lo ritiene quasi impossibile per chi si butta in politica.

Quello di CS e nello specifico del PD,invece è un elettore complesso che ritiene che i leader politici debbano anche essere persone moralmente inappuntabili(i politici mentre loro sono più giustificati), e purtroppo è così ingenuo da crederlo....oggi molto meno.

Dove però l'elettore di CS è un utopista dannoso è quando chiede,ad esempio, di combattere le varie mafie con i 4 codici alla mano,senza che si possa sforare dalle garanzie.

Da tempo invece vado dicendo che al punto in cui siamo e per lo strapotere mafioso i 4 codici da soli non bastano perchè questi sono efficenti quando il grado di criminalità di un paese e le varie organizzazioni stanno dentro certi limiti.

Le varie mafie invece sono ben al di là di quei limiti e servirebbero metodi diversi; quindi quando l'elettore del CS rimane nel politicamente corretto, nel concreto risulta suo malgrado un punto di forza della criminalità organizzata,perchè essa sa che a DX come a SX non ha nemici veri contro cui preoccurasi.

Paolo

Vorrei farti notare che i 4 codici non servono primariamente l'efficienza, ma la legalità e la libertà, e come tali vanno considerati. Altrimenti tanto varrebbe accontentarsi di una dittatura (che poi, guarda un po', non è neanche mai efficiente).
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Re: Il caso Campania.

Messaggioda pierodm il 11/12/2008, 17:36

Per quanto riguarda il discorso sul mafia e legalità,la mettrei in questo modo - tenendo insieme tutte le ragioni fin qui esposte.

In un paaese prevalentemente montano si raffinano le tecniche per i trafori e i viadotti.
In un paese di pianure costiere si raffinano le tecniche delle dighe e dei canali.
In un paese come l'Italia si dovrebbero studiare e raffinare le tecniche per combattere la mafia: democraticamente, ma duramente ed efficacemente.
E' infatti vero che democrazia ed efficienza non sono alternativi, ed è questa infatti la sfida che la sinistra ha spesso difficoltà a raccogliere, mentre la destra è avvantaggiata dal fatto che della democrazia sostanzialmente se ne frega - e dell'efficienza fa una questione d'immagine, più che di sostanza.
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Re: Il caso Campania.

Messaggioda ranvit il 11/12/2008, 20:05

Scusate....ma che minchia c'entra la mafia adesso?

Io sto dicendo che in Campania il CD vincerà a valanga, perchè il centrosinistra qui al potere da 15 anni non ha risolto alcun problema. Anzi ha aggravato il tutto perchè ha costituito una cappa asfissiante di potere che a tutto pensa tranne che a risolvere i problemi della gente!

Dopodichè, la camorra qui c'è da almeno 200 anni e fa affari in particolare quando le istituzioni lasciano varchi. E Bassolino e Iervolino ne hanno lasciati tanti perchè troppo presi a fare "politica" invece che ad amministrare.
Ma questo delle mafie è un discorso parallelo che si puo' fare in una discussione ad hoc.

Vittorio
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Re: Il caso Campania.

Messaggioda Paolo65 il 12/12/2008, 9:59

C'entra e non c'entra.

D'accordo con Ranvit che la DX dilagherà alle prossime elezioni perchè dopo 15 anni il CS ha lasciato macerie in Campania.

Queste macerie però sono anche il frutto di una finta lotta alla camorra,vera padrona della regione,con cui anche la DX dovrà fare i conti con essa.

Quando dico che i 4 codici non bastano più,quancuno pensa al ritorno del prefetto Mori in Sicilia o alla tortura.

Io penso invece,tanto per fare un esempio,alla carcerazione preventiva su soggetti sospettati di mafia, che li tenga dentro anche 3 0 4 anni,in attesa di un processo,che potrebbe anche non iniziare mai,ma che comunque metterebbe fuori gioco intere famiglie mafiose molto pericolose per molto tempo.

Visto che da decenni in alcune regioni migliaia di cittadini onesti non godono di alcun diritto in termini di sicurezza, in termini di libertà d'impresa, la carcerazione preventiva la vedrei come uno strumento snello per combattere le mafie tale da permettere allo Stato di rimettere nei parametri fisiologici il livello di criminalità in quelle regioni.

Conoscete il detto: a mali estremi estremi rimedi? Beh, la mafia terrorizza ed ammazza. Se lo Stato si difende e difende i cittadini sbattendo dentro certa gentaglia in modo preventivo, non credo che ci sarebbe da gridare alla dittatura dello Stato.

Io finora vedo solo la dittatura delle mafie e l'assenza dello Stato

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Re: Il caso Campania.

Messaggioda pierodm il 12/12/2008, 11:18

Mi meraviglio che Vittorio non veda la relazione tra mafiacamorra e TUTTO quello che succede in tre o quattro regioni meridionali - e magari fossero solo tre o quattro, e solo meridionali ...

Dice benissimo Paolo, a questo proposito: oltre ai peccati di malgoverno, ci sono i peccati di omissione del centro-sinistra in Campania, ed è difficile separare i primi dai secondi.

Senza che vi sto a descrivere i dettagli, io affrontai il problema - sia pure molto di striscio - all'inizio degli anni '90, in una grossa ricerca sulla ricostruzione post-terremoto che riguardava Napoli, la Campania e una parte della Lucania.
Una situazione raccapriciante, su tutti fronti.
Quello che saltava evidente agli occhi era che governare era praticamente impossibile, se ci s'illudeva di farlo senza eliminare i due o tre livelli di sotto-governo illegale o extra-legale, assai più forti e capillari di quello "istituzionale".

Circa i metodi da usare per una lotta seria, efficace e duratura alla mafiacamorra, ci sarebbe molto da approfondire.
Ma un punto fermo è che non si tratta di una lotta ordinaria, e sotto certi aspetti nemmeno una "lotta" ma una vera e propria guerra.
Io sono un libertario e un garantista, e contesto anche la galera come mezzo moderno e civile di contrasto all'illegalità: la galera, ossia le manette, le catene, le sbarre, la segregazione, che sono forme di vera e propria tortura, con un significato più di vendetta che di "giustizia".
C'è solo un caso in cui il mio spirito libertario si attenua: non scompare, si attenua, ed è il caso della criminalità organizzata, che non ha scusanti di alcun genere, né l'incazzatura di un attimo, né la rabbia, né la pazzia, e nemmeno una tendenza genetica alla delinquenza, ma è un calcolo freddo e spietato di sopraffazione e di violenza - con un danno incalcolabile per la comunità civile.
E' su questo fronte che si misura la capacità di una democrazia di rimanere democrazia, e di dimostrasi però efficiente quanto un governo autoritario: lo stato può e deve rinunciare alla violenza, perché ha due poteri più forti: la forza e l'autorità.
Poteri che ha, però, solo se li ha. E questo dipende a sua volta da due condizioni: l'intelligenza e la volontà.
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