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Pd, ritorno al Pds?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Pd, ritorno al Pds?

Messaggioda ranvit il 14/08/2012, 12:43

Buona tedeschità a tutti! :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Pd, ritorno al Pds?

Messaggioda franz il 14/08/2012, 13:25

lodes ha scritto:Certo che nel passato abbiamo convissuto con l'inflazione a due cifre, ma quella situazione quel contesto politico ed economico è profondamente diverso da oggi. La prima considerazione è che quella stagione ha prodotto ciò che oggi patiamo e in più ha imputato i costi alle generazioni che seguiranno.

Quoto al quadrato. Dove sta il problema? Che quando l'inflazione galoppa, chi detiene il potere deve promettere qualche cosa in cambio per indorare la pillola amara di uno stipendio che dall'oggi al domani non vale una cicca già masticata.
Quindi promette pasti gratis (che non esistono, il conto prima o poi arriva).
Ed allora in quegli anni hanno promesso (ed attuato) le baby pensioni, i prepensionamenti e tutte le nefandezze (oggi qualcuno le chiama cosi' ma allora sindacati e politicile definivano "diritti inalienabili" o "legittime conquiste dei lavoratori") che hanno portato all'attuale dissesto. Dissesto, che occorre ricordare, i governi degli ultimi 20 anni hanno aggravato o solo parzialmente alleviato (sedendosi sugli allori) ma che per il 50-60% risale ai tempi del CAF.
Inteso questo, in questo dissesto qualcuno in Italia ci ha perso (penso la maggioranza) e qualcuno (non pochi) ci ha guadagnato.
Penso che i secondi (minoranza rumorosa) vogliano ritentarci.
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Re: Pd, ritorno al Pds?

Messaggioda Iafran il 14/08/2012, 15:32

ranvit ha scritto:Buona tedeschità a tutti! :D

Mi sembra che ti si legge e che ... si tenga ben presente e si mediti su quello che scrivi.
Se per "amor di libertà (e di patria)" non si deve tener conto della coerenza negli interventi ... basta dirlo (io, comunque, non starò ad evidenziarlo più di quanto abbia fatto finora).
Comunque, una volta tornati alla lira (ed abbiamo fatto fuori 'sti stranieri) ... ci saremo proprio risollevati agli occhi del mondo?
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Re: Pd, ritorno al Pds?

Messaggioda ranvit il 14/08/2012, 16:25

Come ho già detto piu' volte anch'io vorrei tenermi l'euro. Il tempo per "vedere come fare perchè il paese (e l'Europa) attui politiche tese ad una maggiore unità politica" è nei prossimi due mesi!
Poi non ci sarà piu' tempo...
Allora:
Prima domanda semplice: se i tassi non diminuiscono ma restano sul livello attuale portando il monte interessi da pagare a 100 miliardi l'anno.....che si fa?
Seconda domanda semplice: se la cocciutaggine dei Paesi forti continua: chi vincerà le elezioni in Italia?
Terza domanda semplice: se nonostante tutto (elezioni vinte dai "fans dell'euro a tutti i costi") e restando aggrappati all'euro (tassi alti e delega della sovranità nazionale) si va in default o salta l'euro o la Germania*Olanda+Finlandia+Austria se ne escono dall'euro....che si fa?


Ps x Iafran: non ho capito... :roll:
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Re: Pd, ritorno al Pds?

Messaggioda franz il 14/08/2012, 16:43

1) sul "livello attuale" i tassi sono perfettamente gestibili emettendo buoni ad un anno (2.7% di interesse, all'asta di ieri).
Lo spread di cui si parla è sui buoni decennali. Diminuirà quando saremo piu' credibili non solo nell'immediato ma anche per il dopo-monti.
2) caso a) vincono le forze ostili all'euro e si va tutti in malora. Caso b) vincono le forze coalizzate attorno al proseguimento dell'agenda monti (quindi niente Lega, SEL, IDV, M5S al governo) e si prosegue con determinazione la cura dimagrante (meno spesa, meno tasse, meno debito). Il nostro spread si stabilizza su livelli accettabili e non abbiamo bisogno di aiuti.
3) intanto continuamo a fare i compiti a casa, che il lavoro è solo all'inizio, e spingiamo perché lo facciano anche gli altri (Grecia, Spagna, Portogallo). In questo modo nessuno ha motivi validi per far saltare l'euro.
4) hai dimenticato la domanda piu' difficile: e se il 12.12.2012 la profezia maja si avvera? ;) Cosa facciamo? :lol:
Pensa, quanti sacrifici per nulla, quante tasse pagate inutilmente :(

Buon ferragosto a tutti!
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Re: Pd, ritorno al Pds?

Messaggioda ranvit il 14/08/2012, 17:46

Ho l'impressione che sei troppo ottimista. Se entro due mesi non si trova un'accordo a livello europeo per "aiutare" i Paesi deboli, la speculazione tornerà all'attacco piu' forte di prima, lo spread decennale salirà e anche i titoli abreve (come già a fine anno scorso) andranno alle stelle.
Non dipende solo da noi questa crisi ma dall'attacco all'euro ed alle sue stupide modalità di essere.



hai dimenticato la domanda piu' difficile: e se il 12.12.2012 la profezia maja si avvera? ;) Cosa facciamo? :lol:
Pensa, quanti sacrifici per nulla, quante tasse pagate inutilmente :(

Buon ferragosto a tutti!



E' vero!
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Re: Pd, ritorno al Pds?

Messaggioda franz il 14/08/2012, 21:08

ranvit ha scritto:Ho l'impressione che sei troppo ottimista. Se entro due mesi non si trova un'accordo a livello europeo per "aiutare" i Paesi deboli, la speculazione tornerà all'attacco piu' forte di prima, lo spread decennale salirà e anche i titoli abreve (come già a fine anno scorso) andranno alle stelle.

Come si fa ad aiutare un paese che non sappiamo nemmeno se tra 8 mesi tornerà ai vecchi sprechi di un tempo (tanto mamma europa ci aiuta) o se continuerà la strada del rigore. Qui non è problema di due mesi ma di quanto ci separa dalle elezioni. Stesso caso è successo in grecia. Tutto dipende da chi vincerà. Nessuno, credo, ci mette i soldi prima. Io non lo farei, a scatola chiusa.

Tra l'altro oggi sentivo al TG le statistiche eurostat sulla crescita. Debole nel complesso l'europa, gli unici grossi paesi UE a crescere bene sono Svezia e Germania, quelli che negli anni passati hanno ridotto la spesa pubblica ed il debito. Cresce anche qualche paese ex-comunista (chi si libera del peso tende a decollare) nonché di poco crescono anche Olanda e Austria. Neutra (ferma) la Francia, che ha una spesa elevata, in calo tutti gli altri, Italia in testa. Fuori dalla zona UE crescono Svizzera e Norvegia. Insomma dentro e fuori c'è chi cresce (avendo fatto prima i sacrifici) e che scende, perché deve farli ora.
A suo tempo Germania e Svezia non hanno chiesto "aiuto".
Ho trovato il documento: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ ... -BP-EN.PDF
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Re: Pd, ritorno al Pds?

Messaggioda ranvit il 15/08/2012, 11:45

In pratica, l'eurozona non andava neanche fatta trattandosi di Paesi cosi' differenti: virtuosi e non. Ma una volta fatta non si doveva "controllare" continuamente che le cose procedessero nel verso immaginato? Ci si è accorti dei non virtuosi tutto d'un colpo io si è preferito non parlarne visto che nel frattempo i virtuosi ci guadagnavano e ci guadagnano non poco?
Oggi non va piu' bene? Chi ci ha guadagnato e non poco, non vuole mettere i Paesi che si stanno dando da fare concretamente nelle condizioni di potersi riprendere con tassi di interesse accettabili (oggi altissimi solo perchè parte dell'eurozona)? Ce ne fottiamo dello spirito costituente degli Stati Uniti d'Europa....che ci sta bene solo se ci guadagnamo???
Benissimo: ci si separi in attesa di momenti migliori...quando i Paesi "maiali" avranno fatto i necessari passi per poter far parte dell'Unione dei virtuosi. Fuori Portogallo, Italia, Grecia, Spagna....
Succhiarci il sangue, anche se siamo stati o possiamo essere in futuro partner indegni, non ci sta bene....



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Re: Pd, ritorno al Pds?

Messaggioda franz il 15/08/2012, 14:41

ranvit ha scritto:In pratica, l'eurozona non andava neanche fatta trattandosi di Paesi cosi' differenti: virtuosi e non.

Non è detto. Anche in alcuni paesi federali ci sono differenze e ci sono stati che rischiano la bancarotta. Ma le regole sono diverse e il livello federale non interviene per aiutarli e nemmeno la FED. Quindi sono le regole che erano (e sono) sbagliate non le idee su cui si fondavano. In ogni caso è sterile la polemica su chi ci ha guadagnato. Tutti ci hanno guadagnato solo che qualcuno ha fatto i sacrifici prima ed altri sono costretti a farli ora.
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Re: Pd, ritorno al Pds?

Messaggioda ranvit il 15/08/2012, 16:27

In ogni caso è sterile la polemica su chi ci ha guadagnato. Tutti ci hanno guadagnato solo che qualcuno ha fatto i sacrifici prima ed altri sono costretti a farli ora.

Questo lo dici tu!

I Paesi forti ci hanno guadagnato e continuano a farlo!

I Pigs tutto sommato ci hanno perso (senza l'aureola avrebbero fatto i conti prima della situazione e forse evitata la tragedia attuale) e continuano a perderci con i tassi altissimi che finanziano le economie piu' forti!


Per esempio:
http://www.grnet.it/news/notizie/econom ... i-ci-perde

Economia: crisi europea. Ecco chi ci guadagna (e chi ci perde)

Martedì 07 Agosto 2012 07:35

europa-crisiRoma, 7 ago - (di Ettore Livini) È come se un supermercato ci pagasse per acquistare i suoi prodotti. O un carrozziere ci pregasse in ginocchio di accettare un centinaio di euro pur di aver l’onore di riparare la nostra macchina. Eppure succede. Non in qualche sperduto angolo del mondo a digiuno dell’Abc dell’economia, ma nel cuore di un’Europa che viaggia ormai a due velocità, dove la tempesta perfetta dei debiti sovrani ha partorito (ormai da qualche mese) il più surreale dei suoi figli: i tassi negativi. Il fenomeno paradossale per cui Olanda, Germania, Austria, Francia e persino l’indebitatissimo Belgio riescono a collocare i loro titoli di Stato a breve termine senza pagare un centesimo di interessi. Anzi. Riescono addirittura in molti casi a incassare un piccolo gruzzoletto da chi è disposto a pagare di tasca sua pur di prestare quattrini a paesi affidabili (fino a prova contraria) come loro.

L’ennesima fotografia di questo mondo capovolto è arrivata ieri da Amsterdam: il Tesoro olandese si è presentato sul mercato per vendere 2,5 miliardi di obbligazioni a tre e sette mesi. Risultato: una lunga fila di investitori istituzionali pronti a perdere lo 0,05% del loro capitale, inflazione esclusa, per potersi concedere il lusso di diventare creditori dei Paesi Bassi. Miracoli (si fa per dire) di un’Europa schizofrenica e indecisa a tutto dove il mercato - infischiandosene della politica monetaria della Bce che prevede un tasso di riferimento uguale per tutti (oggi lo 0,75%) - ha diviso da tempo il continente in due: i buoni di qui e i cattivi di là. Con i primi che, in barba a tutti i manuali della finanza, sono riusciti a trasformare il loro debito in una forma di profitto e i secondi - Italia e Spagna in testa - costretti a pagare alla crisi un pedaggio che va al di là dei loro oggettivi demeriti. I numeri, in questo caso, sono pietre: Amsterdam ha collocato ieri i suoi 2,5 miliardi di titoli incassando, grazie ai tassi negativi, un guadagno secco di un milione circa. Se a vendere lo stesso identico prodotto fosse stata l’Italia, Roma sarebbe stata costretta a pagare 62,5 milioni di interessi per convincere il mercato a comprarli.

Proiettato sui singoli debiti nazionali, il paradosso dei rendimenti a due velocità ha effetti ancor più macroscopici. La corsa dello spread, l’altra faccia della medaglia dello stesso fenomeno, rischia di far crescere di almeno una decina di miliardi, mica spiccioli, il costo degli interessi sul debito tricolore per il 2012. In Germania, invece, piove sul bagnato. E - come ha ricordato pure Mario Monti nella sua intervista a Der Spiegel - succede esattamente l’opposto: la domanda di Bund è alle stelle (malgrado i rendimenti negativi) perché nessun vuol vedere i suoi investimenti in euro trasformarsi dalla sera alla mattina in strumenti finanziari denominati in lire, dracme o pesetas. E il costo del debito tedesco continua così a calare. Il "dividendo della crisi" vale per Berlino 21 miliardi di minori spese ogni punto percentuale di interessi in meno sul suo debito. E secondo Folker Hellemeyer, capo-economista della Bremer Landesbank, il caos dei tassi - con buona pace della Bundesbank - ha regalato alla Germania 60 miliardi di risparmi solo negli ultimi 30 mesi. Senza contare che a beneficiare della situazione (o a pagarne il prezzo, dipende dal paese) sono non solo le casse dello Stato ma anche le imprese e le famiglie: IntesaSanpaolo si è finanziata nei giorni scorsi con un bond a tre anni cui ha dovuto garantire un rendimento del 4,99%. La sua rivale Deutsche Bank è riuscita a emettere un decennale, in teoria più rischioso, all’1,75%. La strada per fare l’Europa unita, almeno sul fronte dei tassi, è ancora molto lunga. (Repubblica)
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