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Pd - piu' a destra o piu' a sinistra?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Pd - piu' a destra o piu' a sinistra?

Messaggioda pierodm il 09/01/2011, 12:51

Concordo in toto con Luca e con Cardif: pretendere dai cittadini che sappiano e decidano con cognizione di causa su materie controverse e assai complesse sul piano tecnico, economico e scientifico significa scaricarsi di una responsabilità.
Significa, insomma, degradare la democrazia a niente di più e di meglio che una chiamata in correità: una sorta di complicità eventuale, di fronte al possibile fallimento di certe politiche.
Specialmente quando (quasi sempre) la bontà o meno di una scelta è subordinata all'adozione o meno di certe cautele, al controllo rigoroso di certe procedure o di un certo impegno finanziario: estorcere un SI' con una propaganda efficace e demagogica, ma eludere nel momento dell'esecuzione quelle cautele, quei controlli rigorosi, significa attuare una vera e propria truffa.
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Re: Pd - piu' a destra o piu' a sinistra?

Messaggioda flaviomob il 11/01/2011, 11:22

La discesa del PD verso la compatibilità padronale
Alberto Burgio

Il ducetto della Fiat non aveva ancora finito di enunciare tutte le clausole del ricatto (o gli operai accettano turni di 11 ore rinunciando alle pause intermedie e allo sciopero, o la Fiat sbaracca e lascia l’Italia) che Piero Fassino già diceva – non richiesto – la sua: «Se fossi un operaio di Mirafiori, voterei sì». Nessuna sorpresa. Meno scontata è apparsa a qualcuno la presa di posizione di Massimo D’Alema, dichiaratosi anch’egli favorevole al cosiddetto accordo su Pomigliano, e in frontale dissenso dalla lotta della Fiom. Ma è così? C’è davvero di che meravigliarsi? O si tratta invece di una logica conseguenza della linea del Partito democratico, a sua volta coerente con la paradossale funzione politica svolta in questi quindici anni dal gruppo dirigente post-comunista del Pd?

Qualche anno fa Nanni Moretti se ne uscì con una battuta al vetriolo. Con questi dirigenti, disse, non vinceremo mai. E proprio a D’Alema rivolse l’esortazione a «dire qualcosa di sinistra». Oggi possiamo essere più cattivi senza essere meno obiettivi. Se D’Alema e i suoi colleghi non ci fossero, il padronato italiano e il suo massimo garante politico dovrebbero inventarli. Da quando «scese in campo» inaugurando la stagione politica più nera della Repubblica, Berlusconi non ha trovato in loro soltanto oppositori mancati, ma anche operosi mallevadori del proprio durevole successo.

Non possiamo ricordare tutti gli episodi interessanti, limitiamoci ai più rappresentativi. Primo fra tutti il discorso del 28 febbraio 2002 alla Camera in cui Violante ricorda, a vanto del proprio partito, l’impegno a «non toccare le televisioni» di Berlusconi assunto nel 1994, la mancata promulgazione di una legge sul conflitto di interessi nel corso della precedente legislatura (quando il centrosinistra governava), il via libera alla eleggibilità di Berlusconi, titolare di importanti concessioni amministrative, e persino l’aumento (di ben 25 volte) del fatturato di Mediaset. Quel discorso è un monumento di lungimiranza e di sagacia politica. Dovrebbe figurare in tutti i libri di storia.

Un altro passaggio indimenticabile, per restare sul terreno strettamente politico, è il Veltrusconi. Siamo alla fine del 2007, Prodi governa da due anni scarsi, la maggioranza è fragile per il risicato margine di voti al Senato e per la litigiosità dell’Unione. Ma la nave va e Berlusconi è in gravissima difficoltà nel centrodestra. Veltroni, appena eletto segretario del Pd, non trova di meglio che intavolare col padrone del neonato Pdl una (finta) trattativa sulla legge elettorale, accordandosi con lui per andare a elezioni anticipate (non lo insinuiamo noi, lo ha detto Prodi). Il risultato è il disastro in cui ci dibattiamo: una drammatica crisi generale (politica, sociale e morale) nella quale peraltro il Pd non gioca alcun ruolo attivo, se è vero che l’unico serio pericolo corso dal governo in questi due anni e mezzo lo si deve alla secessione di Fini dal Pdl.

Intelligenza col nemico? Semplice insipienza? Per capire bisogna guardare ai risultati delle scelte politiche che hanno fatto dell’Italia il Paese più ineguale d’Europa e il più ostile nei confronti del lavoro dipendente. Si scopre allora che tra centrodestra e centrosinistra vi è una forte sintonia sulla politica economica (le privatizzazioni, la precarizzazione del lavoro, i bassi salari), sul terreno istituzionale (il maggioritario e il «federalismo», il presidenzialismo negli Enti locali e la controriforma dell’Università), in politica estera (la partecipazione alle guerre «democratiche»). Non c’è bisogno di ipotizzare complotti: è che la cosiddetta «sinistra moderata» non ha un programma politico granché diverso da quello della controparte.

La si può pensare in tanti modi in proposito, ma certo la convergenza di intenti tra i due poli è fonte di grossi guai per il centrosinistra. La sua base elettorale è frastornata e disorientata. Ha le idee sempre meno chiare su dove la si vorrebbe condurre (per cui sempre più spesso cede alle sirene dell’astensionismo). Il Pci aveva tanti limiti, ma evocava la trasformazione del modello sociale. Non soltanto una politica non collusa con la mafia e il neofascismo, anche una società giusta, rispettosa della dignità e dei diritti del lavoro. Oggi quale immagine di società si collega al Pd, dove don Camillo convive con un Peppone diventato chierichetto?

Mentre la destra attacca e sfonda sui fondamentali, l’opposizione balbetta sulle buone maniere. E nei fatti acconsente. Allora è venuto il tempo di diventare adulti, la ricreazione è finita. D’Alema non dirà qualcosa di sinistra semplicemente perché ha cambiato idea, come dimostra da ultimo la posizione assunta su Pomigliano (e lasciamo perdere, per carità di patria, le rivelazioni di WikiLeaks sulla magistratura che minaccia lo Stato democratico). Bisogna finalmente prendere atto che la sinistra è altrove e va ricostruita conquistando credito presso tanta gente che in questi anni ha subito le scelte del gruppo dirigente democratico nell’illusione di rimanere coerente con la propria storia. L’Italia non è di per sé un «Paese di destra». Questo è un alibi, ed è la conseguenza di una opposizione “omeopatica” che non contende alla destra un palmo della sua egemonia. La battaglia va ripresa. Non soltanto per la sinistra, ma per il Paese. Per la democrazia italiana.

dal Fatto Quotidiano

http://www.sinistrainrete.info/politica ... -padronale


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Re: Pd - piu' a destra o piu' a sinistra?

Messaggioda ranvit il 11/01/2011, 11:27

Bisogna finalmente prendere atto che la sinistra è altrove e va ricostruita conquistando credito presso tanta gente che in questi anni ha subito le scelte del gruppo dirigente democratico nell’illusione di rimanere coerente con la propria storia. L’Italia non è di per sé un «Paese di destra». Questo è un alibi, ed è la conseguenza di una opposizione “omeopatica” che non contende alla destra un palmo della sua egemonia. La battaglia va ripresa. Non soltanto per la sinistra, ma per il Paese. Per la democrazia italiana.

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Auguri per altri cinquant'anni di opposizione!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Pd - piu' a destra o piu' a sinistra?

Messaggioda cardif il 11/01/2011, 12:08

Alberto Burgio scrive: "Non possiamo ricordare tutti gli episodi interessanti, ..."
Tutto no. Ma è necessario ricordare almeno la bicamerale del 1997 con D'Alema Presidente. Due anni di temporeggiamenti inutili sulla riforme istituzionali, costituzionali ed elettorali, fino al rovesciamento deel tavolo da parte di Berlusconi, che pure allora stava all'opposizione.
Con lui, imprenditore prestato alla politica (ma chi ce l'ha prestato, mannaggia!) non sono possibili intese; o si fa come vuole lui o non si fa niente; come con Marchionne. Perciò è inutile intavolare qualunque trattativa.
E va pure ricordato chi va e chi vuole andare in casa del Capo dell'opposizione al PD, in tal modo disconoscendo ruoli e sedi istituzionali.
Per trarne insegnamento, non solo conoscenza storica.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Pd - piu' a destra o piu' a sinistra?

Messaggioda Iafran il 11/01/2011, 12:30

flaviomob ha scritto:La si può pensare in tanti modi in proposito, ma certo la convergenza di intenti tra i due poli è fonte di grossi guai per il centrosinistra. La sua base elettorale è frastornata e disorientata. Ha le idee sempre meno chiare su dove la si vorrebbe condurre (per cui sempre più spesso cede alle sirene dell’astensionismo).Il Pci aveva tanti limiti, ma evocava la trasformazione del modello sociale. Non soltanto una politica non collusa con la mafia e il neofascismo, anche una società giusta, rispettosa della dignità e dei diritti del lavoro. Oggi quale immagine di società si collega al Pd ...?

"Adda' fini 'a nuttata!" per risvegliare tutte le intelligenze e la forza della società!
E' possibile che dobbiamo capire il momento politico e sociale che attraversiamo, ma che dobbiamo lasciare fare e "solidarizzare" con gli attuali "governanti" (il fior fiore in Europa per indagini giudiziarie a loro conto), che non fanno altro che voler peggiorare la qualità del nostro vivere civile?

Nel tiro alla fune la compagine vincente trascina nel proprio campo l'avversario, non si è mai visto che le due compagini siano dalla stessa parte: gli spettatori non pagheranno più il biglietto per un gioco farsa (ranvit, gli elettori dovrebbero andare a votare per scegliere fra la brace e la padella?).
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Re: Pd - piu' a destra o piu' a sinistra?

Messaggioda pierodm il 11/01/2011, 12:32

Auguri per altri cinquant'anni di opposizione!

Ranvit, allora proprio non hai capito quello che si dice nell'articolo, o anche - cosa più probabile - ti piace semplicemente ripetere per l'ennesima volta la stessa lamentazione, a prescindere.
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Re: Pd - piu' a destra o piu' a sinistra?

Messaggioda ranvit il 11/01/2011, 12:36

Nel tiro alla fune la compagine vincente trascina nel proprio campo l'avversario, non si è mai visto che le due compagini siano dalla stessa parte: gli spettatori non pagheranno più il biglietto per un gioco farsa (ranvit, gli elettori dovrebbero andare a votare per scegliere fra la brace e la padella?).
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Certamente non vorrebbero scegliere l'Inferno (alias l'inconcludente, infantile e velleitaria sinistra italiana...quella da Vendola in poi).

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Re: Pd - piu' a destra o piu' a sinistra?

Messaggioda ranvit il 11/01/2011, 12:53

pierodm ha scritto:Auguri per altri cinquant'anni di opposizione!

Ranvit, allora proprio non hai capito quello che si dice nell'articolo, o anche - cosa più probabile - ti piace semplicemente ripetere per l'ennesima volta la stessa lamentazione, a prescindere.



Pierodm, io invece penso che sei tu a non capire, nè quello che dice l'articolo nè quello che dico io....a prescindere perchè l'ho detto io!
Una sinistra ricostruita sulle idee di cio' che emerge da tanti interventi di autorevoli parolai (anche qui sul forum) non ha alcuna chance di ritorno al governo...nella migliore delle ipotesi (ma è altamente improbabile) farà la fine del Pci : altri 50 anni di opposizione! E' necessario invece "costruire" (non "ri"costruire, perchè non c'è mai stata) una nuova sinistra orientata verso un socialismo democratico di stile europeo (tra Blair e Zapatero).
Hai capito adesso cosa intendevo?
Che poi l'attuale Pd abbia un gruppo dirigente di scarso livello, questo lo vado dicendo anche io da tempo.
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Re: Pd - piu' a destra o piu' a sinistra?

Messaggioda Iafran il 11/01/2011, 13:10

ranvit ha scritto:Nel tiro alla fune la compagine vincente trascina nel proprio campo l'avversario, non si è mai visto che le due compagini siano dalla stessa parte: gli spettatori non pagheranno più il biglietto per un gioco farsa (ranvit, gli elettori dovrebbero andare a votare per scegliere fra la brace e la padella?).
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Certamente non vorrebbero scegliere l'Inferno (alias l'inconcludente, infantile e velleitaria sinistra italiana...quella da Vendola in poi).

Ascoltiamo, intanto, i cittadini. I politici veri, non quelli all'italiana per gli "italianuzzi", li dovrebbero ascoltare per andare incontro ai loro bisogni, alle loro richieste, in fin dei conti si propongono per organizzare e gestire la vita di tutti, anche di quelli che si astengono (che hanno corpo e mente ... e gli stolti li vogliono far passare per invisibili ed inesistenti!). :(
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Re: Pd - piu' a destra o piu' a sinistra?

Messaggioda flaviomob il 11/01/2011, 14:01

Eppure il PCI, caro Ranvit, non era per niente velleitario ne' infantile. In un certo senso però anche io rimprovero alla sinistra una certa mancanza di concretezza. Con tutto il potere che ha Legacoop in alcune regioni, possibile che non siamo riusciti, specie nell'Emilia della tradizione dei grandi motori, a creare un'industria automobilistica di qualità che non fosse per forza 'sotto padrone', ma gestita con un capitale sociale diffuso tra i lavoratori? Ecco, soprattutto questo io rimprovero alla sinistra italiana.


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