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Rottamatori?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Rottamatori?

Messaggioda flaviomob il 10/12/2010, 10:36

Ma torniamo al titolo originale dell'argomento qui postato: i rottamatori.

Scrive Andrea Romano:

http://www.ilpost.it/andrearomano/2010/ ... ni-del-pd/

Leggendo Weber tra i quarantenni del PD
15 SETTEMBRE 2010
Riflettendo sulla cultura politica europea a cavallo tra Ottocento e Novecento, Weber aveva brillantemente messo a fuoco una frustrazione del suo tempo. Quella che derivava dal non aver preso parte alla creazione della nuova Europa che qualche decennio prima era stata promossa e gestita dalla generazione dei Bismarck, dei Cavour, dei Gladstone. Nel 1895 codificò quel turbamento parlando di un “destino da epigoni” per coloro che ne soffrivano. E non aveva tutti i torti. Questa dotta citazione potrebbe essere adattata al dibattito, poco appassionante persino per i malati di post-comunismo come chi scrive, che vediamo svolgersi in questi giorni tra post-dalemiani e post-veltroniani.
I primi intenti a traghettare quel che resta di un’eredità verso un approdo funzionale ai micro-schieramenti interni al partito, per intanto mutuando da quell’eredità posture e linguaggi (straordinario l’incipit del documento dei Giovani Turchi, con l’inquadramento di Caliendo – ma qualcuno si ricorda chi era? – sulla scena della crisi finanziaria mondiale: “Il 4 agosto 2010, con la spaccatura della maggioranza sulla mozione di sfiducia al sottosegretario Caliendo, non si è aperta una crisi di governo, ma una crisi di sistema. Una crisi che sta alla politica italiana come la crisi economico-finanziaria del 2008 sta all’economia mondiale: un evento che costringe a riconsiderare un’intera visione del mondo”.).
I secondi, post-veltroniani loro malgrado, che demoliscono il demolibile e rottamano il rottamabile. È per entrambi un destino da epigoni quello che si va a preparare, per l’incapacità delle due squadre di concepire un proprio ruolo fondativo che non sia solo quello di ereditare le spoglie dei morti per chiudere una fase ma anche quella di aprirne un’altra dimostrandosi vivi e progettuali. Anche qui Max Weber, che sulla standardizzazione del carisma politico ha detto qualcosa di non secondario. In particolare guardando al ruolo di razionalizzazione e sistematizzazione che le nuove leadership devono dimostrare di possedere se vogliono affermarsi nelle fasi di passaggio. È quanto avvenne nell’ultimo momento fondativo attraversato dalla sinistra italiana, nei primi anni Novanta, quando le leadership che ancora oggi ci affliggono traghettarono quanto dovevano traghettare ma fecero anche qualcosa in più. Si inventarono una direzione di marcia. Che poi avrebbe prodotto risultati modesti (se non un ventennio di berlusconismo, ma questo è un altro discorso) ma che pure non è mai stata scalzata da niente di competitivo.
E allora? D’accordo compagni, lo so anch’io che Max Weber è noioso. Volevo solo darmi un tono. Per dire una cosa semplice semplice. I quarantenni del PD possono agitarsi quanto vogliono, loro che pure sono i migliori della nidiata pur soffrendo vistosamente della frustrazione che viene dal vivere un destino da epigoni. Ma non verrà fuori niente (se non un buon posto in lista, che pure non è poca cosa) se tutto finisce come sta finendo. Rottamando questo o quello per prendersi l’eredità di quello e questo. Serve anche che ci dicano cosa ne farebbero di questo residuo capitale di consensi e visioni che i rottamandi ci hanno lasciato. Perché quei vecchi signori lo fecero, a suo tempo. Per poi viverci di rendita per un ventennio.


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Re: Rottamatori?

Messaggioda ranvit il 10/12/2010, 12:32

Ma non verrà fuori niente (se non un buon posto in lista, che pure non è poca cosa) se tutto finisce come sta finendo. Rottamando questo o quello per prendersi l’eredità di quello e questo. Serve anche che ci dicano cosa ne farebbero di questo residuo capitale di consensi e visioni che i rottamandi ci hanno lasciato. Perché quei vecchi signori lo fecero, a suo tempo. Per poi viverci di rendita per un ventennio.

Il rischio è grande. Vediamo...
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Re: Rottamatori?

Messaggioda ranvit il 11/12/2010, 12:57

http://www.corriere.it/editoriali/10_di ... aabc.shtml



RENZI, VENDOLA E LA GENERAZIONE CONTRO
Giovanilismo e rottamazione
Se Berlusconi non ride (perlomeno sino al 15 dicembre) la sinistra di Bersani e dintorni può solo piangere. Quando il Pd era il Pc—da Togliatti a Berlinguer — il cursus honorum, la carriera, era rigidamente disciplinata: prima una esperienza nelle amministrazioni locali, poi, per i più bravi, il parlamento nazionale. Il tutto era deciso dalla segreteria del partito e, in ultima istanza, dal suo segretario. Allora nessuno osava dire, e nemmeno pensare, che i Pajetta e i Terracini di quel tempo fossero da «rottamare», da pensionare perché vecchi. E se Togliatti non fosse deceduto anzitempo, nessuno lo avrebbe contestato nemmeno a 90 anni. Eppure quel Pc, nel complesso «anzianotto», arrivò a conseguire un terzo del voto degli italiani e quasi a sorpassare la Dc.

Rispetto alla sua epoca d’oro la nostra sinistra post-comunista di oggi esibisce leader relativamente giovani, da D’Alema a Fassino a Veltroni e Bersani. Nessun vegliardo. Eppure il sindaco di Firenze Matteo Renzi (35 anni) e il governatore della Puglia Vendola (52 anni) li definiscono «roba vecchia», materiale da pensione. La loro parola d’ordine è avanti i giovani, e cioè sé stessi. Nella storia, da sempre e dappertutto, il giovanilismo è raro. Le irrequietezze giovanili cominciano con lo Sturm und Drang (tempesta e assalto) dei primi romantici e, in Italia, con il futurismo e il fascismo. Ma furono fuochi fatui. Le rivoluzioni sono spesso promosse dai giovani; giovani che però si attaccano al potere sino alla morte. Quando l’Urss si dissolse esibiva la più straordinaria gerontocrazia (governo dei vecchi) al mondo.

Dicevo che il giovanilismo non dura. È così per forza, perché i giovani diventano vecchi. Ma è anche bene che sia così. I giovani apportano un elemento — l’energia — che gli anziani non hanno più, mentre gli anziani apportano l’elemento che i giovani ancora non hanno, e cioè esperienza e conoscenze. Insomma, gioventù è energia senza sapere, anzianità è sapere senza energia. Le civiltà decadono per senescenza e quando diventano gerontocrazia. Però, nessuna civiltà è mai emersa da una paidocrazia, dal potere dei giovani. In questo momento la scuola è in subbuglio e i giovani si battono contro la riforma dell’Università. È una riforma senza soldi, e questo è il suo più grave limite. Ma, soldi a parte, la riforma Gelmini non è una cattiva riforma. Ed è una riforma necessaria perché affronta le insensatezze legislative e gli abusi «baronali » degli ultimi decenni.

Non so se la generazione in agitazione sia, come scrive Barbara Spinelli su Repubblica, una «generazione bruciata». Ma è certamente una generazione allevata dalla promessa insensata delle «aspettative crescenti». Sì, i giovani di oggi avranno una vita dura. Ma fu dura anche la vita dei giovani che si trovarono, dopo la fine dell’ultima guerra, con un Paese distrutto e un avvenire che sembrava senza avvenire. Noi, i giovani di allora, ce la siamo cavata. Ma i giovani di oggi che si battono contro la riforma universitaria Gelmini si battono a proprio danno e per il proprio male.

Giovanni Sartori
11 dicembre 2010
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Re: Rottamatori?

Messaggioda flaviomob il 11/12/2010, 13:49

Ci mancava anche Sartori a favore della Gelmini... cosa ci tocca leggere... A parte questo, l'articolo, almeno nella seconda parte, è abbastanza banalotto...


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Re: Rottamatori?

Messaggioda flaviomob il 11/12/2010, 13:58

sondaggio: la riforma Gelmini è da bocciare

http://www.sondaggipoliticoelettorali.i ... aggio=4242


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Re: Rottamatori?

Messaggioda matthelm il 11/12/2010, 15:27

Devo dire che l'analisi di Sartori mi trova d'accordo.

La riforma Gelmini è certamente parziale ed incompleta ma dà delle picconate ad una struttura obsoleta che ha bisogno di snellirsi per garantire un minimo di serietà.
I sondaggi, parziali, sono ininfluenti anche perché abbiamo sempre affermato che le scelte politiche seguono altre valutazioni.
Ci mancherebbe altro.
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Re: Rottamatori?

Messaggioda lucameni il 11/12/2010, 15:38

E Sartori è antiberlusconiano da sempre, malgrado adesso possano tacciarlo di berlusconismo etc etc (atteggiamento consueto: del resto in altro contesto pochi giorni fa non ho fatto che azzardare un "non sono di sinistra", peraltro nel contempo lamentando la corruzione che B. sta dispensando a ogni livello, che alcuni personaggi mi avevano già individuato come fascista e appunto berlusconiano. Vabbè, tutto nella norma, qualcosa di storicamente già visto e rivisto).
Uno dei tanti elementi che fanno dire come il fronte, politico, ed in questo caso culturale, antagonista al PDL sia quanto mai variegato e con personaggi inconciliabili.
Questa è una realtà insopprimibile e una delle forze di B.
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Re: Rottamatori?

Messaggioda ranvit il 11/12/2010, 17:07

Concordo con Sartori, matthelm e lucameni.

Il centrosinistra, per sperare di tornare al governo e restarci, deve affrancarsi da una sinistra....con gli occhiali di 50 anni fa.
Si puo' essere giovani d'età ma vecchissimi (quando l'unica prospettiva era stare all'opposizione) di idee.

Vittorio
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Re: Rottamatori?

Messaggioda lucameni il 11/12/2010, 18:11

Ieri a 8 e mezzo il duello Travaglio-Renzi in merito ai presunti rottamatori e gitarella ad Arcore non è poi stato così virulento; anzi.
Ne deduco ancora una volta che l'aspetto mediatico di questa rottamazione sia prevalente. I fatti per ora sono annunci, non altro.
E comunque per ora Renzi sindaco ha chiacchierato molto e fatto qualcosa (a Firenze). Nei prossimi mesi ci saranno scadenze importanti in cui l'aspirante rottamatore Renzi dovrà decidersi se veramente mettersi di traverso agli interessi di una classe politica toscana che da anni combina cosette poco pulite e che dà ragione a chi taccia il PD come PDmenoL. Della serie: sono della stessa pasta. Nel mazzo metto gente come il presidente Rossi e disinvolta compagnia, giusto per chiarire.
Quindi, ben oltre queste deprecabili gaffes, aspettiamo Renzi alla prova dei fatti.
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Re: Rottamatori?

Messaggioda pierodm il 12/12/2010, 1:31

Quindi, ben oltre queste deprecabili gaffes, aspettiamo Renzi alla prova dei fatti

Luca, non è che si possa andare avanti a forza di "prove": se siamo arrivati a questo punto è anche perché non abbiamo voluto dare retta ai nostri stessi occhi, ai nostri giudizi immediati, quando era il momento.
Quando Occhetto e Veltroni hanno smontato il vecchio partito, accompagnando l'operazione con certi discorsi, andavano cancellati subito, senza tanti tentennamenti.
Quando D'Alema fece la mastodontica cazzata della bicamerale, e la non richeista escursione a Mediaset, dichiarandola una "grande risorsa per il paese", non era necessario aspettare l'oscena privatizzazione della Telecom per scaricarlo.
Come dice un proverbio, per capire che si tratta di acqua di mare basta una goccia - non c'è bisogno di affogare ed essere ripescati.
A me Renzi è bastato, con la sua faccetta furba, con le sue chiacchiere, con il suo linguaggio: è roba scadente, roba di serie C, e mi viene da ridere se penso a lui come il leader di una rinascita della coalizione che si chiama PD.
Con Renzi siamo più o meno allo stesso livello di Rutelli, che è tutto dire.

Il fatto che tutta la politica sia attualmente ridotta ad un chiacchiericcio, e con governi che hanno come ministri gente che non meriterebbe nemmeno l'amministrazione di un condominio, non significa che certe scelte non siano destinate ad influenzare il nostro futuro e la storia di questo paese. Non è esattamente come cercare il presidente di una cooperativa o di una bocciofila, che "se non funziona lo cambiamo".
Certo, che qualcuno non funzioni può succedere, ma almeno cerchiamo di sceglierlo partendo da un giudizio che sia il più positivo possibile, e non come "meno peggio" storcendo il naso prima ancora di cominciare.


A proposito, poi, del confronto con Travaglio, mi è sembrato evidente che Renzi abbia dimostrato veramente di essere una versione trentacinquenne dei vecchi tromboni della politica: ad un certo punto, non sapendo più cosa dire di fronte alle contestazioni di Travaglio, e vedendo che le sue giustificazioni "pragmatiche" non funzionavano, si è buttato in un improbabilissimo sproloquio "idealistico", parlando perfino di "sogni" e di utopie.
Vecchi tromboni della politica, dicevo, che sono pronti ad afferrarsi a tutto, a utilizzare tutto, ad affermare tutto e il contrario di tutto, senza credere davvero, intimamente, in niente.
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