Grazie Myosotis della spiegazione, che tra l'altro conoscevo benissimo ma che è stata sicuramente utile per chi ci legge.
Quando ai dati incontrovertibili credo che il mercato stesso ed il fatto che li usino dimostri che gli OGM non solo solo un affare per chi li produce (qui brutti e cattivi capitalisti) ma che per chi li compea e li usa, che potrebbe continuare ad usare i vecchi ibridi F+ senza ricorrere agli OGM. Parafrasando un altro forumista potrei dire "è il mercato, bellezza".
http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=5897
Chiaramente il problema non è solo quello dei benefici (a noi benestanti europei il riso con piu' ferro o con piu' vitamina A non importa un fico secco) ma in termini di mercato conta di piu' la paura del consumatore, indotta da una campagna mediatica a basa di "cibo frankenstein" e cose simili. È un esempio di come una campagna di controinformazione o disinformazione puo' distorcere il mercato. Il tutto nella assenza totale di qualsiasi prova che gli OGM facciano male nella nostra alimentazione, malgrado 20 anni di studi intensi. Se vuoi, al consumatore non importa un fico secco se il grano della sua pasta è naturale o un ibrido F1 (non vede vantaggi o benefici) ma li vede il contadino. Idem per un prodotto agricolo OGM che resista ad erbicidi, gelate, malattie. Il consumatore non ha benefici diretti ma il contadino si.
Franz
PS: vedere anche questo documento: http://www.europabio.org/ISAAA2007/PR_I ... 007_IT.pdf
da cui cito: (...)
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Del primo link - milecularlab.it - cito testualmente: "
Per ora i risultati del mercato sono buoni ma finora, e da sempre, le piante coltivate nei campi per fini commerciali sono solo mais, soia, colza e cotone e sono ibridi transgenici che resistono meglio ad erbicidi e insetti.Non ci sono altre coltivazioni di nuove varietà e con diverse caratteristiche. Il riso golden, pianta di seconda generazione con aumentato contenuto di ferro, pronto da circa dieci anni, non riesce a trovare mercato. Forse finché i consumatori non vedranno chiaramente i benefici, difficilmente le coltivazioni transgeniche avranno un grande successo."
Parte che a smentire parzialmente le tue stesse affermazioni sugli intrinseci benefici dell'agricoltura Gm, questo passo mi fa venire in mente una frase di B.Brecht : "Non c'era pubblico in attesa della radio, era la radio, invece, ad essere in attesa del pubblico o, per definire ancora più precisamente la situazione della radio, possiamo dire; non c'era una materia prima che, sulla base di un bisogno del pubblico, fosse in attesa di certi modi di produzione, ci sono invece dei metodi di produzione che si guardano intorno angosciosamente alla ricerca di una materia prima."
Quanto al secondo link - considerato che "EuropaBio's mission is to promote an innovative and dynamic biotechnology-based industry in Europe. EuropaBio, (the European Association for Bioindustries), has 66 corporate and 7 associate members operating worldwide, 4 Bioregions and 22 national biotechnology associations representing some 1800 small and medium sized enterprises" - mi permetto solo di notare che la faziosità della fonte si commenta da sè. Però capisco che è difficile trovare fonti non faziose a sostegno di una tesi faziosa e mi fa tenerezza il fatto che tu ci abbia provato.
Per tornare a noi, L'aumento delle aree coltivate a Ogm (e dei relativi profitti delle multinazionali detentrici dei brevetti) è un dato affine a se stesso: anche le aree coltivate a cocaina e ad oppio (e i relativi profitti delle associazioni criminali che gestiscono il traffico illegale di sostanze stupefacenti) sono enormemente cresciute negli ultimi dieci anni: ma anche questo, infondo, è il mercato, bellezza...
Una precisazione mi pare d'uopo: che quando si parla di cultivar Gm si parla per il 95% di quattro colture: mais, soia, colza e cotone resistenti ai parassiti e agli erbicidi, e di 8 paesi che messi insieme rappresentano il 99% delle aree coltivate ad OGM.
Ciò detto, a spiegare la crescita e la diffusione delle coltivazioni GM sul mercato - ci sono ragioni ben più pregnanti che non la loro presunta superiorità in termini di produttività e redditività agricola. In paesi come gli USA, l'Argentina e il Canada, per esempio, dove la superficie coltivata a mais, soia e colza transgenici supera abbondantemente l'80%, il principio di sostanziale equivalenza tra OGM e non-OGM, la relativa assenza di etichettatura e, quindi, l'esistenza di un'unica filiera produttiva e distributiva, fanno sì che il prezzo sul mercato dei prodotti GM e non-GM sia lo stesso. Non è lo stesso, invece, il margine di redditività agricola essendo i costi di produzione di OGM resistenti leggermente più bassi a compensare, in parte, la flessione del prezzo di mercato di queste varietà. Senza contare che, ormai, là dove l'estensione di superfici coltivate a mais, soia, cotone e colza GM ha raggiunto livelli pressocchè ubiquitari, è diventato praticamente impossibile ottenere sementi Ogm-free a causa dell'inquinamento genetico delle colture e delle sementi. Scelta o necessità?...
Per quanto riguarda il problema della povertà e, quindi, della denutrizione - all'origine della diffusione di alcune patologie come la cecità dovuta alla carenza di vitamina A - è d'uopo una seconda considerazione: aumentare e massimizzare la produttività agricola - con o senza OGM - in un regime di mercato dove vengono quotidianamente mandate al macero decine di milioni di tonnellate di prodotti agricoli per mantenerne più alto il prezzo, è una blasfemia. Almeno nei termini in cui si vogliano realmente sfamare gli affamati. Le cause della carenza di vitamina A e della cecità dei bambini indiani hanno ragioni economiche e politiche che soffrono di una cecità ancora più grave, ben lungi dall'essere originati da una scarsa produttività agricola. Anche in questo caso, il problema non è la produttività agricola ma è il mercato, bellezza
ciao
Myos