La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Marchionne: Saper scegliere la strada

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda franz il 02/09/2010, 20:35

pierodm ha scritto:Il concetto di politica industriale non mi sembra così etereo o così stravagante.
Un governo, un partito politico, non può non avere un'idea di quale tipo di economia produttiva sia buona per la nazione - fosse anche l'idea che tutto dev'essere demandato al Mercato: anche questa è una scelta di politica industriale, anche se non penso che ci siano stati ocidentali in cui il governo non abbia emanato regole e non abbia individuato un indirizzo di massima nei confronti del mercato stesso, degli insediamenti industriali, il credito, e tutto quanto concerne il settore - a prescindere dall'erogazione di finanziamenti e incentivi.

Sicuramente la democrazia cristiana aveva idee precise sul fatto che si producessero o meno dei preservativi ma il mercato aveva idee diverse. Il problema del "buono per la nazione" è quello che corrisponde alla domanda delle 100 pistole. Chi stabilisce cosa è buono per la nazione? Il problema non è l'indirizzo: chiunque abbia potere puo' in effetti indirizzare .... ma non è garantito che l'indirizzo sia "buono", che non sia fuori tempo, che non sia dettato da interessi privati o da visioni ideologiche (vedi DC e preservativi).
Il problema è perché indirizzare. E che risultati ci attendiamo.
Coi tempi lunghi della politica, ogni intervento è fuori tempo, stonato, crea un solo vantaggio ma anche 20 danni imprevisti.

Il concetto di politica industriale era assodato 40 anni fa. Oggi invece è fuori dalla storia.
Il che non vuol dire affatto che in Italia, dove il lavoro e lo sviluppo economico sono latitanti assai piu' nascosti ed introvabili del mafiosi e dei camorristi storici, che non serva un ministro dello sviluppo economico.
Serve ma solo per individuare tutti e 100'000 i passi indietro che lo Stato deve fare, come regolamentatore, normatore, irrigidimentatore. Questo in decine di settori dai trasporti ai servizi, dalle professioni alle tariffe. La Svezia è piu' liberalizzata di noi e lo stesso dicasi per i paesi dell'ex-cortina di ferro.

Franz
Ultima modifica di franz il 02/09/2010, 20:39, modificato 1 volta in totale.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda Robyn il 02/09/2010, 20:37

Pierodm
Infatti parlavo di democrazia cristiana degli anni 60 quando era un partito vero che faceva del bene all'Italia Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11309
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda franz il 03/09/2010, 12:49

Robyn ha scritto:Pierodm
Infatti parlavo di democrazia cristiana degli anni 60 quando era un partito vero che faceva del bene all'Italia Ciao Robyn

Prima di rinnovare espressioni azzardate come quella su riportata, consiglio di leggere bene e a fondo questo testo: http://scrivolibero.blogspot.com/2008/0 ... trata.html dove partendo da un caso simbolico (Chiaromonte, in provincia di Potenza) si analizza il ruolo della DC nell'arretratezza del mezzogiorno.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda Robyn il 03/09/2010, 20:49

Il problema del mezzogiorno è stato dovuto al fatto che la dc aveva bisogno di un serbatoio di voti per non mandare il Pci al governo.Ma questa cosa voluta dagli americani e dal mondo bipolare non esiste più Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11309
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda franz il 03/09/2010, 22:00

Robyn ha scritto:Il problema del mezzogiorno è stato dovuto al fatto che la dc aveva bisogno di un serbatoio di voti per non mandare il Pci al governo.Ma questa cosa voluta dagli americani e dal mondo bipolare non esiste più Ciao Robyn

Vero, non esiste piu', ma i danni sono stati fatti. Tu puoi anche dire che era colpa di un tumore e che ora è stato estirpato, ma i danni rimangano ed il corpo è compromesso.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda pierodm il 04/09/2010, 0:12

Franz - Chi stabilisce cosa è buono per la nazione?


Ad occhio e croce mi sembra che la politica, con tutto il suo armamentario di consultazioni, elezioni, programmi, circolazione d'idee, etc, proprio a questo debba servire: non a stabilire il Bene Assoluto, ma almeno ciò che è considerato il bene e il buono vantaggioso secondo l'opinione prevalente.

F. - Anche investire in innovazione, educazione, formazione professionale lo è ma a mio aviso il termine "politica industriale" è spropositato. Si tratta in fondo solo di "politica".

F. - Il concetto di politica industriale era assodato 40 anni fa. Oggi invece è fuori dalla storia.

Mettendo insieme queste due affermazioni di Franz, se ne deduce che ad essere fuori dalla storia è, in definitiva, la politica nel suo insieme. O no?
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda franz il 04/09/2010, 8:54

pierodm ha scritto:Franz - Chi stabilisce cosa è buono per la nazione?


Ad occhio e croce mi sembra che la politica, con tutto il suo armamentario di consultazioni, elezioni, programmi, circolazione d'idee, etc, proprio a questo debba servire: non a stabilire il Bene Assoluto, ma almeno ciò che è considerato il bene e il buono vantaggioso secondo l'opinione prevalente.

F. - Anche investire in innovazione, educazione, formazione professionale lo è ma a mio aviso il termine "politica industriale" è spropositato. Si tratta in fondo solo di "politica".

F. - Il concetto di politica industriale era assodato 40 anni fa. Oggi invece è fuori dalla storia.

Mettendo insieme queste due affermazioni di Franz, se ne deduce che ad essere fuori dalla storia è, in definitiva, la politica nel suo insieme. O no?

Lasciamo perdere i tentativi di fare dei sillogismi. È fuori dalla storia il concetto che 40 anni fa si aveva di "politica industriale". Basta leggere il testo che gentilmente Sonia ha linkato per capirlo.

alfonsofuggetta.org ha scritto:È indubbio che l’idea di un intervento pubblico diretto nella gestione e sviluppo delle imprese e nella gestione di molti servizi sia sostanzialmente controproducente e sbagliata. Per alcuni, l’espressione “politiche industriali” è riferibile a concetti quali le partecipazioni statali, il controllo pubblico dello sviluppo industriale, l’assistenzialismo per salvare e mantenere posti di lavoro che non hanno futuro, la gestione diretta da parte dello stato di servizi pubblici, lo sviluppo di monopoli e oligopoli controllati dal pubblico. In poche parole, statalismo, poca concorrenza e meritocrazia, controllo politico e sindacale su attività produttive. È evidente, quindi, che in questa accezione le “politiche industriali” sono sostanzialmente da rifiutare.
...
In generale, è certo che le politiche industriali, intese come lo “stato che fa l’imprenditore”, sono sostanzialmente tramontate. Tuttavia, ciò non significa che lo Stato non abbia un ruolo da giocare....

Ecco, per me quol ruolo da giocare è semplicemente "politica".

L'individuazione di cio' che è buono per la nazione invece non è cosa semplice (se ne discute dal 1700) e ci sono dei grossi problemi: per esempio una società dinamica è molto veloce nel cambiare mentre la politica ha i suoi tempi (di solito lunghi) e piu' una decisione è democratica piu' è facile che venga presa fuori tempo. Se tuttavia si lasciano le decisioni a politici o tecnici, per avere rapidità, nulla impedisce che loro prendano decisioni in base ad interssi personali, esattamente come fanno i privati. Visto che l'azione pubblica viene presa in linea di principio come giustificazione delle carenze e dei difetti che l'azione privata comporta, il fatto che anche l'azione pubblica possa essere soggetta alle stesse forze che è tesa a contrastare (per esempio i politici in combutta con i furbeti del quartierino) indebolisce di molto il concetot di bene della nazione perseguito dallo stato. Insomma, non è facile come sembra e spesso l'azione dello stato se esagera come regolazione e normazione, se tutela alcune parti (monopoli, rendite) diventa un male per la nazione.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda Loredana Poncini il 04/09/2010, 11:28

Il che, quindi, non toglie che una politica industriale, anche nel 2010, in Italia va attuata e democraticamente controllata,
nonché declinata al plurale. Parliamo quindi di "politiche industriali", politiche, cioè, che si riferiscono ai vari tipi di industrie, dalle energetiche a quella culturale.
"La spesa pubblica costituisce nei fatti un fattore che influenza in modo diretto e significativo lo sviluppo delle imprese", scrive Alfonso Fuggetta nel suo sito ; per cui mi chiedo se il nostro Marchionne, nel suo sceglier la strada, nel globalismo, trova comodo o scomodo che il ministro dello sviluppo, adesso, in Italia, non ci sia ! :shock:
Loredana Poncini
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 940
Iscritto il: 29/05/2008, 19:06
Località: Torino

Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda franz il 04/09/2010, 12:18

Loredana Poncini ha scritto:Il che, quindi, non toglie che una politica industriale, anche nel 2010, in Italia va attuata e democraticamente controllata,
nonché declinata al plurale. Parliamo quindi di "politiche industriali", politiche, cioè, che si riferiscono ai vari tipi di industrie, dalle energetiche a quella culturale.
"La spesa pubblica costituisce nei fatti un fattore che influenza in modo diretto e significativo lo sviluppo delle imprese", scrive Alfonso Fuggetta nel suo sito ; per cui mi chiedo se il nostro Marchionne, nel suo sceglier la strada, nel globalismo, trova comodo o scomodo che il ministro dello sviluppo, adesso, in Italia, non ci sia ! :shock:

Trovo che piu' importante sarebbe avere un ministero per le liberalizzazioni e la semplificazione burocratica.
Ed uno per la realizzazione delle infrastrutture strategiche. Normalmente basta avere un buon ministro dell'economia.
Esiste in germania, in francia, nel regno unito, in svizzera e olanda, un "ministero per lo sviluppo economico"?
Ma veramente pensate che lo sviluppo economco di un paese dipenda dalla presenza di un apposito ministero?
In Italia quelli sono ministeri fantasma, fatti per accontentar ele distribuzioni di poltrone tra le varie correnti ed i partiti.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda pierodm il 04/09/2010, 14:41

Che c'entra la presenza tassativa di un ministero con la necessità di avere - per un governo, e attraverso questo per la società che lo esprime - una politica industriale? Qualcuno ha parlato di ministeri?

Attuare semplificazioni brocratiche, liberalizzazioni e infrastrutture fa parte - una parte importante e qualificante - di una politica industriale, e più in generale economica: mi viene il sospetto che, mentre è assodato che un governo abbia una politica economica, di tale politica non debba far parte - secondo la scuola di Franz - l'industria, ossia l'insieme delle aziende.

A me sembra che queste discussioni, da qualunque parte si comincino a fare, convergono tutte verso un solo mantra, vissuto con atteggiamento estremistico da Franz: l'azienda e la libertà d'impresa, intesa in senso assoluto, come dogma che non ammette discussioni o sfumature - senza che per altro qualcuno abbia inneggiato al suo opposto.
Per non rischiare nulla di questa fede dogmatica, si arriva a rimettere in discussione e a cadere dalle nuvole di fronte a concetti assolutamente innocenti, o che dovrebbero essere largamente noti e acquisiti, com'è il caso della politica economica e industriale, o i diritti civili estesi al mondo del lavoro, o la regolamentazione del Mercato, e altra roba che adesso non ricordo ma che ci ha fatto discutere - secondo me - a vuoto per interminabili Kb.

Lasciamo perdere i tentativi di fare dei sillogismi

Io non ho "tentato" niente: il sillogismo me lo sono trovato già bell'e pronto.
Non l'avrei , per altro, trovato tanto significativo, se non fosse che corrisponde a tutto un insieme di posizioni che trovano riscontro in altre fasi della discussione che avviene sul forum.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

PrecedenteProssimo

Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron