La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

A che serve l'opposizione

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: A che serve l'opposizione

Messaggioda pierodm il 05/08/2008, 15:21

Mi sembra che Pinopic abbia ben inquadrato la questione del riformismo, al di là di tutte le chiacchiere: essere riformisti non passa attraverso la ricusazione dei rapporti con Bertinotti o Diliberto, o l'occhiolino strizzato alla CEI (...?), ma attraverso una serie precisa di riforme concrete. Una questione di contenuti, insomma - come si è detto e disperatamente ripetuto negli anni passati, nel turbinìo delle sigle e delle alleanze, delle "strategie" elettorali e delle operazioni di lifting e di marketing della coalizione.
Il problema di queste nostre discussioni, infatti, e di tante altre del recente passato, sta proprio in questo: si evoca di tutto, ma abbiamo ben poco su cui discutere in merito ai "contenuti", come se questi fossero una faccenda marginale, o come se discendessero automaticamente dalle alleanze o dalle sigle prescelte.
Sigle e alleanze, che invece si sono dimostrate efficacissime per porre dei veti, per escludere e per ricusare scelte precise sui contenuti: non dimentichiamo che il "partito dei no", ossia il partito dei veti pregiudiziali e del dogma, ha dimostrato di essere anche quello dei cattolici e degli autoproclamatisi "moderati", tanto quanto e forse più della sinistra radicale.
Con un'aggravante: che il cosiddetto massimalismo radicale appartiene, comunque, alla tradizione della sinistra, mentre un certo genere di moderatismo e di centrismo ne è storicamente e intimamente estraneo, e dunque assai più difficilmente assimilabile.

Il discorso più importante, però, in quanto pregiudiziale, rimane quello sull'impostazione generale delle scelte politiche, che hanno virato sul marketing, e che mettono necessariamente in secondo piano - ideologicamnte in secondo piano, a proposito di ideologie - questi benedetti contenuti.
Personalmente, potrei dilungarmi per tre o quattro pagine in esempi paradossali, che scaturiscono se si porta all'estremo - ma nemmeno tanto - questo tipo d'impostazione, ma ve li risparmio.
Diciamo che il marketing politico implica un elettorato che sta lì fermo, in attesa che un concorrente arrivi per primo a metterci la bandierina sopra, e annetterselo. Come il monòpoli, più o meno.
E diciamo pure che, quando si parla di "moderati", se ne fa una questione di geometria, diciamo di toponomastica politica, e non di idee e di punti di vista: a parte che anche i calcoli geometrici e toponomastici possono essere sbagliati, una visione del genere mi sembra in assoluto contrasto con quella volontà "costruttiva" e programmatica, alla base della quale ci sono necessariamente i contenuti più che le alleanze e il face lifting.

Due parole, infine, sui "cattolici".
Così come non si prevde lo stato etnico, o teologico, non si può ammettere un partito basato su una fede religiosa.
D'altra parte, lo stato laico non è un ghiribizzo, ma è parte integrante di qualunque progetto di democrazia liberale.
Se il "laicismo" viene evocato come deriva estremistica della laicità, questo è semmai un problema da risolvere in chiave laica e democratica, e non attestandosi sui bastioni di una o l'altra religione.
Questo è valido in qualunque paese, ma tanto più è valido in un paese come l'Italia, che ha sofferto per secoli non certo di un eccesso di laicità o di liberalismo, ma semmai per uno spettacolare asservimento ai dettami ecclesiali non riscontrabile in alcun altro posto, in Occidente - asservimento, si noti bene, che non è rimasto sul piano spirituale (anzi...) ma che ha avuto profondissimi effetti sulla società, sulla cultura politica, sulla legislazione, sull'economia, sulle attitudini stesse dei cittadini. A tal punto che una parte delle riforme che dovrebbero essere nel mirino dei "riformisti" riguardano aspetti e istituzioni, fortemente influenzate dal clericalismo, che sono in attesa di una modernizzazione - in attesa della modernità illuministica, diciamo - da un tempo ormai scaduto.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: A che serve l'opposizione

Messaggioda ranvit il 05/08/2008, 16:21

Le riforme indicate da pinopic sono talmente condivisibili che sembra il programma dei sogni.
Se il Pd avesse dato agli italiani l'idea di esserne capace....gli italiani gli avrebbero dato la vittoria elettorale.
Il punto è che gli italiani non ci credono neanche un po'....troppi i casi di incapacità amministrativa e di gestione del Paese (oltre che di corruttela in tante parti del personale politico) per crederci.
Ed è su questo che bisogna lavorare, invece che redigere un nuovo libro dei sogni.

E non è vero che puntando ai contenuti si puo' migliorare la situazione. Qualsiasi contenuto sarebbe banalizzato dalla inconsistenza politica e di capacità amministrativa della gran parte dell''attuale classe dirigente del Cs!
A parte quella della sinistra radicale, assolutamente indecente. Ma anche quella del Pd!

Lasciamo stare. Pensiamo a rifondare se possibile questo benedetto centrosinistra.
Quello che c'è oggi è assolutamente impresentabile e non credibile.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: A che serve l'opposizione

Messaggioda Alì il 05/08/2008, 16:54

ranvit ha scritto:Le riforme indicate da pinopic sono talmente condivisibili che sembra il programma dei sogni.
Se il Pd avesse dato agli italiani l'idea di esserne capace....gli italiani gli avrebbero dato la vittoria elettorale.
Il punto è che gli italiani non ci credono neanche un po'....troppi i casi di incapacità amministrativa e di gestione del Paese (oltre che di corruttela in tante parti del personale politico) per crederci.
Ed è su questo che bisogna lavorare, invece che redigere un nuovo libro dei sogni.

E non è vero che puntando ai contenuti si puo' migliorare la situazione. Qualsiasi contenuto sarebbe banalizzato dalla inconsistenza politica e di capacità amministrativa della gran parte dell''attuale classe dirigente del Cs!
A parte quella della sinistra radicale, assolutamente indecente. Ma anche quella del Pd!

Lasciamo stare. Pensiamo a rifondare se possibile questo benedetto centrosinistra.
Quello che c'è oggi è assolutamente impresentabile e non credibile.

Vittorio


Concordo sulle proposte elencate, le quali non mi paiono affatto un libro dei sogni.

Dai contenuti bisogna pur partire, anzi, si deve iniziare. Poi, ma eppure tanto dopo, debbono seguire i comportamenti. Quindi c'è la selezione dei candidati e dei dirigenti e cosìvvia.

Non abbiamo da "rifondare" alcunchè. Dobbiamo correggere il tiro e SOPRATTUTTO dimostrare COERENZA tra dire e fare.

Certo è che una volta squalificatici e disarcionato brutalmente colui che aveva comunque battuto il caimano per due volte, resta difficile risalire la china della fiducia e della credibilità, specie con questi galletti spennacchiati che ci ritroviamo ai vertici del PD e di tutta l'area del centrosinistra. Un velo pietoso sulla sinistra antagonista (più di se stessa che del "nemico").
Alì
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 13
Iscritto il: 19/06/2008, 2:09

Re: A che serve l'opposizione

Messaggioda pinopic1 il 05/08/2008, 17:20

Avrei voluto postare il preambolo Giavazzi ma non l'ho trovato in rete. non che lo approvi al cento per cento, ma in un partito a vocazione maggioritaria non posso pretendere che tutto ciò che fa corrisponda perfettamente a quello che preferisco io. Mi può bastare il 51% di corrispondenza. L'importante è sapere che cosa.
Naturalmente non sono "le cose da fare nei primi cento giorni" intorno alle quali ormai si svolgono le campagne elettorali; un altro stratagemma inventato da Berlusconi per fregarci, al quale naturalmente abbiamo aderito con entusiasmo fin dall'inizio.
Ovviamente uno schieramento che fa essenzialmente affidamento sul carisma del capo, sulle paure, sulle sensazioni irrazionali e sugli egoismi del momento, non può permettersi un libro dei sogni, ovvero il sogno di cambiare la vita.
Ma un partito di CS, che non può e non vuole definirsi con un nome preciso che fa riferimento ad una ideologia, deve definire la sua identità con un progetto di ampio respiro che vada anche oltre una legislatura.
Nella prima repubblica gli elettori dei maggiori partiti non avevano bisogno di leggere il programma, i partiti avevano un nome e una tradizione, una storia, che erano tutto un programma. Votavi per il tuo partito ad occhi chiusi perché sapevi a priori cosa potevi aspettarti e cosa non dovevi temere.

ma qualcosa del genere accade oggi con la Lega. La lega utilizza la stessa strategia che fu dei partiti comunisti. La suggestione del "c'è qualcuno che ti sfrutta; e noi lottimao per te contro questo qualcuno". Solo che la Lega ha avuto l'abilità di spostare l'obiettivo dai "padroni", dal "capitalismo", allo stato centralista, ai terroni e agli immigrati. Roma ladrona!

Ma dicevamo a che serve l'opposizione. Poiché questo governo durerà 5 anni l'opposizione serve a frapporre quualche ostacolo alle misure che riteniamo sbagliate, ma rispetto a che? Appunto rispetto al nostro progetto.
Poi serve per delineare il nostro progetto e farlo conoscere agli elettori per tempo, in modo che abbiano la possibilità di comprenderlo, discuterlo, affezionarsi o respingerlo.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
Avatar utente
pinopic1
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1253
Iscritto il: 24/05/2008, 15:00

Re: A che serve l'opposizione

Messaggioda FreeRider il 05/08/2008, 21:15

pinopic1 ha scritto:Anche l'ultima volta non c'era la sinistra radicale. Anche nel 2001 non c'era RC. Anche nel 1996 c'era solo la desistenza con RC. Solo nel 2006 nel proporzionale abbiamo preso più voti della destra.

Nel 2006? Esisteva solo il proporzionale e non si possono fare paragoni con un maggioritario abolito dalla porcata di chi aveva capito che era dannoso per loro.
la riprova l'hai confrontando il proporzionale nel campo avverso nel 2006 (e nel 2001) con il maggioritario.
la somma della CDL (senza lega) fa 42.1 che diventano 40.3 nel maggioritario.
Il nostro valore aggiunto era il loro valore perso, non viceversa.
Ed è della stessa mole, dato che le percentuali sommate fanno sempre 100%.
Anche contando la lega, nel proporzionale loro avevano piu' voti rispetto al maggioritario e noi, perforza di cose, l'inverso.
Questo vuol dire una sola cosa. Persone che nel proporzionale votavano a destra, nel maggioritario votavano ulivo.

Puo' non piacere ma è cosi'.

FR
FreeRider
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 79
Iscritto il: 27/05/2008, 13:44

Re: A che serve l'opposizione

Messaggioda pierodm il 06/08/2008, 12:04

Vittorio - Ranvit per i neofiti - ha ragione: con questi chiari di luna, spingersi al di là di un'onesta sopravvivenza e di un progettino di organizzazione è poco meno di un'utopìa.
Ma Vittorio sbaglia, quando parla di libro dei sogni, circa l'esemplificazione proposta da Pinopic.

Un mio amico diceva, per prendere in giro la moglie, che "faceva i biscotti con i biscotti", alludendo al fatto che per confezionare dolci la fata di casa prendeva i biscotti, li sbriciolava e li ricomponeva in forme e pasticci diversi.
Un'immagine che potrebbe essere portata a icona del pragmatismo, nel bene e nel male.

Ecco, a me sembra che bisognerebbe ricominciare a saper fare i biscotti partendo dalla farina e dalle uova: certo, davanti ad un mucchietto di farina e a tre uova, per immaginare un biscotto dorato e profumato ci vuole fantasia, e magari anche per immaginare un biscotto bruciacchiato e immangiabile.
Ma senza fantasia non c'è arte culinaria, ma solo un bivacco con un montone infilato sullo spiedo.
Senza fantasia, senza "sogni", non c'è politica: basta la legge della jungla, o - per uscire da una metafora che sta diventando restrittiva - basta l'intuito del monarca, la lotta tra fazioni di cortigiani, la paura delle sommosse con il forcone.

La politica moderna nasce con l'idea di un sogno: anche il liberalismo è un sogno, tanto quanto il socialismo, nell'idea perfetta di una competizione leale, di una società di uguali, di libertà, uguaglianza e fratellanza, di un capitalismo rispettoso della persona umana, di una rappresentanza parlamentare che rispecchi la volontà popolare, di un popolo non solo sovrano ma anche informato e consapevole, etc.
Non c'è una sola tra queste utopie che sia stata realizzata così come è stata immaginata - e come viene rappresentata dalla retorica democratica - e pure non si vede come si possa fare a meno di questi "sogni" per avere un'idea della strada da seguire.

Forse non ce siamo accorti, ma tutti noi che siamo qui ragioniamo e parliamo, portandoci dentro un'idea della politica e delle cose da fare che deriva da quella che viene definita una "vecchia repubblica", nel senso di una cultura che con tutti i suoi limiti era intessuta di "sogni", ossia di un tracciato da seguire, di una serie di risultati da perseguire.
Noi abbiamo - chi un un modo, chi nell'altro - una nostra naturale e consolidata "trascendenza", che rimane sottotraccia anche nel più modernistico pragmatismo.
In altre parole, noi diciamo che la politica è cambiata, che la società è cambiata, etc,. ma in realtà continuiamo a vedere e a sentire umanitaà, società e politica secondo i nostri parametri ormai metabolizzati: vediamo i Verdi, e dentro i verdi vediamo il "sogno" ambientalista; vediamo il PD, e dentro il PD vediamo la secolare utopia del progressismo, con il suo carico di sogni e di speranze di un mondo migliore. vediamo tutto ciò, senza che nessuno ce lo spieghi. Senza che nessuno ce ne dia una buona ragione, e anzi lo vediamo anche se qualcuno afferma cose opposte.
Votando PD, ciascuno di noi immagina un partito a sua somiglianza, che ha "sogni" non esplicitamente dichiarati, ma che non possono non esserci, e che sono in larga parte i sogni secolari della sinistra.
E ciascuno di noi pensa che una parte di questi "sogni" non sono sogni, ma obiettivi politici da perseguire: se non lo pensasse, non sarebbe da questa parte, ma dalla parte di Gasparri e di Berlusconi, o magari di Stefania Craxi.

Ma fino a quando regge un partito che ha un'identità "immaginata"?
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: A che serve l'opposizione

Messaggioda ranvit il 06/08/2008, 12:23

Scusa pierodm, mi rendo conto di aver prestato il fianco alle tue osservazioni....che condivido.

La mia definizione di "libro dei sogni" non si riferiva al contenuto, ma alla possibilità che un Pd e/o centrosinistra cosi' come conosciuto al momento, possa realizzare quei contenuti : troppo mediocri, verbosi, litigiosi e amministrativamente incapaci (quando non corrotti) la maggioranza del personale politico!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: A che serve l'opposizione

Messaggioda pierodm il 07/08/2008, 23:20

Bene, Vittorio, vedo che siamo arrivati a chierire un punto importante.

Le riforme da fare sono quelle, e qualcun altra.
L'attuale centro-sinistra, o PD, non appare in grado non solo di farle, ma nemmeno di provarci, e alcune di esse non le pensa proprio.
Quindi, come partito riformista, il PD è poco credibile, per non dire di peggio.
Tuttavia, non si può far altro che votarlo, stando le cose come stanno per sistema elettorale, etc.
Ma, se non è un partito riformista, e non è nemmeno una forza massimalista, utopica, rivoluzionaria, "che cosa" votiamo, quando votiamo PD - e di "che cosa" parliamo quando parliamo del PD?
La risposta più semplice è: votiamo per qualcosa che "non è" destra, ossia per una forza di opposizione, intesa nel senso lato.
Ecco perché è necessario che il PD sappia interpretare bene, benissimo, il meglio possibile, almeno questo ruolo di opposizione - anche perché questo gli spetta adesso, per cinque anni, e ogni giorno vediamo che di opposizione ce n'è un gran bisogno.

Il problema semmai è che un'opposizione - una che non ha tre televisioni nazionali e un centinaio di locali a disposizione - con questo sistema maggioritario ha ben pochi strumenti, sia parlamentari che sociali.
Che ci fosse bisogno - una volta imboccata la strada bipolare e maggioritaria - di una diversa struttura istituzionale, di contropoteri, etc, si era capito chiaramente.
Eppure, anche negli anni in cui il centro-sinistra ha governato, nessuno si è sognato di immaginare e tanto meno di cominciare a realizzare un tale cambiamento. Il centro-sinistra, anzi, ha governato come se avesse dovuto e potuto governare per sempre, utilizzando (male) gli strumenti (taluni impropri) ereditati dalla prima repubblica proporzionale.
E poi, lasciando da parte i progetti ambiziosi, non ha nemmeno attuato un efficace spoil system nel settore della comunicazione.

A questo proposito, scendendo terra terra, vuoi vedere che alle due nuove iniziative simil-televisive del PD verrà chiamato a collaborare Maurizio Costanzo?
Spero che almeno lascino in pace Francesco Totti, che ci serve per qualcosa d'importante.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: A che serve l'opposizione

Messaggioda ranvit il 08/08/2008, 9:24

Ancora una volta concordo.

Ma fare opposizione....direi doveroso...non impedisce di dialogare, per quanto possibile, per avviare una serie di modifiche costituzionali oramai inprocrastinabili.

Nel frattempo il governo si sta muovendo bene....a parte il lodo... Vedremo se saranno capaci di continuare cosi'. Per il bene dell'Italia spero di si. Anche se questo comporterà un ulteriore allungamento dei tempi di ritorno alla maggioranza del centrosinistra...

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: A che serve l'opposizione

Messaggioda pierodm il 09/08/2008, 22:29

Vitto', dialogare va bene, non c'è nemmeno bisogno di farne una missione, dato che è tutto sommato un obbligo istituzionale.
Ma mi dici come si fa a dialogare con Gasparri e su che cosa, e come si fa a dialogare, quando - com'era già avvenuto nel precedente governo Berlusconi - fanno passare tutto a colpi di fiducia e di decreti.
Per la destra, "dialogare" significa tentare di dare una sòla alla controparte: il livello è questo.

Quanto al fatto che il governo si sta portando bene, sono d'accordo: rispettano i propri elettori, e mantengono fede alla propria identità - poco importa, sotto questo aspetto, che si tratti di un'identità in parte peronista, in parte (post)fascista, in parte xenofoba e paternalistica.
Sono stati eletti da una maggioranza che ha questo genere di composizione culturale, e hanno il merito di darci sotto a tutta callara.

Non mi azzardo nemmeno a suggerire al PD di prendere esempio da loro, in questo tipo di efficienza rappresentativa, non fosse altro perché non riesco a capire bene quale identità abbia il PD, e perché sembra assai più preoccupato di inseguire la cortese approvazione dei moderati che votano Berlusconi, piuttosto che tener conto dei propri elettori - forse perché una buona parte di loro hanno la stravagante idea di essere "di sinistra".
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Precedente

Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 6 ospiti